Una partita sentita, per molti l’esordio in Champions League- come per Kvaratskhelia per esempio- che vede un Napoli giovane in via di formazione dopo l’uscita di quasi tutti i big opporsi al blasonato Liverpool di Klopp. Una partita dominata dal Napoli che ha vinto per 4-1, vittoria totalmente meritata.
Simeone
Gli azzurri con l’allenatore infortunato (Spalletti si è rotto una clavicola e gira con il bastone) e senza Mario Rui, colpito dalla…maledizione di Montezuma, e con Politano al posto di Lozano in panchina ma reduce dalla botta dell’Olimpici di tre giorni fa, sono partiti all’arrembaggio. La prima azione porta la firma di Osimhen che al primo minuto prende un palo. Subito dopo una bella azione che porta Zielinski al tiro viene vanificata da un tocco di mano di un difensore che però produce un rigore che l’arbitro, lo spagnolo Carlos del Cerro Grande, non esita a concedere e che viene trasformato dallo stesso calciatore polacco.
La partita è intensa, il Napoli attacca e viene ancora premiato con un secondo, ineccepibile rigore al 16′ per un pestone in area su Osimhen: il nigeriano si prende il pallone e va a calciare ma sbaglia. Un vero peccato. Gli azzurri non demordono: un dribbling da play station di Kvaratskhelia che però non riesce a concludere al quale risponde con un erroraccio di Salah che poteva andare a rete.
Al 27′ è di nuovo il Napoli ad affondare con Kvaratskhelia ma è Anguissa a punire il Liverpool con un gran bel gol che porta il Napoli sul 2-0. Klopp intanto si batte la mano sul petto e dice ai suoi: dovete continuare a giocare.
Il Liverpool attacca ma non buca la difesa azzurra e a poco dalla fine del primo tempo esce Osimhen, colpito e già poco in forma: entra per la prima volta sul campo del Maradona, Giovanni Simeone, il cholito.
Anguissa ormai si è preso la squadra sulle spalle a prescindere dal gol e in mezzo al campo fa quello che vuole: inizia un’altra azione bellissima, il pallone va a Kvaratskhelia che si libera con un doppio dribbling, passa al centro e Simeone segna. Incontenibile la gioia del cholito: lui, argentino, che segna appena entrato al Maradona è davvero tanta roba. Piange ride, abbraccia tutti… e il Napoli va negli spogliatoi sul 3 a 0.
Simeone e Politano
Simeone
Simeone
Nell’intervallo da segnalare il commento (anche in prepartita) su Amazon del Pocho Lavezzi con Fabio Cannavaro e Clarence Seedorf , i primi due visibilmente commossi nel commentare nello stadio che li ha visti, in momenti differenti, protagonisti. E a fare il tifo in tribuna ci sono anche Dries Mertens e sua moglie Kat, lui con una maglia del Napoli.
Il secondo tempo si apre con una bell’azione che vede Simeone in veste di assistmen: passa a Zielinski che tira, Alison respinge e Zielinski riprende il pallone e segna: Spalletti neppure ha visto il gol perchè stava ancora rientrando dallo spogliatoio. Due minuti dopo e Diaz accorcia le distanze battendo Meret: 4-1. Al 56′ doppia sostituzione nel Napoli: escono Kvaratskhelia e Politano ed entrano il giovane Zerbin e Lozano. Sostituzioni anche nel Liverpool dove escono Firmino e Salah che non hanno brillato. Il Liverpool prova ad attaccare ma non riesce a fare più di tanto, il Napoli mantiene le posizioni anche con i cambi… Entrano Rui, pallido ma pronto, ed Elmas al posto di Zielinski e Olivera che non hanno più birra in corpo.
Al 76′ bella parata di Meret che però saltando prende una gomitata da un attaccante del Liverpool e resta a terra qualche minuto ma si riprende. Si continua con le stesse modalità: il lIverpool prova ad attaccare ma sbaglia troppo, il Napoli risponde andando vicino al 5-1. Quattro minuti di recupero e il Napoli può esultare, ha asfaltato e con pieno merito il Liverpool.
Mentre si attende stasera la sfida tra Jannik Sinner e il russo Daniil Medvedev, Grigor Dimitrov raggiunge il tedesco Alexander Zverev nell’altra semifinale del torneo Atp Masters 1000 di Miami. Sul cemento della Florida il 32enne bulgaro n.12 al mondo è riuscito infatti a eliminare ai quarti il n.2 del ranking, il 20enne spagnolo Carlos Alcaraz: 6-2 6-4 il punteggio finale.
