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Conte-Schlein “quasi” insieme sul palco in nome del Sud

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Elly Schlei e Giuseppe Conte alla fine si incrociano per un evento elettorale, seppur a distanza, dopo che durante l’intera campagna elettorale delle amministrative 2023 non hanno condiviso alcuna iniziativa. Nel comizio di chiusura a Siracusa, a sostegno della candidata comune Renata Giunta, è intervenuto il leader di M5s, insieme a Nicola Fratoianni, ed Elly Schlein si è collegata da remoto , essendo impegnata dopo poco ad Ancona a sostegno di Ida Simonella. Una “prima”, questa particolare chiusura comune di Schlein e Conte, che alcuni commentatori hanno interpretato come una tregua, se non addirittura un riavvicinamento, nella “competition” tra i due partiti di opposizione.

Giuseppe Conte ha rilanciato l’iniziativa del Movimento, quella di un appuntamento in piazza a Roma per il 17 giugno, come a rivendicare la primazia di M5s sul fronte dell’opposizione al governo. Conte non solo ha ribadito le critiche il governo sul Pnrr, ma lo ha attaccato anche per la cessione di un consistente pacchetto azionario di ITA a Lufthansa. E in questa ottica di competizione è stata letta nelle scorse settimane l’assenza di comizi fianco a fianco tra Conte e Schlein anche nei comuni, peraltro pochi, dove Pentastellati e Dem sostenevano lo stesso candidato sindaco. Domenica e lunedì non solo si terranno i ballottaggi in 41 comuni maggiori, di cui sette capiluogo, ma si svolgerà il primo turno nelle municipali in Sicilia. Anche qui Pd e M5s corrono insieme solo a Catania e Siracusa, e non a Trapani e Ragusa. Conte ha fatto un tour di due giorni nell’Isola toccando varie città, tra cui Catania a sostegno di Maurizio Caserta, e a Siracusa, dove sul palco c’era anche Fratoianni.

Non in presenza, ma in collegamento, ha parlato, appunto, anche Schlein. La segretaria Dem ha scelto Ancona per parlare in presenza perché la città adriatica ha assunto un valore simbolico assoluto per il partito. Dopo aver perso la guida della Regione, una volta considerata una di quelle “rosse”, mantenere l’amministrazione del capoluogo marchigiano significherebbe invertire una rotta in discesa, evitando quanto accaduto in Umbria, anch’essa una volta Regione “rossa” ed ora tutta del centrodestra, sia a livello regionale che comunale. Non a caso a Terni il candidato del Pd non è arrivato nemmeno al ballottaggio. Il comizio di Schlein si è incentrato sui temi sociali, sulle critiche al governo, sui tagli alla sanità pubblica, proponendo il Pd come il “partito della cura” in alternativa alla destra.

Altrettanto incisive, come quelle di Conte, le critiche al governo sul Pnrr (“ci dica quali sono le modifiche di cui parlano da mesi, senza che qualcuno le abbia viste, rischiano di far mancare l’appuntamento dell’Italia con la storia”), sul decreto lavoro che “aumenta la precarietà” e sul problema affitti, che non colpisce solo i fuorisede. Oltre che per Ancona in casa Pd si sta col fiato sospeso anche per Brindisi: qui i Dem per raggiungere un accordo con M5s hanno scartato il loro sindaco uscente, che si è comunque ripresentato, ma il candidato comune con i pentastelalti è rimasto indietro di 11 punti rispetto a quello del centrodestra, con cui si scontrerà nel ballottaggio. A seconda dell’esito si rafforzeranno o si indeboliranno le voci in favore di un alleanza Pd-M5s. Per misurare l’impatto dell'”effetto Schlein”, al Nazzareno, si spera nei tre capoluoghi toscani, Pisa, Massa e Pisa, strappati nel 2018 dal centrodestra al Pd. Se in una o più di queste città città i Dem tornassero a esprimere il sindaco, così come a Vicenza con Giacomo Possamai, il partito si riterrebbe soddisfatto di questa prima prova elettorale sotto la guida della segretaria.

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De Luca, in questi anni lavoro immane come nessuno in Italia

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“In questi anni abbiamo fatto un lavoro immane. In alcuni settori, siamo partiti da zero. Nel settore dell’ambiente, ci siamo liberati dell’onta dell’emergenza rifiuti. Abbiamo bonificato le discariche. Stiamo smaltendo le ecoballe che erano lì da decenni grazie ai nuovi impianti di Giugliano e Caivano. Entro l’anno sarà eliminata la sanzione europea che abbiamo dovuto pagare per l’emergenza rifiuti”. Lo scrive sui social il presidente della Giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca, a due giorni dai duri attacchi rivolti al Pd nell’ultima giornata della Festa dell’Unità di Napoli.

