Collegati con noi

Cronache

Caos neve in Alto Adige, Autobrennero chiusa per una valanga

Pubblicato

del

Colonne di tir fino a 12 chilometri nel tratto piu’ a nord dell’autostrada A22 del Brennero. Con le auto intrappolate per l’intera notte, 12 ore o anche di piu’. E’ la neve, prevista e abbondante, che ha gettato nel caos una parte della viabilita’ altoatesina. Se la prima nevicata di ieri aveva portato a una chiusura temporanea di quel pezzo di arteria, gia’ piena di camion, da stamani alle 8 la chiusura del tratto da Chiusa a Vipiteno in direzione nord non e’ piu’ stata revocata. Nemmeno a sera. Con l’aggiunta di una valanga caduta proprio li’ in mattinata, al chilometro 5, ma senza conseguenze su persone. E il premier Conte in serata ha annunciato che a febbraio “presenteremo un grande Piano nazionale con centinaia di progetti e opere immediatamente cantierabili, non solo per fronteggiare l’emergenza ma anche realizzare interventi strutturali”. Dalla trappola di neve dell’Autobrennero le ultime auto sono state fatte uscire dalla trappola dei tir incolonnati oggi intorno alle 15. Ad alcune e’ stato poi consigliato di tornare indietro, anziche’ proseguire verso nord.

Il Codacons ha annunciato un esposto alla procura. “Chiediamo un’indagine per interruzione di pubblico servizio e blocco stradale”, ma anche di “identificare e indagare tutti i conducenti di Tir e auto entrati in autostrada senza il necessario equipaggiamento”. Anche per i dirigenti dell’A22 la causa del caos e’ stato il mancato rispetto delle regole, ovvero il mancato uso delle gomme antineve o delle catene. “La situazione e’ stata causata da numerosi mezzi pesanti non attrezzati, che sono scivolati e si sono messi di traverso. Da 24 ore 200 uomini sono ininterrottamente in servizio” aveva detto gia’ di prima mattina il direttore tecnico generale dell’A22, Carlo Costa. Un’affermazione ribadita a sera dall’Autobrennero, che pero’ ha indicato anche un’altra serie di fattori. “Purtroppo – ha chiarito la societa’ – il divieto di transito istituito dalle Autorita’ austriache porta ogni venerdi’ a un aumento del traffico pesante, per passare il confine prima delle 22 ed evitare una lunga sosta nel fine settimana. In concomitanza, numerosi motociclisti si sono avventurati sulla carreggiata nord, nonostante la nevicata, per raggiungere un noto motoraduno che si tiene ogni anno in Baviera.

La velocita’ ridotta e le numerose cadute hanno obbligato i mezzi pesanti a frequenti fermate e invasioni di corsia di sorpasso a loro vietata, con la conseguente difficolta’ nel ripartire in salita”. Tir che a sera sono ancora in colonna nel tratto tra Chiusa e Vipiteno e per loro sono stati allestiti dei punti di ristoro- accoglienza. Nel pomeriggio c’e’ anche stato chi si e’ sentito male e per i soccorritori sono stati necessari l’elicottero per individuare il tir in questione tra le centinaia in colonna. Neanche i binari sono stati risparmiati dall’eccezionale nevicata. Il gruppo Fs Italiane ha attivato nella mattina in Trentino Alto Adige, lo stato di emergenza grave. Quanto a valanghe comunque, il pericolo era molto elevato, di grado 4 in una scala di 5. Tant’e’ che altre due si sono verificate sempre nella mattina in Alto Adige, una in Val Sarentino e l’altra a Valdurna. Un’altra ha bloccato sia la strada a passo Sella in Trentino che quella per Madonna di Campiglio. Nessuna delle valanghe ha coinvolto persone, mentre una a passo Pordoi, nel Bellunese ai confini col Trentino, ha travolto uno sciatore; e’ stato estratto illeso dai suoi amici grazie all’apparecchio per le segnalazioni sotto valanga.

Advertisement

Cronache

Nespoli in carcere dopo 15 anni di processi: fine della parabola politica dell’ex senatore

L’ex sindaco di Afragola si è costituito nel carcere di Larino: condanna definitiva a 5 anni e mezzo per bancarotta.

