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Politica

Cirielli mette l’Anm sotto accusa: odioso doppiopesismo su Maresca

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Il Questore della Camera e deputato campano di Fratelli d’Italia, Edmondo Cirielli, afferma: “Sorprende, o forse no, l’attenzione e soprattutto la pressione che l’Anm (Associazione nazionale magistrati) di Napoli (in particolare la corrente Area) continua a riservare a Catello Maresca, possibile candidato a sindaco per la citta’ di Napoli. Un atteggiamento unilaterale nei confronti di un magistrato che, con il suo lavoro, è esempio di serieta’, bravura e trasparenza”. Il parlamentare aggiunge in una nota: “Mi domando dove fossero gli esponenti dell’Anm quando, nel 2013, la sinistra candido’ a sindaco di Portici Nicola Marrone, all’epoca in servizio al tribunale di Torre Annunziata, che – come riportano le cronache giornalistiche dell’epoca – continuò ad esercitare le sue funzioni persino durante la campagna elettorale senza mettersi in aspettativa o dimettersi dalla magistratura. E come non ricordare – continua Cirielli – anche il caso del magistrato Mariano Brianda, candidato a sindaco di Sassari nel 2019 nonostante fosse il presidente della Sezione distaccata della locale Corte d’appello: Brianda chiese l’aspettativa (come previsto dalla legge) il 6 maggio di quell’anno, con le elezioni comunali in programma il 16 giugno. Come mai nessuno chiese chiarimenti o si scandalizzo’ per la sua candidatura? Forse perche’ Brianda era sostenuto dal Pd e non dal centrodestra?”.

Catello Maresca.

Cirielli, poi, prosegue: “Siamo di fronte, ancora una volta, ad un doppiopesismo inaccettabile da parte di alcuni magistrati dell’Anm, che si preoccupano dell’etica e della moralita’ dei giudici candidati soltanto quando non sono appoggiati dai partiti di sinistra. I vertici dell’Anm, invece di provare a delegittimare Maresca, pensassero ad arrestare i camorristi e i corrotti, di cui si sente parlare sempre meno da quando in Campania governa quasi tutto il Pd, e ad occuparsi delle numerose questioni sindacali aperte nella magistratura, a partire – conclude l’esponente di Fd’I – dalle precarie condizioni in cui sono costretti a lavorare i giudici del distretto di Napoli”.

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Politica

‘Chiarimenti e dialogo’, Nordio smorza i toni con la Cpi

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Dopo la tempesta scoppiata sul caso Almasri, il Governo cerca di trovare un terreno di confronto con la Corte penale internazionale: una interlocuzione che ha come obiettivo primario quello di calmare i toni, dopo giorni di violenti attacchi, e in secondo luogo quello di individuare procedure che possano scongiurare il ripetersi di quanto avvenuto per il generale libico. Il tribunale incassa intanto il sostegno dell’Unione Europea, dopo le parole di Donald Trump. “Il sistema di cooperazione multilaterale è cruciale per avere giustizia e la difesa dello stato di diritto. E oggi questo sistema – sottolinea il Commissario Ue alla Giustizia, l’irlandese Michael McGrath – viene messo in discussione” dal presidente degli Stati Uniti. Una “sfida alla Cpi che avrà un impatto sulla stabilità a livello mondiale”.

Per questo, assicura, l’Ue difenderà “a spada tratta la Cpi, che promuove da sempre pace e libertà”. Da via Arenula è partita una richiesta informale al tribunale dell’Aja per avviare delle consultazioni, un confronto sulle criticità che hanno costellato il caso del generale libico accusato di crimini contro l’umanità. L’obiettivo è di avviare una sorta di ‘agreement’ per una migliore collaborazione futura.

All’attenzione dei giudici c’è un documento in cui si chiedono alcuni chiarimenti e si individuano ipotesi per facilitare la comunicazione in futuro con il tribunale olandese. Sul tappeto ci sarebbero anche alcune proposte, tra le quali quella di rivedere le procedure di invio al ministero dei mandati di cattura internazionali. Si valuta una sorta di comunicazione diretta in modo da eliminare il passaggio con l’ufficiale di collegamento dell’ambasciata italiana in Olanda. Dal canto suo la Cpi fa filtrare che al momento non sarebbe arrivata alcuna comunicazione di indagini nei confronti dell’Italia per quanto avvenuto tra il 19 e il 21 gennaio con il rilascio e l’espulsione di Almasri rimpatriato a bordo di un Falcon. Ma se sul fronte internazionale si cerca una linea di dialogo con i giudici dell’Aja, su quello interno il clima sulla giustizia resta rovente, con le opposizioni sul piede di guerra contro il ministro della Giustizia Carlo Nordio, oggetto di una mozione di sfiducia che verrà presentata da tutti i gruppi in Parlamento. E c’è poi il fronte più strettamente giudiziario.

