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Politica

Conte scioglie la riserva, domani il Governo giura, lunedì fiducia alla Camera e martedì al Senato

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Giuseppe Conte scioglie la riserva al Quirinale e presenta la lista dei ministri. Il nuovo governo “giallorosso” e’ ai blocchi di partenza ed entrera’ nella pienezza dei poteri ad ore, dopo il giuramento e la fiducia delle camere. “Forti di un programma che guarda al futuro dedicheremo le nostre migliori energie, le nostre competenze, la nostra passione a rendere l’Italia migliore nell’interesse di tutti i cittadini”, spiega il presidente del Consiglio in pectore, soddisfatto per l’arrivo in pista del suo “esecutivo-bis”, questa volta targato M5s-Pd. “C’e’ una maggioranza parlamentare e si e’ formato un governo. La parola compete al Parlamento e al governo che nei prossimi giorni si presentera’ alle Camere per chiedere la fiducia e presentare il programma”, commenta il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Gli ultimi tasselli vengono definiti pochi minuti prima dello scioglimento della riserva, con la scelta del sottosegretario alla presidenza del Consiglio: entra cosi’ a Palazzo Chigi il pentastellato Riccardo Fraccaro nel ruolo ricoperto fino ad oggi dal leghista Giancarlo Giorgetti. Il premier e i 21 ministri (14 uomini e 7 donne, 10 M5S, 9 Pd, 1 di Leu, un tecnico) giureranno al Quirinale domani alle 10, poi si terrà la prima riunione dell’esecutivo. Nei prossimi giorni verranno nominati tutti gli altri sottosegretari e i viceministri. Lunedì sara’ votata la fiducia alla Camera, martedi’ al Senato. All’inizio della prossima settimana si potra’ quindi dire definitivamente chiusa la crisi ferragostana aperta da Matteo Salvini. Leader della lega che attacca a testa bassa la nuova compagine: “Un governo nato tra Parigi e Berlino e dalla paura di mollare la poltrona, senza dignita’ e senza ideali, con persone sbagliate al posto sbagliato. Lavoriamo come e piu’ di prima, non potranno scappare dal giudizio degli italiani troppo a lungo: siamo pronti, il tempo e’ galantuomo, alla fine vinceremo noi”. Luigi Di Maio si prende il ministero degli Esteri e auspica “un governo coraggioso e ambizioso, in grado di portare avanti importanti provvedimenti per la crescita e lo sviluppo dell’Italia”. “C’e’ tanta voglia di fare e ripartiremo da dove ci siamo lasciati – afferma l’ex vicepremier M5S -, con il taglio di 345 parlamentari e un risparmio di circa mezzo miliardo da indirizzare a scuole, infrastrutture, ospedali”. Il nuovo partner di maggioranza, Nicola Zingaretti, parla di “un programma unico, di tutti, chiaro, e una squadra nuova”. Poi chiosa: “Il Governo e’ di forte cambiamento anche generazionale. “Ora e’ tempo di cambiare l’Italia”. Cambia anche la geografia dei ministri, 11 vengono dal Sud, l’eta’ media e’ sui 47 anni, il piu’ giovane di sempre. Guida la classifica Di Maio con i suoi 33 anni. La piu’ anziana e’ Luciana Lamorgese, al Viminale a 66 anni. Dall’opposizione Silvio Berlusconi ha detto chiaramente ai suoi nei giorni scorsi che si votera’ contro. Ma esistono diverse anime nel mondo azzurro, dagli ‘aperturisti’ alla Carfagna, ai sovranisti e agli anti-sovranisti di matrice moderata che continuano a guardare ad un ruolo centrale di Fi nel centrodestra. Il grosso del partito – con le capogruppo di Camera e Senato Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini – e’ comunque contro questo governo. “Dopo le politiche scellerate di Di Maio, i ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro restano comunque al M5S – dice Gelmini. Cambiano i nomi, ma non la politica della decrescita felice. Ma il PD esattamente di quale ‘discontinuita” parlava?”. Fratelli d’Italia invece si prepara alla piazza. “L’appuntamento e’ per lunedi’ 9 settembre alle ore 11” davanti a Montecitorio, il giorno della fiducia al Conte bis, ricorda la presidente Giorgia Meloni, che parla di “patto delle poltrone” e chiede “libere elezioni”. “Da un anno e mezzo – aggiunge – la destra vince tutte le elezioni ma oggi ci ritroviamo il governo piu’ a sinistra della storia repubblicana. E la chiamano democrazia”.

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Politica

Terzo mandato, De Luca: confido su decisione della Consulta, non nel partito dei cafoni

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“In questi anni abbiamo sottratto alla marginalità le aree interne come l’Alta Irpinia: anche per questa ragione dico che il lavoro enorme che abbiamo prodotto non deve essere interrotto e deve continuare”. È ‘unico accenno che indirettamente il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, concede ai cronisti che lo interrogano sul terzo mandato, a margine del suo incontro con sindaci e amministratori dell’Alta Irpinia svoltosi stamattina a Sant’Angelo dei Lombardi. Successivamente, nella intervista pubblica al direttore di Itv, Franco Genzale, De Luca ha aggiunto “di confidare nella decisione che assumerà la Corte Costituzionale” e, in riferimento al caso del presidente del Veneto, Luca Zaia, in corsa per il quarto mandato e sostenuto dal suo partito, ha sottolineato: “Zaia sta in un partito nel quale evidentemente non ci sono molti cafoni, io sto in un partito nel quale ci sono fin troppi cafoni”.

