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Cronache

Cassa Depositi e Prestiti, operazioni per 2,6 miliardi e nuove nomine ai vertici delle controllate

Cassa Depositi e Prestiti approva interventi per 2,6 miliardi di euro e rinnova i vertici delle controllate: Fabio Barchiesi nuovo ad di Cdp Equity, Antonino Turicchi a capo di Cdp Real Asset Sgr, Mario Valducci nuovo ceo di Fintecna.

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La Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) ha approvato operazioni per un valore complessivo di oltre 2,6 miliardi di euro, destinate a infrastrutture strategiche, credito per piccole e medie imprese, enti locali e progetti di cooperazione internazionale. La riunione del consiglio di amministrazione, tenutasi a Cagliari nel quadro del “tour” nazionale della Cassa, ha inoltre definito il rinnovo dei vertici di alcune controllate chiave del gruppo.


Fabio Barchiesi nuovo amministratore delegato di Cdp Equity

Alla guida di Cdp Equity, la holding di partecipazioni strategiche, arriva Fabio Barchiesi, 52 anni, manager di lungo corso nel gruppo Cdp. Nominato su proposta dell’amministratore delegato Dario Scannapieco (nella foto Imagoeconomica), Barchiesi ricopre dal 2024 il ruolo di vicedirettore generale con delega agli investimenti nei settori strategici dell’economia.

Negli ultimi anni ha seguito alcune delle principali operazioni del gruppo, tra cui la fusione Saipem-Subsea7 e i dossier Italgas, Nexi, Diagram e Open Fiber, secondo la logica di “rotazione del capitale” promossa da Cdp.

Accanto a lui è stato nominato presidente Paolo Perrone, ex sindaco di Lecce e attuale presidente del Poligrafico e Zecca dello Stato.
Barchiesi e Perrone avranno il compito di gestire partecipazioni per oltre 15 miliardi di euro in aziende strategiche come Autostrade per l’Italia, Open Fiber, Nexi, Euronext, Ansaldo, Fincantieri, GreenIT e Renovit.


Turicchi alla Cdp Real Asset Sgr, Zuin presidente

Rinnovati anche i vertici di Cdp Real Asset Sgr, la società di gestione del risparmio del gruppo, dove l’incarico di amministratore delegato va ad Antonino Turicchi, ex presidente di Ita Airways e già direttore generale di Cdp per sette anni.

Turicchi, manager con lunga esperienza nella galassia delle partecipate pubbliche (da Leonardo ad Alitalia), lascia così la guida di Fintecna per assumere la nuova sfida. A fianco di Turicchi, come presidente, arriva Michele Zuin, già parlamentare di Forza Italia e coordinatore regionale del partito in Veneto.


Fintecna, arriva Mario Valducci come ceo

Alla guida di Fintecna, società specializzata nella gestione e liquidazione di asset pubblici, arriva Mario Valducci, attuale presidente di Invimit ed ex sottosegretario allo Sviluppo economico.

Valducci subentra proprio a Turicchi, mentre la presidenza è stata affidata a Moroello Diaz Pallavicini, presidente di Aon Italia e consigliere di Webuild. Nel nuovo consiglio di amministrazione entra anche Alessandro Vespa, avvocato e figlio del giornalista Bruno Vespa.


Progetti per PMI e cooperazione internazionale

Oltre alle nomine, il consiglio di Cdp ha approvato nuove iniziative di collaborazione con enti locali e pubbliche amministrazioni per il rafforzamento degli investimenti territoriali.

Sul piano internazionale, la Cassa parteciperà a programmi con istituzioni finanziarie estere per sostenere micro e piccole imprese nei Paesi partner della cooperazione, con particolare attenzione a quelle guidate da donne e giovani e alle imprese agricole.

Con queste decisioni, Cdp conferma il proprio ruolo di motore pubblico per lo sviluppo economico, rafforzando la governance e ampliando la capacità di investimento in settori strategici per la crescita dell’Italia.

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Cronache

Fnsi attacca gli editori: «Tagliano diritti e qualità. Basta usare i giornalisti come un bancomat»

Fnsi denuncia dieci anni di immobilismo contrattuale e accusa gli editori di tagliare diritti, welfare e qualità dell’informazione. Il 28 novembre sciopero nazionale dei giornalisti.

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La Fnsi rompe il silenzio e, in vista dello sciopero nazionale del 28 novembre, attacca frontalmente gli editori. Il sindacato ricorda che «responsabili lo siamo da dieci anni», tanto quanto è durata l’assenza della Fieg dai tavoli contrattuali, con il contratto scaduto e nessuna protesta portata in piazza fino a oggi.

