Collegati con noi

In Evidenza

Conte frena pessimismo, sprint referendum per blindarsi

Pubblicato

del

“I risultati saranno positivi” e daranno “maggiore energia ed entusiasmo all’azione del governo” ma se si perdesse in Emilia Romagna e Calabria sarebbe “sbagliato deprimersi”. Giuseppe Conte prova a “respingere” il “pessimismo” che da qualche giorno sembra essersi impossessato delle truppe di maggioranza, fino a contagiare il governo. Da Assisi, dove rimarca la vena ambientalista e progressista del suo esecutivo a un evento sul clima, il premier – che in queste ore descrivono teso – si mostra rassicurante. “Il voto – ribadisce, a scacciare la paura – non riguarda la sopravvivenza del governo, ne’ la mia”. Ma la prossima settimana, tra la chiusura del dossier Ilva, il voto in Aula sulla prescrizione e in commissione sulle concessioni autostradali, gia’ si annuncia da incubo per la maggioranza. E l’idea del governo di fissare al piu’ presto – magari domenica 5 aprile – il referendum per il taglio dei parlamentari serve anche per evitare che qualcuno si faccia venire strane idee e provi ad aprire la via del voto. Luigi Di Maio ha giocato d’anticipo lasciando la guida del Movimento. Nicola Zingaretti lo ha fatto annunciando il congresso. Ma sia nel M5s che nel Pd una sconfitta porterebbe contraccolpi. Nel Movimento si temono nuove uscite, magari verso la Lega (anche se sarebbe pronto il puntello al governo dei responsabili di Fi). Nel Pd riecheggiano le parole di Graziano Delrio secondo cui una sconfitta avrebbe conseguenze: qualcuno potrebbe chiedere al segretario di anticipare i tempi e dimettersi lasciando che sia un reggente (magari il vice Andrea Orlando) a condurre al congresso. La speranza e’ non doverne parlare lunedi’: ora e’ il momento di scacciare il pessimismo. Ma Conte con i ministri giovedi’ notte mette a punto l’idea di proporre gia’ in Cdm la prossima settimana come data per il referendum la prima utile, il 29 marzo o piu’ probabilmente il 5 o il 19 aprile (il 12 no, e’ Pasqua). Se anche si aprisse una crisi di governo sarebbe impossibile – ragionano in maggioranza – che il presidente della Repubblica convochi le elezioni a referendum cosi’ vicino. E dopo ci saranno da disegnare i nuovi collegi per 600 e non piu’ 945 parlamentari, una operazione per la quale possono volerci fino a due mesi. Da li’ ad arrivare a settembre sarebbe un attimo e a quel punto, in piena sessione di bilancio, si scavallerebbe facilmente l’anno. Pura teoria, che affonda radici nella voglia assai scarsa dei parlamentari di tornare al voto e dei ministri di lasciare il governo. Potrebbe pero’ non bastare, se il centrosinistra per la prima volta perdesse l’Emilia Romagna, perche’ la destra fin d’ora si appella a Mattarella e invita Conte a ripassare il precedente D’Alema del 2001 e dimettersi. Ma il centrosinistra vincera’, dicono gli ottimisti della maggioranza, perche’ proprio dai moderati di centrodestra vicini a Fi, oltre che dal M5s, verra’ una parte del voto disgiunto “responsabile” e “governista” pro-Bonaccini. L’unico modo per contrastare la sconfitta, comunque, per il governo sarebbe dare subito il segnale che si lavora (magari approvando subito il decreto su Taranto e la riforma del processo penale) per smontare le richieste di voti di chi da destra denuncia lo scollamento dall’elettorato. Nicola Zingaretti invoca fin d’ora un cambio di passo e annuncia che il Pd sara’ “esigente”. Matteo Renzi, che martedi’ potrebbe far votare i suoi sulla prescrizione con Fi, ha gia’ messo nel mirino Conte, chiedendogli un rilancio. La verifica di governo dovrebbe segnare, il premier lo ha anticipato, questo passaggio. Ma il timore dei Cinque stelle e’ che il Pd possa esigere di piu’ e che Renzi punti a una staffetta a Palazzo Chigi, magari con un premier Pd come Dario Franceschini. Difficile che il M5s lo accetti ma nelle conversazioni da transatlantico qualche pentastellato non esclude una frana che “costringa” a ragionare su un nome terzo, magari per un governo di coesione nazionale.

Advertisement

Esteri

Veto russo a bozza Usa contro armi nucleari nello spazio

Pubblicato

del

La Russia ha bloccato con il veto la risoluzione elaborata da Usa e Giappone sulla prevenzione delle armi nucleari nello spazio. La bozza intendeva “rafforzare e sostenere il regime globale di non proliferazione, anche nello spazio extra-atmosferico, e riaffermare l’obiettivo condiviso del suo mantenimento per scopi pacifici”. Il testo ha ottenuto 13 voti a favore, il veto della Russia e l’astensione della Cina.

Oltre a ribadire gli obblighi ai 115 Stati parte del Trattato sullo spazio extra-atmosferico – compresi tutti i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza – “di non posizionare in orbita attorno alla Terra alcun oggetto che trasporti armi nucleari o altre armi di distruzione di massa”. Mosca e Pechino volevano un emendamento che riecheggiava una proposta del 2008 delle due potenze, e aggiungeva un paragrafo che vietava “qualsiasi arma nello spazio”, ma e’ stato bocciato avendo ottenuto solo 7 voti a favore.

Continua a leggere

Esteri

Blinken: Usa-Cina gestiscano relazioni responsabilmente

Pubblicato

del

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha invitato gli Stati Uniti e la Cina a gestire le loro differenze “responsabilmente”, iniziando oggi la sua visita nel Paese asiatico. “Abbiamo l’obbligo nei confronti del nostro popolo, e anzi nei confronti del mondo, di gestire le relazioni tra i nostri due paesi in modo responsabile”, ha detto Blinken a Shanghai incontrando il leader del Partito comunista locale.

Il segretario di Stato americano ha affermato che il presidente Joe Biden è impegnato nel dialogo “diretto e duraturo” tra le due maggiori economie del mondo, dopo anni di crescente tensione. “Penso che sia importante sottolineare il valore e anzi la necessità dell’impegno diretto, del parlarsi l’un l’altro; mettere in evidenza le nostre differenze, che sono reali, cercando di superarle”, ha detto Blinken. Il segretario del Partito comunista cinese per Shanghai, Chen Jining, ha dato il benvenuto a Blinken e ha parlato dell’importanza delle imprese americane per la città. “Sia che scegliamo la cooperazione o il confronto, influisce sul benessere di entrambi i popoli, di entrambi i paesi e sul futuro dell’umanità”, ha detto Chen.

Continua a leggere

Cronache

Processo Cospito, sentenza definitiva: 23 anni di carcere

Pubblicato

del

La Corte di Cassazione ha emesso una decisione definitiva riguardo ai ricorsi presentati dalle difese di Alfredo Cospito e Anna Beniamino, confermando le pesanti condanne per i loro presunti ruoli nell’attentato alla ex caserma allievi carabinieri di Fossano nel 2006. I due sono stati giudicati colpevoli di “devastazione, saccheggio e strage”, oltre ad altri reati connessi all’attività di un’associazione sovversiva.

Alfredo Cospito dovrà scontare una pena di 23 anni di reclusione, mentre Anna Beniamino è stata condannata a 17 anni e 9 mesi di reclusione. Con questa decisione della Cassazione, le condanne diventano irrevocabili, mettendo definitivamente fine a un lungo processo legale che ha coinvolto i due anarchici.

 

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto