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Campania, scontro sempre più acceso tra De Luca e Fico: nel centrosinistra cresce la tensione

I rapporti tra De Luca e Fico si fanno sempre più tesi: il governatore rivendica la sua leadership, il candidato alla presidenza prova a smorzare ma l’unità del centrosinistra è sempre più lontana.

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Sono passati solo quattro giorni dall’incontro tra Vincenzo De Luca e Roberto Fico, ma la tregua nel centrosinistra campano è già evaporata. L’obiettivo di ricucire lo strappo e costruire una campagna elettorale unitaria sembra sempre più difficile da raggiungere.
Il governatore uscente continua a marcare il territorio, rivendicando un ruolo di guida e di controllo nella politica regionale:
Voglio tranquillizzarvi, siamo in una fase politica complicata e triste. Ma occhio, io controllo. Il capotavola non è alla testa del tavolo, ma dove sto seduto io”, ha dichiarato con tono ironico ma inequivocabile.

Una frase che fotografa il clima: De Luca non intende farsi da parte, nemmeno davanti al candidato ufficiale del campo progressista.

Fico evita lo scontro ma non dissimula l’irritazione

Di fronte al nuovo affondo del governatore, Roberto Fico sceglie ancora una volta la linea della calma apparente, ma il fastidio è evidente.
La mia legittimazione viene da tutte le forze politiche e civiche che mi sostengono, non ho bisogno di ulteriori investiture”, ha detto ai cronisti. Poi ha aggiunto: “Non commento ogni volta le frasi che vengono dette, non solo quelle del presidente della Regione, ma anche di altri esponenti politici”.
Una risposta diplomatica che però lascia trasparire un distacco crescente tra i due principali protagonisti della coalizione.

Le frecciate di De Luca a Manfredi e al “rinnovamento”

Mentre Fico prova a evitare il corpo a corpo, De Luca continua a parlare da leader in carica, tracciando priorità e obiettivi come se la campagna elettorale lo riguardasse direttamente.
Durante la presentazione del nuovo distretto audiovisivo nell’ex base Nato di Bagnoli, ha lanciato un altro messaggio ai suoi alleati:
Noi non ce ne andiamo alle Seychelles, restiamo qui a lavorare per grandi opere e per Napoli. Dal Faro alla nuova rete ospedaliera: interventi che creano lavoro e identità. Le nostre strutture regionali si impegnino per l’eternità.”

Poi, un’ulteriore stoccata rivolta al sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, sostenitore di Fico: “A volte sento parlare di Napoli del rinnovamento, ma il 90% di quello che si è rinnovato lo ha fatto la Regione. Da altri il rinnovamento non l’ho visto”.

Manfredi prova a mediare: “Il vero avversario è il centrodestra”

Nel tentativo di spegnere gli incendi interni, Manfredi ha invitato alla coesione: “Mi auguro che il clima sia più sereno. L’avversario è il centrodestra, non noi stessi”.
Ma la compattezza auspicata resta lontana: il centrosinistra si muove in ordine sparso, con De Luca sempre più ingombrante e Fico impegnato a costruire un suo spazio autonomo.

Fico risponde a Cirielli e rilancia dal fronte del lavoro

Proseguendo la sua campagna elettorale, Fico ha replicato anche al candidato del centrodestra Edmondo Cirielli, che lo aveva sfidato a prendere posizione sui dieci anni di governo De Luca.
Io mi chiedo cosa condivida Cirielli di questo Governo che ha votato l’autonomia differenziata, ha definanziato i Comuni e ha fatto male al Sud. È una destra che non riesce a essere connessa con il Mezzogiorno”, ha dichiarato Fico durante un incontro con la Cgil Campania.

Accanto a lui, il segretario regionale Nicola Ricci ha rilanciato il tema del lavoro: “Mancano risposte occupazionali e una strategia per l’industria. Serve una visione per rilanciare il manifatturiero e l’economia campana”.

