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Politica

Caso Almasri, il segretario dell’ANM Maruotti: «Nessuna vendetta delle toghe contro il governo»

Il segretario dell’ANM Rocco Maruotti respinge le accuse di Giorgia Meloni: «Il procedimento Almasri non è una vendetta, la politica non può sostituirsi ai giudici».

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Rocco Maruotti (foto Imagoeconomica), segretario generale dell’Associazione nazionale magistrati ed ex pm, interviene con fermezza sul caso Almasri, rigettando con decisione l’ipotesi di una ritorsione della magistratura contro il governo. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, risponde così alle accuse lanciate da Giorgia Meloni, che aveva parlato di un presunto «disegno politico» dietro alcune decisioni giudiziarie, legandole alla riforma della giustizia in corso.

«È assolutamente falso», afferma Maruotti. «Era solo questione di tempo prima che qualcuno a Palazzo Chigi collegasse questa indagine alla riforma della magistratura. Ma non c’è nessuna vendetta. Piuttosto, sembra un’anticipazione della scelta di difendersi dal processo invece che nel processo».

La valutazione di legalità non spetta al governo

Meloni ha sostenuto che i ministri coinvolti — Nordio, Piantedosi e Mantovano — hanno agito «nel rispetto della legge». Ma per Maruotti, questa è una valutazione che spetta solo all’autorità giudiziaria: «Il Tribunale dei ministri ha esaminato il caso con rigore. I suoi componenti, per quanto sorteggiati, hanno superato un concorso in magistratura. Forse sarebbe il caso che a stabilire se ci sono state violazioni della legge sia un giudice».

A chi accusa la magistratura di aver invaso il campo della politica, Maruotti ribatte: «Alla luce delle parole della presidente del Consiglio, forse è la politica ad aver invaso il campo della giustizia».

Perché l’archiviazione di Meloni

L’archiviazione della posizione della premier è stata, secondo Maruotti, una conseguenza logica dell’indagine: «Il Tribunale ha valutato con attenzione le posizioni dei vari indagati, ritenendo che solo per alcuni fosse possibile ipotizzare una condanna. L’archiviazione è ampiamente motivata».

Quanto alla possibilità che Meloni possa essere indagata nuovamente, Maruotti è chiaro: «Non credo. Il decreto di archiviazione non è impugnabile e la responsabilità politica non equivale a quella penale».

Stato di necessità? Spetta al giudice stabilirlo

Sul possibile stato di necessità evocato dal governo come giustificazione delle proprie scelte, Maruotti precisa: «Chi invoca una scriminante ammette di aver commesso il fatto. Ma nel caso in esame, gli elementi raccolti escluderebbero che i ministri abbiano agito sotto costrizione. Anche in questo caso, deve essere un giudice a decidere, ma ritengo improbabile che il processo venga celebrato per la prevedibile mancanza dell’autorizzazione a procedere».

Il punto politico e il rispetto del diritto

Interpellato sulle parole del presidente dell’ANM Cesare Parodi e sulla possibile responsabilità della capo di gabinetto Giusi Bartolozzi, Maruotti si mantiene cauto: «Non è stato fatto alcun nome. Le eventuali responsabilità politiche spettano alla politica».

Infine, respinge al mittente l’accusa di voler ostacolare il contrasto all’immigrazione illegale: «È un’accusa infondata. Le norme esistenti, nazionali ed europee, non consentono a nessun governo, nemmeno a chi ha vinto le elezioni, di agire sulla pelle degli esseri umani».

Con questa intervista, Maruotti riafferma il principio di separazione dei poteri e difende con decisione l’autonomia della magistratura, respingendo ogni tentativo di delegittimazione.

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Politica

Minacce ibride dalla Russia, l’allarme del Consiglio supremo di difesa

Russia, minacce ibride, Consiglio supremo di difesa, Quirinale, disinformazione, cyber attacchi, sicurezza Italia, Sahel, Libia, Sudan.

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Il Consiglio supremo di difesa, riunito al Quirinale, ha affrontato il tema delle minacce ibride provenienti dalla Russia e da altri attori stranieri ostili. Nel comunicato finale si parla di una “sfida complessa” per la sicurezza dell’Europa e dell’Italia, oltre che per la tenuta dei processi democratici.

Rischi crescenti: tecnologia, velocità e IA

Il Consiglio ha evidenziato “gravi rischi” in forte aumento, legati alla rapidità e alla diffusione delle tecnologie digitali e all’uso malevolo dell’intelligenza artificiale. Una combinazione che rende le operazioni ostili più pervasive, difficili da individuare e capaci di agire su vasta scala in pochissimo tempo.

Manipolazione dello spazio cognitivo

Nel documento viene richiamata la preoccupazione per le campagne di disinformazione, le interferenze nei processi democratici e le narrazioni polarizzanti diffuse sui social. Obiettivo: indebolire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e minare la coesione sociale.

Cyber attacchi contro infrastrutture critiche

Il Consiglio ha sottolineato il rischio di attacchi informatici a obiettivi strategici: infrastrutture critiche, reti sanitarie, sistemi finanziari e piattaforme logistiche. Azioni pensate per provocare interruzioni, ritardi, frizioni e creare “sfiducia sistemica”.

Crisi internazionali: focus su Libia, Sahel e Sudan

Nel corso della riunione è stata analizzata anche la situazione critica in Libia e nel Sahel, definite “aree cruciali per la sicurezza europea”.
Espresso inoltre forte allarme per il perdurare della guerra civile in Sudan, che sta generando una delle crisi umanitarie più gravi degli ultimi anni.

