Missione compiuta. La Fiorentina esce indenne dalla bolgia dello stadio De Grolsch Veste e si qualifica per la fase a gironi della Conference League, traguardo che Vincenzo Italiano, al debutto assoluto sulla scena internazionale, voleva a tutti i costi. Contro il Twente, battuto all’andata per 2-1, e’ finita 0-0 al termine di una battaglia anche di nervi, con gli ultimi minuti del lungo recupero finale giocati dai viola in 10 per l’espulsione di Igor, ammonito una seconda volta per perdita di tempo. Tensione anche sugli spalti, con lo speaker intervenuto per invitare a non lanciare in campo petardi, bottigliette, bicchieri di plastica. Miracolosa la parata di Terracciano, il migliore in assoluto, sull’ultimo assalto degli olandesi al 97′, ma la Fiorentina ha avuto piu’ di un’occasione per passare, colpendo anche un palo nella ripresa con Mandragora. Subito un problema per Italiano che ha dovuto rinunciare a Nico Gonzalez, annunciato fra i titolari, per il riacutizzarsi di un dolore all’anca: al suo posto Ikone’ nel tridente con Cabral e Sottil. Confermato il rientro di Igor in difesa, a centrocampo Maleh preferito a Duncan. Sette cambi rispetto al derby contro l’Empoli. Nel Twente Hilgers ha avvicendato l’infortunato Pleguezuelo e Cerny, a segno all’andata da subentrante, e’ partito stavolta dal 1′. Come previsto gli olandesi sono partiti subito forte, mettendo in difficolta’ i viola, complice anche qualche imprecisione di troppo, andando vicinissimi al gol con Vlap: provvidenziale il salvataggio sulla linea di Cabral improvvisatosi difensore. La Fiorentina ha stretto i denti, s’e’ compattata e ha ribattuto con qualche interessante ripartenza innescata da Ikone’. Al 32′ l’arbitro ha chiamato i due capitani e lo speaker ha lanciato appelli dopo lo scoppio di un petardo e il lancio in campo da parte dei sostenitori olandesi di bicchieri, boccali di birra, bottiglie di plastica (‘pioggia’ che e’ continuata per tutta la partita, anche sopra la panchina viola: momenti convulsi nel finale, nervoso l’allenatore del Twente).
Prima dell’intervallo due occasioni viola, sempre con Sottil (tiro parato, poi punizione respinta da Unnerstall) e una per il Twente con Zerrouki sul quale Terracciano si e’ fatto trovare pronto. Anche nella ripresa la squadra di casa ha cominciato a spingere, concedendo pero’ qualche spazio alla Fiorentina che ancora con Sottil ha impegnato il portiere avversario. Italiano si era raccomandato alla vigilia di restare sempre attenti e concentrati, consapevole dei rischi di questa sfida. E, proprio per una leggerezza di Venuti, il Twente per poco non ne approfittava: Igor provvidenziale su Cerny. Al 10′ l’episodio che ha scatenato le proteste di tutta la Fiorentina: per anticipare Ikone’ Unnerstall e’ uscito fuori area, sfiorando il pallone con l’avambraccio, l’arbitro ha lasciato correre (il Var non c’e’). Jans con i primi cambi ha cercato di dare una scossa ai suoi e il neoentrato Tzolis ha subito impegnato Terracciano, ma la chance migliore l’ha avuta la Fiorentina con Gonzalez (in campo per Sottil) che ha innescato Ikone’: il francese a tu per tu col portiere si e’ fatto respingere l’affondo. Poi, il palo di Mandragora e un altro contropiede sprecato dai viola, questa volta con Jovic, entrato poco prima. Finale convulso, nervi tesi in campo e fuori (per non parlare degli scontri fra i tifosi ieri notte), poi la superparata di Terracciano su Brenet, che ha evitato i supplementari e scatenato la gioia di Vincenzo Italiano e della propria squadra.
