Collegati con noi

Economia

Conto alla rovescia per vendita Ita, chiusa data room

Pubblicato

del

 Conto alla rovescia per la vendita di Ita Airways. La data room della newco si e’ chiusa ed entro la serata di oggi le due offerte definitive e vincolanti da parte di Msc-Lufthansa e del fondo Usa Certares dovranno arrivare sul tavolo del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Le due buste oltre a contenere l’offerta economica, devono contenere anche il piano industriale e quello della governance. Il Mef valutera’ quindi le due offerte e poi le trasmettera’ a Palazzo Chigi che dovrebbe scegliere entro pochi giorni la cordata vincitrice. Secondo le indiscrezioni che circolano entrambe le cordate avrebbero ridotto il valore dell’offerta: Msc-Lufthansa metterebbe ora sul piatto 800-850 milioni di euro rispetto al miliardo dell’offerta di maggio, mentre Certares, in una partnership commerciale con Air France-Klm e Delta Airlines, offrirebbe 500-600 milioni contro i 600-800 milioni precedenti. Quando a gennaio il Gruppo Aponte e Lufthansa presentarono la prima manifestazione d’interesse per la newco, la valutazione si aggirava tra 1,2 e 1,5 miliardi di euro per una quota di maggioranza. La cordata avrebbe intenzione di comprare una quota complessiva dell’80%, col 60% a Msc e il 20% al colosso tedesco. Intanto per i passeggeri pronti a partire per le vacanze arriva una notizia che da’ un po’ di ossigeno. Sul caos voli e’ infatti intervenuto il Garante, chiedendo ai sindacati di ridurre la durata degli scioperi proclamati in EasyJet, Ryanair, Malta Air, Volotea e Crewlink per il 17 luglio prossimo. Uiltrasporti e Filt Cgil si sono prontamente adeguate, riducendo le astensioni da 24 a 4 ore (dalle ore 14.00 alle ore 18.00). Sempre sui disagi nel trasporto aereo il ministero delle Infrastrutture e della Mobilita’ sostenibili ha convocato gli stessi sindacati di categoria per l’11 luglio mentre domani il ministro Giovannini vedra’ le associazioni datoriali, Enav ed Enac, per fare il punto. E proprio uno sciopero in massa dei piloti ha spinto la compagnia scandinava Sas a dichiarare il fallimento e a far ricorso negli Usa al Chapter 11, la bancarotta assistita, per ristrutturarsi. Ieri 1.000 piloti dell’aviolinea hanno incrociato le braccia e Sas oggi ha dovuto annullare il 78% delle partenze, pari a 236 voli. La procedura del Chapter 11 e’ accessibile a societa’ che hanno asset ed attivita’ negli Stati Uniti e permette loro di continuare le operazioni mentre sono in fase di ristrutturazione. Il Gruppo scandinavo punta a tagliare un debito di 1,9 miliardi di dollari. Agli scioperi si aggiungono anche le cancellazioni dei voli dovute alla mancanza di personale navigante e di terra negli aeroporti. “La ripresa della domanda e’ stata piu’ intensa del previsto, ma gli aeroporti europei sono largamente impreparati”, ha detto l’amministratore delegato di Ita, Fabio Lazzerini, in una intervista a La Stampa. “Schipol, in Olanda, ha ridotto l’operativita’ e il caos bagagli coinvolge Londra quanto Parigi, con ripercussioni a cascata su tutta Europa”, ha spiegato l’a.d, aggiungendo che si tratta di un effetto “difficilmente governabile”, ma “come Ita abbiamo una regolarita’ superiore al 99%, in questo momento siamo un’eccezione”, ha sottolineato Lazzerini.

