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Cronache

Caso Consip, Woodcock assolto dal Csm: io leale, ora restituitemi il mio onore

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La sezione disciplinare del Csm ha assolto il procuratore aggiunto di Napoli John Woodcock all’esito del nuovo procedimento sul caso Consip, fatto dopo l’annullamento con rinvio della precedente condanna alla censura da parte delle Sezioni Unite della Cassazione. Woodcock era finito sotto accusa davanti al tribunale delle toghe per alcuni virgolettati che gli erano stati attribuiti da un quotidiano e nei quali esprimeva valutazioni sull’inchiesta Consip, di cui era stato titolare ma che era stata poi trasmessa alla procura di Roma. In questo modo, secondo quanto aveva stabilito nel 2009 la Sezione disciplinare del Csm, aveva compiuto una grave scorrettezza nei confronti del suo allora procuratore capo Nunzio Fragliasso che gli aveva chiesto di osservare il piu’ stretto riserbo sul caso Consip. Woodcock aveva ammesso che effettivamente aveva espresso quei giudizi, ma si era trattato di una telefonata confidenziale con una giornalista amica, che si era impegnata a non scrivere nulla, salvo poi tradire la sua fiducia. Oggi la Sezione disciplinare, riunita in una nuova composizione, ha assolto Woodcock perche’ il fatto contestato e’ stato ritenuto di “scarsa rilevanza”.  Vedersi restituito il suo “onore”. È questa la richiesta che il pm napoletano Henry John Woodcock, con il suo difensore Marcello Maddalena, ha rivolto alla Sezione disciplinare del Csm , rendendo dichiarazioni spontanee nel processo che si e’ concluso con la sua assoluzione e rivendicando la propria “lealta’ e correttezza”.

La contestazione che gli veniva rivolta “riguarda un profilo – ha detto Woodcock – che viene ancora prima dei profili funzionali, ovvero quello della correttezza, della lealta’ e dell’onore, valori che ci vengono trasmessi, ancor prima di diventare magistrato, dai nostri genitori; una piccola biblioteca che va in fiamme quando scompaiono”. “Quando ebbi l’avviso di garanzia dalla procura di Roma – ha ricordato il pm napoletano – fui chiamato dal collega e amico Nunzio Fraglisso (allora Procuratore facente funzioni a Napoli) che mi confermo’ la fiducia e la delega per il processo Romeo, e che mi difese pubblicamente. Il nostro rapporto e’ sempre stato di amicizia ed e’ continuato con la stessa amicizia. Ancora oggi, con i colleghi della procura di Roma lavoriamo gomito a gomito condividendo indagini, con la correttezza che riguarda non solo i rapporti tra colleghi, ma tra tutti gli operatori della cittadella giudiziaria”. “La lealta’, la correttezza, la sincerita’ e’ una caratteristica e una qualita’ che mi riconosco. E’ una sorta di obbligazione naturale, di debito che riconosco a chi questi valori mi ha impartito, e cioe’ ai miei genitori”, ha detto ancora Woodcock. Maddalena ha invece ricordato che il magistrato napoletano era stato rassicurato che nulla sarebbe uscito su ‘Repubblica’ dalla giornalista che il giorno dopo, invece, pubblico’ l’articolo. “Nemmeno il peggior nemico del dottor Woodcock puo’ trovare in questi atti la benche’ minima traccia di qualcosa che abbia scalfito la sua immagine dentro e fuori gli uffici giudiziari. “Il dottor Woodcock ha il dogma della correttezza e la sezione disciplinare gli deve restituire cio’ che per Woodcock fa parte del proprio onore”.

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Per i Ponti 16 milioni di partenze e 5,5 miliardi di spesa

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Quasi 16 milioni di partenze e una complessivamente circa 5,5 miliardi di euro: è il bilancio sui ponti di primavera fatto dall’Osservatorio Turismo Confcommercio in collaborazione con Swg. Un 1 milione di turisti faranno un viaggio di 6 pernottamenti o più a destinazione, unendo quindi le due festività. Se poi il meteo si stabilizzasse, in particolare per quel 30% circa che punta alle località balneari, questi valori potrebbero crescere ulteriormente, sfiorando i 20 milioni di partenze per circa 6 miliardi in termini di spesa.

Resta assolutamente maggioritaria, nel panorama complessivo dei due ponti, la scelta di strutture turistico ricettive per i pernottamenti a destinazione: tra il 55% e il 60% a seconda del periodo preso in considerazione, anche se, per quello del 1 maggio, raddoppia la percentuale di coloro che optano per affitti brevi (dal 6% al 12%).

La Festa della liberazione – che cade di giovedì e quindi configura un ponte particolarmente allettante – vedrà oltre 9 milioni di italiani in viaggio, circa un milione in più dello scorso anno, confermando quindi la buona performance della domanda interna di turismo che, da febbraio, sembra avere superato la fase di “stanca” che l’aveva contraddistinta per buona parte del secondo semestre dello scorso anno. Abbastanza concentrata la scelta delle destinazioni, con il 31% che opta per località della costa e un ulteriore 31% che punta invece a borghi, città e città d’arte, mentre 1 italiano su 10 preferisce la montagna.