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Economia

Criptovalute, la maggioranza vuole bloccare l’aumento della tassa dal 2026

La maggioranza spinge per fermare l’aumento della tassazione sulle cripto-attività previsto dal 2026. Giorgetti e Panetta richiamano sulla legalità economica e sui rischi legati all’uso illecito delle crypto.

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Centrodestra in pressing per bloccare l’aumento dell’aliquota sulle cripto-attività dal 26% al 33% previsto dal 2026. Con una serie di emendamenti alla manovra, le forze di governo puntano a scongiurare l’incremento, dopo che già lo scorso anno il tema aveva acceso il dibattito parlamentare e portato a un aumento molto ridotto rispetto al 42% inizialmente proposto.

Giorgetti: “Crimini economici minaccia per i sistemi democratici”

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, intervenuto alla Scuola di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza insieme al governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, ha richiamato l’attenzione sui rischi legati ai reati economici: “Sono una minaccia per la stabilità dei sistemi democratici”.
Il ministro ha sottolineato l’importanza della legalità fiscale: “Quando le tasse vengono pagate da tutti in modo equo e le imprese operano senza concorrenza sleale, il sistema funziona”.

Panetta: serve vigilanza sulle cripto-attività

Il governatore Panetta ha ricordato che l’evasione è diminuita dal 2011, ma l’economia irregolare resta pari al 10% del Pil. Ha evidenziato il ruolo positivo dei pagamenti elettronici sulla tracciabilità, ma ha anche avvertito sui rischi legati all’uso delle criptovalute per fini illeciti: “Servono regole e controlli”.

La battaglia sugli emendamenti alla manovra

L’intesa nella maggioranza sul tema crypto aumenta le probabilità che la proposta entri nella lista dei 414 emendamenti prioritari che i partiti dovranno selezionare tra quasi 6mila.
La ripartizione è complessa: Forza Italia potrà salvarne solo 39 su 677, FdI 123 su 500, la Lega 57 su 399 e Noi Moderati 19.

Tra le altre misure in valutazione:

  • tassa da 2 euro sui piccoli pacchi extra Ue come possibile copertura

  • tassazione agevolata sull’oro proposta da Lega e Forza Italia

  • ampliamento della rottamazione quinquies

  • stop all’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi

  • eliminazione del divieto di compensazione dei crediti fiscali

Meloni prepara un nuovo vertice di maggioranza

La premier Giorgia Meloni riunirà nuovamente i leader della coalizione per definire la linea in vista del voto in commissione. Nel frattempo FdI ha lanciato una campagna di comunicazione sulla manovra intitolata “Dalla parte degli italiani”, per sostenere le scelte del governo.


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Politica

Manovra, Lega all’attacco: rottamazione extralarge e stop all’aumento dell’età pensionabile

La Lega spinge per rottamazione extralarge e stop all’aumento dell’età pensionabile. Fratelli d’Italia ritira l’emendamento sugli scioperi. Restano tensioni su affitti brevi e coperture.

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La Lega non arretra. Anche di fronte agli inviti alla prudenza, il partito di Matteo Salvini presenta una raffica di emendamenti alla manovra: dalla rottamazione extralarge al congelamento dell’età pensionabile fino al 2028. Proposte pesanti, dal costo rilevante, che difficilmente passeranno senza modifiche nel voto in Senato previsto a dicembre.

Il dietrofront di Fratelli d’Italia sugli scioperi

Fratelli d’Italia sceglie invece la via della cautela. È stato ritirato l’emendamento che puntava a introdurre un preavviso obbligatorio di sette giorni per gli scioperi nel settore dei trasporti. La proposta, inserita tra i seimila emendamenti, è stata archiviata dopo appena 48 ore. Il primo firmatario Matteo Gelmetti ha spiegato che il tema è «complesso» e sarà affrontato con un disegno di legge ad hoc.

I nodi politici nella maggioranza

La manovra resta terreno di scontro. Le opposizioni attaccano, i sindacati protestano – compresa la Cisl – e la maggioranza registra nuovi distinguo. Un vertice con la premier Giorgia Meloni è fissato per giovedì per definire il pacchetto di modifiche realmente sostenibile.

Martedì i partiti dovranno indicare gli emendamenti prioritari: 414 in totale, di cui 238 della maggioranza. Gran parte degli altri finirà nel cestino.

La battaglia sulla rottamazione

La Lega segnalerà come identitaria la proposta che estende la rottamazione quinquies ai contribuenti decaduti dalla quater e a chi ha ricevuto un accertamento. Previste anche rate con interessi ridotti dal 4% al 2%. Il costo, 365 milioni, rende difficile la copertura.

Sarà invece archiviato l’altro emendamento leghista sulla rottamazione, più oneroso (quasi 600 milioni) e scritto con un refuso che ne vanificava gli obiettivi.

Le tensioni sulle pensioni

Sul fronte previdenziale la Lega chiede di bloccare l’innalzamento dell’età pensionabile fino al 2028. Le coperture arriverebbero dall’aumento di 4 punti dell’Irap su banche e assicurazioni, rimettendo però in discussione un equilibro delicato già raggiunto con gli intermediari finanziari.

Ribadite anche le richieste di prorogare Opzione donna e Quota 103.

Cedolare secca e affitti brevi

Forza Italia, insieme alla Lega, si oppone all’aumento al 26% della cedolare secca sugli affitti brevi tramite piattaforme. Gli azzurri chiedono la cancellazione della norma, mentre nella maggioranza si ragiona su un compromesso: possibile un taglio dell’incremento al 23%.

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