Advertisement

Economia

Accordo Ue, più rinnovabili e sì a idrogeno da nucleare

Pubblicato

del

Quindici ore di trattative notturne per alzare l’asticella delle ambizioni ‘green’ dell’Europa e nobilitare il ruolo del nucleare nella produzione dell’idrogeno pulito, pomo della discordia di un duello tra i Ventisette che al momento premia Parigi ma che continuerà a tenere banco nei mesi a venire. Con un faticoso compromesso, le istituzioni Ue hanno fatto un altro passo avanti sul maxi-pacchetto ‘Fit for 55’ per trasformare il Vecchio Continente in una parte di mondo a emissioni zero entro il 2055. A partire dal raddoppiare sulle rinnovabili: l’obiettivo vincolante è di renderle protagoniste del 42,5% dei consumi finali Ue di energia elettrica entro il 2030. Soglie da raggiungere con una decisa decarbonizzazione dell’industria, permessi più veloci, maggiore efficienza per gli edifici, e tagli delle emissioni per i trasporti. In linea con la volontà, sempre più forte dall’inizio dell’aggressione russa in Ucraina, di conquistare “una sovranità energetica” capace, negli auspici del vicepresidente Ue Frans Timmermans, di ridurre insieme importazioni fossili e bollette. In costante ascesa dal 2004, la quota delle rinnovabili sul suolo europeo si attesta ora intorno al 22%. L’obiettivo del 42,5%, nelle stime offerte dall’eurodeputato Markus Pieper alla testa della maratona negoziale, al momento sembra essere alla portata soltanto della Svezia.

Ma presto potrebbero arrivare anche la Finlandia e, a catena, un drappello di Nordici e Baltici, anche grazie al riconoscimento delle biomasse tra le fonti pulite. Un’avanzata che sarà sospinta – nel solco di quanto già indicato nel RePowerEu – da autorizzazioni più veloci con limiti massimi compresi tra i 18 e i 27 mesi, che potrebbero aiutare anche l’Italia sbloccare decine di progetti legati al fotovoltaico e all’eolico. Accanto, vi sono anche un obiettivo indicativo di almeno il 49% di fonti pulite negli edifici entro il 2030, il taglio dell’intensità dei gas serra del 14,5% o un target ‘green’ del 29% nei trasporti, settore nel quale – dopo il recente scontro sullo stop ai motori termici dal 2035 – viene contemplato anche l’uso di ‘biocarburanti avanzati’. Ma la nuova meta finale sulle rinnovabili può fare da traino anche quelle capitali – Parigi in testa – che insistono per giocarsi l’asso del nucleare. Dopo giorni di pressing il governo francese ha ottenuto che l’idrogeno prodotto dall’atomo fosse incluso nell’accordo: potrà essere conteggiato per coprire il 20% dei target di produzione di idrogeno rinnovabile fissati al 42% entro il 2030 e al 60% entro il 2035. Uno ‘sconto’ che tuttavia può essere ottenuto solo al verificarsi di due condizioni: se chi vuole usare l’atomo è in linea con l’obiettivo generale del 42,5% di rinnovabili; e se la quota di idrogeno da combustibili fossili consumata nel Paese non sarà superiore al 23% nel 2030 e al 20% nel 2035. Un compromesso capace di portare alla fine a bordo anche Germania, Austria e Lussemburgo, già pronte a dare battaglia contro i mini reattori nucleari e a qualsiasi forma di equivalenza tra l’atomo e le energie verdi anche nel piano industriale Ue ‘Net-Zero’ ancora da negoziare.

