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Campi Flegrei: suolo sollevato di 14,5 cm nel 2024 ma velocità in calo

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Nel mese di agosto si è registrata nei Campi Flegrei “una riduzione della velocità del sollevamento del suolo”, il cui valore “sarà definito con i dati delle prossime settimane”. È quanto riportato nel bollettino mensile di sorveglianza sui Campi Flegrei redatto dall’Osservatorio Vesuviano, sede di Napoli dell’Ingv. Dalla metà di aprile, si legge nel bollettino, “il valore medio della velocità di sollevamento nell’area di massima deformazione, quella del Rione Terra nel centro storico di Pozzuoli, è di circa 20 millimetri al mese, ad eccezione di un abbassamento di circa 0,5-1 centimetri, registrato da alcune stazioni Gnss nell’area centrale in seguito allo sciame del 20-21 maggio. Nel mese di agosto si registra una riduzione della velocità del sollevamento del suolo”. Per effetto del fenomeno del bradisismo, tipico dei Campi Flegrei, da novembre 2005 (inizio dell’attuale fase di “unrest”) ad oggi il sollevamento totale del suolo al Rione Terra è di circa 1,32 metri, circa 14,5 centimetri dall’inizio del 2024. È confermata la forma radiale del campo di deformazione con la caratteristica forma a campana, simile a quelle già individuate nelle precedenti fasi del sollevamento, e la conseguente stabilità della posizione della sorgente di deformazione localizzata qualche centinaio di metri a sud della stazione del Rione Terra.

Nel bollettino si sottolinea come permanga “l’anomalia locale alla stazione Gnss di Accademia Aeronautica. La deformazione del suolo misurata a questa stazione Gnss, seppur coerente con la fase di unrest globale della caldera flegrea, evidenzia un’anomalia locale a partire dal 2021. Il vettore planimetrico, che ha sempre avuto un andamento verso est-nord-est, conserva la componente di spostamento verso est, ma ha perso gradualmente nel tempo la componente di spostamento verso nord (circa 5 centimetri). Anche la componente verticale evidenzia un sollevamento coerente con le varie fasi dell’unrest, ma con un deficit di sollevamento di circa 10 centimetri rispetto a quello atteso”. In concomitanza dello sciame sismico del 17-18 agosto, localizzato nell’area Accademia Aeronautica-Solfatara, la stazione Gnss di Accademia Aeronautica ha registrato uno spostamento di circa 5 millimetri verso sud e un abbassamento di circa 1 centimetri. I dati mareografici registrati dalla stazione di Pozzuoli Porto segnalano inoltre “un sollevamento dell’area di circa 95 centimetri nel periodo gennaio 2016-agosto 2024. Dal 2006 a oggi, alla stazione mareografica di Pozzuoli Porto si registra un sollevamento del suolo di circa 1,27 metri”.

Nel corso del mese di agosto nell’area dei Campi Flegrei sono stati registrati 634 terremoti, con magnitudo massima di 3.7 registrata alle 21.23 del 30 agosto. Di questi, 171 terremoti sono avvenuti nel corso di 6 sciami sismici. “Il 17 e il 18 agosto sono stati identificati alcuni eventi ibridi, e localizzati nella zona di Accademia a profondità superficiali. Un’analisi di dettaglio ha evidenziato che i fluidi coinvolti sono di natura idrotermale. Questi eventi mostrano caratteristiche simili a quelli registrati il 4 e 6 maggio 2024”. Sulla base dell’attuale quadro dell’attività vulcanica, sottolinea in conclusione il bollettino mensile di sorveglianza dei Campi Flegrei, “non si evidenziano elementi tali da suggerire significative evoluzioni a breve termine. Il monitoraggio dell’area flegrea permane al livello di allerta giallo”.

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Il pesce cappone: una creatura unica che cammina e assapora il cibo con le gambe

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Il pesce cappone ha da sempre catturato l’attenzione degli scienziati per le sue caratteristiche peculiari. Con il corpo di un pesce, le ali simili a quelle di un uccello e le gambe di un granchio, rappresenta una vera e propria anomalia nel mondo animale. “Gambe su un pesce… questa è una delle cose più strane che abbia mai visto”, ha dichiarato David Kingsley, biologo dello sviluppo presso la Stanford University, paragonando i pesci cappone ai “centauri acquatici”.

Recenti studi, pubblicati sulla rivista Current Biology da Kingsley e altri ricercatori, hanno svelato che queste gambe non servono solo a camminare, ma hanno anche la funzione di assaporare il cibo.