Il bonus informazione ignorato

La Fnsi rivendica di aver proposto alla Fieg una piattaforma comune da presentare al governo, con misure condivise come il “bonus informazione”, uno strumento pensato per sostenere i cittadini nell’accesso a un’informazione di qualità e riportare ricavi nelle aziende editoriali. La risposta? «Non solo la proposta non è stata presa in considerazione, ma è stata accolta con fastidio».

«Solo tagli e precarietà»

Nella nota il sindacato denuncia che le proposte della Fieg puntano esclusivamente a tagli sul costo del lavoro, presenti e futuri, «condannando la categoria a pensioni da fame e indebolendo il welfare». Secondo la Fnsi, l’obiettivo degli editori sarebbe ottenere risorse per prepensionare chi oggi lavora, sostituendolo con giovani «senza diritti» e con pensionati. A ciò si aggiunge la richiesta di sovvenzioni certe, «senza dare nulla in cambio», con un impatto diretto sulla qualità dell’informazione.

Il crollo dell’occupazione

Dal 2011 ad oggi, ricorda la Fnsi, i giornalisti dipendenti sono passati da 19mila a 13mila: «circa il 30% di posti di lavoro in meno», anche tenendo conto delle assunzioni obbligatorie. Una crisi aggravata da stati di crisi «ripetuti anche quando i bilanci erano floridi» e che ha contribuito a mettere in ginocchio l’Inpgi.

La difesa degli scatti e il nodo autonomia

Il sindacato respinge anche le critiche sugli scatti percentuali, rivendicando che rappresentano «la tutela dell’autonomia professionale» di chi viene penalizzato nei percorsi di carriera.

Le domande della Fnsi

Nel finale, il sindacato pone una serie di interrogativi diretti agli editori:
È responsabile pagare i collaboratori 2-5 euro a pezzo?
È responsabile evitare di affrontare i temi dell’innovazione tecnologica, dell’IA e delle piattaforme digitali?
È responsabile fare giornali con precari e pensionati per ridurre i costi?
È responsabile incentivare le uscite anticipate sfruttando una legge di 35 anni fa?

La chiusura è netta: «Gli editori la smettano di usare la categoria come un bancomat».

(La foto di archivio in evidenza è di Imagoeconomica)

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Cronache

Tragedia ad Arezzo, 22enne muore in un incidente sulla regionale 327

Un giovane di 22 anni è morto ad Arezzo dopo essersi schiantato con l’auto contro un albero sulla regionale 327. Dinamica dell’incidente ancora da chiarire.

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Un ventiduenne ha perso la vita nel pomeriggio sulla regionale 327, alle porte di Arezzo, in località San Zeno. L’incidente è avvenuto intorno alle 17.

La dinamica ancora da chiarire

Secondo una prima ricostruzione, il giovane, di origine moldava, avrebbe perso il controllo dell’auto per cause ancora da accertare. Il veicolo è finito contro uno dei pini che costeggiano la carreggiata, senza lasciargli scampo.

I soccorsi

Sul posto sono intervenuti immediatamente le ambulanze del 118, i vigili del fuoco e la polizia municipale di Arezzo. Nonostante i tentativi di rianimazione, per il ragazzo non c’è stato nulla da fare.

Traffico in tilt

L’incidente ha provocato pesanti ripercussioni sul traffico della zona, con rallentamenti e deviazioni necessarie per consentire i rilievi e la messa in sicurezza dell’area.

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Cronache

Il delfino Mimmo torna nel bacino di San Marco dopo il salvataggio: non vuole lasciare Venezia

Il delfino Mimmo, appena accompagnato fuori dal bacino di San Marco con un sonar speciale, è tornato indietro scegliendo ancora una volta le acque veneziane come suo habitat.

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Ha scelto il bacino di San Marco e da lì non sembra voler andare via. Mimmo, il delfino che da giorni attira turisti e curiosi, è tornato a nuotare nello specchio d’acqua più famoso al mondo poche ore dopo essere stato accompagnato al largo.

L’operazione della Capitaneria

Ieri la Capitaneria di Porto aveva coordinato un intervento per guidare il cetaceo verso acque più profonde, utilizzando un particolare sonar e una scorta di imbarcazioni. Una manovra riuscita: Mimmo aveva seguito il percorso fino all’uscita dal bacino, lasciando sperare in un suo ritorno definitivo al mare aperto.

Il dietrofront inatteso

Il sollievo è però durato poco. Appena la scorta è rientrata alla base, il delfino ha cambiato rotta e ha fatto ritorno nel bacino di San Marco. Un dietrofront che ha sorpreso gli operatori e divertito i turisti, entusiasti di ritrovare Mimmo tra gondole e vaporetti.

La scelta del suo “habitat”

Nonostante gli sforzi per allontanarlo, Mimmo sembra aver deciso che quelle acque sono il suo habitat naturale. Una scelta che continua a regalare un piccolo spettacolo quotidiano nel cuore di Venezia.

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