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Cronache

Con contrasto a fumo e alcol 1 miliardo di risparmio per Ssn

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La prevenzione, che parte dagli stili di vita, è la chiave per mantenersi in salute ma anche per garantire la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale. Tanto che, solo con azioni di contrasto a fumo, alcolici, sedentarietà e cattiva alimentazione, si potrebbe risparmiare in Italia oltre un miliardo di euro l’anno solamente per i costi sanitari diretti. E’ la stima presentata in occasione del lancio dell’Osservatorio sull’Economia della Salute Pubblica per il cambiamento del sistema sanitario italiano, fondato dall’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems)-Facoltà di Economia con l’obiettivo di monitorare in modo sistematico gli stili di vita della popolazione italiana, valutandone l’impatto sulla spesa sanitaria nazionale. Il fumo continua a rappresentare una delle principali sfide per la salute pubblica, con una percentuale di fumatori pari a oltre il 19%, stabile da un decennio. Se metà dei fumatori modificasse le proprie abitudini optando per prodotti alternativi senza combustione, si potrebbero ottenere risparmi per il Ssn pari ad oltre 700 milioni di euro l’anno. Inoltre, rilevano gli esperti, in Italia quasi il 3% della popolazione è grande consumatore di alcol, con effetti devastanti sulla salute. Se una persona su 1.000 riducesse il consumo di alcol ai livelli raccomandati, il Ssn potrebbe risparmiare 60 milioni di euro l’anno. Anche la sedentarietà rappresenta una sfida. Circa il 40% degli italiani non svolge attività fisica, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari, diabete 2, obesità e cancro. Le stime suggeriscono che se una persona su 100 iniziasse a praticare almeno 150 minuti di attività fisica moderata a settimana, il risparmio per il sistema sanitario potrebbe essere di 223 milioni di euro l’anno. Quanto alla dieta, la cattiva alimentazione, combinata con alti livelli di zucchero nel sangue e ipertensione, contribuisce all’aumento di malattie croniche: nel 2021, 109.000 italiani sono morti prematuramente a causa di un’alimentazione non sana. Partendo da questi dati, affermano gli esperti, è necessario che la prevenzione diventi smart e coinvolga i cittadini: ad esempio, si può disincentivare il consumo di cibi zuccherati con una tassazione progressiva che cresce al crescere della percentuale di zucchero; oppure si può pensare all’integrazione dell’educazione alimentare nel curriculum scolastico, dalla scuola primaria a quella secondaria.

L’Osservtaorio, spiega Giuseppe Arbia, direttore Altems, “fornirà consulenza ai politici per tradurre la ricerca in azione e migliorare l’efficienza e l’efficacia del sistema sanitario. La piattaforma punta a soluzioni che mirino all’intervento precoce, a nuove strategie di salute comportamentale e a soluzioni innovative come l’intelligenza artificiale e la digital health”. L’Osservatorio, precisa Francesco Moscone della Brunel Business School e dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, “sarà coordinato da un comitato scientifico composto da esperti multidisciplinari nei campi dell’economia sanitaria, della statistica, dell’econometria e della sanità pubblica. Il team multidisciplinare comprende accademici di alto livello, esperti di politiche e leader di pensiero, sia italiani che internazionali”. L’obiettivo è anche fornire dati in tempo reale e modelli predittivi per aiutare i responsabili politici a distribuire le risorse in modo efficace. L’Osservatorio supporterà inoltre lo sviluppo del prossimo Piano Nazionale di Prevenzione, collaborando con le autorità sanitarie regionali per implementare strategie basate sui dati che rafforzino la diagnosi precoce, integrino i servizi di prevenzione e producano miglioramenti misurabili della salute. “Attualmente, il sistema sanitario italiano si confronta con inefficienze, disuguaglianze regionali, carenza di personale e un’eccessiva dipendenza dall’assistenza ospedaliera – spiegano Arbia e Moscone -. Sebbene l’aspettativa di vita rimanga tra le più alte d’Europa, le malattie prevenibili come le patologie cardiovascolari, l’obesità e il diabete sono in aumento, contribuendo all’incremento dei costi sanitari a lungo termine. Un Approccio di Prevenzione Intelligente potrebbe invertire questa tendenza, ponendo l’accento sull’intervento precoce, sulle strategie di salute comportamentale e su un accesso equo ai servizi sanitari”.

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Chiesta imputazione per La Russa jr, contattò testi

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Non aveva alcuna capacità di decidere e prestare il consenso, parlava in modo “inappropriato e sconnesso” e non “capiva nulla” per via di quel mix di alcool, Cannabis e farmaci antidepressivi che ha provocato anche una sorta di “amnesia”, la ragazza che ha denunciato di essere stata violentata da Leonardo Apache La Russa e dall’amico Tommaso Gilardoni dopo una serata in un locale della movida milanese e finita la mattina dopo con il risveglio nel letto del figlio del Presidente del Senato. Lo scrive Stefano Benvenuto, legale della presunta vittima, nell’opposizione alla richiesta di archiviazione della parte principale dell’inchiesta in cui i due giovani rispondono di violenza sessuale.

Accusa che per la pm Rosaria Stagnaro e l’aggiunto Letizia Mannella, a differenza dell’ipotesi di revenge porn, non va contestata in quanto manca “la prova che gli indagati, pur consapevoli dell’assunzione di alcuni drink alcolici da parte della ragazza, abbiano percepito, in modalità esplicita o implicita, la mancanza di una valida volontà”.

Una conclusione, questa, che l’avvocato della ex compagna di liceo del terzogenito del senatore di Fdi ha chiesto al gip Rossana Monguardo di rivedere e di procedere con l’imputazione coatta e ulteriori approfondimenti. E nel far ciò Benvenuto parte da due premesse: da un lato sottolinea come Apache, “non appena uscita la notizia” dell’inchiesta “sui media nazionali”, si sarebbe “immediatamente attivato” avvicinando e contattando alcuni testimoni prima che venissero convocati in Questura in merito alla vicenda.

E poi aggiunge che in passato “senza il consenso della parte, ha compiuto attività identiche ai fatti oggi già oggetto di questo giudizio”, citando un bacio “a stampo” e “rubato” a una 17enne che non aveva dato alcun consenso e una mano sui “glutei” di un’amica che avrebbe reagito dicendo: “No Leonardo basta”. Nell’atto, inoltre, vengono valorizzate le frasi ‘intercettate’ sui telefoni di alcune testimoni della serata nel locale milanese dove la ragazza e La Russa jr si sono rivisti dopo tanto tempo.

“Lei era palesemente fuori, incapace di decidere cosa volesse fare e lui chiaramente ha approfittato di ciò”. E ancora parlava in modo “sconclusionato”, si legge nel documento, “era fatta” e non “capiva niente”. Frasi che si legano ad approfondimenti medici allegati alla richiesta di non archiviare con i quali si sostiene che quella sera la presunta vittima aveva assunto una quantità di alcol “prossima al coma etilico”, cannabis e benzodiazepine, per cui non sarebbe stata in grado di “acconsentire all’attività sessuale” e pure di ricordare in modo “corretto” quanto accaduto. Tant’è che si parla di “sintomi che assomigliano all’amnesia globale transitoria”.

Infine si parla di una parte di un video che testimonierebbe le “capacità verbali (…) palesemente deficitarie” della ragazza. Ora la parola passa alla giudice che dovrà fissare un’udienza per discutere l’istanza e decidere se archiviare, disporre nuove indagini o ordinare l’imputazione coatta come chiede il legale. (

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Frode e riciclaggio, Gdf Piacenza sequestra beni per 20 milioni

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La Guardia di Finanza di Piacenza su delega e con il coordinamento della Procura Europea – Ufficio di Napoli e Bologna, ha sequestrato, in via preventiva, immobili, terreni, società, quote societarie, autovetture di lusso, conti correnti e liquidità per un valore di oltre 20 milioni a seguito di una indagine che ha fatto emergere la commercializzazione illecita di prodotti energetici, frode all’Iva e riciclaggio.

Nel dettaglio, le Fiamme Gialle hanno posto sotto sequestro uno stabilimento balneare, situato in una nota ed esclusiva località turistica ligure; 6 immobili di pregio situati nella provincia di Piacenza; 66 tra fabbricati, capannoni e pertinenze oltre a 77 terreni, ubicati nel Piacentino, in provincia di Milano, Brindisi, Novara, Cuneo, Alessandria, oltre al comune di Chiavari, di 8 società, con sede a Piacenza e Milano, relative quote societarie; 9 autovetture, di cui 6 di lusso (una Ferrari 488, una Porsche 911 Carrera 4, due Porsche Macan, un’Audi Rsq8, un’Audi Q3); 3 motocicli, conti correnti e liquidità formalmente intestati a familiari e persone di fiducia ma risultati e nella piena e diretta disponibilità di un residente nel Piacentino, accusato di associazione per delinquere, frode all’Iva e riciclaggio, connessi alla commercializzazione illecita di prodotti energetici e petroliferi nel territorio nazionale.

L’indagine, si incardina in un contesto investigativo, coordinato dalla Procura Europea e condotto congiuntamente dai Nuclei di Polizia Economico – Finanziaria di Roma, Napoli e Verbania, che ha consentito, nel marzo del 2024, di smantellare un sodalizio criminale, composto da 59 soggetti e 13 imprese, con ramificazioni in Italia e all’estero, dedito alla commercializzazione illecita nel territorio nazionale di prodotti energetici di provenienza straniera, in completa evasione di accisa e Iva, attraverso l’esecuzione di 8 misure cautelari personali nei confronti dei vertici dell’associazione. L’indagine dei finanziari piacentini ha consentito di segnalare all’autorità giudiziaria 7 soggetti ritenuti responsabili di episodi di intestazione fraudolenta di valori oltre che per riciclaggio e di ricostruire il patrimonio mobiliare e immobiliare, distribuito prevalentemente nella provincia piacentina oltre che in Lombardia, Liguria, Piemonte e Puglia, detenuto, direttamente o indirettamente, dal principale soggetto indagato, anche attraverso la schermatura e l’interposizione fittizia dei familiari e di persone di fiducia.

