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Como troppo forte, travolta Udinese e balzo in classifica nella lotta per la salvezza

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Serviva la reazione e la reazione è arrivata: nel posticipo della 21esima giornata di Serie A, il Como travolge l’Udinese e trova tre punti pesantissimi nella lotta per la salvezza. Dopo l’ottima prova nel ko contro il Milan, i lariani si impongono al Sinigaglia contro i bianconeri per 4-1 grazie alle reti di Assane Diao, Gabriel Strefezza e Nico Paz, oltre all’autogol di Jaka Bijol. Inutile per gli ospiti il gol di Martin Payero. Un balzo in classifica importante per la squadra di Cesc Fabregas, che scavalca in un colpo solo Cagliari, Empoli, Parma e Lecce. Si interrompe invece a quattro partite la striscia di risultati utili consecutivi dell’Udinese. Pronti, via e il Como, sotto la pioggia battente, va subito in vantaggio dopo cinque minuti: il possesso palla prolungato dei lariani porta Diao a sfruttare lo scivolone di Hassane Kamara per trovarsi indisturbato a calciare sotto la traversa il pallone dell’1-0.

È un avvio sprint per il Como, che nei primi venti minuti di gioco è assoluto padrone del campo e sfiora più volte il raddoppio. L’Udinese fatica a entrare realmente in partita e a ridosso della fine della prima frazione viene colpita di nuovo: sugli sviluppi di un calcio d’angolo, la palla finisce sui piedi di Strefezza che di prima intenzione trova il 2-0. La reazione dei bianconeri arriva subito a inizio ripresa: il Como sbaglia in uscita dal basso, Payero è abilissimo ad anticipare Strefezza e senza pensarci troppo a calciare verso la porta un tiro tanto potente quanto preciso, che schizza sul terreno viscido e si infila all’angolino basso. È l’episodio che serviva ai bianconeri per tornare in partita, con la gara che si accende nel giro di cinque minuti, a cavallo del quarto d’ora, quando entrambe le squadre restano in dieci per le espulsioni, per doppia ammonizione, di Edoardo Goldaniga prima e di Oumar Solet poi.

Passato lo spavento della momentanea inferiorità numerica, il Como abbassa i ritmi, si compatta in difesa e colpisce in contropiede a dieci minuti dalla fine, quando Bijol nel tentativo di anticipare Patrick Cutrone infila nella propria porta. È un colpo troppo duro da digerire in così poco tempo per i bianconeri, che al 90′ capitolano per la quarta volta sul tocco sotto porta di Nico Paz, rientrato dall’infortunio e subito in gol per il definitivo 4-1. Un risultato troppo severo per l’Udinese, che nulla ha potuto di fronte alla voglia di vincere del Como che ha dimostrato, ancora una volta, di essere una squadra che ha ambizioni più grandi di quelle descritte dalla classifica.

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Napoli, il messaggio di Conte: “Serve una casa per il Napoli”

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Antonio Conte ha lanciato un segnale forte alla società. Il centro sportivo e il settore giovanile sono temi centrali per l’allenatore, che non vuole essere un semplice traghettatore ma costruire un progetto a lungo termine. Dopo le polemiche di Benitez nel 2015, anche l’attuale tecnico azzurro porta avanti la stessa battaglia: servono investimenti nelle infrastrutture per creare un club che possa competere stabilmente ai massimi livelli.

Un progetto fermo al palo

Nonostante i tanti sopralluoghi e i terreni individuati nel corso degli anni – da Lago Patria ad Afragola, fino a Sant’Antimo e Bagnoli – il Napoli non ha ancora avanzato nessuna richiesta ufficiale per costruire un proprio centro sportivo. Attualmente, resta valido solo l’accordo con Castel Volturno fino al 2026, ma senza una vera evoluzione verso una struttura di proprietà.

