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Clima, la piccola Greta nuova icona mondiale manifesta a Parigi

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Greta Thunberg, 16 anni, svedese, nuova star mondiale della lotta ai cambiamenti climatici, sfila oggi a Parigi al fianco dei giovani – mobilitati su scala mondiale – nella marcia per salvare il pianeta. Diventata famosa dopo il discorso pronunciato alla COP24 lo scorso dicembre, Greta – che ieri era alla manifestazione di Bruxelles – cerca di dare la sveglia ai suoi coetanei francesi, che sembrano poco disposti a mobilitarsi per motivi ecologici: “la Francia – dice in un’intervista a Le Parisien – e’ il paese dell’accordo di Parigi, un grande successo. La Francia e’ il paese della COP21, deve fare quello che dice! Io non so perche’ i giovani si mobilitano in massa in alcuni paesi e non in altri. In Svezia siamo pochi a farlo, non piu’ di un centinaio ogni settimana. Ma la lotta al riscaldamento climatico e’ una lotta globale, non importa il luogo in cui si svolge o chi la guida. Attraversiamo una crisi senza precedenti e dobbiamo affrontarla come tale”. Prima dell’inizio della manifestazione parigina, alle 13, gruppi di studenti francesi hanno appuntamento a Place de la Republique per incontrare Greta, accompagnata da coetanei tedeschi e belgi. La ragazza e’ all’origine dell’iniziativa “Fridays for future”, che prevede una giornata settimanale di sciopero a scuola come segnale di allerta e mobilitazione per il pianeta

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Meteorologia punta alle allerta rapide, contro cicloni e siccità

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Tempeste, uragani e nubifragi, inondazioni e siccità: sono i nuovi fenomeni con i quali ogni Paese del mondo deve fare i conti e per i quali sono urgenti previsioni sempre più precise, che permettano di attivare sistemi di allerta rapida. E’ questo il tema della Giornata mondiale della meteorologia indetta dalla Nazioni Unite per celebrare la nascita dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (Wmo) che era avvenuta il 23 marzo 1950 Il futuro del clima è stato spesso fra i temi della Giornata Mondiale, ma questa volta c’è una vera e propria chiamata all’azione per colmare il divario che separa ancora i Paesi che hanno organizzato sistemi di allerta per aiutare a proteggere la popolazione e quelli che ne sono ancora privi. I progressi ci sono, tanto che nell’arco di nove anni sono raddoppiati nel mondo i Paesi che hanno realizzato sistemi di allerta rapida: dai 52 del 2015 ai 108 del 2024. “Adesso è il momento di agire”, scrive la Wmo sul suo sito.

“Colmando insieme il gap per le allerta precoci – aggiunge – possiamo creare un mondo più sicuro e resiliente”. Quanto i sistemi di allerta rapida siano importanti lo dimostra anche l’esperienza italiana, in particolare quella relativa ai recenti eventi in Toscana, ha detto Dino Zardi, professore di Fisica dell’atmosfera all’Università di Trento e vicepresidente dell’Associazione italiana di scienze dell’atmosfera e meteorologia (Aisam). “I fenomeni di grande scala – aggiunge – sono ben visualizzabili a livello meteorologico, ma non sempre è facile quantificare l’entità delle precipitazioni: ci sono valutazioni soggette a incertezze e che possono essere ridotte progressivamente grazie alla ricerca”. Il problema è, rileva, che “il cambiamento climatico ci sta portando in situazioni mai sperimentate prima, relative a regimi meteorologici mai esplorati: stiamo avanzando in un’area sconosciuta”.

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La cosmetica sempre più sensibile alla sostenibilità

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In generale “emerge una forte sensibilità del mondo della cosmetica sul fronte della sostenibilità. Si lavora essenzialmente su tre fonti, il prodotto, le materie prime che lo compongono e il suo packaging”. Lo dice a Cosmoprof Worldwide Bologna, il prof. Michele Merola di Ergo srl (gruppo Tecno) spinoff della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che ha curato con Cosmetica Italia il primo Osservatorio sulla Sostenibilità del settore cosmetico, con i risultati del report presentati a settembre. “Ci siamo basati su un questionario inviato alle imprese del settore, ha partecipato il 76% del campione di aziende che abbiamo selezionato. Una risposta altissima, che rappresenta oltre il 30% dell’intero fatturato del settore.

Per la seconda edizione ci allarghiamo anche alla filiera, quindi non solo le aziende che producono cosmetiche, ma anche quelle che producono il packaging, le materie prime e i macchinari, per avere una visione ancora più completa. Lanceremo il questionario subito dopo Cosmoprof: raccoglieremo i dati che saranno presentati a settembre all’interno della Milano Beauty Week”. Le aziende, stando ai dati del report, “lavorano su ridurre l’impatto durante il processo di produzione, quindi acqua e energia in particolare, e si lavora anche sulla organizzazione, la sostenibilità dell’impresa, pure in termini sociali”. Sicuramente “il tema più forte di questo periodo è il tema del packaging”.