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Roma crocevia, il puzzle dei leader mondiali ai funerali

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Con il passare dei giorni, si allunga e delinea con maggiore chiarezza la lista delle 170 delegazioni straniere che arriveranno a Roma per partecipare sabato ai funerali di papa Francesco: capi di Stato e di governo, re e regine, organizzazioni internazionali e leader spirituali. La macchina operativa lavora già a pieno regime per garantire l’accoglienza negli aeroporti della capitale, la sicurezza, le scorte.

Fino al sagrato di San Pietro dove entrerà in gioco il cerimoniale della Santa Sede per definire, tra le altre cose, i posti a sedere in una quanto mai turbolenta scacchiera internazionale, tra amici e nemici, alleati e belligeranti, storici rivali e nuovi assi: basterebbe anche solo un contatto ravvicinato non opportuno per provocare, se non veri incidenti diplomatici, almeno imbarazzo o polemiche. In prima fila ovviamente sovrani, presidenti e primi ministri, più indietro le delegazioni di più basso livello. Ma a decidere chi siede accanto a chi sarà probabilmente, come nel caso delle esequie di Giovanni Paolo II nel 2005, le prime trasformate in un evento di big mondiali, l’ordine alfabetico dei Paesi in lingua francese.

E così, i primi posti saranno per l’Argentina di papa Bergoglio con Javier Milei atteso a Roma già venerdì mattina, nonostante gli attriti del passato, poi il Brasile di Luiz Inacio Lula da Silva. Il presidente degli Stati Uniti (États-Unis) Donald Trump – tra i primi ad annunciare la sua presenza con la moglie Melania nel giorno del 55mo compleanno della First Lady – potrebbe sedere molto vicino, se non accanto, al francese Emmanuel Macron, ma lontano dall’ucraino Volodymyr Zelensky che ha già fatto sapere di aver chiesto un incontro al capo della Casa Bianca a margine della cerimonia, dopo il fallimentare faccia a faccia di Washington. Non è infatti escluso che Trump possa avere incontri informali durante la sua breve sosta nella capitale italiana, anche se al momento non c’è nulla di strutturato. Anche altre cancellerie – così come le istituzioni europee rappresentate da Ursula von der Leyen, Antonio Costa e Roberta Metsola – stanno valutando la possibilità di bilaterali, nonostante il poco tempo a disposizione.

Tra le decine di leader mondiali, tuttavia, si fa prima a elencare le assenze: non ci sarà infatti Vladimir Putin, inseguito da un mandato di arresto internazionale per crimini di guerra, che ha deciso di inviare a Roma la ministra della Cultura Olga Lyubimova. Così come non è atteso l’israeliano Benyamin Netanyahu, anche lui ricercato dalla Corte penale internazionale, ma soprattutto in aperto scontro con papa Francesco, anche da morto, per le sue posizioni sulla guerra a Gaza: ci sarà per Israele solo l’ambasciatore presso la Santa Sede Yaron Sideman che, a dispetto della bufera sui post di cordoglio delle sedi diplomatiche fatti cancellare dal governo, ha retwittato su X il messaggio di condoglianze del presidente Isaac Herzog. Anche la Cina non ha ancora annunciato una propria delegazione presenza ai funerali, ma ha incassato la rinuncia al viaggio del presidente di Taiwan – riconosciuta dal Vaticano – William Lai a favore dell’ex vicepresidente, il cattolico Chen Chien-jen.

Il Regno Unito sarà rappresentato secondo tradizione dall’erede al trono, il principe William, e dal premier Keir Starmer che ancora nell’ultimo question time alla Camera dei Comuni ha reso omaggio a Francesco definendolo “un uomo straordinario”. Per la Germania, il presidente Frank-Walter Steinmeier con il cancelliere uscente Olaf Scholz che lascerà l’incarico a Friedrich Merz pochi giorni dopo. Tante anche le teste coronate: il re di Spagna Felipe con la regina Letizia, accompagnati da tre ministri ma senza il premier Pedro Sanchez; i reali del Belgio, Filippo e Matilde, con il primo ministro Bart De Wever; re Carlo XVI Gustavo di Svezia con la consorte Silvia e il premier Ulf Kristersson; il principe ereditario Haakon di Norvegia con la principessa Mette-Marit; e il principe Alberto di Monaco con la moglie Charlène.

Hanno invece rinunciato i reali olandesi, Guglielmo Alessandro e Maxima, per la concomitanza della data con il Giorno del Re che celebra il compleanno del sovrano. In piazza San Pietro ci sarà anche il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, dall’Africa al momento è confermato il presidente di Capo Verde José Maria Neves, mentre dal Cairo è attesa una delegazione di alto livello di Al-Azhar, la più importante istituzione islamica sunnita al mondo. Non è escluso che a rappresentarla sia proprio il grande imam sceicco Ahmed el Tayyeb che in un messaggio di cordoglio ha ricordato “il nostro caro amico Papa Francesco che ha dedicato la sua vita al servizio dell’umanità”.

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