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Salute

Cibo industriale dà infiammazione legata a rischio cancro colon

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Gli alimenti ultra-lavorati (il cibo industriale come le merendine, i cereali per la prima colazione ma anche i piatti pronti, i cibi liofilizzati, comprese le zuppe di verdure ritenute salutari) potrebbero aumentare il rischio di cancro del colon-retto. Lo rivela uno studio sulla rivista Gut, secondo cui il cibo industriale induce infiammazione cronica ed è questo che porta all’aumento di rischio.

Lo studio è stato condotto da esperti University of South Florida and Tampa General Hospital Cancer Institute. La dieta occidentale di solito consiste in un consumo eccessivo di zuccheri aggiunti, grassi saturi, alimenti ultra-lavorati, sostanze chimiche e oli di semi infiammatori. In studi precedenti, l’USF Health Heart Institute ha scoperto che una dieta squilibrata non solo ha un impatto sul cancro del colon-retto, ma svolge anche un ruolo in altre malattie, tra cui l’Alzheimer, il diabete e le condizioni cardiovascolari. In questo nuovo studio gli esperti hanno utilizzato una tecnica analitica altamente sensibile per identificare tracce di lipidi in 162 campioni di tumore prelevati da pazienti del Tampa General Hospital.

All’interno dei tumori, il team ha osservato un eccesso di molecole che promuovono l’infiammazione e una carenza di quelle che aiutano a risolverla e a promuovere la guarigione. Questi risultati aprono la strada a un nuovo approccio naturale che si concentra sul ripristino dell’equilibrio nella dieta del paziente per trattare il cancro colorettale in modo più efficace. Secondo gli esperti invertendo l’infiammazione attraverso il consumo di alimenti sani e non trasformati, ricchi di acidi grassi omega-3 e di derivati dell’olio di pesce potrebbe ripristinare i meccanismi di guarigione dell’organismo aiutando la lotta al cancro.

Le prime sperimentazioni condotte con derivati specializzati dell’olio di pesce si sono rivelate promettenti per affrontare l’infiammazione alla radice. Le prove sono in corso presso il TGH Cancer Institute e il team continuerà a studiare l’impatto di questo approccio sul trattamento dei pazienti e sulla prevenzione delle malattie.

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Salute

Neuromed, il Memorial Lorenzet: un incontro scientifico verso la visione “common soil”

Il Lorenzet Memorial 2025 esplorerà l’ipotesi del “common soil”, analizzando le connessioni tra malattie croniche come patologie cardiovascolari, tumori e malattie neurologiche. L’evento si terrà presso l’I.R.C.C.S. Neuromed il 14 gennaio 2025, con sessioni gratuite e crediti ECM per i partecipanti.

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Sarà l’Auditorium Marc Verstraete del Parco Tecnologico I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (Isernia) ad ospitare l’XI edizione del Lorenzet Memorial, un evento dedicato alla memoria di Roberto Lorenzet, ricercatore di grande rilievo nel campo dell’epidemiologia e della prevenzione.

ESPLORARE IL CONCETTO DI “COMMON SOIL”
Il tema centrale di questa edizione sarà l’ipotesi del “common soil”, una visione innovativa che analizza le possibili connessioni biologiche e genetiche tra patologie apparentemente distinte, come le malattie cardiovascolari, i tumori e le malattie neurodegenerative. Questa prospettiva punta a identificare le basi comuni nei meccanismi patogenetici che collegano diverse malattie croniche.

Nel corso dell’evento, esperti dell’I.R.C.C.S. Neuromed, dell’Università di Bari e dell’Università LUM di Casamassima discuteranno:

Le basi storiche e scientifiche dell’ipotesi del “common soil”.
L’approccio epidemiologico a sostegno di questa teoria.
Il ruolo della dieta mediterranea nella prevenzione delle malattie croniche.
Il legame tra consumo di cibi ultra-processati e l’insorgenza di patologie cardiovascolari e oncologiche.
Le connessioni genetiche tra piastrine e malattie neurodegenerative.
I biomarcatori comuni coinvolti nel processo di invecchiamento.

Giovanni de Gaetano, Presidente di Neuromed

Il Presidente dell’I.R.C.C.S. Neuromed, Giovanni de Gaetano, ha dichiarato: “Ogni anno questo Memorial ci permette di onorare la memoria di Roberto Lorenzet attraverso il linguaggio universale della scienza e della conoscenza condivisa. L’ipotesi del ‘common soil’ riflette perfettamente il suo spirito di ricerca e innovazione.”

UN EVENTO TRA SCIENZA E MUSICA
Il Maestro Giuseppe Moffa offrirà un momento musicale, arricchendo un evento che unisce la scienza e l’arte, sottolineando il valore universale della conoscenza.

 

INFORMAZIONI UTILI PER I PARTECIPANTI
L’evento è aperto a medici, farmacisti, fisioterapisti, biologi, tecnici di laboratorio biomedico, infermieri, psicologi e dietisti, con la possibilità di acquisire 4 crediti ECM. La partecipazione è gratuita e richiede la registrazione attraverso il sito ufficiale www.neuromed.it, nella sezione Didattica.

Per chi preferisce seguire il convegno online (senza crediti ECM), sarà possibile accedere al link fornito nella pagina ufficiale dell’evento.

 

L’IRCCS NEUROMED: UN’ECCELLENZA NELLA RICERCA
L’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) Neuromed di Pozzilli è un centro d’eccellenza riconosciuto a livello internazionale per la ricerca e la cura delle malattie del sistema nervoso e vascolare. L’istituto si distingue per l’integrazione tra ricerca avanzata, assistenza di alto livello e un approccio innovativo alle cure.

