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Coppa d’Asia, Lippi lascia la panchina della nazionale di Cina dopo l’eliminazione

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Marcello Lippi lascia la panchina della Nazionale di calcio cinese “a contratto scaduto” dopo la Coppa d’Asia negli Emirati Arabi Uniti dove la corsa dei “Dragoni rossi” s’e’ fermata ieri ai quarti di finale per il secco 3-0 incassato contro l’Iran. Ad Abu Dhabi, in conferenza stampa alla fine del match, l’ex ct degli Azzurri campioni del mondo nel 2006 non ha accettato domande leggendo una breve dichiarazione. “Voglio ringraziare tutti qui perche’ questa partita chiude il mio contratto con la Nazionale cinese”, ha detto Lippi, secondo i media cinesi. “E’ stato davvero un grande onore per me guidare una cosi’ importante squadra di un cosi’ importante Paese come la Cina”. La Chinese Football Association chiamo’ Lippi nel 2016 sulla panchina in risposta a 4 partite di fila senza vittorie (di cui 3 sconfitte) nelle qualificazioni al Mondiale 2018 in Russia. Una mossa d’urgenza per invertire il trend quando il presidente Xi Jinping, grande appassionato, aveva promosso un piano ambizioso e miliardario per fare della Cina una superpotenza del calcio e magari vincere, ospitandoli, i Mondiali del 2030.

Pur mancando l’obiettivo di Russia 2018 per un soffio, Lippi impressiono’ i fan per il miglioramento del gioco, soprattutto in termini di agonismo e motivazione, puntando all’estensione del lavoro sulla panchina cinese in vista proprio della Coppa d’Asia. “Ho fatto del mio meglio perche’ il team migliorasse e credo di aver costruito qualcosa sotto alcuni aspetti. Speravo di finire questo viaggio in un modo migliore”, ha ammesso il tecnico di Viareggio che non ha mancato, sul match di commiato, di esprimere il suo disappunto ritenendo che i giocatori abbiano concesso i tre gol su altrettanti errori difensivi. “Quando tu affronti una squadra forte come l’Iran, devi evitare di fare errori. Non mi aspettato di perdere in questo modo. Abbiamo regalato all’Iran tre gol in una cosi’ importante partita. I nostri giocatori hanno fatto il loro meglio durante il torneo, ma stasera mi sento di dirgli ‘grazie'”, ha aggiunto Lippi. Carlos Queiroz, il ct iraniano che ha definito se stesso uno “studente di Lippi”, ha commentato da parte sua che la Cina e’ migliorata sotto la guida dell’ex allenatore della Juve. “Lippi e’ uno dei migliori tecnici della storia del calcio. E’ un peccato che non stia ancora con la Cina. Ci siamo incontrati due volte alle qualificazioni dei Mondiali due anni fa e, dopo quello, la Cina ha migliorato di molto la sua organizzazione, molto meglio preparata”, ha concluso Queiroz la cui squadra ora affrontera’ in semifinale i “Blu Samurai”, il Giappone.

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Bistecche da 300 euro e Fantacalcio: il presidente della Fipm Fabrizio Bittner squalificato per 20 mesi

Il presidente della Federazione Italiana Pentathlon Moderno Fabrizio Bittner squalificato per 20 mesi: spese non rendicontate per oltre 20mila euro. Tra gli scontrini contestati anche una cena da 291 euro.

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Due bistecche da sogno, una da 115 euro e l’altra da 153 euro, hanno innescato un effetto valanga che rischia di travolgere la carriera di Fabrizio Bittner (foto Imagoeconomica), presidente della Federazione Italiana Pentathlon Moderno (Fipm). Il conto di 291,60 euro in un ristorante vip vicino al Colosseo è solo la punta di un iceberg da oltre 80 mila euro di spese contestate. Di queste, 20 mila sono considerate non giustificate dal Tribunale Federale, che ha inflitto a Bittner una squalifica di 20 mesi, una delle più dure mai emesse in ambito sportivo federale.

