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Champions: Inter ci crede ‘City forte ma nessuna paura’

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L’Inter va a caccia di una impresa come quella del 2010, con grande fiducia nonostante il Manchester City sia la più forte squadra al mondo e sia favorita. I nerazzurri iniziano il loro avvicinamento alla finale di Champions League di sabato ad Istanbul partendo dal classico media day al centro sportivo di Appiano Gentile. Una giornata da cui esce un messaggio chiaro: Lautaro e compagni ci credono, nonostante il livello altissimo degli avversari. “Il City troverà un avversario che ha meritato di giocarsi a Istanbul la finale. Incontreremo la squadra più forte del mondo che negli ultimi sei anni ha vinto cinque volte la Premier, il campionato più competitivo, e che è sempre arrivata in fondo alla Champions”, le parole di Simone Inzaghi in conferenza stampa.

“Dovremo essere attenti a fare una gara da squadra perché sappiamo che avremo di fronte i migliori, con una rosa fantastica e un allenatore che ha segnato un’epoca. C’è un prima e un dopo Guardiola, senz’altro sarà per noi una partita importantissima”. Ma l’Inter non parte sconfitta e va a caccia di una nuova vittoria in Champions League a 13 anni di distanza dall’ultimo trionfo: “Nel 2010 l’Inter fece una impresa ed è quello che cercheremo di ripetere sabato. Sono due squadre diverse, penso che vincere sia nel 2010 e sia nel 2023 sarebbero due grandi imprese. Pronostico? È dal giorno che il City ha battuto il Real Madrid che si dice, è preventivato, lo sanno tutti. Ma il calcio è bello per questo, non sempre vince chi è favorito”, ha aggiunto Inzaghi. E il tecnico non è stato l’unico a fare riferimento al 2010. “Per noi la Champions è un sogno, per loro è un’ossessione”, è la provocazione di Federico Dimarco, che riecheggia le stesse parole dette da José Mourinho proprio nel 2010 quando allenava i nerazzurri nei confronti del Barcellona proprio di Pep Guardiola. “L’Inter deve fare l’Inter, usare orgoglio e forza, noi sputeremo sangue e daremo il massimo. Se facciamo l’Inter, ci possiamo togliere delle soddisfazioni e fare grandi risultati come successo in questi anni”.

Il grande dubbio che aleggia su Appiano verso la finalissima di sabato resta il ballottaggio tra Dzeko e Lukaku per partire dal 1′. Questione che Inzaghi non ha sciolto: “Non ho deciso né in attacco, né a metà campo né in difesa. In questo momento ho possibilità di scegliere ed è la migliore cosa che ci sia. Mancano ancora quattro allenamenti, magari hai delle idee ma all’ultimo fai rifinitura e vedi qualcosa che ti fa cambiare idea. Fino all’ultimo ci si porta dietro i dubbi”, le parole del tecnico. Lo stesso Lukaku ha caricato così l’ambiente: “Adesso siamo qui e lo abbiamo meritato. Speriamo di realizzare il sogno di tutti gli interisti nel mondo”, ha detto a Sky. “Dobbiamo essere molto compatti come squadra e dobbiamo fare una gara completa. Io titolare? Penso che la gente adesso sta vedendo le cose che posso fare per la squadra, ma come ho sempre detto, l’Inter è la cosa più importante. Io sono a disposizione del mister e le scelte sono le sue”.

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Sinner nella storia: batte Alcaraz e vola in finale contro Medvedev a Pechino

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Jannik Sinner nella storia: batte Carlos Alcaraz e vola in  finale del “China Open” a Pechino,  sui campi in cemento dell’Olympic Green Tennis Centre. Un torneo che ha come montepremi 3.633.975 dollari.

Sinner, 22 anni era la sesta testa di serie ed ha sconfitto in semifinale lo spagnolo Alcaraz, numero 1 del tabellone e del ranking mondiale, in due soli set con il punteggio di 7-6, 6-1, poco meno di due ore di gioco.  Il giovane azzurro altoatesino sfiderà per il titolo il russo Daniil Medvedev, seconda testa di serie e numero 3 del mondo, che in semifinale aveva battuto Alexander Zverev.

