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Cronache

Caso Garlasco, l’ex pm Barbaini: “Il DNA di Sempio non era sufficiente per dimostrare un colpevole alternativo a Stasi”

L’ex pm Laura Barbaini replica alle polemiche sul caso Garlasco: “Gli elementi delle indagini difensive non erano idonei a sostenere l’esistenza di un colpevole alternativo a Stasi”.

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Nel nuovo capitolo del caso Garlasco, l’ex sostituto procuratore generale di Milano Laura Barbaini, che sostenne l’accusa nei due processi di appello contro Alberto Stasi, rompe il silenzio per chiarire la sua posizione. In una nota ufficiale, il magistrato oggi in pensione ha spiegato le ragioni per cui, nel 2016, non ritenne sufficienti gli elementi genetici e investigativi presentati dalla difesa di Stasi per chiedere la revisione della condanna.

“Avevo ritenuto – scrive Barbaini – che gli elementi della relazione delle indagini private e i relativi allegati non fossero idonei a sostenere la fondata dimostrazione dell’esistenza di un colpevole alternativo”, ha dichiarato riferendosi alla figura di Andrea Sempio, oggi indagato dalla Procura di Pavia per l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007.


La relazione privata e la richiesta di revisione

Il 13 dicembre 2016 i legali di Stasi depositarono alla Procura generale di Milano un’istanza per la revisione della sentenza di condanna, allegando una relazione della società SKP Investigazioni & Servizi di Sicurezza srl, incaricata di svolgere indagini difensive.
In quella relazione si sosteneva che dalle analisi genetiche sulle unghie di Chiara Poggi fosse emerso un profilo di DNA compatibile con Andrea Sempio, amico del fratello della vittima.

L’istanza fu assegnata proprio alla dottoressa Barbaini, che dopo una prima valutazione trasmise gli atti alla Procura di Brescia e, per conoscenza, all’allora procuratore di Pavia Mario Venditti, oggi indagato dai pm bresciani in due filoni d’inchiesta, uno dei quali legato proprio al delitto di Garlasco.


Il ruolo della Procura e le verifiche successive

Come ricorda l’ex magistrato, il trasferimento degli atti era un passaggio tecnico obbligato per consentire l’apertura di un nuovo fascicolo di verifica.
Il 22 dicembre 2016 la Procura di Pavia si recò dall’allora procuratore generale di Milano, Roberto Alfonso, per acquisire la documentazione e richiedere una nota esplicativa sui dati emersi durante i processi di appello, inclusi i riferimenti a Sempio, alla famiglia Poggi e alle indagini informatiche e telefoniche condotte su Chiara.

Barbaini spiegò che tale documento fu redatto come un “appunto riepilogativo”, utile a ricostruire il complesso quadro processuale prima di qualunque nuova valutazione.


“Il DNA era insufficiente e degradato”

La magistrata ha ribadito che la prova genetica addotta dalle indagini difensive non poteva essere considerata attendibile:

“Il DNA era insufficiente e degradato per qualsiasi comparazione”, ha precisato Barbaini, ricordando come, già allora, la consulenza privata non presentasse elementi solidi per aprire la strada a un colpevole alternativo.

Quel medesimo DNA è oggi al centro del nuovo incidente probatorio disposto dalla Procura di Pavia nell’ambito dell’inchiesta che ha riaperto il caso dopo 18 anni.

Conclude Barbaini:

“La mia valutazione di allora si basava sulle risultanze oggettive delle indagini e delle sentenze passate in giudicato. Non vi erano elementi idonei per sostenere un’ipotesi alternativa a quella che aveva già portato alla condanna definitiva di Alberto Stasi”.


Il caso Garlasco, dopo anni di silenzio, torna così a intrecciare giustizia, dubbi e nuovi accertamenti scientifici che potrebbero, ancora una volta, riaprire la storia giudiziaria più controversa degli ultimi decenni in Italia.

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Operazione antimafia a Lecce: oltre 100 carabinieri in azione contro clan locali

Maxi operazione antimafia a Lecce coordinata dalla Dda: oltre 100 carabinieri eseguono misure cautelari per associazione mafiosa e altri reati aggravati.

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Dalle prime ore della mattinata è in corso una vasta operazione antimafia condotta dai carabinieri di Lecce su coordinamento della Direzione distrettuale antimafia. Il blitz coinvolge oltre 100 militari, supportati da unità speciali e mezzi aerei, impegnati nell’esecuzione di numerose misure cautelari.

Le accuse e il ruolo della Dda

Le misure disposte dal Gip riguardano soggetti fortemente indiziati di associazione mafiosa e di altri gravi reati aggravati dal metodo mafioso. L’indagine rientra nel più ampio lavoro della Dda per il contrasto ai gruppi criminali radicati nel territorio salentino.

Blitz in corso, attesa per ulteriori dettagli

L’operazione è ancora in pieno svolgimento e ulteriori informazioni verranno rese note nel corso della mattinata. I carabinieri stanno operando in diverse aree del territorio, con un dispositivo di sicurezza rafforzato.

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Cronache

Turista americano cade nella tromba delle scale e muore in un b&b di Genova

Un turista di 71 anni, originario dell’Oregon, è morto in un b&b nel centro di Genova dopo una caduta nella tromba delle scale. Indagini in corso da parte dei carabinieri, il pm dispone l’autopsia.

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Un turista statunitense di 71 anni, originario dell’Oregon e in vacanza con la moglie, è morto nel tardo pomeriggio a Genova dopo essere precipitato nella tromba delle scale dal quarto piano di un bed and breakfast situato nel centro cittadino. Secondo una prima ricostruzione, si sarebbe trattato di una caduta accidentale avvenuta subito dopo che l’uomo era uscito dalla stanza.

La ringhiera rotta nell’impatto

Dai primi rilievi è emerso che l’anziano, inciampando, avrebbe perso l’equilibrio cadendo oltre la ringhiera, che si sarebbe rotta nell’impatto. La caduta è stata immediatamente segnalata dal personale della struttura. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, che non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso, e i carabinieri, che hanno avviato gli accertamenti.

Indagini in corso e autopsia disposta

Il pubblico ministero di turno ha aperto un fascicolo per ricostruire con precisione la dinamica dell’accaduto. Nelle prossime ore verrà disposta l’autopsia, mentre i militari proseguono le verifiche sulla stabilità della ringhiera e sulla sicurezza della scala interna. La moglie dell’uomo è stata ascoltata per fornire ulteriori elementi utili all’indagine.

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Cronache

Madre trovata morta in mare, il figlio di 8 anni scoperto senza vita in casa: tragedia a Calimera

A Calimera, in provincia di Lecce, un bambino di 8 anni è stato trovato morto poche ore dopo il ritrovamento in mare del cadavere della madre. Indagano i carabinieri. Comunità sotto shock.

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Un bambino di 8 anni è stato trovato morto nella tarda serata a Calimera, in provincia di Lecce. Il piccolo è stato rinvenuto senza vita nella camera da letto dell’appartamento in via Montinari, dove viveva con la madre. Secondo quanto si apprende, sul corpo del minore sarebbero presenti alcune ferite, circostanza che sarà oggetto di approfondimento da parte degli inquirenti. Il ritrovamento è avvenuto dopo la denuncia presentata dall’ex marito della donna, preoccupato per la scomparsa di entrambi.

Il cadavere della madre recuperato a Torre dell’Orso

Poche ore prima, nel pomeriggio, il corpo della madre – una donna di 35 anni originaria della provincia di Reggio Calabria – era stato individuato in mare a Torre dell’Orso, località costiera distante circa venti chilometri dal comune di Calimera. Il cadavere era stato segnalato ai soccorsi, dando il via alle procedure di identificazione e alle prime verifiche sulla dinamica del decesso.

Le prime verifiche e l’allarme dell’ex marito

La donna, secondo quanto riferito, non aveva accompagnato il figlio a scuola nella mattinata, elemento che ha contribuito a destare preoccupazione. L’ex marito, non riuscendo a mettersi in contatto né con la donna né con il bambino, ha presentato denuncia ai carabinieri. Da quel momento sono scattate le ricerche che hanno portato prima al ritrovamento del corpo della 35enne e poi alla tragica scoperta del figlio in casa.

Indagini in corso e comunità sotto shock

Le indagini, affidate ai carabinieri, sono in pieno svolgimento per ricostruire le ultime ore di vita della donna e del bambino e chiarire la dinamica della doppia tragedia. Sul posto sono intervenuti anche gli amministratori locali: in via Montinari è arrivato il sindaco di Calimera, Gianluca Tommasi, per manifestare la vicinanza dell’intera comunità a una famiglia precipitata in un dolore profondo.

La piccola cittadina del Salento è sgomenta per l’accaduto, due decessi avvenuti nel giro di poche ore che hanno gettato nell’incredulità l’intero territorio.


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