Alla fine la fumata bianca per l’approvazione del piano strategico della Federcalcio è arrivata. Tutti favorevoli, o quasi, al nuovo pacchetto di norme economico-finanziarie che prevederanno obblighi più stringenti per i club. Perché a una Serie A che si inserisce tra i “sì”, c’è anche una Serie B che si astiene. “Un’astensione costruttiva”, l’ha definita il presidente della cadetteria, Mauro Balata. Una decisione che non sI spiega il presidente della Figc, Gabriele Gravina.
“Abbiamo ricevuto richieste di riforme, le facciamo, condividiamo i principi e poi ci si astiene…”, la replica del n.1 della Federcalcio. La B, intanto, dal canto suo solleva le criticità nella differenziazione di norme che il piano strategico adotta tra Serie A e B, mentre dalla Federcalcio continuano a ribadire come non vi sia alcuna disparità perché storicamente si sono sempre usati criteri differenti tra le due massime leghe. Nel pacchetto di principi e parametri economici deliberati oggi, infatti, gli indicatori di liquidità, indebitamento e del costo del lavoro allargato saranno ammissivi per la Serie B e C, mentre per la A la si è optato per un allineamento verso la disciplina Uefa. A questo la Figc, da piano strategico, ha aggiunto un’architettura di maggiori controlli durante l’anno per garantire una gestione sostenibile dei club con sanzioni (ancora da definire) previste nell’arco della stagione in caso di violazioni. Un risultato che Gravina definisce “un successo nell’ottica del risanamento economico-finanziario del calcio italiano”, parlando di “impegno mantenuto”.
Come detto a favore è stato anche il parere della Serie A che fa sapere come il suo voto sia stato mosso da un fattore di coerenza con le proposte portate alla Federcalcio sul tema delle norme economico-finanziarie e per senso di dovere istituzionale. Non arretra, però, sul tema di una richiesta di maggiore autonomia e l’aspettativa, ora, è che quando presenterà il progetto alla Figc ci sia condivisione. “Proseguiremo questo percorso e ci aspettiamo l’entusiasmo di tutti nel riceverlo e vederlo perché una Lega più forte avvantaggia tutto il calcio italiano”, ha sottolineato il presidente della Serie A, Lorenzo Casini.
In posizione d’attesa Gravina che aspetta di conoscere i contorni della richiesta nonostante definisca il percorso che la A vuole intraprendere “molto complesso”. “Saremmo felici di conoscere i contorni di questa autonomia – ha detto il presidente della Figc – Certo, il modello Premier tanto decantato non mi sembra che calzi sulle aspettative della Serie A ma probabilmente ci sfugge qualcosa. In consiglio federale ho detto che non c’è contrasto, nessuna contrapposizione”. A fare da sfondo il caso Acerbi-Jesus con Gravina “umanamente vicino” ai due calciatori, “ma quando vedrò Francesco lo abbraccerò”. “I verdetti della giustizia vanno accettati – conclude – e noi crediamo ad Acerbi perché chi indossa la maglia azzurra ha certi valori”.
Filippo Volandri, capitano di Davis azzurro, ha telefonato a Raul Brancaccio per esprimergli la vicinanza personale e di tutto il tennis italiano, in qualita’ di direttore del settore tecnico maschile della Federtennis. Ieri il giocatore napoletano aveva denunciato il tifo contro del pubblico di casa per scommesse live, nell’incontro perso al Napoli Cup Atp Challenger 125.
Il fenomeno, si sottolinea dalla federazione, è noto da tempo: il caso di scommettitori che ‘interferiscono’ col tifo sui giocatori per indirizzare le loro puntate non si è verificato solo a Napoli, e a Napoli non solo contro Brancaccio. Per questo il presidente della Fitp, Angelo Binaghi, ha sentito il presidente del tennis club di Napoli, Riccardo Villari, e l’Atp per attivare tutte le misure in grado arginare questi casi.
In particolare l’Atp attiva la sua task force dedicata, in caso di palese presenza di scommettitori live sugli spalti: il tennis club napoletano ha invece già contattato le forze dell’ordine per eventuali interventi, che in caso il “tifo” superino i limiti possono spettare anche all’arbitro e al supervisor del torneo, per fermare comportamenti considerati “intollerabili”