 

 

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Salute

Tumore al seno, in 15 anni -16% mortalità tra pazienti under50

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In Italia, dal 2006 al 2021, la mortalità per tumore al seno tra le donne under 50 si è ridotta complessivamente del 16%. Una prospettiva incoraggiante che apre però nuove problematiche, come la preservazione della fertilità. Pionieri in questo ambito di ricerca gli specialisti italiani, in particolare l’ospedale San Martino di Genova, come emerso nel capoluogo ligure nel corso dell’incontro ‘Back from San Antonio’ al via oggi, dedicato alle principali novità dal recente San Antonio Breast Cancer Symposium. “Il calo dei decessi è un dato incoraggiante e dovuto soprattutto al miglioramento delle terapie”, spiega Lucia Del Mastro, direttrice della Clinica di Oncologia medica del San Martino.

“Quando colpisce una donna al di sotto dei 40 anni il tumore è spesso biologicamente più aggressivo, e il rischio che si tratti di una neoplasia ereditaria è più elevato”. Da anni, afferma, “stiamo studiando gli effetti collaterali legati alle terapie antitumorali. Grazie a trattamenti messi a punto anche attraverso gli studi condotti dal nostro gruppo di ricerca, è oggi possibile diventare madre anche dopo il cancro”.

“Il San Martino è stato nuovamente riconosciuto come ‘Comprehensive Cancer Center’, il massimo accreditamento previsto dall’organizzazione internazionale Oeci”, ricorda il direttore generale del Policlinico Marco Damonte Prioli, ed il direttore scientifico Antonio Uccelli aggiunge: “Circa il 26% delle pazienti viene inserito in studi clinici, dato superiore alla media internazionale. Ciò consente alle donne un accesso precoce ai nuovi trattamenti, con potenziale miglioramento dei risultati terapeutici”. Illustrati a Genova anche i risultati di 4 studi che i ricercatori italiani hanno presentato all’incontro di San Antonio in Texas (Usa).

Uno sul ruolo della chirurgia preventiva per la riduzione del rischio di recidiva tra le portatrici di mutazioni Brca, con -35% di rischio di morte e -42% di recidiva in chi ha subito mastectomia bilaterale; uno sul carcinoma mammario triplo negativo, che ha evidenziato l’efficacia sulla sopravvivenza dell’anticorpo avelumab; il Touch trial sul trattamento a base di palbociclib e letrozolo al posto della chemioterapia; una ricerca di confronto tra radioterapia e terapia endocrina su pazienti over 70 a basso rischio con tumore in stadio iniziale. Nel corso dell’evento verranno premiati due giovani oncologi under 40, Davide Soldato e Linda Cucciniello.

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Salute

Epidemia influenzale a Napoli e Campania, misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza

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A Napoli e in Campania, l’influenza stagionale e gli altri virus respiratori invernali stanno creando un quadro preoccupante. L’incidenza è superiore alla media nazionale, secondo la rete di sorveglianza RespirVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità. Tra i responsabili dell’ondata di malattie, si annoverano virus influenzali A e B, il virus respiratorio sinciziale, SARS-CoV-2, e altri coronavirus umani.

Negli ospedali della città, l’affollamento è cresciuto a dismisura, con migliaia di accessi nei pronto soccorso. Dal 1° al 4 gennaio, la rete dell’emergenza della ASL Napoli 1 ha registrato oltre 2.000 accessi, di cui 81 codici rossi e 652 codici gialli. Febbre alta, tosse, disturbi intestinali e respiratori sono i sintomi prevalenti, colpendo soprattutto anziani e fragili, mandando in crisi la rete di cure territoriali.

Misure temporanee per affrontare l’emergenza

Per garantire la disponibilità di posti letto, la ASL Napoli 1 ha adottato un provvedimento straordinario. Firmato dal direttore generale Ciro Verdoliva, il provvedimento dispone il blocco temporaneo dei ricoveri non urgenti nei presidi ospedalieri dotati di pronto soccorso, come il Capilupi di Capri, il San Paolo, il Vecchio Pellegrini e l’Ospedale del Mare. Anche gli ospedali senza pronto soccorso, come il Loreto e il San Giovanni Bosco, sono stati coinvolti nei trasferimenti secondari.

L’Unità di Crisi Regionale, attivata il 5 gennaio, ha suggerito ulteriori misure. Tra queste, la dimissione rapida di pazienti non urgenti sette giorni su sette, l’utilizzo di posti letto tecnici aggiuntivi e l’adeguamento dei turni del personale per rispondere all’emergenza.

Vaccinazioni e raccomandazioni

Gli esperti raccomandano il vaccino antinfluenzale per chi non si fosse ancora immunizzato, disponibile fino al 31 gennaio presso i medici di famiglia. La dottoressa Pina Tommasielli sottolinea che l’influenza, nella maggior parte dei casi, può essere trattata a casa sotto la guida del medico curante, evitando ricoveri inutili.

Situazione pediatrica al Santobono

Anche il Santobono di Napoli è sotto pressione per l’aumento di casi di influenza e bronchiolite nei bambini, causata dal virus respiratorio sinciziale. «La curva dell’influenza è in ascesa, ma non abbiamo ancora raggiunto il picco», spiega Vincenzo Tipo, responsabile del pronto soccorso pediatrico. «La forma di quest’anno è più aggressiva, con febbre alta e di lunga durata, ma senza complicanze maggiori rispetto agli anni precedenti».

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