La difesa: “Spese di rappresentanza”

Autosospesosi anche dal ruolo di Responsabile Sport di Forza Italia, Bittner ha provato a difendersi parlando di spese istituzionali sostenute nell’esercizio del suo ruolo:

«Rappresento la federazione e ho sostenuto incontri importanti. Se ho superato i limiti previsti, restituirò l’eccesso».

Secondo il regolamento, ogni pasto non dovrebbe superare i 50 euro. Bittner ha spiegato che la cena contestata si è svolta con un consigliere federale, il cui nome non ha voluto rivelare. E sulle famose bistecche?

«Francamente non ricordo, ma il vino era così caro che lo abbiamo pagato di tasca nostra».

Il conto: dal Bistrot Cannavacciuolo al Fantacalcio

L’indagine interna ha portato alla luce un lungo elenco di spese considerate fuori norma:

  • cene di lusso,

  • pranzi in ristoranti stellati,

  • iPhone da 1.800 euro,

  • iscrizioni al Fantacalcio,

  • abbonamenti a iTunes,

  • prelievi di contante definiti “anticipi di rimborso spese”.

Lo scontro con Pierluigi Giancamilli, rivale elettorale e oggi accusatore, ha fatto esplodere il caso. Secondo Bittner, tutto nasce da una «vendetta politica»:

«Giancamilli non ha mai obiettato prima, lo fa ora per ripicca. Ma se non mi vogliono più, me ne andrò».

Precedenti nella Fipm

Non è la prima volta che la Fipm finisce nella bufera. L’ex presidente Lucio Felicita, già radiato dal Coni, ha portato fino in Cassazione la condanna a otto anni per abuso d’ufficio, corruzione e peculato.

«Il mio caso è completamente diverso» precisa Bittner. Ma intanto il rischio di radiazione e di un procedimento penale resta sul tavolo, in attesa del giudizio d’appello e della pronuncia del Coni.

Un destino incerto, che dipende anche da quanto i giudici riterranno “istituzionale” un filettino di Wagyu giapponese da 115 euro.

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Lorenzo Insigne torna in Italia: “Sogno ancora la Nazionale, voglio restare e giocare in Europa”

Dopo tre anni in Canada, Lorenzo Insigne torna in Italia e sogna l’azzurro della Nazionale: “Aspetto la chiamata giusta, restare in Europa è la priorità. Con Sarri sarebbe un onore”.

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Tre anni lontano da casa, a Toronto, in Canada. Ora Lorenzo Insigne è tornato. E lo ha fatto con le idee chiare: restare in Italia, tornare protagonista in Europa e riconquistare la maglia azzurra della Nazionale. Lo ha raccontato in un’intervista a Il Mattino rilasciata ieri all’aeroporto di Fiumicino, appena atterrato da oltreoceano.

“Sto bene, pronto per una nuova sfida”

«Sto molto bene. Contento e sereno del mio rientro», ha esordito Insigne, sorridente e abbronzato, circondato da fan e ragazzini che non hanno perso l’occasione per un selfie. Nessuna nostalgia per Toronto, ma solo gratitudine per l’esperienza: «A livello calcistico non è andata come sognavo, ma ho conosciuto persone fantastiche. È stata un’esperienza importante».

Il sogno azzurro e il rapporto con Gattuso

La priorità per Insigne è chiara: «La maglia azzurra l’ho sempre sognata da bambino. Spero di tornare presto in Nazionale, ma prima devo fare bene nella mia nuova avventura». Parole cariche di stima anche per Gattuso, nuovo commissario tecnico: «Con lui ho un grande rapporto, ci sentiamo ancora. È una persona squisita. Farà bene».

Napoli nel cuore e il legame con Mertens e Hamsik

L’ex capitano azzurro non dimentica le sue radici e i compagni di una vita: «Sono felicissimo per i successi del Napoli, ho festeggiato a Toronto con i miei cari. Marek (Hamsik) è stato il mio capitano, gli auguro tutto il meglio. E con Dries (Mertens) ho condiviso tanto, l’ho anche aiutato a diventare il capocannoniere del Napoli!».

