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Conte chiude l’Italia, dobbiamo restare a casa per fermare il coronavirus e non uccidere migliaia di anziani

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“Questo è il momento di compiere un passo in più, quello più importante. Ora disponiamo anche la chiusura di tutte le attività commerciali, di vendita al dettaglio, ad eccezione di quelle dei beni di prima necessità e delle farmacie. Chiudiamo i negozi” ha annunciato il premier Giuseppe Conte in diretta sulla sua pagina Facebook.  Le sue sono decisioni da paese in guerra. Questo è il livello di pericolosità del coronavirus e il Paese deve rispondere a questa aggressione come se fosse in guerra. La propagazione dei contagio rischia di annientare il Paese. Chiudere in casa gli italiani, sigillarli nelle loro abitazioni, significa togliere al Covid-19 i vettori con cui gira e infetta il Paese.

Coronavirus, il premier Conte in diretta detta nuove limitazioni per fermare il contagio

“Chiudiamo negozi, bar, pub, ristoranti. Resta consentita la consegna a domicilio” dice il premier Giuseppe Conte.  “Restano garantiti i trasporti” spiega Conte.  “Per avere un riscontro effettivo” di queste misure “dovremo attendere un paio di settimane”  annuncia il premier. Le fabbriche resteranno aperte ma “con misure di sicurezza.

In questo contesto di guerra, queste misure di guerra, Conte nomina Domenico Arcuri  “nuovo commissario delegato, con ampi poteri di deroga”. “Avrà ampi poteri di deroga e lavorerà per rafforzare la distribuzione” di strumenti sanitari. “Potrà impiantare nuovi stabilimenti.

Chiudono dunque in tutta Italia “parrucchieri, centri estetici e servizi di mensa” spiega Conte che precisa: “non è necessario fare nessuna corsa per acquistare il cibo: i negozi di alimentari restano aperti”.

La prima a reagire con un apprezzamento alle nuove misure di Conte è Giorgia Meloni. “Dal Governo arriva una decisione rigida ma necessaria, che purtroppo Fratelli d’Italia aveva già previsto come ineluttabile per contenere l’epidemia. L’Italia sta combattendo contro un nemico subdolo che minaccia la vita dei più fragili e il futuro economico di tutti. È il momento del coraggio e dell’orgoglio nazionale. Siamo un grande popolo e supereremo anche questo momento drammatico della storia della nostra Patria” ha dichiarato il presidente di Fratelli d’Italia.

“Noi ce la faremo. L’Italia ce la farà”. È il messaggio su Facebook del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, dopo le parole di Conte. Un messaggio postato assieme alla foto della bandiera italiana.

Plauso per le nuove misure anche dal presidente del Veneto, Luca Zaia. “Chiederò ai veneti che applichino con il massimo rigore queste nuove restrizioni. Sono cosciente che è un ulteriore sacrificio che chiediamo alla nostra comunità, ma non ci sono alternative” ha affermato Zaia.

“Da italiano, da leader dell’opposizione, da padre, sono soddisfatto perche’ (finalmente) il governo ha ascoltato il grido di aiuto di medici, infermieri, lavoratori, imprenditori, sindaci e governatori, in prima linea da settimane. Per l’Italia e gli Italiani noi ci siamo. Sempre” ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini.

Non mollare mai, dimostrare di essere un popolo. Luigi de Magistris, sindaco di Napoli parla di “forza di un popolo” che “si vede nei momenti drammatici. Siamo in guerra contro un virus che non si vede ma si sente. Restiamo uniti e vinceremo, ritornando ad assaporare la gioia e il dono della vita.Sono accanto ai malati e ai medici ed infermieri,i nostri eroi.Mai mollare!” scrive de Magistris su Twitter.
 “Il Governo ha varato nuove misure per il #CoronaVirus. Bene, rispettiamole tutti. E lavoriamo perché non ci siano ancora modifiche nei prossimi giorni: servono certezze adesso. Ora la priorità è dare liquidità a famiglie e imprese. Tutti insieme ce la faremo. Viva l’Italia”. Così il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, commentando le misure illustrate stasera dal premier Conte per arginare l’epidemia di coronavirus.
I Verdi sostengono le misure annunciate stasera dal Presidente del Consiglio Conte, abbiamo bisogno di misure forti per garantire la sicurezza sanitaria del nostro Paese ed evitare il diffondersi dell’epidemia da Coronavirus che avrebbe conseguenze ancor piu’ disastrose sulla nostra economia. Al commissario Domenico Arcuri gli auguri buon lavoro e la richiesta di attivarsi immediatamente per permettere la produzione di tutti quegli articoli (come le mascherine e i gel disinfettanti) attualmente introvabili. Attendiamo nelle prossime ore il dettaglio delle misure economiche a sostegno di famiglie imprese. Amiamo l’Italia.” Lo dichiara il coordinatore nazionale dell’esecutivo dei Verdi Angelo Bonelli .

http://www.governo.it/sites/new.governo.it/files/DPCM_20200311.pdf

 

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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In Spagna torna mascherina contro boom virus respiratori e Covid

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Un appello al “buon senso” e la raccomandazione “ad avere sempre a portata di mano la mascherina” da indossare negli ambienti affollati o sui trasporti pubblici è stato lanciato oggi dalla ministra spagnola di Sanità, Monica Garcia, a causa del “notevole aumento” di virus respiratori registrati negli ultimi giorni, che hanno già portato in emergenza numerosi centri di salute e servizi di pronto soccorso ospedalieri. In una dichiarazione alla tv nazionale Rtve, Garcia ha fatto riferimento all’incidenza attuale di virus respiratori “di 1.000 casi per 100.000 abitanti”, secondo il rapporto settimanale dell’Istituto Carlos III di riferimento.

“Il tasso di ricoveri, nonostante il lieve aumento, si mantiene basso, sotto i 30 casi per 100.000 abitanti”, ha aggiunto, ma “è prevedibile che continuerà a intensificarsi nei prossimi giorni”. La ministra ha convocato per lunedì il Consiglio interterritoriale del Sistema sanitario nazionale di salute, per “unificare i criteri per “affrontare i picchi di virus respiratori”, dopo che regioni come la Catalogna e la Comunità Valenziana hanno ripristinato da oggi l’obbligo di mascherina in ospedali, centri sanitari e residenze di anziani.

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