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Cronache

Camorra a Caivano, estorsioni e armi: blitz dei carabinieri, quattro arresti

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I carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Casoria hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelareemessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di quattro persone accusate di far parte di un gruppo camorristico attivo nel territorio di Caivano e nelle zone limitrofe.

Le accuse contestate, a vario titolo, sono associazione mafiosa, estorsione, tentata estorsione, detenzione di armi e favoreggiamento, con l’aggravante del metodo mafioso e della finalità di agevolare l’organizzazione criminale.

Estorsioni a imprenditori e commercianti

Secondo le indagini, gli arrestati avrebbero imposto il pagamento del pizzo a imprenditori e commercianti del territorio, anche nel settore dell’edilizia, sfruttando il meccanismo degli incentivi legati all’ecobonus 110%. La criminalità organizzata, infatti, si sarebbe infiltrata nel sistema degli appalti e delle ristrutturazioni, chiedendo tangenti e imponendo il controllo sulle attività economiche.

Il provvedimento cautelare riguarda tre persone destinate al carcere e una agli arresti domiciliari. Tuttavia, trattandosi di un’ordinanza emessa in fase di indagine preliminare, gli indagati restano presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

Il controllo della camorra sul territorio

L’operazione conferma come la camorra continui a esercitare pressioni economiche e intimidatorie sulle attività commerciali e imprenditoriali, non solo attraverso il racket classico, ma anche sfruttando le opportunità offerte dagli incentivi statali. Il blitz delle forze dell’ordine rappresenta un ulteriore colpo alla criminalità organizzata, che da anni esercita un forte controllo sul territorio di Caivano e sulle attività economiche della zona.

L’inchiesta proseguirà per approfondire ulteriormente il giro d’affari e i legami tra il clan e gli appalti legati all’ecobonus.

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Napoli, esplosione di violenza giovanile: rissa al Vomero e agguato a Poggioreale

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Il fenomeno della violenza giovanile torna a sconvolgere Napoli, riaffiorando con la sua forza incontrollabile e rendendo ancora più drammatico un fine settimana già segnato dall’omicidio di Emanuele Durante nella zona del Museo. Piazza Vanvitelli, cuore del Vomero e centro nevralgico della movida napoletana, è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di ragazzi, sfociata in un’esplosione di violenza con caschi e coltelli.

RISSA AL VOMERO: CASCHI E COLTELLI TRA I RAGAZZI

Basta poco per accendere la miccia della follia. Due comitive che si incrociano, una parola di troppo, uno sguardo interpretato male, una ragazza contesa: sono sempre gli stessi gli elementi scatenanti di questi episodi.

Secondo la testimonianza di Nelide Milano, Ilaria Puglia e Barbara Tafuri della “Rete per la Sicurezza Minori e Adolescenti”, la rissa sarebbe scoppiata poco dopo la mezzanotte. “Sabato sera a Piazza Vanvitelli si è verificata una violenta rissa fra ragazzi a colpi di caschi e coltelli”, raccontano le referenti dell’associazione, che da tempo monitora questi episodi in tutta Italia.

La scena è avvenuta nell’isola pedonale, affollata da centinaia di giovani. Solo una pattuglia delle forze dell’ordine era presente, decisamente insufficiente per gestire la situazione.

“Abbiamo registrato un omicidio di un ventenne e una maxi-rissa a distanza di poche ore. Eppure, dopo le riunioni in Prefettura e le promesse di maggiori controlli, pare che l’attenzione sull’emergenza violenza minorile sia nuovamente calata”, denunciano le attiviste.

A terra restano due giovani feriti: un 19enne colpito da una coltellata alla gamba e un altro con un sospetto trauma cranico, provocato da un casco da motociclista. Entrambi sono stati ricoverati al Cardarelli, ma non sono in pericolo di vita.

La polizia ha acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza e sta cercando di identificare i responsabili.

LE DENUNCE: “SERVONO PIÙ CONTROLLI NEL WEEKEND”

Rino Nasti, consigliere della Municipalità Vomero-Arenella, ha sottolineato ancora una volta la necessità di maggiori controlli nelle aree della movida.

“Serve un presidio fisso delle forze dell’ordine in Piazza Vanvitelli nei weekend. Dopo mezzanotte, la calca di giovanissimi è impressionante e il rischio di episodi violenti aumenta”, ha dichiarato Nasti.

Attualmente, i turni della Polizia Locale terminano a mezzanotte, lasciando un vuoto di sicurezza proprio nelle ore più critiche.

