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Centrodestra per l’en plein in Sicilia, tutti i leader a Catania

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Tutti i leader, a partire dalla premier Giorgia Meloni, insieme a Catania, per far tornare il centrodestra in Sicilia ai fasti dei tempi berlusconiani, quelli del celebre 61 a zero. Si fanno un selfie dal palco per ribadire il valore dell’unità di una coalizione che punta a fare l’en plein nell’Isola alle prossime amministrative in modo da confermare la luna di miele tra il governo e il Paese a otto mesi dalla vittoria delle politiche. Si vota in 128 comuni, di cui 4 capoluoghi, Catania, Ragusa, Trapani e Siracusa. Qui, la soglia da superare per essere eletti al primo turno è del 40% dei voti espressi. “Ho sempre bisogno di tornare in piazza e chiedere ai cittadini, non ai giornalisti schierati, ma a voi, agli italiani, cosa pensate di noi. Questa Regione è strategica”, esordisce la premier. “Stanno arrivando investimenti importanti, penso ai panelli dell’Enel, ai semiconduttori. La Sicilia, Catania – aggiunge Meloni – possono diventare luoghi convenienti dove portare lavoro e sviluppo”.

Lancia un appello alla collaborazione: “Siamo in un’emergenza continua, ci salveremo solo tutti insieme. Noi come governo faremo la nostra parte, come in Emilia. Sappiamo che non abbiamo tanti amici, non tutti sono contenti che siamo al governo, ma alla fine – prosegue tra gli applausi – vinciamo grazie al consenso. E ora cresciamo più della media europea”. Quindi assicura di voler andare fino in fondo sul fronte dei migranti: “Vogliamo soluzioni strutturali e alla fine la spunteremo noi”. Infine, replica alle accuse di occupazione della Rai: “Non intendo sostituire un intollerante sistema di potere con un altro intollerante sistema di potere. Voglio liberare la cultura italiana da un sistema in cui non lavoravi se non eri di una idea politica. Noi vogliamo meritocrazia e pluralismo. Se anche nella Rai qualcuno si deve misurare con il merito e decide che non ce la fa – attacca – non è un problema che possiamo porci noi”. In precedenza, applaudito anche Antonio Tajani: “Vi porto il saluto di un vostro grande amico, Silvio Berlusconi”, esordisce il coordinatore azzurro. “Qui abbiamo tutto il centrodestra unito, come in tutta Italia, unità sintomo di buongoverno”. Le sue parole d’ordine, Sud, sicurezza, lavoro, sviluppo economico, in sintonia e con il “sostegno del governo regionale e nazionale”.

Anche Matteo Salvini punta sull’unità: “Più cercano di inventare divisioni tra di noi, più rafforzano la nostra amicizia: si rassegnino Conte e Schlein, lavoreremo insieme per 5 anni. In Sicilia abbiamo aperto cantieri per 28 miliardi. Questa piazza è la migliore risposta a una sinistra che dice solo dei no, no tav, no ponte, no strade”. Una coalizione, appunto, che si presenta agli elettori siciliani forte del via libera al Ponte: “E’ un’emozione da ministro e da italiano, dopo tante chiacchiere – sottolinea sempre Salvini – avere finalmente approvato questo progetto. Non unisce solo Sicilia e Calabria, ma tutto il Paese. Porterà centomila posti di lavoro vero e libererà mare e aria, permetterà a milioni di italiani, che ammirano questa splendida terra, di venire in Sicilia spendendo di meno”.

“Il Ponte sullo Stretto – osserva l’altro vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani – è una grande vittoria di Silvio Berlusconi e di Forza Italia”. Ad aprire la manifestazione il presidente della Regione, Renato Schifani. Quindi il ministro Nello Musumeci, catanese doc chiamato a scaldare la platea, ricordando che “in questa città il cuore è al centro verso destra”. Anche il leader di Noi Moderati saluta il Cavaliere “Cambiamo l’Italia insieme, grazie a quella coalizione – sottolinea Maurizio Lupi – inventata trent’anni fa da chi ci ha messo insieme, Silvio Berlusconi”.

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Il Papa, Cop28 Dubai porti decisa transizione energetica

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“Non possiamo rinunciare a sognare che la Cop28 porti a una decisa accelerazione della transizione energetica, con impegni efficaci che possano essere monitorati in modo permanente. Questa Conferenza può essere un punto di svolta, comprovando che tutto quanto si è fatto dal 1992 era serio e opportuno, altrimenti sarà una grande delusione e metterà a rischio quanto di buono si è potuto fin qui raggiungere”. Lo afferma papa Francesco nella sua esortazione apostolica “Laudate Deum”, nei capitoli dedicati alle “Conferenze sul clima: progressi e fallimenti” e a “Cosa ci si aspetta dalla Cop28 di Dubai?”.

