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Ci sono ancora 500 migranti in mare, l’umanità di Salvini: se ne vadano in Libia

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Lasciare per giorni dei minori in mare “in prossimita’ della frontiera con lo Stato italiano equivale, di fatto, ad un respingimento”. Vietato dalle convenzioni internazionali, firmate anche dall’Italia. Con 500 migranti, di cui quasi 150 minori, bloccati nel Mediterraneo a causa dei niet di Matteo Salvini e dell’indifferenza del resto dell’Europa, potrebbero essere ancora una volta dei giudici a sbloccare una situazione gia’ al limite e che rischia di peggiorare nelle prossime ore, anche a causa del maltempo tra la Sicilia e la Libia dove sono attese onde di due metri e mezzo.

Il Tribunale dei minori di Palermo ha risposto al ricorso presentato da Open Arms il 7 agosto con il quale i legali della Ong spagnola chiedevano di tutelare i diritti dei 32 minori a bordo, 28 dei quali non accompagnati. E lo ha fatto, dice la Ong, chiedendo “chiarimenti” ai ministri che hanno firmato il divieto di ingresso, oltre a Salvini, Trenta e Toninelli: “si chiede di conoscere quali provvedimenti le autorita’ intendano adottare in osservanza della normativa internazionale e italiana”. I giudici ricordano che “le convenzioni internazionali impongono il divieto di respingimento alla frontiera o di espulsione dei minori stranieri non accompagnati” riconoscendo loro, di contro, “il diritto ad essere accolti in strutture idonee”. Ed e’ “evidente – sottolinea il Tribunale – che questi diritti vengono elusi” dalla permanenza a bordo, in condizioni “di disagio fisico e psichico”. Parole che non smuovono Matteo Salvini. Che, anzi, rilancia. Niente porti, ne’ per la Open Arms ne’ per la Ocean Viking, che ha formalmente chiesto all’Italia e a Malta un approdo sicuro. “Navighino verso la Spagna” dice rivolgendosi alla Ong spagnola, mentre per la nave di Sos Mediterranee e Msf – che ha a bordo 356 persone di cui 103 minori, solo 11 dei quali accompagnati – il ministro fa sapere che la Guardia Costiera libica ha indicato Tripoli come porto sicuro. Una provocazione che le Ong rispediscono al mittente: “non riporteremo le persone in Libia in nessuna circostanza. Per il diritto internazionale ne’ Tripoli ne’ alcun altro porto in Libia sono porti sicuri e riportare le persone li’ sarebbe una grave violazione”.

 

 

Posizione ribadita dall’Unhcr: “i violenti combattimenti in Libia e le segnalazioni di violazioni dei diritti umani fanno si’ che quel Paese non possa essere considerato un porto sicuro”. Si rivolga invece al premier Conte il segretario del Pd Nicola Zingaretti: “faccia sbarcare i migranti ostaggio del ministro dimissionario Salvini. Esistono priorita’ che hanno precedenza su tutto, va rimessa al centro la persona umana e trovata una soluzione”. La fine dell’ennesimo braccio di ferro sulla pelle degli ultimi non e’ ancora scritta. Quello che e’ invece chiarissimo e’ la foto scattata dalle forze armate maltesi che racconta la sofferenza immane di chi si imbarca dalla Libia per tentare di raggiungere l’Europa. Ci sono due uomini rannicchiati sul fondo di un gommone lungo non piu’ di due metri e fermo in mezzo al mare; nell’imbarcazione non c’e’ traccia di acqua ne’ cibo. Uno dei due si muove a stento, e’ in uno stadio gravissimo di disidratazione e con profonde ustioni provocate dal sole. L’altro e’ immobile. E’ morto di stenti.

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Morto Luca Beatrice, presidente della Quadriennale di Roma

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“Due fratelli non sono due amici. Sono rami dello stesso albero che possono divergere con gli anni… ma il loro legame sarà eterno. Ciao Luca fai buon viaggio”. Lo scrive su Facebook Giulio Beatrice, fratello di Luca (nella foto Imagoeconomica in evidenza), annunciando così la morte del presidente della Quadriennale di Roma 2025. “Amico mio, fratello mio, io non ho parole. Non ho proprio parole. Te ne sei andato così, all’improvviso, da ragazzaccio dispettoso, da biker che non vuole perdere tempo coi convenevoli”, sono le parole sui social di Angelo Mellone, direttore Day Time Rai.