Tra piazza Bellini e nuove liste, la campagna va avanti tra i veleni

In serata, Fico ha partecipato a piazza Bellini, cuore simbolico della movida napoletana, al lancio del manifesto per i giovani e per il lavoro proposto da Davide D’Errico, candidato nella sua lista.
Nel frattempo, cresce il fermento anche tra gli alleati, con Casa Riformista pronta a presentare la lista di Italia Vivaguidata da Gennaro Migliore.

Un centrosinistra spaccato tra passato e futuro

La giornata politica campana conferma un dato: i rapporti tra De Luca e Fico sono ormai ai minimi storici. Il governatore non intende arretrare né rinunciare alla scena, mentre Fico prova a guadagnare credibilità e autonomia, stretto tra l’eredità ingombrante deluchiana e la necessità di un rinnovamento reale.
A meno di due mesi dalle elezioni, il centrosinistra campano appare spaccato, incapace di trovare una sintesi tra leadership, strategie e ambizioni personali. E la vera battaglia, prima ancora che contro il centrodestra, si combatte dentro la stessa coalizione.

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Economia

Euro digitale vs stablecoin Usa: la sfida tra Bce, Apple e Big Tech per il futuro dei pagamenti

L’Europa accelera sull’euro digitale mentre gli Usa puntano sulle stablecoin: la sfida tra Bce, Big Tech e amministrazione Trump ridisegna il futuro dei pagamenti digitali.

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L’amministrazione Trump ha concentrato la sua strategia sulle stablecoin ancorate al dollaro, con il timore europeo che Amazon, Facebook o altre piattaforme Usa possano diventare la porta d’ingresso per una diffusione massiccia degli asset crypto in Europa.
Secondo una fonte finanziaria, il negoziato transatlantico appare fragile: «è come costruire una casa sulle sabbie mobili», viene spiegato, viste le posizioni volubili della controparte americana.

La risposta europea: l’euro digitale entro il 2029

La Bce corre contro il tempo per lanciare entro il 2029 l’euro digitale, uno strumento pensato per:

  • mantenere una moneta pubblica contro l’offensiva delle stablecoin;

  • ridurre la dipendenza dalle carte di credito statunitensi;

  • frenare l’espansione di PayPal, Apple Pay e Big Tech nei pagamenti europei.

L’euro digitale avrà due modalità d’uso:

  1. App su smartphone

  2. Card fisica, simile a una carta di credito

Sarà denaro vero, un “contante dematerializzato” con due tasche: una online e una offline, la seconda costruita su token conservati fisicamente nel telefono, trasferibili avvicinando due dispositivi e garantendo anonimato totale.

Apple nel mirino: la battaglia sull’antenna NFC

Per i pagamenti offline la Bce punta tutto sull’antenna NFC del telefono, ma su iPhone l’accesso al secure element è sempre stato chiuso.
La bozza legislativa europea prevede che tutti i produttori, quindi anche Apple, debbano aprire l’hardware necessario all’euro digitale.

Il Digital Markets Act ha definito Apple un gatekeeper, permettendo alla Commissione europea di imporre l’apertura dell’NFC. In caso contrario, Cupertino rischierebbe persino l’accesso al mercato europeo, che vale il 35% della sua presenza globale.

Le tensioni strategiche

La partita è delicata su entrambi i fronti:

  • Per gli Usa, le stablecoin sono un vettore geopolitico del dollaro.

  • Per l’Europa, l’euro digitale è un argine alla penetrazione americana nei pagamenti.

  • Per Apple, aprire l’ecosistema significa cedere un vantaggio competitivo, ma l’App Store potrebbe guadagnare dai servizi collegati all’euro digitale.

Il confronto si annuncia lungo e complesso, con la Bce determinata a non farsi superare dai colossi tech e dalle mosse di Washington.

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In Evidenza

La Lega chiede di cancellare l’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi

La Lega presenta un emendamento per sopprimere l’aumento della cedolare secca dal 21 al 26% sugli affitti brevi. Copertura prevista: aumento dell’Irap per banche e assicurazioni.