Una Napoli già tutta azzurra, aspettando la festa scudetto, che per due giorni declina il colore del cuore a sostegno dell’Italia, che domani sera esordisce al Maradona contro l’Inghilterra nel girone di qualificazione, da campione in carica, degli Europei 2024. Un match atteso per lo spettacolo in campo ma anche super protetto, con la Prefettura che ha chiesto rinforzi: a Napoli sono giunti 760 nuove unità tra polizia, carabinieri e guardia di finanza, che insieme a tutte le forze dell’ordine già presenti blinderanno la città. Napoli ritrova la Nazionale dopo 10 anni in un Maradona che si annuncia sold out, con 2500 inglesi che stanno arrivando a Napoli in queste ore. Le ferite per la guerriglia urbana con gli ultras tedeschi dell’Eintracht sono ancora aperte, e si temono nuovi scontri tra le frange estreme delle due tifoserie. La maggioranza dei tifosi inglesi è pacifica, ma si teme che, sia stasera sia domani dopo il match, ci possano essere contatti a rischio in pub, ristoranti e bar della città. Nel pomeriggio la situazione è stata calma, con i due alberghi sul lungomare già blindati in attesa dell’arrivo delle squadre: recinzioni e furgoncini della polizia davanti all’Hotel Excelsior, che aspetta l’Italia, e all’Hotel Vesuvio, che ospita l’Inghilterra. Intanto vince il sorriso con il sole di Piazza Dante che nel pomeriggio ha illuminato un grande campo di calcetto allestito da Adidas per presentare la nuova maglietta della Nazionale di calcio, portando tanto entusiasmo nel cuore della città con palleggiatori che danno spettacolo dopo aver toccato in mattinata il lungomare di Napoli. La nuova maglia azzurra è sbarcata anche nei vicoli dei Quartieri Spagnoli, dove già da settimane non si contano magliette del Napoli e bandiere dei calciatori partenopei. Di Lorenzo, Bonucci e Donnarumma sono invece andati al Santobono per una visita ai piccoli pazienti dell’ospedale pediatrico di Napoli.
Metà giri e metà punti per il doppio delle emozioni. Così si potrebbe sintetizzare lo spirito con il quale Fia e Dorna hanno introdotto da questo anno la Sprint Race nella classe MotoGP. Una mini gara (al sabato pomeriggio), antipasto di quella domenicale, con punti assegnati ai primi nove. Ma – ecco la grossa differenza rispetto alla F1 – senza influire sulla griglia, che sarà stabilita dalle qualifiche. Il prossimo “sarà il primo GP nel quale correremo la gara sprint, perciò dovremo abituarci ad affrontare il fine settimana con un approccio diverso” ha sottolineato Francesco Bagnaia, che da Portimao inizia la difesa del titolo di campione del mondo. Il nuovo format chiederà uno sforzo supplementare a team e piloti, in un mondiale che è già il più lungo di sempre, con 21 appuntamenti in otto mesi. “La Desmosedici GP 23 per certi aspetti mi piace di più rispetto alla moto dello scorso anno – ha aggiunto Bagnaia – Ci sono tutti i presupposti per poter iniziare bene”. L’adozione della Sprint Race prima di ogni GP (altra differenza con la F1) ha fatto discutere i piloti, ai quali sarà richiesto un impegno fisico e mentale doppio. L’obiettivo, dopo un 2022 quanto mai coinvolgente grazie al duello Bagnaia-Quartararo, è evitare cali di tensione dello spettacolo, specie per il pubblico dei circuiti in Kazakistan e India, dove la velocità su due ruote arriva per la prima volta. Le novità iniziano già dal venerdì, dedicato alle prove. Due sessioni, di 45 e 60 minuti, la cui classifica combinata determina i partecipanti diretti a Q1 e Q2. Il sabato della classe regina si aprirà con una sessione di 30 minuti, simile alla precedente FP4. Poi via alle qualifiche: la Q1 alle 10:50, la Q2 alle 11:15 (orari locali) per stabilire la griglia. Quindi spazio allo show. I piloti saliranno su un inedito palco per alcune interviste dal vivo di fronte ai fan. La domenica MotoGP protagonista assoluta. Non sono previsti warm up per Moto2 e Moto3. Sarà quindi la massima cilindrata ad aprire e chiudere il giorno del GP. Alle 9:45 una sessione di riscaldamento di 10 minuti, prima di una parata dei piloti di fronte alle tribune. Questi ultimi faranno un giro di pista e un paio di soste ai box prima di tornare alla ‘Hero Walk’ per un ulteriore contatto con gli appassionati. La gara MotoGP inizierà alle 14, con il tradizionale podio alle 15. L’ordine Moto3-Moto2-MotoGP sarà mantenuto per tutta la stagione.