 

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Champions, Napoli sfortunato: il Real Madrid vince al Maradona

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Gol, spettacolo, agonismo. C’è tutto questo in Napoli-Real Madrid di Champions. Alla fine, al termine di una partita emozionante, ricca di colpi di scena, la spunta i madrileni, ma il Napoli esce tra gli applausi del pubblico del ‘Maradona’ che accetta la sconfitta e si gode lo spettacolo. Il risultato lo decide un autogol di Meret, incolpevole perché la palla gli batte sulla schiena e finisce in porta. Ma il Napoli gioca alla pari con la squadra di Ancelotti e la mette in lunghi momenti della gara in grosse difficoltà. La tattica di Garcia è semplice e si basa sul principio che sfidare il Real tentando di rubare agli spagnoli il predominio del gioco non sarebbe una scelta oculata. Gli azzurri, dunque, quando i madrileni sono in possesso del pallone, preferiscono aspattarli nella loro metà campo per chiudere loro da un lato le linee di passaggio verso la porta di Meret e per tentare di lanciare Osimhen e Kvaratskhelia nel caso in cui si offrissero occasioni per le ripartenze veloci. La squadra di Garcia, però, trova il gol del vantaggio su calcio da fermo. E’ il 18′ quando Kvaratskhelia batte un calcio d’angolo. Natan colpisce di testa anticipando Kepa e manda il pallone sulla tarversa. Sulla ribattuta si avventa Ostigard che colpisce a sua volta di testa e manda il pallone in rete. Il Real, pur in svantaggio, non cambia di una virgola il proprio atteggiamento tattico. Per rimettere gli spagnoli in carreggiata arriva un errore clamoroso di Di Lorenzo che al 26′ sbaglia un disimpegno alquanto semplice e cede il pallone a Bellingham il quale serve Vinicius smarcatosi in area di rigore. Per il brasiliano è semplice trafiggere Meret con un diagonale rasoterra. Nel Napoli sembra non mancare l’animo per una reazione, ma il centrocampo in fase propulsiva soffre la prestazione sotto tono di Anguissa e difficilmente gli azzurri riescono a essere propositivi.

Anche l’apporto di Kvaratskhelia alla manovra offensiva è limitato per le mancate sovrapposizioni di Olivera che si disimpegna quasi esclusivamente nella propria metà campo, preoccupato dallo spirito di iniziativa di Carvajal che su quella fascia gioca sostanzialmente da centrocampista aggiunto. Dopo una fase di equilibrio arriva all’improvviso il gol del vantaggio dei madrileni. E’ il 33′ quando Bellingham si incunea nell’area di rigore avversaria, sfrutta un rimpallo favorevole con Ostigard e batte Meret. Il Napoli reagisce cn un colpo di testa di Osimhen sventato da Kepa e mantiene vivo il risultato alla fine della prima frazione di gioco. Al Napoli non manca il coraggio e nella ripresa l’atteggiamento della squadra di Garcia cambia totalmente. Gli azzurri si riversano all’attacco e vengono premiati dopo 8 minuti. Osimhen concludea rete da distanza ravvicinata a Nacho devia con un braccio. Dopo un lungo controllo il Var richiama l’arbitro Turpin che concede il calcio di rigore.

Zielinki riporta la gara in parità. Il Napoli cresce e il Real cala. Gli spagnoli vengono messi alle corde e sono costretti a difendersi con le unghie nella loro area di rigore. Ancelotti manda in campo Modric al posto di Kroos allo scopo di riprendere in mano il pallino del gioco. Ma i padroni di casa spingono soprattutto sulla sinistra con Kvaratskhelia, coadiuvato da un più coraggioso Olivera, che semina il panico nella difesa madrilena. E’ però il Real Madrid a tornare in vantaggio. E’ il 33′ quando Modric batte un calcio d’angolo contestato dagli azzurri che chiedono una punizione per fallo su Olivera. Ostigard devia di testa e Valverde da 25 metri fa partire un tiro che sbatte sulla traversa. Il pallone colpisce Meret sulla schiena e finisce in rete. Nella fase finale della gara il Napoli si riversa in attacco alla ricerca del gol del pareggio. Il Real si aggrappa al vantaggio che riesce a portare fino in fondo, conquistando tre punti fondamentali nell’economia del girone.

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La Camera destituisce lo speaker, prima volta negli Usa

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La Camera ha approvato la mozione per destituire lo speaker repubblicano Kevin McCarthy, facendo precipitare il Capitol nel caos e nell’incertezza. E’ la prima volta nella storia Usa. A proporre la mozione il deputato del suo partito Matt Gaetz, un fedelissimo di Donald Trump ed esponente di una fronda parlamentare alla Camera legata al tycoon.

La votazione si è conclusa con 216 voti a favore e 210 no. Otto repubblicani hanno votato contro McCarthy. Quest’ultimo ora dovrà indicare il suo sostituto provvisorio sino all’elezione di un nuovo speaker, passaggio che non sarà certo facile e che rischia di paralizzare il Congresso proprio quando deve negoziare la prossima legge di spesa.

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