Pubblicato

del

Dopo quindici anni di vicende giudiziarie, si chiude la lunga parabola politica e processuale di Vincenzo Nespoli (foto Imagoeconomica). L’ex senatore, già sindaco di Afragola, si è costituito ieri mattina presso il carcere di Larino per scontare la condanna definitiva a 5 anni e 6 mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta. A infliggergli la pena è stata la Corte di Cassazione, mettendo fine a un caso iniziato nel lontano 2010.

La bancarotta della società di vigilanza “La Gazzella”

Al centro dell’inchiesta c’è il fallimento della società di vigilanza “La Gazzella”, finita sotto la lente della Guardia di Finanza di Napoli e dei pm Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock. Per gli inquirenti, Nespoli era il dominus occulto della società e avrebbe distratto fondi rilevanti, sottratti ai contributi previdenziali dei dipendenti e a una presunta “vendita” dei posti di lavoro. Denaro, secondo gli atti, poi dirottato verso la società Sean, impegnata in un ambizioso progetto edilizio ad Afragola.

Oltre alla pena detentiva, a luglio 2024 la Corte d’Appello di Napoli ha condannato Nespoli al risarcimento di 16 milioni di euro al curatore fallimentare, più altri 127mila euro per spese legali.

Un peso sulla politica locale

La condanna di Nespoli rischia di scuotere gli equilibri politici del Comune di Afragola, oggi guidato da Antonio Pannone, sostenuto da una coalizione di centrodestra in cui è presente anche la Lega, partito dove Nespoli aveva trovato spazio dopo gli anni in AN e PDL. Nonostante non rivestisse incarichi ufficiali, era ritenuto il vero regista politico della maggioranza. La sua uscita di scena potrebbe innescare nuove fratture in un’amministrazione già segnata da malumori interni e crisi sfiorate.

L’odissea giudiziaria

L’iter giudiziario di Nespoli è stato lungo e complesso. La prima condanna risale al processo di primo grado con 8 anni di carcere, poi ridotti a 6 in appello. Ma la Cassazione ha annullato due volte le sentenze, nel 2019 e nel 2022, ordinando nuovi giudizi. Lunedì, la terza sezione penale ha messo il punto definitivo alla vicenda.

Emblematica anche la fase iniziale dell’inchiesta: nel 2010, il gip Alessandro Buccino Grimaldi chiese al Senato l’autorizzazione per i domiciliari. Ma Palazzo Madama, a voto segreto, respinse la richiesta, garantendo a Nespoli l’immunità. Immunità che perse nel 2013, quando il PDL decise di non ricandidarlo, e così l’ex senatore trascorse nove mesi ai domiciliari.

Fine di un’epoca

Con l’ingresso nel carcere di Larino, si chiude una stagione politica controversa e segnata da potere, cadute e rinascite. Nespoli ha rappresentato, nel bene e nel male, un pezzo di storia recente di Afragola e della destra campana. Ora il sipario è calato.

Continua a leggere

Cronache

Emergenza casa a Napoli: servono 20mila alloggi pubblici, ma mancano i fondi

Pubblicato

del

A Napoli il fabbisogno di alloggi pubblici ha superato quota 20mila unità, ma il Comune è costretto a fare i conti con risorse limitate. A lanciare l’allarme è Laura Lieto, vicesindaca e assessore all’Urbanistica, alla vigilia del convegno all’Albergo dei Poveri, incentrato sull’emergenza abitativa e sul ruolo dei nuovi strumenti urbanistici.

Una domanda abitativa in crescita, anche tra i ceti medi

Secondo i dati ISTAT del 2019, il 38% delle 377.595 famiglie napoletane vive in affitto, una percentuale rimasta stabile anche nel 2024. A colpire, però, è il cambiamento nella composizione della domanda: sempre più famiglie che prima potevano permettersi una casa di proprietà, oggi richiedono un alloggio pubblico o un sostegno all’affitto.

Il bando della Regione Campania del 2022 ha ricevuto oltre 19.800 domande per il sostegno all’affitto da parte di famiglie con ISEE inferiore a 15mila euro. Solo 8.656 di queste sono state ammesse, lasciandone 11.200 escluse per mancanza di fondi.

