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Cronache

Cassazione, Bossetti vince ricorso su accesso a reperti

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E’ stato accolto dalla Cassazione, con rinvio per un nuovo esame davanti alla Corte di Assise di Bergamo, il ricorso della difesa di Massimo Bossetti – l’uomo condannato all’ergastolo in via definitiva per l’omicidio della minorenne Sara Gambirasio, scomparsa il 26 novembre 2010 a Brembate di Sopra (Bergamo) – in tema di indagini difensive funzionali all’eventuale provvedimento del giudizio di revisione del processo. La Prima Sezione penale della Suprema Corte ha infatti annullato con rinvio l’ordinanza del 21 novembre 2022 della Corte di Assise di Bergamo, che, in sede di esecuzione, aveva negato alla difesa di Bossetti il diritto di accedere ai reperti confiscati ai fini dello svolgimento di indagini difensive in vista dell’eventuale revisione del processo.

Adesso, in seguito alla decisione emessa in camera di consiglio dagli ‘ermellini,’ al termine di una discussione a porte chiuse, la Corte di Assise di Bergamo dovrà consentire alla difesa la ricognizione dei reperti, nei limiti già autorizzati in precedenti provvedimenti, stabilendo contestualmente le opportune cautele idonee a garantirne l’integrità. All’esito della ricognizione, se la difesa avanzerà nuova specifica richiesta, la Corte di Assise – spiegano fonti della Cassazione – dovrà valutare la concreta possibilità di nuovi accertamenti tecnici e la loro non manifesta inutilità. Come sottolineato dalle stesse fonti, ci sono state già altre decisioni della Suprema Corte che hanno accolto alcuni reclami della difesa di Bossetti per poter visionare reperti. Materiali che però i magistrati di merito hanno ritenuto irrilevanti o “scartini”.

Bossetti, che viveva nella bergamasca, a Mapello, dove faceva il muratore, è in carcere dal 14 giugno 2014, decisive le prove del Dna raccolte dopo aver passato al setaccio migliaia di profili genetici degli abitanti dell’area dove è avvenuto il delitto della tredicenne che il giorno della sua scomparsa stava andando in palestra per fare allenamento di ginnastica. Tuttavia, come emerso nei dibattimenti che si sono aperti in seguito ai tentativi della difesa di riaprire il processo e giocare la carta della revisione, la prova regina che ha puntato il dito contro Bossetti – il campione genetico 31 G20 che raccoglieva la traccia del suo Dna, trovato sui leggins della vittima – a furia di essere analizzata è esaurita. Quindi l’esame del Dna su quella traccia non può più essere eseguito. Tra circa un mese si dovrebbero conoscere le motivazioni della decisione emessa questa sera dai supremi giudici, e si capirà con precisione per quali reperti è stato consentito l’accesso da parte della difesa dell’imputato.

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Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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