“I negoziati internazionali non possono avanzare in maniera significativa a causa delle posizioni dei Paesi che privilegiano i propri interessi nazionali rispetto al bene comune globale”, lamenta il Pontefice. E ricordando che “gli Emirati Arabi Uniti ospiteranno la prossima Conferenza delle Parti (Cop28)”, sottolinea che “dire che non bisogna aspettarsi nulla sarebbe autolesionistico, perché significherebbe esporre tutta l’umanità, specialmente i più poveri, ai peggiori impatti del cambiamento climatico”.

“Nonostante i numerosi negoziati e accordi, le emissioni globali hanno continuato a crescere – osserva ancora Francesco -. È vero che si può sostenere che senza questi accordi sarebbero cresciute ancora di più. Ma su altre questioni ambientali, dove c’è stata la volontà, sono stati raggiunti risultati molto significativi, come nel caso della protezione dello strato di ozono. Invece la necessaria transizione verso energie pulite, come quella eolica, quella solare, abbandonando i combustibili fossili, non sta procedendo abbastanza velocemente”.

Secondo il Papa, “se c’è un sincero interesse a far sì che la Cop28 diventi storica, che ci onori e ci nobiliti come esseri umani, allora possiamo solo aspettarci delle forme vincolanti di transizione energetica che abbiano tre caratteristiche: che siano efficienti, che siano vincolanti e facilmente monitorabili. Questo al fine di avviare un nuovo processo che sia drastico, intenso e possa contare sull’impegno di tutti”. “Ciò non è accaduto nel cammino percorso finora – aggiunge -, ma solo con un tale processo si potrebbe ripristinare la credibilità della politica internazionale, perché solo in questo modo concreto sarà possibile ridurre notevolmente l’anidride carbonica ed evitare in tempo i mali peggiori”. In ogni caso, ribadisce il Pontefice, “le soluzioni più efficaci non verranno solo da sforzi individuali, ma soprattutto dalle grandi decisioni della politica nazionale e internazionale”.

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Berlusconi: Sala, su iscrizione al Famedio evitare divisioni

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Oggi pomeriggio si riunirà la commissione comunale per decidere le nuove iscrizioni al Famedio, il pantheon dei milanesi illustri, e sembra ci sia convergenza tra maggioranza e opposizione sul nome di Silvio Berlusconi proposto da Forza Italia. “Credo che sia qualcosa su cui ci possa essere convergenza abbastanza generalizzata – ha commentato il sindaco Giuseppe Sala a margine della festa della Polizia locale -. Se dobbiamo litigare o discutere su tante questioni magari facciamolo su altre. Ci sono tante cose che ci vedono divisi tra maggioranza e minoranza, su questioni del genere io tenderei a evitare ogni possibilità di divisioni e non vorrei lasciare malcontento che non serve”. A chi gli ha fatto notare che Silvio Berlusconi è stato condannato in via definitiva e quindi questo potrebbe sollevare polemiche ed essere inopportuno, Sala ha risposto che “può esserlo. Però c’è una volontà e una precisa richiesta di una parte significativa del mondo politico milanese – ha concluso -. I principi vanno difesi quando sono molto chiari, ad esempio è molto chiaro il principio che prima di dieci anni non si può dedicare vie o piazze. Da questo punto di vista la cosa è un po’ più discutibile, quindi ritengo che possa essere una cosa accettabile”.

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De Luca, in questi anni lavoro immane come nessuno in Italia

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“In questi anni abbiamo fatto un lavoro immane. In alcuni settori, siamo partiti da zero. Nel settore dell’ambiente, ci siamo liberati dell’onta dell’emergenza rifiuti. Abbiamo bonificato le discariche. Stiamo smaltendo le ecoballe che erano lì da decenni grazie ai nuovi impianti di Giugliano e Caivano. Entro l’anno sarà eliminata la sanzione europea che abbiamo dovuto pagare per l’emergenza rifiuti”. Lo scrive sui social il presidente della Giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca, a due giorni dai duri attacchi rivolti al Pd nell’ultima giornata della Festa dell’Unità di Napoli.

“E poi la cultura. Le politiche sociali. Abbiamo aiutato la povera gente. Finanziamo l’apertura pomeridiana e serale di oltre 450 istituti scolastici. Col piano per il lavoro abbiamo dato un posto a tempo indeterminato a 3mila giovani. Si può fare sempre meglio, sempre di più, ma bisogna essere veramente dei farabutti per non avere rispetto per questo lavoro che non ha fatto nessuno in Italia”, conclude De Luca.

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