Lazio? “Con Sarri sarebbe un onore”

Quanto al futuro, Insigne lascia ogni decisione al suo agente, ma chiarisce le sue intenzioni: «Voglio restare in Italia, ho una voglia matta di tornare a giocare in Europa». Le voci sulla Lazio lo lusingano, anche se ammette: «Il blocco del mercato complica tutto. Ma tornare con Sarri sarebbe un onore. Prima di decidere bisogna sempre sedersi a tavolino».

L’attesa della chiamata giusta

Il telefono è acceso, la suoneria al massimo. Insigne aspetta quella chiamata giusta che potrebbe riportarlo sotto i riflettori del calcio italiano. Intanto, si concede qualche giorno di vacanza con la famiglia. Ma il richiamo dell’azzurro, stavolta, è più forte che mai.

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Osimhen, countdown Napoli: clausola a 75 milioni valida fino al 10 luglio. Al Hilal e Galatasaray ci provano

Osimhen teme di restare senza squadra: la clausola da 75 milioni scade il 10 luglio. Al Hilal e Galatasaray in pressing, ma il Napoli non fa sconti. Attesa per la scelta del nigeriano.

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Osimhen teme di restare senza squadra: la clausola da 75 milioni scade il 10 luglio. Al Hilal e Galatasaray in pressing, ma il Le lancette corrono e Victor Osimhen comincia a sentire il peso del tempo. Il 10 luglio è la data chiave: entro questa scadenza i club interessati potranno esercitare la clausola rescissoria da 75 milioni di euro presente nel contratto dell’attaccante nigeriano con il Napoli. Oltre quel termine, lo scenario cambierà, e il futuro del bomber sarà tutto da riscrivere.

Al Hilal e Galatasaray in pressing, ma il Napoli non molla

Il Napoli ha ribadito più volte la propria posizione: nessuno sconto sulla clausola. Le uniche due offerte concrete attese entro il termine sono quella dell’Al Hilal, pronto a pagare l’intera cifra richiesta e a offrire 40 milioni a stagione al giocatore, e quella del Galatasaray, che si spinge fino a 60 milioni più bonus. Ma la proposta turca non soddisfa De Laurentiis, che vuole l’intero importo in un’unica soluzione.

Osimhen, dal canto suo, ha preso tempo. Non ha chiuso la porta al Galatasaray e ha frenato con l’Al Hilal, consapevole che le opzioni europee non si sono ancora concretizzate.

Manchester United e l’ostacolo ingaggio

Il domino delle punte in Europa si è attivato con il trasferimento di Gyökeres all’Arsenal. Il Manchester United ha sondato la disponibilità del giocatore, facendo sapere di poter pagare la clausola, ma si è arenato sull’ingaggio: i Red Devils chiedono un taglio alle richieste economiche del calciatore, che attualmente guadagna circa 12 milioni netti l’anno.

L’idea Osimhen continua ad affascinare, ma al momento non ci sono contatti concreti. Si attende una mossa formale che però potrebbe non arrivare in tempo.

Il Napoli aspetta, ma si prepara

Il Napoli non ha fretta e osserva l’evolversi della situazione. Ha ancora una clausola per prolungare l’accordo fino al 2027, un’opzione che potrebbe rafforzare la propria posizione nei prossimi colloqui. Intanto, a Castel Volturno si lavora per il raduno previsto tra pochi giorni e Osimhen potrebbe essere convocato se non sarà trovato un accordo prima.

Da parte sua, Victor vorrebbe evitare un’altra estate da separato in casa. L’obiettivo è trovare una nuova squadra prima dell’inizio del ritiro, ma il tempo stringe e l’ansia cresce. Ora la palla è nei piedi dell’attaccante nigeriano: tra clausole, trattative e strategie, il futuro è tutto da decidere.

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