Rigenerazione urbana e social housing: la strategia del Comune

La risposta del Comune passa dal nuovo Piano Urbanistico Comunale (PUC) che prevede consumo di suolo zero e punta sulla rigenerazione degli immobili pubblici in disuso. L’obiettivo è creare nuovi alloggi Erp e promuovere il social housing, cioè edilizia a prezzi calmierati in collaborazione con privati. Le aree individuate per questi interventi sono Gianturco, Poggioreale e il Centro Direzionale, nell’ambito della variante orientale che comprende anche il progetto “Porta Est”.

In parallelo, si lavora a un accordo con la ex Provincia, per pianificare l’emergenza casa su scala metropolitana. “Non vogliamo spingere fuori le famiglie – sottolinea Lieto – ma offrire nuove opportunità dentro e intorno Napoli”.

I numeri del PNRR: in cantiere 3.367 nuove case

Grazie ai fondi del PNRR sono in corso 3.367 interventi di ricostruzione e nuova costruzione, pari a circa 10mila vani, ma si tratta principalmente di abbattimenti e ricostruzioni di alloggi ERP già assegnati. Nel dettaglio:

  • Ricostruzioni: 366 a Chiaiano, 605 a Pianura, 410 a Soccavo, 360 a Taverna del Ferro, 104 ai Bipiani di Ponticelli, 433 a Scampia

  • Ristrutturazioni: 65 a Pianura, 304 a Barra, 172 a San Pietro a Patierno

  • Nuove costruzioni: 124 a Soccavo, 24 a Poggioreale, 400 a Ponticelli

Un piano che non basta però a colmare il gap abitativo, ma che sarà potenziato dal nuovo PUC, con un mix di edilizia pubblica, sociale e di mercato per affrontare strutturalmente una delle più grandi sfide di Napoli.

Continua a leggere

Cronache

Addio a Nino Petrone, maestro del giornalismo sportivo e giudiziario

Pubblicato

del

Nino Petrone ha vissuto gli ultimi momenti nella sua Salerno, quella città a cui è rimasto sempre profondamente legato, nonostante una vita passata tra Milano, Roma e le capitali dello sport mondiale. Si è spento a 84 anni, circondato dall’affetto della sorella Annamaria e dei suoi nipoti.

Una carriera da inviato speciale tra sport, cronaca e passione

La carriera giornalistica di Petrone nasce nella redazione del Mattino di Salerno, ma i primi passi non furono nello sport: si occupò di cronaca giudiziaria, armato solo di taccuino e penna, a piedi, perché non ha mai guidato. Da lì, il salto nei grandi giornali: prima al Corriere dello Sport, grazie ad Antonio Ghirelli, e poi al Corriere della Sera e al Messaggero, come inviato nei più importanti eventi sportivi.

Da esperto osservatore della politica sportiva e del mondo arbitrale, i suoi giudizi erano temuti nei palazzi del potere sportivo. I suoi articoli erano un concentrato di informazione, stile e graffio, e mai scontati. Alcuni dei suoi memorabili scoop sono stati raccolti nel libro Racconti corsari, scritto con il generale dei carabinieri Vittorio Tomasone.

La Salernitana, il mare e il Premio Charlot

Aveva solo otto anni quando vide per la prima volta la Salernitana dal vivo. Era il 1947 e i granata del Sud sfidavano il Grande Torino: “Segnò Buzzegoli, poi ne prendemmo quattro da Valentino Mazzola”, ricordava con emozione. Fu lui a suggerire il nome Stadio Arechi per il nuovo impianto cittadino.

Amava visceralmente il mare del Cilento e della Costiera, e la vela era un’altra sua grande passione, condivisa con il dirigente sportivo Raffaele Pagnozzi. Cultore del cinema, seguiva i festival e fu presidente del Premio Charlot a Salerno.

Lo stile e i consigli a chi inizia il mestiere

Nonostante fosse nato nel 1940, non rifiutava i social né la rete. Ai giovani, però, raccomandava sempre di “documentarsi e scrivere con chiarezza”. Il suo stile era inconfondibile, così come la sua umanità: “Persona unica molto più che speciale”, lo ha ricordato con commozione Gianfranco Coppola, suo allievo prediletto.

Oggi Salerno saluta uno dei suoi figli più illustri. Alle ore 16, nella Chiesa dei Salesiani in via Francesco La Francesca, l’ultimo saluto a Nino Petrone. Non potrà vedere l’ultima sfida salvezza della sua amata Salernitana, ma continuerà a seguirla da lassù, dove i veri appassionati restano eterni.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto