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Esteri

Congo, attacco ad un convoglio dell’Onu: uccisi l’ambasciatore italiano Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci

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Nell’attacco a Goma, in Congo, sono morti l’ambasciatore italiano Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci che era nel convoglio con il diplomatico. È accaduto a Goma, nella Repubblica Democratica del Congo. L’attacco si è verificato in strada alla vettura.

La matrice dell’attacco non è ancora chiara. L’ambasciatore ed il militare stavano viaggiando a bordo di una autovettura in un convoglio della MONUSCO , la missione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione nella Repubblica Democratica del Congo, spiega la Farnesina.

L’ambasciatore  Luca Attanasio era persona stimata e amata in Congo. Come lo è sua moglie, Zakia Seddiy, presidente dell’Associazione MamaSofia, nata nel 2017 a Kinshasa. Si tratta di una associazione benefica di volontari italiani ed internazionali che ha come obiettivo migliorare la vita delle donne e dei bambini in difficoltà nella Repubblica Democratica del Congo. Per il momento non si hanno notizia di altri morti e feriti e non si conoscono dettagli sulla presenza di altri diplomatici o della stessa moglie dell’ambasciatore sul luogo dell’attentato.

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Il convoglio transitava nei pressi della città di Kanyamahoro, intorno alle 10:15 di stamattina, quando il commando armato, secondo quanto riferito da un portavoce del Virunga National Park, ha tentato di rapire alcuni membri del gruppo. L’ambasciatore e il militare viaggiavano a bordo di una autovettura di un convoglio della Monusco, la missione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione nella Repubblica Democratica del Congo. Nell’attacco il diplomatico e’ rimasto ferito gravemente e poco dopo e’ deceduto. Con lui sono morti anche un carabiniere e un’altra persona di cui ancora non sono state rese note le generalita’. I rangers del parco sono intervenuti per cercare di proteggere il gruppo ma senza successo. Solo un mese fa, erano rimasti uccisi nella stessa zona sei rangers: in quel caso, responsabile dell’attacco era stato il Mai-Mai, una milizia armata che rivendica la difesa del territorio contro altri gruppi armati. La matrice dell’attacco di oggi non e’ ancora chiara sebbene circoli con forza l’ipotesi di un tentativo di rapimento di personale Onu.

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L’Australia esorta i suoi cittadini a lasciare Israele

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Il governo australiano ha esortato i suoi cittadini in Israele a “andarsene, se è sicuro farlo”. “C’è una forte minaccia di rappresaglie militari e attacchi terroristici contro Israele e gli interessi israeliani in tutta la regione. La situazione della sicurezza potrebbe deteriorarsi rapidamente. Esortiamo gli australiani in Israele o nei Territori palestinesi occupati a partire, se è sicuro farlo”, secondo un post su X che pubblica gli avvisi del dipartimento degli affari esteri e del commercio del governo australiano.

Il dipartimento ha avvertito che “gli attacchi militari potrebbero comportare chiusure dello spazio aereo, cancellazioni e deviazioni di voli e altre interruzioni del viaggio”. In particolare è preoccupato che l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv “possa sospendere le operazioni a causa di accresciute preoccupazioni per la sicurezza in qualsiasi momento e con breve preavviso”.

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Esteri

Ian Bremmer: l’attacco di Israele è una sorta di de-escalation

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C’è chi legge una escalation e chi invece pensa che sia una de escalation questo attacco israeliano contro l’Iran. “È un allentamento dell’escalation. Dovevano fare qualcosa ma l’azione è limitata rispetto all’attacco su Damasco che ha fatto precipitare la crisi”. Lo scrive su X Ian Bremmer, analista fondatore di Eurasia Group, società di consulenza sui rischi geopolitici.

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Usa bloccano bozza su adesione piena Palestina all’Onu

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Gli Usa hanno bloccato con il veto la bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che raccomandava l’adesione piena della Palestina alle Nazioni Unite. Il testo ha ottenuto 12 voti a favore (Algeria, Russia, Cina, Francia, Guyana, Sierra Leone, Mozambico, Slovenia, Malta, Ecuador, Sud Corea, Giappone), 2 astensioni (Gran Bretagna e Svizzera) e il no degli Stati Uniti.

La brevissima bozza presentata dall’Algeria “raccomanda all’Assemblea Generale che lo stato di Palestina sia ammesso come membro dell’Onu”. Per essere ammessa alle Nazioni Unite a pieno titolo la Palestina doveva ottenere una raccomandazione positiva del Consiglio di Sicurezza (con nove sì e nessun veto) quindi essere approvata dall’Assemblea Generale a maggioranza dei due terzi.

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