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La Lega punta a sopprimere l’articolo 7 della manovra, quello che prevede l’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi dal 21 al 26%. La proposta arriva attraverso un emendamento alla legge di bilancio, presentato con prima firma del capogruppo Massimiliano Romeo.

La proposta di modifica e la copertura economica

Nel testo dell’emendamento, il Carroccio indica una copertura alternativa: aumentare ulteriormente l’Irap per banche e assicurazioni, già ritoccata dalla manovra. L’incremento dell’aliquota, secondo la proposta, passerebbe da 2 a 2,5 punti percentuali.

Il nodo politico

L’intervento apre un fronte dentro la maggioranza sul tema degli affitti brevi, uno dei dossier più sensibili della manovra. La Lega rivendica così una linea netta in difesa dei proprietari e del settore turistico, opponendosi alla stretta fiscale contenuta nel testo del governo.

Prossimi passaggi

La discussione sull’emendamento entrerà nel vivo nei lavori parlamentari sulla legge di bilancio, dove si capirà se la proposta leghista troverà sponda negli alleati o se resterà una battaglia di bandiera.

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Economia

Eurozona, previsioni d’autunno migliori del previsto: Bruxelles vede crescita oltre l’1% nel 2025

La Commissione europea si prepara a rivedere al rialzo le previsioni d’autunno: la crescita dell’eurozona nel 2025 potrebbe tornare sopra l’1%. Restano incognite geopolitiche, da Trump alla guerra in Ucraina.

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Nonostante un contesto geopolitico fragile, l’eurozona potrebbe crescere più del previsto. La Commissione europea presenterà lunedì le nuove previsioni economiche d’autunno, e rispetto a maggio il quadro appare più luminoso.

Le anticipazioni di Bruxelles

Il commissario all’Economia Valdis Dombrovskis ha anticipato il filo conduttore delle nuove stime: nel 2025 l’economia dell’area euro “sta registrando risultati migliori delle aspettative e continua a generare crescita”, pur tra ostacoli significativi.

Dalle stime al ribasso al ritorno dell’ottimismo

A maggio la Commissione aveva rivisto al ribasso le previsioni: +0,9% per l’eurozona nel 2025 e +1,4% nel 2026. A pesare era stata la guerra dei dazi con gli Stati Uniti.
L’accordo raggiunto in luglio in Scozia tra Ursula von der Leyen e Donald Trump su una tariffa standard del 15% ha però riportato stabilità. È possibile — in attesa dell’annuncio ufficiale — che le nuove stime riportino la crescita dell’eurozona oltre l’1%.

Le indicazioni di Bce, Ocse ed Eurostat

A settembre la Bce era già stata più ottimista, assegnando un +1,2% all’eurozona nel 2025. Stesse percentuali indicate dall’Ocse per il prossimo anno.
Eurostat, il 14 novembre, ha certificato un +0,2% nel terzo trimestre 2025 per l’eurozona e +0,3% per l’Ue.

Cosa Bruxelles chiederà agli Stati

La Commissione punterà a esortare i Paesi membri a fare di più:

  • semplificazione burocratica,

  • progressi sull’unione bancaria,

  • accelerazione dell’Unione dei risparmi e degli investimenti.

Il contributo dei privati sarà cruciale, come indicato dal rapporto Draghi sulla competitività, tema centrale nel summit Ue del 12 febbraio convocato da Antonio Costa.

I punti critici: Italia, Germania e variabile Trump

Restano ombre significative: Eurostat segnala crescita zero per Italia e Germania nel terzo trimestre. Berlino fatica ancora a uscire dalla crisi industriale.
Sul fronte esterno pesa il fattore Trump: secondo il negoziatore statunitense Jamieson Greer, le tariffe Ue sull’export americano restano “troppo elevate”. Greer sarà a Bruxelles la prossima settimana per un nuovo round di trattative.

Lunedì il verdetto

Le previsioni d’autunno diranno se l’eurozona potrà davvero riprendere slancio, superando il muro dell’1% e lasciandosi alle spalle un anno di incertezza economica.

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