Conte ha ribadito la necessità di una “Casa del Napoli”, un investimento che garantirebbe stabilità e crescita al club, invece di spendere cifre folli per singoli calciatori. Un’idea opposta a quella di Gasperini, ma che riflette una visione a lungo termine per il futuro della squadra.

Il problema dello stadio e il rischio per Euro 2032

Se il centro sportivo è un tema delicato, ancora più complessa è la questione dello stadio Maradona. Napoli potrebbe addirittura perdere l’Europeo 2032 senza un progetto di restyling chiaro, ma su questo Conte non si è espresso, consapevole della burocrazia e delle difficoltà politiche che frenano l’evoluzione dell’impianto.

Un Napoli da costruire, dentro e fuori dal campo

Oggi il Napoli è in lotta per lo scudetto, ma Conte guarda oltre. La sua non è un’”exit strategy”, come lo fu per Benitez, ma una richiesta concreta affinché il club cresca anche fuori dal campo. La palla ora passa a De Laurentiis, che dovrà dimostrare di voler investire su una società solida e competitiva, con un futuro ben definito.

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Leao-Gimenez, in 8 minuti il Milan si rilancia ad Empoli

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Dopo aver raggiunto la semifinale in Coppa Italia ai danni della Roma, il Milan si rilancia in campionato e vince anche a Empoli con un grande secondo tempo: decisivi i gol di Leao e di Gimenez, il primo in serie A per il messicano appena arrivato dal Feyenoord. I rossoneri si portano in classifica a quota 38 (con una partita da recuperare) e quindi a -4 dalla coppia Fiorentina e Lazio (che però devono ancora giocare). L’Empoli resta a quota 21, quart’ultimo posto col rischio di essere sorpassato dal Parma impegnato a Cagliari. Primo tempo a ritmi blandi da parte di azzurri e rossoneri: si aspetta la fantasia offensiva del Milan ma è l’Empoli a creare due vere occasioni. La prima al 15′: Esposito è bravo a liberarsi in area di rigore e a concedere un buon assist a Grassi, la cui conclusione viene però murata da Walker.

La squadra di D’Aversa è sfortunata al 33′: Colombo riesce a impossessarsi di un pallone in area, calcia di potenza col suo sinistro ma la palla si stampa sul palo interno. Maignan non ci sarebbe potuto arrivare. Per quanto riguarda il Milan proteste in avvio (8′) per un brutto intervento di Cacace su Walker: check del Var ma alla fine nessun cartellino estratto da Pairetto, che invece ammonisce al 18′ Joao Felix per simulazione. Dopo l’intervallo, Conceiçao riesce a dar la scossa alla squadra con tre cambi: escono Jimenez, Abraham e Fofana, entrano Leao, l’atteso Gimenez e Pulisic. La connessione portoghese tra Leao e Joao Felix si vede subito al 50′: il primo cerca il secondo, che prova un colpo di tacco ma non è preciso.

Al 55′ Tomori interviene in ritardo su Colombo, riceve il secondo cartellino giallo e viene espulso. La parità numerica si ristabilisce al 65′ perché Marianucci riceve un rosso diretto dopo aver risposto a una provocazione di Gimenez (ammonito): l’arbitro Pairetto vede l’episodio al Var e decide di punire il giocatore dell’Empoli per aver scalciato il messicano. Sono i minuti decisivi. Al 68′ il Milan trova il gol del vantaggio: è perfetto il cross di Pulisic sulla destra, sul secondo palo arriva Leao ed è gol. Il raddoppio arriva al 76′ dall’uomo più atteso, Santiago Gimenez: ancora assist di Pulisic per il messicano che controlla, rientra sul sinistro e apre l’interno: per Vasquez non c’è niente da fare. Il Milan blinda la gara. Joao Felix ha anche una buona occasione per il 3-0, ma non riesce a segnare. E’ festa comunque per i rossoneri attesi adesso playoff di Champions sul campo del Feyenoord. Per l’Empoli la prossima sfida è la trasferta di Udine (16 febbraio), dove gli azzurri devono riprendere a fare punti salvezza.

