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Politica

Cassazione, valutazione paesi sicuri spetta a ministri

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Un’ordinanza interlocutoria in attesa che sul nodo Paesi sicuri sia, nei prossimi mesi, la Corte di Giustizia dell’Unione europea a mettere un definitivo tassello di chiarezza. Ma intanto la Cassazione afferma che la definizione di paesi sicuri “spetta, in generale, soltanto al Ministro degli affari esteri e agli altri Ministri che intervengono in sede di concerto”. Lo scrivono i giudici della prima sezione Civile della Suprema Corte in un documento di 35 pagine sciogliendo la riserva, dopo l’udienza del 4 dicembre scorso, sui ricorsi presentati dal governo contro le prime mancate convalide del trattenimento di migranti in Albania emesse dalla sezione immigrazione del tribunale di Roma il 18 ottobre.

La Cassazione ha quindi, “sospeso ogni provvedimento” in attesa che si pronunci la corte con sede in Lussemburgo. I magistrati, però, offrono “nello spirito di leale cooperazione” la “propria ipotesi di lavoro” senza “tuttavia tradurla né in decisione del ricorso né in principio di diritto suscettibile di orientare le future applicazioni”. Nel provvedimento i giudici affermano che sulla definizione di Paesi sicuri “il giudice della convalida, garante, nell’esame del singolo caso, dell’effettività del diritto fondamentale alla libertà personale, non si sostituisce nella valutazione che spetta, in generale, soltanto al Ministro degli affari esteri e agli altri Ministri che intervengono in sede di concerto”.

Il giudice della convalida, aggiungono gli ermellini, “è chiamato a riscontrare, nell’ambito del suo potere istituzionale la sussistenza dei presupposti di legittimità della designazione di un certo paese di origine come sicuro, rappresentando tale designazione uno dei presupposti giustificativi della misura del trattenimento”. E aggiungono anche che “la procedura accelerata di frontiera non può applicarsi là dove, anche in sede di convalida del trattenimento, il giudice ravvisi sussistenti i gravi motivi per ritenere che il paese non è sicuro per la situazione particolare in cui il richiedente si trova” ma “le eccezioni”, aggiungono i magistrati, “non possono essere ammesse senza limiti”.

Nell’atto la Cassazione analizza anche la pronuncia della Corte di giustizia europea del 4 ottobre scorso precisando in sostanza che un paese non può essere ritenuto insicuro se lo è per alcune categorie di persone. Diversamente è da reputarsi insicuro se presenta aree di conflitto o violenza. Infatti a detta degli ermellini, la Corte di giustizia Ue nella pronuncia si occupa “esclusivamente delle eccezioni territoriali, chiarendo che l’esistenza di aree interne di conflitto e violenza indiscriminata è incompatibile con la designazione di un paese terzo come sicuro”. Mentre dalla pronuncia della Corte di giustizia Ue “non sembrerebbe trarsi come implicito corollario, l’esclusione della compatibilità con la nozione di paese sicuro, altresì, delle eccezioni personali, là dove, cioè, l’insicurezza riguardi le categorie di persone”.

Insomma “non parrebbe esservi spazio, in altri termini, per alcun automatismo di ricaduta, nel senso che l’indicazione, nella scheda-paese, di una categoria di persone insicura sarebbe destinata a travolgere la complessiva designazione di sicurezza dell’intero paese”. L’ordinanza del Palazzaccio ha scatenato reazioni anche a livello politico. Fratelli d’Italia, per bocca del senatore Lucio Malan, difende il ‘modello Albania’ e definisce “sbagliate” le decisioni del Tribunale di Roma sulla non convalida. Per il senatore di Fratelli d’Italia, Alberto Balboni, responsabile Sicurezza e Legalità del partito, “la Cassazione conferma la bontà delle politiche migratorie del governo”. Di diverso avviso l’opposizione. Per Bonelli (Avs) per il quale “la questione paesi sicuri va affrontata in sede europea”.