Ma soprattutto, nel confronto con lo stesso periodo del 2023, aumenta di ben 6 punti percentuali la schiera di coloro che si spingono al di fuori della propria regione, restando comunque in Italia (il 47%) o andando all’estero (17%). Positive anche le previsioni per il ponte del primo maggio con quasi 7,5 milioni di italiani in viaggio, un milione dei quali però, come detto, in vacanza già dal 25 aprile.

Qui pesa di più, almeno per il momento, la variabile delle condizioni metereologiche: un’incertezza che si riversa sulla scelta delle destinazioni, con quelle balneari che scendono lievemente, passando al 26%, mentre borghi, città e città d’arte totalizzano complessivamente un 22%, 9 punti in meno del ponte della liberazione; terza tipologia di destinazione, le località di campagna, con una componente rilevante di seconde case, che realizza il 14% delle preferenze.

Stabile la montagna. Anche in questo caso aumenta, rispetto all’anno scorso, il raggio di spostamento degli italiani in viaggio: si riduce infatti di 12 punti percentuali (dal 51% al 39%) la quota di chi resterà vicino a casa o, comunque, nella propria regione, e aumenta di 14% quella di chi si recherà all’estero.

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Campi Flegrei, la terra trema ancora, epicentro a Bacoli

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Continuo a tremare la terra nei campi Flegrei: magnitudo 2.1, epicentro a Bacoli alla profondità di poco più di 2 km. Anche ieri erano state registrate delle scosse a Pozzuoli, poco più che strumentali ma pure avvertite dalla popolazione. Paura ma nessun danno. Pochi hanno deciso di scendere in strada anche a causa del maltempo che ha imperversato per tutta la notte con piogge forti e temporali.

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L’eredità di Totò diventa un brand: gli eredi regolamentano l’uso dell’immagine dell’artista

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Il celebre attore e poeta napoletano Totò, noto per la sua poesia “A Livella”, è diventato un’icona talmente amata da essere frequentemente rappresentata in ristoranti, pizzerie e su prodotti come le etichette di vino. Questo uso diffuso ha portato gli eredi dell’artista a decidere di intervenire per regolamentare e proteggere l’immagine del “principe della risata”.

Elena De Curtis, nipote di Totò, ha espresso preoccupazione per il modo in cui il nome e l’immagine del nonno vengono utilizzati: «Ci imbattiamo ovunque, nei posti più impensati, nel suo nome e nelle sue foto utilizzati senza il minimo rispetto del diritto all’immagine». Di fronte a questa situazione, gli avvocati degli eredi hanno iniziato a inviare comunicazioni legali a numerose attività commerciali in Italia, specialmente pizzerie che utilizzano il nome o l’immagine dell’artista.

Questo fenomeno non è limitato a un’area specifica ma si estende in varie città italiane, da Torino a Latina a Porto Ascoli. Tra i nomi di locali coinvolti figurano “Casa Totò”, “Totò e Peppino” e “A Livella”. Anche decorazioni come quadri e poesie che adornano le pareti di questi locali sono diventati oggetto di contenzioso.

L’intervento legale non si ferma solo a una questione di immagine, ma coinvolge anche il rispetto delle nuove normative. A seguito di un’ordinanza cautelare emessa a giugno 2023 dal Tribunale di Torino, è stato chiarito che l’utilizzo del nome e dell’immagine di Totò senza consenso costituisce un sfruttamento illegittimo. Gli eredi ora richiedono che non si usino più il nome e l’immagine dell’artista per fini commerciali e pubblicitari, eliminando ogni riferimento nei segni distintivi dei locali, dai siti web ai materiali di marketing.

In caso di inosservanza, il Tribunale di Torino ha stabilito il pagamento di una penale di 200 euro per ogni violazione constatata. Alcuni locali hanno già iniziato a cambiare insegna e nome per conformarsi a queste richieste, spesso sotto la guida di processi di mediazione legale.

La famiglia De Curtis, venuta a conoscenza dell’utilizzo non autorizzato del nome da parte della pizzeria “Alla casa di Totò” a Torino, ha sospeso tutte le attività che miravano alla creazione di un brand e di un format di ristoranti e pizzerie ispirati a Totò. Questo ha portato a una ricerca su scala nazionale per prevenire ulteriori usi non autorizzati del nome d’arte.

Il processo di regolamentazione, secondo gli eredi, è diventato essenziale. “Una regolamentazione a questo punto è assolutamente necessaria”, sottolinea la famiglia, non solo per proteggere l’eredità di Totò, ma anche per garantire che il suo nome e la sua immagine siano usati in modo rispettoso e appropriato.

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