Le gambe del pesce cappone: un mistero genetico

Il team di ricerca di Kingsley si è concentrato su come e perché queste appendici, simili a gambe, si siano sviluppate. Amy Louise Herbert, ricercatrice del laboratorio, ha osservato gli embrioni del pesce cappone per studiare la formazione delle gambe. Le pinne si sono trasformate in arti che permettono al pesce di camminare sul fondale marino.

Analizzando il genoma del pesce cappone, gli scienziati hanno scoperto che un gene chiamato tbx3a gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo di queste gambe. Utilizzando la tecnologia CRISPR per modificare tbx3a, il team ha notato che alcuni pesci nascevano con protuberanze più piccole, simili a pinne, mentre altri sviluppavano più paia di gambe.

Gambe sensoriali: il pesce cappone “assaggia” il cibo

Oltre alla funzione locomotoria, i ricercatori hanno scoperto che le gambe del pesce cappone sono anche strumenti sensoriali. Nascondendo molluschi sotto la sabbia, gli scienziati hanno testato l’abilità del pesce nel rilevare il cibo. Sorprendentemente, le sue gambe a forma di pala sono coperte da piccole protuberanze simili alle papille gustative della lingua umana, permettendo al pesce di “assaporare” la preda prima ancora di scavare per trovarla.

Nicholas Bellono, biologo molecolare di Harvard e autore dello studio, ha paragonato questa capacità a quella dei polpi, che usano i loro tentacoli per gustare il cibo. Tuttavia, Bellono ha sottolineato che i recettori sensoriali e il modo in cui sono collegati al sistema nervoso nel pesce cappone sono completamente diversi.

Un’evoluzione affascinante

Queste nuove scoperte non solo arricchiscono la comprensione dell’evoluzione del pesce cappone, ma aprono anche nuove prospettive sull’adattamento delle specie marine. Le gambe di questo pesce non sono solo un’anomalia fisica, ma rappresentano un affascinante esempio di come la natura possa sviluppare soluzioni ingegnose per sopravvivere e prosperare in ambienti diversi.

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Newcleo raccoglie 135 milioni, trasferisce la sede a Parigi

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Newcleo, la società del nucleare pulito che ha appena finalizzato il trasferimento della sua sede da Londra a Parigi, ha raccolto 135 milioni di euro da nuovi investitori, inclusi Inarcassa, Walter Tosto e la francese Ingerop. Con l’operazione il totale raccolto dalla start up da investitori istituzionali e individuali raggiunge i 535 milioni mentre il numero dei soci sale a 700. “Il trasferimento della nostra sede a Parigi rappresenta una pietra miliare strategica nell’accelerare la nostra missione volta a fornire la prossima generazione di energia nucleare sostenibile – afferma il fondatore e amministratore delegato di Newcleo Stefano Buono (foto in evidenza di Imagoeconomica) -. Ora siamo in una posizione migliore per approfondire la nostra partnership europea e attingere alle risorse di finanziamento da parte di investitori istituzionali e industriali”.

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Monitoraggio del magma ai Campi Flegrei, rischio da non sottovalutare: studio Ingv e Università

Un team internazionale guidato dall’INGV ha tracciato l’evoluzione del bradisismo dal 2007 al 2023, rilevando il progressivo accumulo di magma a profondità superficiali nella caldera vulcanica dei Campi Flegrei.

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L’attività sismica, la deformazione del suolo e l’emissione di gas, fenomeni osservati dal 2007, sono oggetto di studio di un gruppo internazionale di ricercatori guidato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), in collaborazione con l’Università Roma Tre e l’Université de Genève. Il loro obiettivo è comprendere se questi fenomeni, legati al bradisismo in corso nel vulcano Campi Flegrei, siano associati al movimento o all’accumulo di magma in profondità.

I risultati dello studio, pubblicati su Nature – Communications of Earth and Environment, evidenziano che il vulcano ha mostrato segni di un progressivo accumulo di magma a profondità inferiori agli 8 km, con un continuo sollevamento del suolo di circa 1,3 metri a Pozzuoli dal 2006. Sebbene non ci siano segnali imminenti di eruzione, gli esperti avvertono che l’accumulo di magma e l’aumento della pressione nel sottosuolo rappresentano un rischio costantemente monitorato, anche grazie all’integrazione di tecnologie avanzate come il GNSS e i dati satellitari.

Questo lavoro rappresenta un passo cruciale per comprendere meglio la dinamica vulcanica in una delle aree più densamente popolate d’Europa.

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