Dal canto suo il Pd va all’attacco affermando come sia “grave che la destra al Governo non solo legiferi male, ma non comprenda, o peggio, non legga le sentenze – afferma il senatore Antonio Nicita -. La Cassazione si è limitata a rinviare alla Corte di giustizia Ue. Nessuno ha mai posto in dubbio le prerogative del Governo sulla lista di paesi sicuri, come nessuno può mettere in dubbio il ruolo autonomo e indipendente del magistrato nel valutare il singolo caso in relazione allo status di paese sicuro”.

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Gasparri attacca sulla pubblicazione delle chat: “Se fosse successo al Pd, sciopero generale”

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A Bari, il presidente del gruppo dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha espresso forte preoccupazione sulla pubblicazione di chat private da parte di alcuni giornali, denunciando quella che definisce una gestione mediatica a doppia velocità.

“Se Libero o Il Giornale avessero pubblicato delle chat carpite del Pd, saremmo allo sciopero generale, con scuole chiuse e treni fermi” ha dichiarato Gasparri, sottolineando come la vicenda non abbia suscitato le reazioni che, a suo avviso, avrebbe meritato.

Il senatore forzista ha poi insistito sulla presunta natura illecita delle conversazioni diffuse:

“Io credo che siano state carpite e non intercettate, e che qualcuno le abbia date perché ha litigato. Nessuno parla della violazione della privacy e della pubblicazione di materiali privati. Sono sconcertato dalla mancanza di reazioni e di sanzioni”

Le accuse ai media e il caso Striano

Gasparri ha puntato il dito contro testate che, a suo dire, avrebbero una “specializzazione” nella pubblicazione di atti riservati:

“Ci sono giornali che hanno la specializzazione di pubblicare atti dei servizi. Quali sono i collegamenti? Sul caso Striano abbiamo letto tutto su il Domani. Facciamo fatica a trovare gli atti in commissione Antimafia, mentre alcuni giornali pubblicano tutto”

Il riferimento è al caso che ha coinvolto il magistrato Giovanni Striano, accusato di avere contatti con ambienti criminali, e alla pubblicazione di dettagli che, secondo Gasparri, sarebbero trapelati con troppa disinvoltura.

Banche e inchieste: il senatore chiede chiarezza

Non solo intercettazioni e fughe di notizie, Gasparri ha sollevato anche interrogativi su alcuni scandali finanziari:

“Altre vicende, come quella della banca di Bisceglie, che si era presa tutti i conti correnti e di cui non si sa più niente. Nessuno chiede a Banca Intesa una responsabilità o una condanna.”

E ha aggiunto:

“A Milano c’è un’altra inchiesta, ma nessuno si chiede quali siano le regole per sanzionare le violazioni, anche per la deontologia professionale. Io sono giornalista professionista dal 1985 e mi chiedo quali siano i limiti di queste pubblicazioni.”

Il presunto doppio standard dell’informazione

Gasparri ha infine concluso con una riflessione sulle reazioni del mondo del giornalismo:

“Se le stesse cose fossero accadute a ruoli inversi, la Federazione della stampa avrebbe dichiarato sciopero immediatamente.”

Una presa di posizione netta che riaccende il dibattito sull’etica dell’informazione e sulla gestione delle fughe di notizie in Italia.

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Politica

Campi Flegrei, al via gli interventi di messa in sicurezza: stanziati 184 milioni di euro

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Dopo oltre un anno di pianificazione e analisi, il Consiglio dei ministri ha approvato un ambizioso programma di interventi per migliorare la sicurezza sismica nell’area dei Campi Flegrei. Si tratta di una zona particolarmente vulnerabile, soggetta al fenomeno del bradisismo, che negli ultimi quattro anni ha registrato un incremento sia nel numero degli eventi sismici che nella loro magnitudo.

