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Cronache

Tenta di uccidere ex moglie, poi si suicida con balestra

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 Ennesima violenza familiare oggi, nel Veneto orientale, dopo altri episodi negli ultimi giorni di una scia che non sembra mai finire. A Torre di Mosto (Venezia) un uomo, Michele Beato, ex guardia giurata di 56 anni, nel primo pomeriggio di oggi ha prima tentato di uccidere l’ex moglie, Rosa Silletti, di 51 anni, utilizzando un coltello, poi e’ andato nel garage della propria abitazione dove si e’ tolto la vita con una balestra. La donna, che dopo la separazione si era trasferita nella vicina localita’ di San Stino di Livenza (Venezia), si era recata al suo lavoro di addetta alle pulizie in un negozio di barbiere di Torre di Mosto, poco distante dalla casa dell’ex marito. Intorno alle ore 14.00, Beato l’avrebbe aspettata fuori dall’esercizio commerciale, evidentemente conoscendo i suoi orari e i suoi movimenti. Quando la donna e’ entrata in auto, ha rotto il finestrino dall’esterno e poi l’ha colpita. Convinto di averla uccisa, Beato si sarebbe diretto quindi verso casa, e avrebbe usato la balestra per uccidersi. La donna, soccorsa dal Suem, e’ sotto osservazione all’ospedale. Le indagini sono condotte dai Carabinieri. Oggi a Ivrea si e’ intanto tenuto l’interrogatorio di garanzia per la convalida dell’arresto di Giovenale Aragno, il pensionato di 73 anni di Venaria Reale (Torino), che ieri mattina ha ucciso la moglie, Silvana Arena, a bastonate sul capo. Secondo la Procura della repubblica, che coordina l’indagine dei carabinieri, all’origine del delitto vi sarebbero i problemi nella gestione della figlia piu’ grande della coppia, una 46enne ospitata in una struttura terapeutica di Terni. Era stato lo stesso Aragno a chiamare il 112 per segnalare di avere aggredito la moglie; all’arrivo dei militari l’uomo stava cercando di ripulire la scena del delitto. A Verona, infine, il Gip ha convalidato l’arresto per tentato omicidio di Mohamed Riyaz Lathif, il cittadino srilankese di 43 anni che lo scorso 3 agosto a Verona ha cercato di uccidere la moglie 34enne, colpendola con cinque coltellate. L’aggressione era avvenuta nell’appartamento nel quartiere di Valdonega, dove la coppia vive con il figlio di 9 anni, che ha assistito all’accoltellamento della madre. L’uomo, ubriaco, aveva cercato di colpire anche il suocero che era intervenuto per difendere la figlia. La moglie e’ stata sottoposta a due interventi chirurgici all’ospedale veronese di Borgo Trento, e non e’ in pericolo di vita. Non si ferma dunque la violenza sulle donne, in special modo nell’ambito familiare o di coppia. L’ultimo report del Ministero dell’Interno, aggiornato alla data di oggi, registra 189 omicidi, con 75 donne vittime, di cui 65 uccise in ambito familiare o affettivo; di queste, 39 hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex. Un trend in continuo aumento: in generale si registra un +10% di eventi delittuosi rispetto ai 172 dello stesso periodo dello scorso anno. Stesso incremento percentuale per le vittime femminili, che nel periodo del 2021 erano state 68. Da inizio anno, invece, viene rilevata una diminuzione per i delitti commessi in ambito familiare o affettivo, che da 92 scendono a 86 (-7%), mentre il numero delle vittime di genere femminile, sempre in questo ambito, evidenzia un incremento del 10%, passando da 59 a 65. I primi sette giorni di agosto hanno registrato una donna uccisa in ambito familiare o affettivo. Rispetto allo stesso periodo del 2021, risulta in flessione il numero di omicidi commessi dal partner o dall’ex partner, che da 45 scendono a 40 (-11%), e cosi’ calano anche le vittime donne, che passano da 40 a 39 (-3%).

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Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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