Le aziende “stanno facendo moltissimo in questo senso, c’è stata anche molta ricerca e sviluppo. Fino a pochi anni fa non c’erano molte alternative. Invece ad oggi ci sono, dal riciclo all’eliminare il packaging secondario o terziario, mantenendo solo quello primario, che è quello ovviamente necessario a proteggere e trasportare il prodotto”. Lo conferma nel dibattito Zoe Tortini Corporate social responsibility manager di Cosmoproject, che produce skincare per conto terzi: “Prima certi cosmetici avevano anche la scatola della scatola… oggi dal mass market all’alta profumeria, la direzione è eliminare più strati possibile, Quest’anno ad esempio noi dismetteremo tutte le nostre celofanatrici secondarie, che utilizzavamo al di sopra della scatola ed è una scelta comune a molte altre aziende”.

Il cambiamento “in generale c’è, speriamo che il settore possa portarlo avanti abbastanza velocemente, ma non è molto semplice”. Anche “per questo – spiega Luca Nobili, Responsabile Comitato sostenibilità di Bottega verde – richiederemo precisi criteri di sostenibilità anche ai nostri fornitori”. Per Merola fra i campi in cui si può migliorare “c’è fare scelte che siano solide da un punto di vista scientifico. Non scegliere un packaging piuttosto che un altro per la moda del momento, ma utilizzando strumenti come l’impronta ambientale o altri di eco-design che ci permettano soluzioni con un minore impatto ambientale. E lo stesso vale sui prodotti. Dirigere le scelte verso quelli che hanno una materia prima che è certificata, sostenibile rispetto alla materia prima tradizionale”.

Fra le criticità, anche in questo settore c’è il greenwashing (pratica che consiste nel presentare un’azienda, un prodotto o un servizio come ecologico, etico o sostenibile, quando in realtà non lo è, ndr): “E’ un tema sicuramente centrale, su questo Cosmetica Italia sta lavorando tantissimo con le aziende proprio per diffondere le regole, perché nel frattempo anche a livello europeo le direttive sono cambiate e sono diventate ancora più stringenti. Ci sono state aziende condannate dalle autorità preposte subendo multe anche per quello che noi chiamiamo anche greenwashing inconsapevole, perché non sempre si agisce in malafede a volte non si sanno le regole. Il primo passo è la conoscenza, il secondo utilizzare criteri scientifici validi, poi vanno evitati i claim assoluti”. Ad esempio “non esiste l’impatto zero, non c’è un prodotto che non abbia impatto ambientale. Questo si può ridurre con una serie di scelte, ma non posso dire che il mio prodotto è a impatto zero”.

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Eruzione in Indonesia, cancellati alcuni voli da Bali

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Almeno sette voli internazionali dall’isola turistica indonesiana di Bali sono stati cancellati – ha affermato un funzionario dell’aeroporto – dopo l’eruzione di un vulcano nella parte orientale dell’arcipelago che ha emesso una colonna di cenere alta otto chilometri che ha oscurato il cielo. Il monte Lewotobi Laki-Laki, un vulcano a due cime di 1.703 metri (5.587 piedi) sull’isola turistica di Flores, è entrato in eruzione per 11 minuti e nove secondi giovedì sera, hanno affermato le autorità, portando lo stato di allerta del vulcano al massimo livello.

Alle 9:45 (2:45 in Italia) di venerdì, “sette voli internazionali erano stati cancellati, sei dei quali voli Jetstar diretti in Australia e un volo Air Asia per Kuala Lumpur”, ha affermato in una dichiarazione il portavoce dell’aeroporto internazionale Ngurah Rai di Bali, Andadina Dyah. Diversi altri voli, sia nazionali che internazionali, tra cui quelli per Thailandia, Singapore e Australia, sono stati ritardati, ha affermato. L’aeroporto locale di Maumere, a Flores, il più vicino al vulcano, non è stato colpito dalla cenere, secondo il ministero dei Trasporti. Non ci sono state segnalazioni di danni ai villaggi vicini, ma il ministero ha avvertito i residenti del pericolo di una colata di fango vulcanico favorita dalle forti piogge. Le autorità hanno imposto una zona di esclusione tra sette e otto chilometri (da quattro a cinque miglia) attorno al vulcano. A novembre, il monte Lewotobi Laki-Laki è eruttato più volte, uccidendo nove persone, cancellando decine di voli internazionali per l’isola di Bali e costringendo migliaia di persone a evacuare.

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