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Congedi e bonus babysitter, pressing per più fondi

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Piu’ risorse per dare aiuto a una platea piu’ ampia di genitori che dal 15 marzo dovranno riorganizzarsi per gestire i figli a casa da scuola. Mentre scattano in tutta Italia le misure piu’ restrittive per contenere l’epidemia, con 9 studenti su 10 che si ritroveranno in Dad, sale il pressing delle forze politiche per fare uno sforzo in piu’ e dare un sostegno piu’ consistente alle famiglie, quantomeno estendendo ad altre categorie la possibilita’ di richiedere il bonus babysitter, ora riservato ad autonomi. forze di polizia e sanitari. Con il nuovo decreto Covid, rassicura il viceministro all’Economia Laura Castelli, e’ stato fatto un “primo passo”, ma ora arrivera’ il decreto Sostegni, di fatto la prima ‘manovra’ del governo Draghi, con cui si potra’ gia’ tentare di rafforzare gli interventi, se ci saranno i margini. Altrimenti, chiarisce il ministro Mariastella Gelmini, “se serviranno altri soldi useremo il nuovo scostamento”. La coperta per i sostegni, in effetti, potrebbe gia’ essere corta, visto che i 32 miliardi di extradeficit al momento disponibili sono “interamente impegnati”, come ha spiegato lo stesso presidente del Consiglio nei giorni scorsi. Le due voci piu’ pesanti restano, come nei decreti economici che hanno contrassegnato il primo anno di emergenza, le protezioni del lavoro e gli aiuti alle imprese, due voci che da sole assorbono oltre 20 miliardi: per gli indennizzi alle Pmi fino a 10 milioni, senza il paletto dei codici Ateco, serviranno circa 11 miliardi, mentre per il pacchetto lavoro circa una decina, tra rinnovo della Cig Covid fino a giugno per tutti e fino a ottobre per i piu’ piccoli, nuove indennita’ per stagionali, precari dello sport e dello spettacolo, rinnovo del Reddito di emergenza e rifinanziamento del Reddito di cittadinanza. Circa altri 3 miliardi, poi, dovrebbero servire per dare ossigeno ad enti locali e trasporto pubblico locale, con le casse vuote, 2 miliardi – se si trovera’ l’intesa – serviranno a coprire la cancellazione delle vecchie cartelle esattoriali e si sta cercando anche di rafforzare la dote per sanita’ e vaccini, che nelle prime bozze si aggirava attorno ai due miliardi ma potrebbe piu’ che raddoppiare. L’obiettivo del governo e’ quello di chiudere entro la settimana, anche per placare i malumori per i ritardi che iniziano a essere sollevati anche dalla maggioranza. I nodi da sciogliere pero’ restano molti, a partire dal “condono mascherato” contro cui si schiera Leu. A questi si aggiunge la grana degli aiuti alle famiglie, con le lamentele che si moltiplicano anche sui social. Il pacchetto ricalca quello rimesso in campo in autunno, quando le zone rosse erano limitate e gli asili nido rimanevano aperti. Sono soprattutto i genitori dei piu’ piccoli a essere in difficolta’, perche’ l’accudimento e’ pressoche’ incompatibile con lo smart working e il congedo al 50% penalizzante per chi gia’ fatica a stipendio pieno ad arrivare a fine mese. Dalla presidente del Pd Valentina Cuppi a Leu fino a Fratelli d’Italia, i partiti puntano il dito proprio contro la retribuzione ridotta dei congedi speciali, mentre gia’ nel Consiglio dei ministri che ha approvato le norme si era levata la richiesta di ampliare la platea del bonus babysitter. Se non si riuscisse gia’ con il decreto Sostegni possibile che si intervenga in sede di conversione dello stesso o del decreto con le restrizioni di Pasqua, attingendo, viene spiegato, proprio dal nuovo scostamento.

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Arriva la legge italiana sull’Ia, sconti ai ricercatori

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L’Intelligenza artificiale rivoluzionerà la vita di tutti e il governo italiano vara la prima legge che comincia a mettere dei paletti per evitare che lo sviluppo della tecnologia più attesa, e allo stesso tempo più temuta, vada fuori controllo. Dall’ingresso dell’Ia nei settori della giustizia e della sanità, all’accentramento della regia a Palazzo Chigi, il provvedimento declina il regolamento europeo AI Act lasciando l’uomo al centro di ogni processo decisionale. E per attrarre gli esperti, estende le agevolazioni fiscali per i rimpatriati anche a chi ha lavorato sull’Ia all’estero. Inoltre, introduce un nuovo reato: reclusione da 1 a 5 anni per chi crea danno con Ia.

Il sottosegretario per l’Innovazione tecnologica, Alessio Butti, ha spiegato che il ddl definisce chi elabora la strategia (Palazzo Chigi), chi monitora e vigila (l’Agenzia per l’Italia digitale e l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale che diventano Autorità nazionali per l’intelligenza artificiale) e chi notifica e sanziona. “Crediamo che sia un prodotto di buona qualità”, ha detto Butti, “realizzato con la collaborazione di tutti” gli interessati, ministeri compresi. Tanto che, in conferenza stampa, è il ministro della Giustizia Carlo Nordio a spiegare la stretta sul codice penale che si aggiorna alla nuova tecnologia: “L’aspetto penale può essere devastante perché può creare una realtà che non è più virtuale ma reale” e allora “per questo interviene la norma penale”. E l’uso dell’Ia per alcuni reati diventa un aggravante.