Quello aperto dalla Procura di Roma che ha iscritto la premier Meloni e i ministri della Giustizia e dell’Interno nel registro degli indagati dopo un denuncia presentata dall’avvocato Luigi Li Gotti, in cui si ipotizzano i reati di favoreggiamento e peculato. L’iniziativa del procuratore Lo Voi ha scatenato una violenta reazione di Palazzo Chigi nei suoi confronti. Un attacco su cui è tornata l’Anm, esprimendo “vicinanza e solidarietà” al procuratore della Capitale oggetto, per il sindacato delle toghe, di una “ingiustificata e gratuita aggressione mediatica solo per aver rispettato il disposto della legge costituzionale in materia di reati ministeriali”. I magistrati “stigmatizzano, inoltre, l’iniziativa dei consiglieri laici” di centrodestra del Csm, a seguito della denuncia presentata dal Dis a carico di Lo Voi per chiedere l’apertura di un procedimento per incompatibilità ambientale dopo il caso legato alla gestione di atti riservati nel fascicolo nato da una denuncia del capo di gabinetto della premier, Gaetano Caputi. La giunta esecutiva dell’Anm afferma che la richiesta di pratica “desta serie perplessità, per la sua natura puramente strumentale, volta a delegittimare la Procura di Roma e l’intera magistratura “.

A Perugia, intanto, muove i primi passi il procedimento avviato sull’esposto del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Gli inquirenti, che procedono al momento contro ignoti, acquisiranno una serie di atti per valutare i vari passaggi della vicenda. Il dipartimento che coordina i servizi segreti contesta la violazione del comma 8 dell’articolo 42 della legge speciale istitutiva dei servizi segreti. Accuse che però Lo Voi respinge e attende una convocazione al Copasir, la “sede opportuna” al netto delle decisioni che prenderà Perugia, per offrire i suoi chiarimenti.

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Economia

Milleproroghe, resta rottamazione ma via il concordato

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Trovata la quadra per il decreto Milleproroghe. L’emendamento dei relatori che prevede la riammissione dei decaduti dalla rottamazione-quater e il differimento dei tempi per l’adesione al concordato preventivo biennale, ragione di stallo per tutta la giornata, sarà ritirato. Prenderà il suo posto una riformulazione in cui non è prevista la parte sul concordato, e in cui viene precisato che la rottamazione riguarderà soltanto chi ha già fatto richiesta.

Si chiude così una faticosa opera diplomatica, anche perché le posizioni sono distanti anche nella maggioranza. Il minitro degli Esteri, Antonio Tajani ha infatti ricordato che, pur essendo favorevole alla rottamazione, la “priorità” è “l’abbassamento dell’Irpef dal 35 al 33% e l’allargamento della soglia fino a 60mila euro”. Nel frattempo, comunque, si continua a parlare di rottamazione-quinques. Salvini, alla vigilia del consiglio federale della Lega dedicato alla pace fiscale, ha ribadito che il partito è “pronto a formalizzare una proposta dettagliata, che condivideremo con gli alleati come da programma elettorale”.

Il che si va ad aggiungere al malumore delle opposizioni, le quali a maggior ragione hanno mantenuto una linea dura sul Milleproroghe in commissione. Tra i temi delle proposte del Pd c’erano “liste d’attesa, carenza personale medico, abbandono scolastico, povertà educativa, disabilità” ha spiegato Andrea Giorgis (Pd), tutte misure bocciate: “l’unica proposta che la maggioranza ha avanzato dopo settimane di incertezza è una che continua a strizzare l’occhio a chi non adempie a doveri di contribuzione fiscale”. Il magazzino delle contestazioni non riscosse, secondo un calcolo del Sole 24 Ore, a fine 2024 ammonta a 1.275 miliardi di euro, un valore che statisticamente è pari a 21.611 euro per ogni italiano, neonati compresi. In testa alla classifica nazionale Lazio, Campania e Lombardia.

A palazzo Madama i lavori sul Milleproroghe sono cominciati poco prima di pranzo, alle 12. Ma la discussione è partita subito in salita. Intanto perché doveva ancora arrivare il ministro Ciriani. Poi, alla seconda convocazione alle 12.40, perché le opposizioni hanno fatto muro. Pd e Avs hanno ribadito il punto di vista della sera prima: o l’emendamento viene rimosso, oppure si vota tutto. Le proposte di modifica da vagliare sarebbero oltre un migliaio.

Allora ci si è dati appuntamento alle 14, ma nel frattempo c’è stata una riunione informale tra ministro, maggioranza e minoranza nell’ufficio del presidente della prima commissione, Balboni. Difficile la mediazione, e come risultato un nulla di fatto e un’ulteriore proroga stavolta a dopo i lavori d’Aula. La promessa: intanto di lavorare “agli ultimi pareri”, come ha detto Balboni. Poi, il governo si è impegnato a fornire “i dati degli effetti che possono avere” rottamazione e concordato, come hanno dichiarato Giorgis (Pd) e Magni (Avs).

Informazioni arrivate dalla bocca del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone (le opposizioni avevano richiesto il contributo del viceministro all’Economia e alle Finanze, Maurizio Leo). Dopo quasi tre ore di trattative vis à vis, intesa raggiunta: appuntamento alle 8.30 del giorno dopo per cominciare a votare, con l’obiettivo di “chiudere il provvedimento entro domani”, come ha dichiarato il presidente di commissione Balboni. Intanto, sul decreto incombe la scadenza del 25 febbraio: per allora dovrà essere approvato da entrambe le Camere (al Senato è ancora in prima lettura).

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Economia

Sbarra lascia la Cisl, ‘partecipazione è passo storico’

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L’ultima assemblea di Luigi Sbarra alla guida della Cisl. Che lascia, vedendo ad un passo il “risultato storico” sulla legge sulla partecipazione al lavoro, cavallo di battaglia del sindacato. Un traguardo che rilancia alla vigilia del passaggio di testimone all’attuale segretaria generale aggiunta, Daniela Fumarola, e tema su cui si rinsalda il sostegno del governo. Così come sulla linea del dialogo. Lo conferma la stessa premier Giorgia Meloni, che interviene all’assise insieme alla ministra del Lavoro, Marina Calderone. La sintonia è chiara, il riconoscimento reciproco.

“Siamo un sindacato riformista e responsabile, dall’altra c’è un sindacato antagonista”, con i suoi “no ideologici”, dice Sbarra dal palco. Nel mirino, in primis, la Cgil di Maurizio Landini, anche se non viene mai nominato. La premier richiama proprio lo slogan dell’assemblea, “Il coraggio della partecipazione”, un titolo che riguarda “un’altra grande sfida”, che è innovare il modello economico produttivo “coniugando sussidiarietà e crescita. Il che significa rifondare la dinamica fra impresa e lavoro, superando una volta per tutte – scandisce – questa tossica visione conflittuale che anche nel mondo del sindacato qualcuno si ostina ancora a sostenere”. Il percorso sulla proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili delle imprese, su cui la Cisl ha raccolto 400mila firme e che poi è diventata il testo base in discussione al parlamento, è ormai a buon punto. “Siamo ad un appuntamento con la storia”, rimarca il leader uscente.

“Grazie alla tenacia di Gigi, sarà la legge Sbarra”, anticipa Fumarola. E tutti rimarcano che “finalmente dopo settantasette anni” si darà attuazione all’articolo 46 della Costituzione. Ma sulla proposta non sono mancate le critiche di Landini – per Sbarra “grottesche” – che invece da tempo, con la Uil, chiede una legge sulla rappresentanza. Per Sbarra “ad essere assurdo e fuori luogo, è che a scagliarsi contro l’applicazione di un principio costituzionale sia chi un giorno sì e l’altro pure lancia allarmi per le minacce che incombono sulla democrazia”, la stoccata. Anche Calderone rimarca la via del dialogo “e non dell’urlo con le coronarie che saltano”. E la posizione del governo: nel corso delle interlocuzioni “non sempre siamo stati d’accordo, ma assolutamente concordi” con la Cisl “nel valorizzare i contratti collettivi, dire no ad una legge sul salario minimo e ad una legge sulla rappresentanza”. Domani, dunque, il cambio al vertice e l’elezione della nuova segretaria generale, Daniela Fumarola, la seconda donna alla guida della Cisl. Per Sbarra, invece, in vista l’idea di realizzare una Fondazione Cisl da dedicare a Franco Marini.

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