“E poi la cultura. Le politiche sociali. Abbiamo aiutato la povera gente. Finanziamo l’apertura pomeridiana e serale di oltre 450 istituti scolastici. Col piano per il lavoro abbiamo dato un posto a tempo indeterminato a 3mila giovani. Si può fare sempre meglio, sempre di più, ma bisogna essere veramente dei farabutti per non avere rispetto per questo lavoro che non ha fatto nessuno in Italia”, conclude De Luca.

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Ustica: Amato ascoltato in audizione dal Copasir

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L’ex premier Giuliano è stato ascoltato oggi dal Copasir. L’audizione è durata due ore. Al centro della convocazione il caso Ustica, dopo l’intervista di un mese fa in cui Amato aveva accreditato la pista francese per l’abbattimento del Dc9.

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Meloni “basita” da Catania, scontro con la magistratura

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E’ di nuovo scontro aperto fra Palazzo Chigi e i magistrati. Questa volta Giorgia Meloni affida ai social, anziché alle “fonti” anonime che tante critiche hanno sollevato a inizio estate, la sua irritazione davanti alla sentenza di Catania con cui la giudice Iolanda Apostolico non ha convalidato il trattenimento di tre tunisini ritenendo le nuove regole, appena varate dal governo, in contrasto con la normativa europea. Ma di fronte alle parole della premier, “basita” per la sentenza dalle motivazioni “incredibili”, prima l’Anm e poi 10 togati del Csm si schierano a difesa della collega, finita nel mirino anche di tutto il centrodestra che vuole portare il caso in Parlamento.

Mentre le opposizioni condannano l’ennesimo “scontro istituzionale”, oramai, secondo i Dem, “anticamera dell’eversione”. Accanto alla giudice si schiera fin da subito l’Associazione nazionale magistrati di Catania (cui si affianca anche l’Anm di Milano), che definisce Apostolico “persona perbene” e osserva che “il rapporto tra potere esecutivo e giudiziario andrebbe improntato a ben altre modalità”. Mentre la stessa giudice si chiama fuori dalle “polemiche” perché la questione è giuridica, e “impugnabile” e non deve essere trasformata in una “questione personale”. Si tratta di una “grave delegittimazione professionale” fanno intanto quadrato i consiglieri del Csm che hanno avviato una raccolta di firme a tutela della giudice di Catania, che secondo la premier si è “scagliata” contro un provvedimento del governo “democraticamente eletto”. Non si ferma lì, Meloni, che torna a puntare il dito contro quel “pezzo di Italia”, non meglio identificato, che “fa tutto il possibile per favorire l’immigrazione illegale. E non parlo solo della sinistra ideologizzata e del circuito che ha i propri ricchi interessi nell’accoglienza”.

Senza contare gli “altri Stati” che “lavorano nella direzione diametralmente opposta” a quella del governo italiano, impegnato a fronteggiare gli sbarchi illegali. La premier, che finora non si era espressa sulla vicenda, scrive su tutti i suoi social di primo mattino. Mentre a Pozzallo il Cpr si sta svuotando proprio in conseguenza di quella sentenza. E ad alimentare la reazione muscolare di governo e maggioranza – mentre al ministero dell’Interno stanno studiando gli estremi per il ricorso in Cassazione – contribuisce anche la ricostruzione del Giornale di alcuni post contro Matteo Salvinicondivisi sulla bacheca Fb della giudice che avrebbe poi cancellato il suo profilo. Una chiusura “a orologeria”, attacca la responsabile migranti di Fdi Sara Kelany, preannunciando una iniziativa (ancora si sta valutando tra gli strumenti a disposizione dei parlamentari se procedere con una interrogazione, una interpellanza urgente o altro) per capire “se siano stati travalicati i limiti” fissati dalla Costituzione che “impone che ogni processo si svolga di fronte ad un giudice terzo ed imparziale”.

La Lega annuncia intanto una “interrogazione al ministro della Giustizia” Carlo Nordio, “alla luce di quanto letto sui giornali”. “Meloni la smetta di alimentare lo scontro istituzionale che danneggia il Paese”, risponde a caldo Elly Schlein, additando il governo di cercare “un nemico al giorno per nascondere le proprie responsabilità”. E le sue parole, le fa eco il capogruppo al Senato Francesco Boccia, “fanno il paio con quelle di Salvini di ieri che dice interverremo sulla magistratura. Questo è l’anticamera dell’eversione”. E’ “così, scagliandosi contro migranti e giudici, che Polonia e Ungheria si sono poste fuori dallo Stato di diritto”, incalzano anche da +Europa, mentre Giuseppe Conte sottolinea i “bluff” della premier che di fatto ha “fallito” sulle politiche migratorie.

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