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Cronache

C’è il video in cui si vedono gli attentatori che scappano e subito dopo c’è la detonazione della bomba e i danni alla pizzeria di Gino Sorbillo, imprenditore simbolo di una Napoli che funziona

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Rilievi e indagini in corso per cercare di ricostruire quanto accaduto la scorsa notte davanti alla pizzeria Sorbillo in via Tribunali mostrano una scena del crimine abbastanza chiara, lineare. Hanno sistemato un ordigno rudimentale, tecnicamente non esattamente una bomba ma un qualcosa di confezionato con polvere pirica, nello spazio esterno tra il cancello di ferro e la porta in legno dell’esercizio commerciale. Potrebbe trattarsi di una di quelle bombe carta che a fine anno, nella notte della guerra di San Silvestro,  certa gentaglia usa per “divertirsi”.

Questa volta hanno fatto saltare in aria un pezzo della pizzeria di Gino Sorbillo. I rilievi effettuati dalla polizia scientifica raccontano di danni non ingenti, ma certamente di una sfida aperta allo Stato in un luogo simbolo della città: i decumani sempre affollati di turisti. Anche l’obiettivo dei criminali non è uno qualunque, un quisque de populo,  è un imprenditore simbolo della città. Gino Sorbillo è giovane, sempre impegnato in campagne legate all’identità culturale della città, attento a favorire lo sviluppo dei prodotti dell’enogastronomia locale, fautore assieme a tanti altri (e tra questi Coldiretti, Campagna amica con Pecoraro Scanio) di quella straordinaria avventura mediatica mondiale che ha portato al riconoscimento Unesco dell’arte dei pizzaioli napoletani. La pizza di Napoli è, anche grazie a lui, patrimonio Unesco. A Napoli quello della pizza è un comparto economico interessante, in continua ascesa.

Gino Sorbillo in nove anni ha creato un marchio, aperto pizzerie in Italia, in Europa, negli States. Ha creato ricchezza, occupazione per tanti giovani napoletani, spesso ragazzi che arrivano da situazioni di malessere, difficili. Ma può Sorbillo essere un imprenditore nel mirino della camorra? Sì, può esserlo. Ma non è di quelli ai quali puoi andare a chiedere il pizzo. E allora chi poteva cinque anni fa bruciargli la pizzeria? E chi oggi ha provato a distruggergliela con un ordigno? Può essere opera di baby criminali? Tutto può essere. Lui ha già spiegato che nessuno è andato a minacciarlo. Nessuno gli ha chiesto il pizzo. I poliziotti stanno visionando  le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti in zona. C’è un buon circuito si video sorveglianza, anche se ci sono molte aree cieche per malfunzionamento degli occhi elettronici. Noi abbiamo avuto la ventura di visionare un filmato in cui alle 2:29:52 secondi si vede qualcuno che si allontana dall’ingresso della pizzeria di Sorbillo, quindi c’è una fiammata che dovrebbe essere quella della detonazione, della esplosione dell’ordigno.

I danni tra telo di copertura esterno, infissi, cancellata in ferro e quello che s’è rotto dentro con vetri in frantumi e altri danni, ci troviamo a quantificare danneggiamenti che ammontano a circa 10/15 mila euro. Forse coperti da polizza assicurativa. Non sarà difficilissimo rimettere tutto apposto in breve tempo. Diciamo che massimo 10 giorni, se non ci sono impedimenti legati alle indagini in corso, la pizzeria dovrebbe riaprire. Ma chi sono queste persone che dal filmato che siamo riusciti a vedere e a raccontarvi potrebbero essere gli attentatori? La polizia ovviamente parte dalla attività dell’imprenditore, dalla sua proiezione privata e dalla sua esposizione pubblica. Lo chiamano il pizzaiolo social. Ha centinaia di migliaia di followers. E non tutti, diciamo, lo amano alla follia. Basta andare sulle sue pagine social per scoprire che non mancano minacce, invidie, insidie ad un imprenditore che ci ha saputo fare ed ha avuto successo negli affari. E si sa, in Italia il successo, soprattutto se parla napoletano, deve essere per forza inquinato. Altrimenti non lo si può o non lo si sa spiegare. È qui, in questo ambito, che sarà trovato il colpevole o i colpevoli di questo attentato.

 

Ennio Flaiano avrebbe detto “signori caro, la situazione è tragica ma non è seria”. E invece a leggere dal punto di vista investigativo quanto accade ad Afragola, a Sant’Antimo e in altri comuni dell’area nord di Napoli per le bombe che fanno saltare in aria esercizi commerciali e la bomba che all’alba ha devastato la pizzeria Sorbillo in via Tribunali, la stiuazione è tragica, è seria e però la magistratura e le forze dell’ordine, pare abbiano idee chiare su cosa sta accadendo.    “La situazione è preoccupante, ma magistratura e forze dell’ordine stanno lavorando senza risparmiarsi. Ottimo segnale la forte presenza dei cittadini onesti di Napoli che non stanno abbassando la testa. A Napoli incontriamo il procuratore Melillo per ascoltare e comprendere quanto sta accadendo in città e in provincia, con particolare attenzione ad Afragola e l’area nord di Napoli, e dare il pieno supporto di cui la Procura e gli investigatori necessitano. Ho anche sentito telefonicamente Gino Sorbillo per esprimere vicinanza e solidarietà. Sorbillo è simbolo di tutti coloro che resistono senza piegare la testa” dice Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare Antimafia.