“Chissà, dove sei adesso – prosegue Mellone nel post – se potrai ammirare quella perfezione nell’arte che hai inseguito e raccontato per tutta la vita. Che tu possa guardarci dall’alto di un deltaplano o di un aereopoema, cuore mio”. Sono decine al momento i messaggi sotto i due post di condoglianze e cordoglio, mentre si moltiplicano i messaggi di cordoglio sui social, dall’attore Edoardo Sylos Labini alle riviste di arte. Sul profilo di Luca Beatrice una foto postata pochi giorni fa con Oliviero Toscani e il gallerista Antonio Colombo, in occasione della scomparsa dello stilista.

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‘Ndrangheta, le infiltrazioni nel Torinese: 35 indagati

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Sono 35 le persone che hanno ricevuto dalla Direzione distrettuale antimafia del Piemonte l’avviso di chiusura indagini al termine di un’inchiesta sulla presenza della ‘ndrangheta nel Torinese. Fra gli indagati figura l’imprenditore Roberto Fantini, chiamato in causa nella veste di ex amministratore di Sitalfa (la società che cura la manutenzione dell’autostrada del Frejus in Valle di Susa), che secondo l’accusa avrebbe favorito aziende legate alla criminalità organizzata. Gli accertamenti hanno portato alla luce le iniziative di una articolazione della ‘ndrangheta, a Brandizzo (Torino), legata alle ‘ndrine Nirta e Pelle, del locale di San Luca.

Nell’elenco degli indagati compare anche Salvatore Gallo, indicato negli atti come “esponente del Pd” e presidente dell’associazione Idea-To. A suo carico non sono ipotizzati reati di mafia. Tra gli episodi che gli sono contestati figura una violazione della legge elettorale del 1960: in occasione delle amministrative del 2021 avrebbe tentato di far raccogliere dei voti a favore di una candidata di sua fiducia promettendo al ‘collettore’, in cambio, di aiutarlo a ottenere una visita medica specialistica e un intervento chirurgico in tempi brevi.

Ovviamente per tutte le persone indagate c’è il principio di non colpevolezza. Parliamo di persone innocenti fino al terzo grado di giudizio.

 

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Comune Napoli, ricorso contro sentenza su inquinamento acustico

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“Il Comune di Napoli dal 2023 ha messo in campo una serie di azioni a tutela della vivibilità cittadina, in primo luogo attraverso il nuovo regolamento di polizia e sicurezza urbana che già prevede il divieto degli strumenti di amplificazione, comunque alimentati, e l’utilizzo di strumenti di percussione sia all’esterno dei locali che per strada, fatta eccezione per le attività autorizzate per eventi”. Il giorno dopo la sentenza del tribunale che ha condannato il Comune di Napoli a risarcire i residenti di piazza Bellini e zone limitrofe per l’inquinamento acustico provocato dalla movida, arriva la replica dell’ente che – si precisa – è pronto a ricorrere in appello.

“Inoltre – si spiega dal Comune – l’Amministrazione ha come obiettivo l’aggiornamento della disciplina del piano di zonizzazione acustica comunale e – per il tramite dell’ufficio Tutela dell’Ambiente, della Salute e del Paesaggio – sta approntando una normativa dedicata alla “movida”, in linea con le grandi città a livello nazionale. Nel nuovo regolamento è stata introdotta la sanzione di “abuso del titolo” anche nei casi di violazione della legge quadro sull’inquinamento acustico ex L. 447/1995, grazie alla quale i locali non autorizzati ad emettere musica o in violazione dell’autorizzazione rilasciata, sono sanzionati non solo con una multa ma in caso di recidiva con una sospensione fino alla chiusura dell’attività”.

“Numerosi in tal senso – ricorda il Comune – sono stati gli interventi della Polizia Municipale. L’Amministrazione comunque continuerà, dunque, a presidiare le zone maggiormente interessate per garantire il rispetto delle norme vigenti e l’applicazione di sanzioni più severe avverso gli esercenti ove necessario. Tutte le piazze storiche della città sono per vocazione un luogo di aggregazione, il rumore è generato dagli avventori e bisogna contemperare, pertanto, il diritto alla socialità con il diritto al riposo dei residenti”. “Pertanto – si sottolinea – l’Amministrazione Comunale sta mettendo in campo tutte le azioni amministrative possibili per limitare il disturbo della quiete pubblica e sta valutando la presentazione del ricorso avverso la sentenza eccependo le argomentazioni del giudice nella motivazione del dispositivo. Infine, il sindaco Gaetano Manfredi porterà il tema a livello nazionale promuovendo un confronto con altre città italiane che presentano situazioni analoghe”.

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