Sui temi del territorio, De Luca ha poi valorizzato il lavoro della regione Campania a favore delle zree interne: “Soltanto per viabilità e mobilità abbiamo investito un miliardo di euro: risorse che l’Irpinia non ha mai visto”. Il governatore ha poi confermato gli impegni che riguardano il completamento di opere fondamentali, “come la Lioni-Grottaminarda, l’elettrificazione della linea ferroviaria Salerno-Avellino-Benevento e la terza corsia del raccordo autostradale Avellino-Salerno”. Dura la posizione di De Luca sulle origini della crisi idrica che da mesi soffre la provincia di Avellino: “Anni di gestioni all’insegna di porcherie clientelari -dice riferendosi alle gestioni dell’Alto Calore- i cui responsabili andrebbero fucilati alla schiena”.

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In Evidenza

Giovanni Amoroso, 76enne di Mercato San Severino, è il nuovo presidente della Corte costituzionale

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Giovanni Amoroso (foto Imagoeconomica in evidenza), 76 anni, è il nuovo presidente della Corte costituzionale e succede così ad Augusto Barbera che ha terminato il suo incarico al vertice della Consulta lo scorso 21 dicembre. Amoroso – nato a Mercato San Severino (Salerno) il 30 marzo 1949 – è stato eletto nella camera di consiglio che si è tenuta questa mattina a Palazzo della Consulta, il suo mandato terminerà il 13 novembre 2026. Ha svolto il ruolo di presidente facente funzioni dopo l’addio di Barbera. È stato eletto giudice costituzionale dalla Corte di cassazione il 26 ottobre 2017, ha giurato il 13 novembre 2017, è Vice presidente dal 12 dicembre 2023.

Giovanni Amoroso è stato eletto presidente della Consulta all’unanimità, ed ha poi nominato come vice presidenti Francesco Viganò e Luca Antonini. Viganò, professore ordinario di diritto penale, è nato a Milano il 1 marzo 1966. Nominato dal Presidente della Repubblica il 24 febbraio 2018, ha giurato l’8 marzo 2018. Antonini, professore ordinario di diritto costituzionale, nato a Gallarate (Varese) il 27 maggio 1963. Eletto dal Parlamento il 19 luglio 2018, ha giurato il 26 luglio 2018.

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Napoli

Scontro nel Pd: De Luca invita Bersani a farsi un grappino e rilancia sulla difesa del Sud

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Il dibattito sul terzo mandato di Vincenzo De Luca continua a infiammare il Partito Democratico, con un botta e risposta tra il governatore della Campania e l’ex segretario del Pd Pierluigi Bersani. Lo scontro si consuma tra frecciate e dichiarazioni al vetriolo, mentre il partito si trova spaccato su una questione che ha assunto una dimensione nazionale.

La replica di De Luca a Bersani

Pierluigi Bersani aveva tentato una moral suasion: «Io voglio bene a De Luca, gli direi di prendere atto ragionevolmente della situazione». Un messaggio distensivo, ma il governatore campano non l’ha presa bene. Durante un evento nel Salernitano, De Luca ha replicato duramente: «Gli consiglio di farsi un grappino la sera, di andare a dormire, perché si sta rincoglionendo».

La risposta non si è fatta attendere. Con sportività, Bersani ha dichiarato: «Non mi sembra di essere rincoglionito. Ma vabbè, berrò un grappino alla sua salute».

Le reazioni nel Pd

Il resto del partito non è rimasto a guardare. Francesco Dinacci, presidente del Pd di Napoli, ha espresso solidarietà a Bersani e criticato De Luca: «Ha perso un’altra occasione per ritrovare il garbo e il buon senso». Dinacci ha definito le parole di Bersani «molto responsabili» e ha invitato a un confronto più costruttivo.

De Luca rilancia sul Sud

Nel frattempo, De Luca ha ripreso i suoi attacchi, ribadendo l’importanza del suo operato per il Sud. «Abbiamo combattuto da soli per sbloccare i fondi di coesione, mentre altri erano al bar o alla buvette». Il governatore si è eretto a paladino del Mezzogiorno, sottolineando come «il Sud deve difendersi con le unghie e con i denti per gli investimenti europei e nazionali».

De Luca ha anche lanciato un messaggio chiaro sul terzo mandato: «Nessuna corsa personale. Devono decidere i cittadini, non i burocrati di Roma che non sanno neanche dove sia la Campania».

Un circo equestre

Infine, De Luca ha accusato la politica nazionale di essere distante dai problemi reali: «Rischiamo di perdere miliardi di euro perché aprire un cantiere richiede tempo. Questo è un circo equestre, non una politica seria».

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