Continua a leggere

Economia

Pnrr, Ferraris (FS): maggiore flessibilità sarebbe utile

Pubblicato

del

 “Il Pnrr ci offre l’opportunità di ammodernare le nostre infrastrutture e ridurre il divario tra Nord e Sud Italia. Il gruppo Fs è in linea con le scadenze previste. Tuttavia poter contare su una maggiore flessibilità sarebbe auspicabile e utile”. A dirlo Luigi Ferraris, amministratore delegato del gruppo FS, al Foro di dialogo Italia-Spagna sottolineando che “il gruppo Fs vuole essere protagonista del cambiamento, ma consideriamo anche le criticità affrontate in questi periodi. Guerra in Ucraina, crisi energetica, aumento delle materie prime hanno reso più difficile il percorso e il rispetto dei tempi imposti dal Pnrr”. “La rete ferroviaria in Italia è di oltre 17mila chilometri – ha spiegato Ferraris – l’obiettivo è dotarla totalmente di fibra ottica. Un progetto ambizioso, ma realizzabile” e il “vantaggio non sarà solo per chi viaggia e vuole lavorare in treno, ma la fibra verrà messa anche a disposizione di tutti i territori attraversati dal treno. La fibra ottica potrà inoltre consentire anche il trasporto di dati favorendo ancora di più il monitoraggio dell’infrastruttura”. “Il nostro competitor – ha concluso – deve essere il trasporto privato. Proprio per questa ragione lanceremo, a partire da giugno, una piattaforma dove i viaggiatori, con un unico accesso potranno acquistare uno o più biglietti coniugando i vari tipo di trasporto urbano e nazionale, gomma e ferro”.

Continua a leggere

Economia

Cdp, ‘anno record per risorse e investimenti attivati’

Pubblicato

del

Un anno record per risorse e investimenti attivati: e’ il bilancio del gruppo Cassa Depositi e Prestiti che chiude il 2022 con un utile netto di Cdp SpA in crescita a 2,5 miliardi di euro, contro i 2,4 miliardi registrati nel 2021, anno che includeva maggiori plusvalenze sui titoli in portafoglio per 430 milioni. L’utile netto consolidato è pari a 6,8 miliardi di euro (5,3 miliardi nel 2021), salito anche grazie ai risultati di alcune partecipate. A parlare di “anno record” e’ il presidente di Cdp Giovanni Gorno Tempini, spiegando come nel 2022 sono stati attivati da Cassa Depositi e Prestiti anche investimenti ingenti, in aumento a circa 80 miliardi di euro (35 miliardi nel 2021, +126%), con un effetto leva di 2,6 volte le risorse impegnate.

Sempre in base ai numeri del bilancio d’esercizio e il bilancio consolidato al 31 dicembre 2022 approvato dal consiglio di amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti, le risorse impegnate ammontano a 30,6 miliardi (23,8 miliardi nel 2021, +28%), con un maggiore impatto sul tessuto sociale ed economico del Paese. Il 2022 e’ stato “un anno storico per gli investimenti attivati, un anno di grandi risultati” con “476mila posti di lavoro attivati”, il commento di Dario Scannapieco (nella foto col sindaco di Napoli Manfredi), amministratore delegato di Cdp. “Abbiamo continuato in una costruzione di una Cassa sempre meno cassa, sempre più cervello”, ha aggiunto.

E “con un utile netto di 2,5 miliardi e investimenti attivati per circa 80 miliardi, abbiamo posto le basi per superare gli obiettivi del Piano Strategico 2022-2024. Questi numeri – ha proseguito Scannapieco – sono il frutto delle azioni intraprese, del progressivo emergere della nostra culturaaziendale e del lavoro dei dipendenti, portato avanti senza mai perdere di vista gli obiettivi di lungo periodo, in particolare la transizione green e digitale. Per rispondere più efficacemente alle esigenze del territorio e delle comunità, nell’ultimo anno Cassa ha inoltre avviato una trasformazione nella propria operatività e ha saputo ancora una volta fare la sua parte, rinnovandosi pur rimanendo fedele al suo ruolo di istituzione a servizio del Paese”.

Entrando ancor piu’ nel dettaglio del bilancio 2022, i crediti di Cdp sono in aumento a 120 miliardi di euro (114 miliardi nel 2021, +5%), principalmente in virtù dei finanziamenti alle imprese. Il risparmio postale è pari a 281 miliardi di euro, stabile rispetto ai livelli del 2021. Il patrimonio netto, pari a 25,7 miliardi, è in crescita rispetto a fine 2021 (+2%) grazie all’utile maturato nell’esercizio, che ha più che compensato l’impatto dei dividendi distribuiti e la riduzione delle riserve da valutazione relative alle attività finanziarie valutate a fair value.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto