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Politica

Conte mette il Mes in quarantena, alta tensione nel M5S

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Il voto sull’ordine del giorno presentato da Giorgia Meloni alla Camera contro il Mes mette in chiaro un punto: il rischio che il M5S si spacchi esiste e, difficilmente, potrà rientrare nei prossimi giorni. A Palazzo Chigi il dato è noto e, non a caso, dalla fine del Consiglio Ue il piano di Giuseppe Conte prevede una “quarantena forzata” del Mes. Meglio puntare, come è scritto nero su bianco anche nel Documento di Economia e Finanze approvato dal Cdm, su “strumenti europei innovativi”. Ovvero su quel Recovery Fund sul quale l’Italia intraprenderà una corsa contro il tempo. “Ci opporremo in ogni sede all’attivazione del Mes”, spiega in mattinata il capo politico Vito Crimi. La sua, tuttavia, non è una chiusura totale. “Un Mes senza condizionalità vere non si potrebbe non valutare”, osserva infatti il senatore pentastellato consapevole del fatto che, sulle eventuali clausole contenute nella linea di credito Pandemic Crisis Support da attivare tramite il Mes un vero e proprio chiarimento non c’è stato. Clausole sulle quali, del resto, anche il presidente del Consiglio vorra’ vederci chiaro. Ma e’ il voto sull’Odg presentato in mattinata da Fdi alla Camera a dare il senso del caos che potrebbe scatenare una votazione sull’attivazione del Mes. Dal momento in cui, nella tarda serata di ieri, Meloni lo annuncia, nel M5S si scatenano chat e telefonate. E sull’Odg, anche il centrodestra si divide. FI, infatti, non partecipa al voto, seguendo la linea europeista di Silvio Berlusconi.

Il deputato dialogante. Emilio Carelli

“Votiamo compatti, non cadiamo nella trappola”, avverte in mattinata il deputato M5S Emilio Carelli. Eppure, votano l’odg di Fdi in 7. Dissidenti da tempo, come Dalila Nesci (già sotto la lente dei Probiviri) o duri e puri anti-Mes, come Raphael Raduzzi o Alvise Maniero. Anche Pino Cabras, Andrea Vallascas, Antonio Lombardo e Giovanni Vianello votano in dissenso. Alcuni di loro, come Cabras e Vallascas, avevano firmato la “petizione” di Alessandro Di Battista contro le scelte fatte sulle nomine. L’impressione e’ che si tratti di una corrente embrionale, che punti a definirsi come “custode” dei valori del Movimento rispetto ad un eccessivo appiattimento filo-governativo. Perche’ questa corrente si misuri negli Stati Generali – da tempo richiesti dalla stessa fronda – si dovra’ pero’ attendere un bel po’. Poco prima dell’arrivo in Aula dell’Odg sul Mes, dal blog delle Stelle sancisce il “rinvio”, entro comunque la fine dell’anno, dell’elezione del nuovo capo politico causa coronavirus. Stati Generali “congelati”, insomma. e pieni poteri al reggente Vito Crimi. Anche perche’, candidature forti al momento non se ne vedono. Sulla decisione e’ pesata la volonta’ di Beppe Grillo, garante dello Statuto e fautore della linea “contiana” del Movimento. Mentre, secondo quanto spiegano alcuni fonti del Movimento, Davide Casaleggio in un primo tempo sarebbe stato piu’ propenso ad affidare la scelta alla votazione online. Al congelamento dei giochi interni segue, nel pomeriggio, la fortissima irritazione fatta filtrare dai vertici per il caos sul Mes. “Chi decide di agire da solo pensando solo a se’, a “cosa diranno gli altri di me”, rema contro la squadra. Azioni del genere non saranno piu’ tollerate”, e’ l’avvertimento dei vertici ai dissidenti. Bastera’? Le parole della Meloni – “il M5S esegue gli ordini del Pd” – potrebbero fare comunque effetto, soprattutto al Senato dove i numeri della maggioranza sono risicatissimi. Per questo Conte preferisce evitare strappi: sul Mes, spiegano nel governo, decide il Parlamento. La trattativa sul Recovery Fund e’ e resta il piano A. E l’ “antipasto” del voto sul Mes andato in scena alla Camera consiglia al governo massima prudenza.

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Politica

Il ministro Urso denuncia di nuovo Report e chiede anche l’intervento del Copasir

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“Il ministro Adolfo Urso ha dato mandato ai suoi legali di denunciare in ogni sede il conduttore di Report Sigfrido Ranucci e gli autori del servizio in onda domenica 10 su Rai3”, nonostante il ministro avesse già eccepito “l’assoluta falsità” delle notizie riportate sulla asserita adesione a logge massoniche e l’intento “gravemente diffamatorio”. Lo comunica una nota del Mimit che aggiunge che sia “compito del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica occuparsi di materia che riguarda senza alcun dubbio la sicurezza dello Stato e la tenuta della nostra democrazia”, anche per l’uso strumentale del servizio pubblico.

Secondo il ministero delle Imprese e del made in Italy, report “prosegue in una campagna persecutoria, attivata subito dopo l’insediamento del governo, tesa evidentemente a inibire l’attività del Ministro, facendo palesare chissà quali reconditi interessi e condizionamenti occulti che non hanno alcun fondamento nella realtà”. Sarebbe piuttosto il servizio pubblico oggetto di “manovre occulte”. “Già in precedenti servizi – sottolinea la nota – erano emerse, infatti, interviste manipolate e false, ricostruzioni arbitrarie e notizie del tutto infondate che i fatti hanno poi ampiamente smentito. Servizi che hanno costretto il Ministro Urso ad adire già le vie legali, così come altre persone chiamate in causa anch’esse quali parti lese”.

Il ministro ha inoltre dato mandato di denunciare i signori Kitty Montemaggi e Gioele Magaldi per quanto affermato nel corso delle interviste riportate da Report e Luigi Bisignani per quanto scritto nel quotidiano Il Tempo nell’articolo uscito in contemporanea con il servizio di Report, domenica 10 dicembre, evidentemente frutto della medesima strategia.

“È gravissimo – secondo il ministero – che una trasmissione del servizio pubblico avvalori le farneticazioni di personaggi che nel tempo hanno accusato di appartenenza a logge segrete presidenti della Repubblica, presidenti del Consiglio, governatori di Bce e Banca d’Italia e persino sommi Pontefici”.

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Sgarbi denuncia: nuovo attacco sul Fatto Quotidiano, è fuorilegge

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“Sarà il ventunesimo articolo del Fatto Quotidiano contro di me. Usano documenti che sono secretati, perché fino alla fine delle indagini preliminari non li puoi pubblicare. Tutto quello che raccontano è rubato e quindi l’unica cosa che posso dire è che faremo una causa civile come ha fatto Renzi perché non si può immaginare un killeraggio e uno stolkeraggio così insistente, per di più su materiali che non sono usabili perché derivano da delle fuoriuscite di informazioni che vengono da carabinieri, procure, non so chi. Tutto quello che si legge è fuorilegge”.

Lo ha detto il sottosegretario Vittorio Sgarbi a margine della lectio magistralis su ‘Michelangelo. Rumore e paura’ (La Nave di Teseo) che ha tenuto stamattina alla fiera della piccola e media editoria ‘Più Libri più Liberi’ dove ha parlato del suo libro che chiude la trilogia del Rinascimento. Il riferimento è all’articolo pubblicato oggi dal quotidiano secondo cui Sgarbi rischierebbe di finire a giudizio per esportazione illecita di opere d’arte grazie a nuovi elementi scoperti dal Fatto e acquisiti dalla Procura di Imperia. In particolare, il sottosegretario sarebbe chiamato a rispondere della tentata vendita del dipinto ‘Concerto con bevitore’ di Valentine de Boulogne. Valore presunto, 5 milioni.

“Sto aspettando la decisione dell’Antitrust (che ha avviato un’istruttoria a suo carico per possibili condotte illecite in violazione di quanto previsto dalla legge in materia di attività incompatibili con la titolarità di una carica di governo, ndr) che sarà a febbraio e quella secondo me è difficile che sia contraria a me perché è tutto trasparente. Sono i diritti d’autore, come questa presentazione di oggi. Teoricamente non avrei dovuto farla. Questa cosa che è il racconto dell’arte che è perfettamente compatibile con l’esercizio delle funzioni ministeriali sarebbe incompatibile. Se uno parte dall’idea che io non posso fare questa conferenza, allora dovrei avere torto per l’Antitrust, ma non credo che lo avrò. Il ministro Sangiuliano non lo vedo perché lui si occupa di fare il ministro, io invece mi occupo di raccontare l’arte” ha spiegato Sgarbi. “‘Michelangelo. Rumore e paura’ non è una monografia e non è una biografia. Ho sentito la necessità di raccontare quello che gli artisti di questa trilogia Leonardo, Raffaello e Michelangelo dicono a me, non io a loro” ha sottolineato.

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Mattarella: combattere corruzione è dovere Istituzioni

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“La corruzione altera la vita delle persone e attacca i diritti di ciascuno, corrode le fondamenta della società, mina lo Stato di diritto, altera i mercati”. Nella giornata internazionale contro la corruzione è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a ricordare come la lotta a quella che il Capo dello Stato bolla come una “piaga” sia “un dovere delle Istituzioni e, al tempo stesso, un impegno etico e civile delle forze sociali, delle comunità, dei cittadini”.

Mattarella sottolinea come la ricorrenza cada nel “ventesimo anniversario della Convenzione ONU contro la corruzione, che ha dato carattere universale a questa battaglia di civiltà e progresso, fornendo strumenti giuridici nuovi ai Paesi, rafforzando la collaborazione tra magistrature e forze di polizia, sostenendo misure comuni di prevenzione”.

“È un’occasione importante – ribadisce il presidente della Repubblica – per rilanciare il valore del contrasto al crimine e dell’affermazione della legalità”. Parole a cui fa eco il presidente della Camera Lorenzo Fontana “desidero richiamare l’importanza di promuovere in ogni sede i valori e la cultura della legalità”. Per il presidente di Montecitorio “La corruzione rappresenta una minaccia per la democrazia, logora la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, la coesione sociale e lo sviluppo economico. Contrastare questo fenomeno è una priorità assoluta”.

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