La Consob ha accolto la richiesta di Unicredit e ha sospeso per 30 giorni – il termine massimo previsto dalla normativa – l’offerta pubblica di scambio (Ops) su Banco Bpm, partita lo scorso 28 aprile. Il nuovo termine per la conclusione dell’operazione è fissato al 23 luglio, concedendo così tempo utile al CEO Andrea Orcel per valutare le prossime mosse, compresa l’ipotesi di un rilancio.
L’incertezza sulle prescrizioni del golden power
La sospensione è stata decisa in virtù dell’articolo 102 del Testo unico della finanza, che consente lo stop temporaneo di un’Ops quando emergano fatti nuovi tali da rendere impossibile ai destinatari dell’offerta un giudizio pienamente informato. È quanto accaduto nel caso Unicredit–Banco Bpm, in seguito alla contestazione delle dure prescrizioni del golden power imposte dal governo.
Lo scorso 21 aprile, tre giorni dopo il DPCM che ha imposto vincoli stringenti – tra cui l’uscita di Unicredit dalla Russia entro 9 mesi e il mantenimento per 5 anni degli investimenti di Anima in asset italiani – Unicredit ha presentato alla Presidenza del Consiglio una richiesta di autotutela, domandando la riapertura del procedimento. Secondo l’istituto, i dati forniti non sono stati pienamente valutati, le prescrizioni appaiono ambigue, e il dispositivo emanato incompatibile con i tempi e le logiche proprie dell’offerta.
Orcel: margine per trattare, ma l’operazione resta in bilico
Andrea Orcel punta ora a negoziare con il governo per rendere sostenibili i vincoli imposti, pur dovendo fronteggiare tre condizioni – teoricamente rinunciabili – che l’Ops non ha ancora soddisfatto: le prescrizioni del golden power, la mancata concessione del compromesso danese, e il mancato adeguamento del prezzo dell’OPA su Anima.
Nonostante la complessità della situazione, Orcel non sembra intenzionato ad abbandonare l’operazione su Banco Bpm, considerata strategica per rafforzare la posizione di Unicredit sul mercato italiano.
Nagel (Mediobanca): “Golden power? Nessuna sorpresa sulla nostra operazione”
In parallelo, sul fronte bancario si muove anche Mediobanca, che ha lanciato un’Ops su Banca Generali, mettendo sul piatto l’intera quota detenuta in Assicurazioni Generali. L’AD Alberto Nagel ha sottolineato come l’operazione sia “friendly” e coerente con l’obiettivo di creare un campione nazionale del wealth management, definito come “una proposta importante anche per il sistema Paese”.
Secondo Nagel, l’esecutivo avrebbe accolto positivamente l’iniziativa, e il golden power, pur essendo uno strumento recente e di interpretazione variabile, non dovrebbe ostacolare l’operazione, proprio per la sua valenza strategica.
Nel frattempo, il consiglio di amministrazione delle Generali ha avviato la selezione degli advisor che affiancheranno il gruppo nella valutazione dell’offerta di Mediobanca, in una trattativa complessa che incrocia interessi incrociati – da Caltagirone e Delfin fino al governo – e scenari potenzialmente destabilizzanti per gli assetti della finanza italiana.