AGGUATO A POGGIOREALE: 17ENNE FERITO A COLPI DI PISTOLA

Ma la notte di violenza non si è fermata al Vomero. A Poggioreale si è consumato un tentato omicidio ai danni di un 17enne, ferito da un colpo di pistola alla gamba mentre si trovava in scooter con un coetaneo.

Secondo le indagini, il responsabile sarebbe un altro 17enne di Casoria, fermato dai carabinieri del Nucleo Operativo di Poggioreale.

L’episodio si è verificato mercoledì scorso, quando il ragazzo è stato affiancato da un SUV nero nei pressi del carcere di Poggioreale. Alla guida, un giovane che ha puntato la pistola e sparato un colpo, colpendolo alla gamba destra prima di fuggire.

Le telecamere di sorveglianza hanno permesso di identificare il veicolo, scoprendo che era stato noleggiato in leasing. Le indagini hanno quindi portato a Casoria, dove il giovane responsabile, figlio del titolare del contratto di noleggio, si è presentato spontaneamente al commissariato di Scampia, assumendosi la responsabilità del gesto.

L’indagine ha rivelato che il motivo dell’agguato sarebbe uno screzio tra il giovane e le vittime avvenuto poco prima della sparatoria.

NON UN EPISODIO DI CAMORRA, MA UN’ESCALATION DI VIOLENZA GIOVANILE

Nonostante i legami familiari con clan camorristici, l’aggressione non avrebbe connotazioni criminali. La vittima sarebbe riconducibile al clan Mazzarella, mentre l’aggressore sarebbe figlio di un presunto affiliato all’Alleanza di Secondigliano. Tuttavia, secondo gli inquirenti, il movente sarebbe puramente personale.

CONCLUSIONI: LA CITTÀ CHIEDE MAGGIORE SICUREZZA

Questi episodi dimostrano come la violenza giovanile stia diventando sempre più pericolosa e incontrollabile. La movida si trasforma in un campo di battaglia, mentre le strade di Napoli continuano a essere teatro di regolamenti di conti tra ragazzi armati.

La richiesta dei cittadini e delle associazioni è chiara: serve un maggiore impegno da parte delle istituzioni per garantire la sicurezza, con presidi fissi delle forze dell’ordine e una strategia efficace per arginare questa spirale di violenza

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Bradisismo ai Campi Flegrei: capo della Protezione Civile esclude evacuazione e rafforza accoglienza per sfollati

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Nessuna evacuazione prevista per il bradisismo nei Campi Flegrei. Lo ha ribadito ieri il capo della Protezione Civile nazionale, Fabio Ciciliano, al termine di una serie di incontri nei centri operativi comunali di Napoli, Pozzuoli e Bacoli. Accompagnato dal prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha incontrato i sindaci Gaetano Manfredi, Gigi Manzoni e Josi Gerardo Della Ragione per fare il punto sulla situazione e sull’organizzazione della macchina dei soccorsi dopo la scossa di magnitudo 4.4 che ha colpito l’area mercoledì scorso.

“L’evacuazione della popolazione è prevista solo nel piano vulcanico. Il piano per il bradisismo non prevede evacuazioni, così come non è mai prevista durante un sisma”, ha dichiarato Ciciliano.

NUOVA AREA DI ACCOGLIENZA PER GLI SFOLLATI

Il monitoraggio ha portato all’individuazione di 187 persone sgomberate tra Bagnoli e Fuorigrotta, con 15 ordinanze di sgombero e 7 diffide per interventi di messa in sicurezza. A fronte di questa situazione, è stata presa la decisione di allestire un’altra area di accoglienza vicino all’Ippodromo di Agnano, che possa ospitare non solo gli sfollati di Bagnoli e Fuorigrotta, ma anche quelli provenienti da Pozzuoli e Agnano-Pisciarelli.

I tecnici del Comune di Napoli e della Protezione Civile hanno già effettuato un sopralluogo nella zona del parcheggio esterno dell’Ippodromo per attivare rapidamente la struttura.

CHIARIMENTI E MIGLIORAMENTO DELLA COMUNICAZIONE

Un altro tema affrontato è stato quello della comunicazione con i cittadini, spesso disorientati da informazioni contrastanti o parziali.

“Abbiamo registrato che ci sono state alcune sfasature nella comunicazione ai cittadini”, ha spiegato Ciciliano, sottolineando l’importanza di trasparenza e chiarezza nel fornire aggiornamenti sulla situazione del bradisismo.