La vigilia del Mondiale MotoGP 2023 non è uguale per tutti. Se in casa Ducati sembrano essere decisamente positivi dopo i riscontri avuti nei test sulla GP23, le altre dietro invece arrancano, anche se in maniera diversa. L’unica vera rivale che può dirsi soddisfatta è l’Aprilia, che sembra aver ancora una volta fatto un ulteriore passo in avanti verso la piena competitività della sua moto. La Yamaha si ritrova a che fare con un progetto della M1 ancora una volta deficitario, con il solo Fabio Quartararo chiamato a salvare la situazione, mentre soffre terribilmente la Honda, con Marc Marquez che è tornato a mandare segnali allarmanti per il futuro suo e della casa giapponese. Lo spagnolo infatti ha ribadito che al momento può ambire ad avvicinarsi alla top-5 ma non tanto da poter lottare per la vittoria nè tantomeno per il titolo.
“La mia intenzione – ha detto Marquez – è lottare per il massimo in questa stagione, ma anche essere un po’ realista. L’anno è molto lungo e all’inizio sarà dura, devi essere realista in ogni momento. E la prima gara non sembra delle migliori, ma vedremo”. Per Marquez la priorità assoluta è remare tutti insieme nella stessa direzione per uscire fuori dal tunnel e abbandonare l’ultimo posto nella classifica costruttori maturato nel 2022. “In questo momento bisogna essere uniti, dare il 100% con quello che abbiamo, continuare a lavorare ognuno nel proprio campo. L’elettronica, il motore, la ciclistica, per ottenere qualcosa in più. Non è il momento di arrabbiarsi, ma di essere più uniti che mai per ottenere il massimo”. Una situazione complicata quella della Honda, generata dalla sua lunga assenza per l’incidente di Jerez 2020.
La squadra sembra aver accusato uno stato di shock tecnico e non solo, neppure il suo rientro è bastato a ritrovare la bussola dello sviluppo. Dopo una lunga scia di vittorie, record e ben sei titoli iridati con il marchio dell’Ala dorata è tempo di stringere i denti e provare a dare un colpo di coda. “Sei anni fa – ricorda Marquez – non mi era mai passato per la testa di non riuscire a vincere. Adesso in Moto GP dipendi ogni volta un po’ di più dalla moto perché è entrata in gioco l’aerodinamica. Dobbiamo adattarci e arrivare al 100%, sono disposto a soffrire. La stagione è molto lunga e bisogna fidarsi fino alla fine, l’obiettivo è lottare per le posizioni davanti”. Da 11 anni il numero 1 non ornava la carena del campione del mondo della MotoGP. L’ultimo era stato Casey Stoner con la Honda nel 2012. Poi Marc Marquez, Jorge Lorenzo, Joan Mir e Fabio Quartararo sono rimasti fedeli ai rispettivi numeri. Francesco Bagnaia, invece, ha deciso di ‘indossare’ il simbolo del suo primato perché “rappresenta chi sei, era giusto omaggiare lo scorso anno”.
Alla faccia della scaramanzia: per trovare l’ultimo pilota capace di confermarsi campione con l’1 sulla moto bisogna tornare al 1998, quando Mick Doohan vinse il quinto titolo consecutivo della 500cc. Un altro segnale di quanto la maturità raggiunta dal campione torinese, adottato da Borgo Panigale, sia ormai consolidata. I cinque giorni di test tra Sepang e Portimao hanno detto che Bagnaia e la GP23 sono l’accoppiata da battere nel mondiale 2023 al via sabato in Portogallo, con la prima Sprint Race. Pecco ha stracciato il record della pista con un 1’37″968 mai visto sul tracciato portoghese. Anche per Enea Bastianini, sesto, bilancio positivo. Nel solco di uno strapotere Ducati, con sette moto nelle prime otto posizioni.