Il piano, che prevede un investimento complessivo di 184 milioni di euro, si articola in due macro-programmi di intervento per la messa in sicurezza del territorio, in particolare nel comune di Pozzuoli, nell’area che si affaccia sul golfo di Bacoli, e in alcune zone di Napoli, tra cui Bagnoli, Posillipo, Soccavo e Pianura.

Gli interventi prioritari

L’intervento, coordinato dal Commissario straordinario Fulvio Maria Soccodato, segue le linee guida del Piano straordinario di analisi della vulnerabilità delle zone edificate.

🔹 Adeguamento sismico degli edifici pubblici

  • Previsti 36 interventi, con priorità su scuole, strutture che ospitano minori, detenuti e persone con disabilità.
  • Particolare attenzione sarà data agli istituti scolastici, con 19 scuole coinvolte in lavori di adeguamento.

🔹 Potenziamento delle infrastrutture pubbliche

  • 14 interventi su arterie stradali, reti idriche e fognarie.
  • Messa in sicurezza delle rampe di accesso alla Tangenziale di via Campana e creazione di un ingresso controllato per migliorare la viabilità.
  • Interventi sul depuratore di Cuma e potenziamento della darsena traghetti.

Il decreto dovrà ora passare al Ministero dell’Economia e delle Finanze prima di diventare operativo, con l’obiettivo di avviare i lavori nel più breve tempo possibile.

Prevenzione e sicurezza per il futuro

Il piano è parte di una strategia a lungo termine per ridurre il rischio sismico nei Campi Flegrei. Nello Musumeci, ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa per mitigare i rischi legati al bradisismo e garantire la sicurezza delle comunità locali.

«Si tratta di un primo stralcio dei 500 milioni previsti – ha dichiarato Fabio Ciciliano, capo della Protezione Civile – Gli interventi partiranno dagli edifici pubblici strategici, come scuole e il carcere femminile di Pozzuoli. Sarà un’azione di lungo periodo, ma necessaria per garantire la sicurezza della collettività».

Anche i sindaci dei territori coinvolti hanno espresso soddisfazione per l’avvio dei lavori. Luigi Manzoni, primo cittadino di Pozzuoli, ha affermato che il programma di interventi «renderà la città più sicura». Josi Della Ragione, sindaco di Bacoli, ha evidenziato l’importanza degli interventi previsti per il consolidamento dei costoni e il miglioramento della rete idrica e fognaria, per un totale di 30 milioni di euro destinati al suo comune.

Il piano per i Campi Flegrei rappresenta un passo fondamentale per garantire la sicurezza sismica di un’area densamente popolata e storicamente fragile. Con l’avvio dei lavori, si punta a prevenire disastri e migliorare la resilienza del territorio di fronte a futuri eventi sismici.

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Meloni archivia le chat: con Salvini avanti compatti

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Una foto in cui sorridente abbraccia Matteo Salvini, e un post: “Non sarà certo qualche polemica forzata e strumentale a scalfire il nostro rapporto”. Giorgia Meloni sceglie i social per provare a spazzare polemiche e diffidenze dopo la pubblicazione delle chat interne di FdI con diversi messaggi, risalenti a qualche anno fa, tutt’altro che teneri nei confronti del leader della Lega. Tra gli insulti, “è il gonfio che mi dà fastidio….”, spiegava il vicepremier in mattinata riferendosi a un messaggio di Daniela Santanchè del 2021 (uno dei tanti svelati nel libro di un giornalista del Fatto quotidiano) e raccontando la sua sfida con la bilancia. “Non sono permaloso ma non fa piacere leggere certe cose – assicurava -. Se c’è qualcosa che risale al passato è di pessimo gusto, ma non è un problema politico perché eravamo su fronti diversi. Ovviamente un altro paio di maniche sarebbe se considerazioni di un certo tipo fossero fatte da alleati adesso mentre governiamo insieme”.

