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Champions: Milan ko, Feyenoord vince e ringrazia Maignan

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Il Milan perde ancora in Champions League. Finisce 1-0 l’andata dei playoff contro il Feyenoord ed è una vittoria meritata per i belgi, solidi e intraprendenti. Il Milan con i quattro big in campo in attacco fin dal 1′ – Leao, Joao Felix, Gimenez e Pulisic – delude per approccio, spirito e atteggiamento. Proprio quelle caratteristiche a cui i rossoneri, secondo quanto dichiarato alla vigilia da Conceiçao, dovevano prestare maggiore attenzione. A dominare sono i padroni di casa, trascinati da uno straripante Paixao. Ed è stato proprio il brasiliano a sbloccare la partita dopo appena 3′. Sul gol incide la papera di Maignan ma seppur con tanto tempo davanti, il Milan non riesce a ribaltarla. Ed ora a San Siro, martedì prossimo, i rossoneri hanno un solo risultato possibile per poter ancora sperare negli ottavi.

Un avvio da incubo per il Milan che va subito sotto. Al 3′ controripartenza del Feyenoord dopo un’occasione sprecata da Reijnders e sul tiro rasoterra dalla distanza di Paixao Maignan si fa clamorosamente sorprendere sul primo palo. Forse ingannato dal terreno scivoloso, perché si gioca sotto il diluvio, ma Maignan ha da sempre abituato ad una solidità diversa. Ma per gran parte del primo tempo i rossoneri subiscono l’entusiasmo e il gioco del Feyenoord. Conceiçao dalla panchina si lamenta perché non si vince un contrasto e sono tante le incomprensioni davanti. Leao ci mette un po’ ad entrare in partita ma le difficoltà del portoghese possono essere legate ad un problema alla caviglia, per il dolore deve prendere un antidolorifico a metà primo tempo sfruttando una pausa di gioco. Una manciata di secondi dopo, cade in area per un contrasto con Beelen, ma è un fallo che non ha gli estremi del penalty.

Poco dopo, ribaltamento di fronte e Paixao, spina nel fianco del Milan, viene fermato da Pavlovic che si era fatto colpevolmente superare. Nella seconda parte del primo tempo i rossoneri alzano testa e baricentro e si fanno più intraprendenti. Ma il Feyenoord continua a far male ed è ancora Paixao a sfiorare il raddoppio scheggiando la traversa con un tiro da fuori. Al 40′ clamorosa occasione sprecata da Leao. L’esterno portoghese lanciato a rete si fa recuperare da un gran recupero di Read. Resta la sensazione che il Feyenoord abbia un altro passo, un’altra capacità atletica. Ma anche un altro carisma. Paradossalmente con i quattro giocatori offensivi Leao, Joao Felix, Gimenez e Pulisic, il Milan ha difficoltà nel costruire. Nella ripresa Conceiçao non cambia interpreti. Conferma l’undici dell’inizio ma i discorsi fatti all’intervallo nello spogliatoio non caricano abbastanza i rossoneri. Il copione della partita non cambia.

Conceiçao richiama un Pulisic meno efficace e forse stanco, per Chukwueze. Ma è sempre solo Paixao a fare la differenza in campo con strappi in velocità e tante azioni sempre pericolose. Invece Joao Felix e Gimenez non brillano. Il portoghese fatica a trovare la posizione ideale, il messicano probabilmente patisce forse l’ambiente, riassaporare l’atmosfera del De Kuip lo condiziona. Quando Gimenez lascia il campo per Abraham tutto lo stadio lo applaude e poi gli dedica un coro. Insieme ad Abraham entra anche Camarda ma i due centrali del Feyenoord concedono pochissimo. La prima conclusione insidiosa di Joao Felix si registra a due minuti dalla fine. E’ chiaro che la strada è ancora molto lunga per il nuovo Milan. Ma come al solito di tempo non ce n’è. E martedì sarà la gara verità per i rossoneri.

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Sci, Federica Brignone trionfa ancora: vinta anche la Coppa di gigante

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Federica Brignone continua a scrivere la storia dello sci alpino. Dopo essersi aggiudicata la Coppa del Mondo generale e quella di discesa, la campionessa valdostana ha conquistato anche la Coppa di gigante nella finale di Sun Valley. Un risultato straordinario, frutto di una stagione vissuta ai massimi livelli, con una continuità di rendimento che le ha permesso di dominare il circuito.