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Cronache

Bambino di 4 anni annega nel parco acquatico di Castrezzato: tragedia e indagini in corso

Tragedia in un parco acquatico a Castrezzato: muore un bambino di 4 anni. Inchiesta della Procura di Brescia per valutare eventuali responsabilità. I dati sugli annegamenti infantili.

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Le speranze si sono spente nella serata di domenica: il bimbo di 4 anni ricoverato in condizioni gravissime dopo essere caduto in una piscina del parco acquatico di Castrezzato, nel bresciano, non ce l’ha fatta. A darne comunicazione sono stati i medici dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove il piccolo era stato trasferito in elicottero e ricoverato in terapia intensiva pediatrica.

Il bambino era in compagnia del padre, che lo ha perso di vista nel primo pomeriggio di venerdì. Dopo alcuni minuti di ricerca, il genitore ha notato il corpicino esanime galleggiare in acqua. I soccorsi sono stati tempestivi, ma le condizioni cliniche sono apparse da subito disperate.

Inchiesta della Procura: si indaga sulle responsabilità

Il parco acquatico è gestito da una società privata. Sull’accaduto è stata aperta un’inchiesta dalla Procura di Brescia, con il pubblico ministero Caty Bressanelli che ha affidato ai Carabinieri l’ascolto dei genitori e dei bagnini presenti al momento della tragedia. Si indagherà su eventuali negligenze nei controlli e nelle misure di sicurezza, anche se il dramma pare essere figlio della fatalità.

La famiglia, residente a Rovato, era già stata altre volte in quel parco. Il bambino, secondo quanto emerso, non sapeva nuotare. Resta da chiarire quanto tempo sia rimasto in acqua prima dell’intervento dei soccorsi.

I numeri drammatici degli annegamenti tra i più piccoli

Secondo l’Osservatorio per la prevenzione degli annegamenti, ogni anno in Italia muoiono circa 330 persone per annegamento. Il 53% delle vittime ha meno di 12 anni. Si parla di circa 41 decessi l’anno tra bambini e adolescenti, con un’incidenza altissima tra i maschi (81%).

Andrea Piccioli, direttore generale dell’Istituto Superiore di Sanità, sottolinea: “Instaurare un corretto rapporto con l’acqua è fondamentale per la crescita dei nostri bambini, e con alcune attenzioni si possono ridurre i rischi”. Il pericolo non risparmia nemmeno pozze d’acqua o stagni. “L’acqua esercita un’attrazione fatale su qualsiasi bambino”, afferma Vincenzo Ferrara, che ha curato il rapporto.

(L’immagine in evidenza non è reale ma è stata realizzata con sistemi di intelligenza artificiale) 

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Ragazzo fugge da Volante a Marina di Ravenna mentre la polizia interviene per salvare una 15enne aggredita

Fuga ripresa in un video virale.

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Nella notte tra venerdì e sabato, a Marina di Ravenna, un ragazzo è riuscito a sfuggire al controllo della polizia dopo aver sfondato il finestrino di una Volante. La scena è stata ripresa e pubblicata dal gruppo Facebook Welcome to favelas, diventando rapidamente virale.

Poliziotti costretti ad allontanarsi per soccorrere una minorenne

Il giovane era stato inizialmente fermato con l’accusa di aver compiuto furti tra le auto in sosta, ma non era stato arrestato. Era stato collocato in attesa di identificazione all’interno dell’auto di servizio, proprio mentre due agenti sono stati costretti ad allontanarsi urgentemente.

Il motivo? Poco distante, una 15enne era stata aggredita a colpi di catena e lasciata a terra sanguinante da un 27enne di origine egiziana, che aveva anche rapinato i cellulari a due ragazzi. L’intervento della pattuglia è servito a evitare il linciaggio dell’uomo e a prestare i primi soccorsi alla giovane ferita, per cui i medici hanno stilato una prognosi di 20 giorni.

Nessun arresto per la rapina: non c’era più la flagranza

La dinamica della serata, resa caotica dalla contemporaneità dei due episodi, ha portato a un paradosso giudiziario: la Procura non ha potuto convalidare l’arresto del 27enne per rapina aggravata e lesioni, in quanto fuori dalla flagranzadel reato. Una decisione che alimenta polemiche e interrogativi.

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Iran a Usa, rappresaglie senza limiti se colpite Khamenei

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L’Iran è pronto a scatenare rappresaglie asimmetriche “senza limiti e senza restrizioni” di sorta laddove gli Usa dovessero prendere di mira l’86enne ayatollah Ali Khamenei, Guida Suprema della Repubblica Islamica. L’avvertimento, dopo gli attacchi americani delle ultime ore contro tre impianti nucleari iraniani, viene da “un alto funzionario” di Teheran citato in forma anonima dal sito della Reuters. Si tratta “della più rossa delle linee rosse”, ha ammonito la fonte, aggiungendo che “qualunque mossa contro il supremo leader chiuderebbe la porta a ogni negoziato e innescherebbe una risposta senza limiti e senza restrizioni”.

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