I commenti poco lusinghieri, inclusa l’espressione “ministro bimbominkia” usata da Giovanbattista Fazzolari, sono “battute scritte in un’altra era politica” per il vicepremier, ed è “certo” che “non rispecchiano il pensiero attuale degli alleati. Giorgia saprà confermarlo”. E “Giorgia” lo ha fatto qualche ora più tardi. “Con Matteo Salvini abbiamo affrontato tante battaglie insieme e continueremo a lavorare fianco a fianco, con lealtà e determinazione, per il bene dell’Italia”, ha scritto la leader di FdI rimarcando che la stima nei confronti dell’alleato “è nei fatti: oltre a essere ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, è anche vicepremier del nostro governo. Un ruolo centrale per portare avanti le riforme e i progetti che servono alla nazione. Noi andiamo avanti, compatti, come sempre”. Prima del post della presidente del Consiglio, di cui per ora è filtrata solo l’irritazione per la fuga di notizie, i due non si sono incrociati nella breve riunione del Consiglio dei ministri, perché il vicepremier dopo la conferenza della Lega sulla rottamazione è volato a Madrid per il summit dei Patrioti europei.

“Se qualcuno spera di mettere in difficoltà la maggioranza pubblicando vecchie chat riservate, sbaglia”, chiarisce il leader leghista. Intanto ha rilanciato il pressing sulle cartelle esattoriali, ha sollevato una questione politica nella giunta del Lazio a guida FdI, e ha detto che serve “chiarezza in quelli che paiono regolamenti di conti all’interno dei servizi di intelligence”. Non mancano quindi i temi di confronto con gli alleati, mentre in via della Scrofa si studia la controffensiva legale alla pubblicazione delle chat. Diversi esponenti di FdI hanno intenzione di rivolgersi al Garante della privacy, i legali del partito stanno studiando il caso anche dal punto di vista penale, e alcuni parlamentari stanno valutando la possibilità di cause civili per danni. Fonti di FdI rimarcano poi che “non c’è corrispondenza fra le chat e il contenuto del libro”.

Sono “conversazioni di natura privata all’interno di una chat – ha osservato il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, presentando una partnership con la Federazione italiana Rugby -, come può avvenire all’interno di uno spogliatoio in una fase di grande acrimonia tra alcuni partiti: era un momento nel quale avevamo la Lega in maggioranza con i 5 Stelle e noi all’opposizione, avevamo fatto scelte radicalmente diverse e quindi sono volate anche parole grosse”. Le chat raccolte e pubblicate dal giornalista Giacomo Salvini vanno dal 2018 al 2024. C’è Tommaso Foti, oggi ministro e allora capogruppo alla Camera, che nel 2020 definisce Benito Mussolini “un gigante”, in confronto al “pigmeo” Giuseppe Conte. Dopo il discorso di insediamento alla Camera, la leader inoltra ai suoi un messaggio che ha ricevuto da Lino Banfi. “Da oggi, nel mio piccolo, come cittadino Italiano ho capito che la Raghezza Giorgia passa alla storia e il fragile Silvio passa di moda!!Lino”.

Ci sono scambi di messaggi che testimoniano accesi confronti interni. Meloni il 5 ottobre 2022 dopo una riunione dell’esecutivo nazionale di FdI è irata per la fuga di notizie sulla sua intenzione di non partecipare a un Consiglio Ue: “Ci si confronta con la classe dirigente se si può contare su una classe dirigente”. Le chat raccontano anche le critiche al ministro dell’istruzione in quota Lega Giuseppe Valditara per le gabbie salariali per i docenti, e i commenti per il rientro in Italia di Patrick Zaki. “Vi prego di farlo notare – scrive Meloni ai suoi -. Questa è tutta farina del mio sacco. Non va detto così ma è così. Una grande vittoria che bisogna rivendere”. Fra gli episodi, anche la nascita dell’attuale Commissione europea. Quando esce la notizia che FdI ha votato contro Ursula von der Leyen, Meloni chiede ai suoi di commentare “senza esagerare perché con lei devo mantenere buon rapporto. Quindi parlando comunque di collaborazione”.

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