Il verdetto è arrivato dopo l’uscita di Alice Robinson nella prima manche. La neozelandese, che era in testa alla classifica di specialità prima dell’ultima gara, ha dovuto abbandonare la corsa al titolo, lasciando il campo libero a Brignone. L’azzurra ha poi chiuso la gara al secondo posto, alle spalle della svizzera Lara Gut-Behrami, che ha festeggiato il suo 100° podio in carriera. Terza la svedese Sara Hector, mentre Sofia Goggia non ha completato la prova.

Al termine della gara, Brignone ha espresso tutta la sua soddisfazione per questo ennesimo trionfo:

“È stata una stagione incredibile per me. Non avrei mai immaginato di sciare con questa continuità per tutto l’anno. Nella prima manche ho commesso degli errori. Nella seconda ho cercato di dare il massimo, ma ho evitato di rischiare in alcuni passaggi”.

Con questa vittoria, Federica Brignone conferma il suo status di fuoriclasse assoluta dello sci mondiale, regalando all’Italia un’altra stagione memorabile.

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Napoli Tennis Cup, Fognini eliminato da Onclin dopo una battaglia in tre set

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Fabio Fognini esce al primo turno della Napoli Tennis Cup al Circolo del Tennis, sconfitto dal belga Onclin al termine di un match estremamente combattuto, concluso in tre set.

Una partita dai continui capovolgimenti

Onclin parte bene e conquista il primo set con il punteggio di 6-3. Nel secondo set Fognini reagisce prontamente, vincendo 6-4, anche se sembrava avere l’opportunità di allungare ulteriormente il distacco.

Un terzo set combattutissimo

Nel decisivo terzo set, entrambi i giocatori si sfidano in un alternarsi di break e contro-break. Il belga Onclin sembrava inizialmente in grado di chiudere rapidamente il match, ma Fognini ha opposto una strenua resistenza, mantenendo viva la partita fino all’ultimo.

Alla fine è Onclin a prevalere, eliminando così il tennista italiano dal torneo.

Pubblico troppo rumoroso

Durante il match, il pubblico presente al Circolo del Tennis è stato più volte richiamato al silenzio dall’arbitro, evidenziando un comportamento non sempre impeccabile da parte degli spettatori.

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Meret rinnova col Napoli fino al 2027: sarà record di presenze tra i numeri uno

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Alex Meret è pronto a firmare il rinnovo del contratto con il Napoli fino al 2027. «L’accordo è totale», ha confermato con soddisfazione il suo agente Federico Pastorello, dopo mesi di lunghe trattative.

Un futuro da bandiera azzurra

Con questa firma, Meret è destinato a entrare nella storia del Napoli. Già titolare più giovane di sempre nella porta azzurra dal 2018, il portiere ha raggiunto 204 presenze e si avvia ora a superare miti del passato come Sentimenti II (235 presenze in 12 stagioni) e Di Fusco, storica riserva. Meret, da sempre sobrio e determinato, non ha mai nascosto il desiderio di restare al Napoli, nonostante le critiche periodiche ricevute dopo alcuni gol subiti.

Una scelta di cuore e lealtà

Meret avrebbe potuto lasciare Napoli a parametro zero, ma ha scelto di rimanere per riconoscenza verso la società che lo ha reso protagonista nella conquista dello scudetto, della Champions League e dell’Europeo con la Nazionale italiana. Vivendo stabilmente a Lucrino dal suo arrivo, il nuovo contratto lo porterà oltre i record di permanenza di altre stelle come Koulibaly e Mertens (8 stagioni).

La grande tradizione dei portieri azzurri

Il Napoli vanta una straordinaria storia di numeri uno. Tra i grandi predecessori di Meret c’è Ottavio Bugatti, con 256 partite e otto stagioni memorabili negli anni ’50 e ’60. Morgan De Sanctis detiene il primato di imbattibilità casalinga (799 minuti), superando il precedente record di Luciano Castellini. Indimenticabili Claudio Garella e Giuliano Giuliani, portieri dei due scudetti storici, senza dimenticare Luciano Castellini (202 partite) e Pino Taglialatela, amatissimo dai tifosi per le sue sette stagioni in azzurro.

Anche leggende come Dino Zoff e Pepe Reina hanno lasciato segni profondi, mentre Arnaldo Sentimenti resta il re dei rigori parati (9 su 31).

Meret, con il nuovo contratto, punta dunque ad entrare nell’olimpo dei portieri partenopei.

Riassunto SEO: Alex Meret rinnova con il Napoli fino al 2027 puntando a diventare il portiere con più presenze della storia azzurra, superando leggende come Sentimenti, Bugatti e Castellini.

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