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L’Italrugby piega il Galles, festa azzurra all’Olimpico

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Il Sei Nazioni si tinge d’azzurro. L’Italia, dopo aver perso contro la Scozia all’esordio, rialza la testa e conquista la prima vittoria, salendo così a 4 punti in classifica togliendo lo zero dalla casella dei successi. All’Olimpico, sotto una pioggia battente, gli uomini di Quesada riescono ad avere la meglio sul Galles, battuto per 22-15 grazie alla meta di Capuozzo e ai 17 punti al piede di Allan, dopo i 14 contro la Scozia e nonostante i due calci sbagliati, resistendo nel finale nonostante la doppia inferiorità numerica al tentativo di rientro dei gallesi, battuti a Roma dopo 18 anni e ora alla 14/a sconfitta consecutiva (8 nel Torneo), cifra che testimonia la vastità di una crisi a cui per ora non riesce a porre rimedio neppure un tecnico esperto come Warren Gatland. Quesada opta per la continuità, con un solo cambio nel XV titolare azzurro rispetto alla trasferta di Edimburgo della settimana scorsa; dentro Niccolò Cannone che rimpiazza in seconda linea Dino Lamb dal primo minuto.

E gli azzurri partono subito forte con il piede ‘caldo’ di Allan che apre le marcature con il 3-0 – a fine primo tempo saranno 11 i punti messi a segno dall’azzurro – e la meta di Capuozzo che permettono all’Italia di andare all’intervallo sul 16-3. Nella ripresa il Galles le prova tutte, ma ancora Allan porta gli azzurri sul 19-3. Wainwright cerca di riaprire il match con la meta, ancora Allan segna ancora dalla piazzola per il 22-8 prima della meta tecnica assegnata al Galles nel finale che firma il 22-15 e consente agli azzurri di tornare a battere il Galles – condannandolo alla 14/a sconfitta consecutiva – replicando così il successo di Cardiff dell’anno scorso e conquistando la vittoria numero 16 da quando partecipa al torneo di rugby più antico del mondo. “Pensavamo di soffrire di più contro il Galles. Dobbiamo lavorare ma il bilancio è più che positivo. Noi parliamo sempre di crescita, lavoriamo tanto su questo per accompagnare la squadra in questo percorso. Oggi è un giorno importante per questo gruppo, l’italia era data per favorita e oggi rappresenta un’evoluzione per noi – ammette il ct Gonzalo Quesada alla fine del match -. Abbiamo saputo gestire con consistenza e pragmatismo, abbiamo giocato un rugby che non ci piace e sono fiero di loro, peccato per gli ultimi 10 minuti ma devo dare merito al gruppo e ai giocatori”, prosegue il ct ammettendo la sofferenza degli azzurri nel finale, ma anche il grande spirito dimostrato.

La stessa fierezza che si ritrova nelle parole del capitano azzurro, Michele Lamaro, che prima sottolinea di essere “contento di come abbiamo approcciato fin dall’inizio mettendoli subito sotto pressione con il gioco al piede. Non è un gioco che preferiamo fare, ma sappiamo che tra i 50 e i 30 metri riusciamo a mettere pressione obbligando l’avversario a concederci tanti calci, che sono punti a tutti gli effetti”, poi ammette che, grazie a questo successo, l’Italia si è tolta “un bel peso dal groppone”. Poi un pensiero al futuro proiettandosi già alla prossima sfida del 23 febbraio quando, ancora a Roma, arriverà la Francia del fenomeno (e ora anche olimpionico) Antoine Dupont. “Sarà una sfida completamente diversa. Sono molto grossi, ma anche lenti nel ripiazzarsi. Speriamo in un tempo migliore, ma ci arriviamo con più serenità; nessuno si aspetta che noi facciamo niente con la Francia e questo può giovare”, dice Lamaro. E, con un’Italia così e uno stadio intero a spingere gli azzurri, nessuna impresa sembra impossibile.

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