Come annunciato dalla premier Giorgia Meloni già il mese scorso, l’Italia punta allo sviluppo dell’Ia con un miliardo di euro grazie all’impegno di Cdp, e in particolare di Cdp Venture Capital. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha spiegato che “si affronta anche il tema dell’impatto dell’Ia nel mondo delle imprese soprattutto tenendo conto che abbiamo oltre 4 milioni di Pmi che devono essere messe nelle condizioni di usare appieno queste tecnologie”. Il provvedimento, ha detto Urso, “indirizza un miliardo di euro del fondo innovazione al venture capital gestito da Cdp da un lato per facilitare la nascita di start up e di far crescere start up esistenti che operano nell’Ia, e dall’altro per consentire la nascita di un campione nazionale cone fanno altri paesi Ue”. Il ddl, suddiviso in 25 articoli, affida la regia sul tema a Palazzo Chigi.

Oltre a una serie di norme a tutela del diritto d’autore, altre sono pensate per guidare la diffusione dell’Ia nel mondo del lavoro, ricordando che “è al servizio della persona ed è impiegata per migliorare le condizioni di lavoro”, anche se ha come obiettivo “accrescere la qualità delle prestazioni lavorative e la produttività delle persone”. Viene poi disciplinata la sua introduzione nei diversi settori, ad esempio per semplificare e organizzare il lavoro giudiziario, precisando che il magistrato ha sempre la decisione finale “sull’interpretazione della legge, sulla valutazione dei fatti e delle prove e sulla adozione di ogni provvedimento”. Stesso ragionamento per sanità e pubblica amministrazione: l’Ia farà da “supporto” nei processi di prevenzione, diagnosi, cura e scelta terapeutica, lasciando al professionista sanitario ogni decisione, così come nella Pa.

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Riforma Giustizia a metà maggio, le ipotesi dal vertice

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Concorsi in magistratura separati, due Csm con aumento del numero dei membri laici e il sorteggio dei togati, oltre a una modifica per la discrezionalità dell’azione penale. Sono in via di definizione le varie ipotesi sul tavolo della nuova riforma costituzionale della Giustizia, ovvero quella che prevede la separazione delle carriere dei magistrati. Dopo il vertice tecnico delle ultime ore in via Arenula, viene confermata l’intenzione (e la possibilità) del governo di presentare il provvedimento entro la prima metà di maggio, così come annunciato dal ministro Nordio. Nulla è ancora chiuso e il confronto sulle varie proposte resta aperto: non ci sarebbe quindi nulla di progettuale e sarebbero ancora in corso valutazioni.

Ma alcuni capisaldi già ci sono. Del resto meno di un mese fa il Guardasigilli aveva già sottolineato che la separazione delle carriere – la quale prevede distinti percorsi tra i magistrati giudicanti e quelli requirenti – sarà “consustanziale alla riforma del Consiglio della magistratura, quindi due Csm separati”. Ed essendo costituzionale, il provvedimento avrà un iter più lungo. Tra le ipotesi, ci sono la previsione di concorsi di accesso separati per i magistrati e dei due distinti Consigli superiori della magistratura (quella giudicante e quella requirente). Sempre secondo le valutazioni in campo, vi è l’aumento del numero dei membri laici dei Consigli, almeno un quarto nominati dal Parlamento, oltre al sorteggio dei togati.

E solo qualche giorno fa Nordio aveva auspicato che, “se domani dovessimo arrivare a una riforma costituzionale, fosse inserito il ruolo fondamentale che hanno gli avvocati”. Ancora aperto il dibattito sulla presidenza dei due Csm: anche se resta prevalente l’ipotesi che resti il presidente della Repubblica a presiederli, non si può ancora escludere l’eventualità che la scelta ricada sul primo presidente della Corte di Cassazione e sul procuratore generale presso la Corte, entrambi rispettivamente per i due distinti Consigli. Una ulteriore riflessione potrebbe essere dedicata all’esercizio dell’azione penale e alla sua discrezionalità. Il proposito potrebbe essere quello di riformare l’articolo 112 della Costituzione, in cui è attualmente prevista l’ ‘obbligatorietà’ dell’azione penale, introducendone invece la ‘discrezionalità’, la quale in questo senso attuerebbe pienamente il sistema accusatorio. E le priorità di questo esercizio potrebbero ad esempio essere stabilite per legge.

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In Basilicata Bardi vince col 56,6%, Fdi primo partito col 17,3% mentre al Pd va il 13,8%

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Il candidato del centrodestra Vito Bardi è stato confermato governatore della Basilicata con il 56,63% dei voti, secondo i risultati definitivi dello scrutinio delle elezioni regionali. Piero Marrese del centrosinistra ha ottenuto il 42,16% dei consensi. Al terzo candidato Eustachio Follia è andato l’1,21%.  Fratelli d’Italia risulta il partito più votato, con il 17,39%.  Segue il Partito democratico col 13,87%.  Nella coalizione di centrodestra Forza Italia ottiene il 13,01% dei voti, mentre la Lega si ferma al 7,81% dei consensi seguita da Azione con il 7,51%. Nel centrosinistra il Movimento 5 stelle ottiene il 7,66%, dietro a Basilicata casa comune (11,18%).

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