L’obiettivo è quello di fornire rassicurazioni senza creare allarmismi, garantendo al contempo un flusso informativo costante e coordinato tra le istituzioni locali e la Protezione Civile nazionale.

INFRASTRUTTURE E VIABILITÀ: IL PROBLEMA DELLE VIE DI FUGA

Durante l’incontro, si è discusso anche della viabilità flegrea, un punto critico in caso di emergenza. Il problema principale è rappresentato dalla Rotonda Cavani e via Lucrino, unico collegamento tra Pozzuoli e Baia, soggetto a forti congestioni soprattutto nei fine settimana e nei periodi estivi.

Oggi alle 15 è in programma un’ulteriore riunione in Prefettura con la partecipazione dei sindaci di Pozzuoli e Bacoli, dei rappresentanti della Polizia Stradale e delle polizie municipali locali, per discutere soluzioni che possano garantire vie di fuga efficienti in caso di eventi sismici più forti.

Nel frattempo, il Dipartimento della Protezione Civile ha assicurato massima assistenza in termini di uomini, mezzi e risorse per il supporto alla popolazione colpita dagli effetti del bradisismo.

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La commovente foto del Papa al Gemelli: affronto un periodo di prova

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Il Papa senza zucchetto e con i paramenti per la messa, la stola viola che si indossa in Quaresima; seduto sulla sedia a rotelle, lo sguardo basso e assorto nella preghiera. E’ la prima immagine di Papa Francesco, diffusa dalla sala stampa della Santa Sede, da quando è stato ricoverato, lo scorso 14 febbraio. La foto arriva dopo il breve audio diffuso durante il rosario in piazza San Pietro il 6 marzo in cui ringraziava i fedeli. Nello scatto Francesco sembra essere libero dalle cannule dell’ossigeno ma la fotografia lo mostra solo di lato. Davanti a lui il piccolo altare per la messa e il crocifisso nella cappellina al decimo piano del Gemelli.

Sulla parete di lato le immagini delle stazioni della Via Crucis, la principale devozione di questo periodo liturgico. Si può immaginare, dietro questa foto, una situazione di sofferenza, quella che il Papa stesso ha descritto nell’Angelus di oggi, il quinto in forma solo scritta: “Sto affrontando un periodo di prova, e mi unisco a tanti fratelli e sorelle malati: fragili, in questo momento, come me. Il nostro fisico è debole ma, anche così, niente può impedirci di amare, di pregare, di donare noi stessi, di essere l’uno per l’altro, nella fede, segni luminosi di speranza”.

Sofferenza, dunque, ma anche speranza perché Dio non abbandona: “Quanta luce risplende, in questo senso, negli ospedali e nei luoghi di cura! Quanta attenzione amorevole rischiara le stanze, i corridoi, gli ambulatori, i posti dove si svolgono i servizi più umili! Perciò vorrei invitarvi, oggi, a dare con me lode al Signore, che mai ci abbandona – sottolinea Papa Francesco – e che nei momenti di dolore ci mette accanto persone che riflettono un raggio del suo amore”.

La situazione del Papa oggi è rimasta stabile: ha continuato la terapia farmacologica e la fisioterapia motoria e respiratoria, “traendone beneficio, soprattutto da quella motoria”, come ha sottolineato la sala stampa vaticana nel briefing pomeridiano con i giornalisti. Francesco ha appunto concelebrato la messa nella cappellina del decimo piano dell’ospedale, ha ripreso un po’ di lavoro, non ha ricevuto visite, riferisce la stessa sala stampa vaticana. Quindi a differenza delle due passate domeniche non ha visto i suoi due più stretti collaboratori, il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin e il Sostituto mons. Edgar Pena Parra.

Stasera, come era previsto, non è stato diffuso un nuovo bollettino medico che arriverà tra martedì e mercoledì. Questa mattina a portare la “carezza simbolica” a Papa Francesco sono stati trecento bambini con i loro disegni e letterine. Nel testo dell’Angelus c’era per loro un ringraziamento: “Grazie, carissimi bambini! Il Papa vi vuole bene e aspetta sempre di incontrarvi”. Infine, sempre nell’Angelus scritto, l’appello per la pace: “Continuiamo a pregare per la pace, specialmente nei Paesi feriti dalla guerra: nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan, Repubblica Democratica del Congo”.

Nel pomeriggio il piazzale del Gemelli si è poi animato con una milonga all’aria aperta. Decine di coppie di ballerini di tango hanno danzato in onore del Papa argentino per fargli sentire la loro vicinanza. Francesco in più occasioni ha detto quanto lo appassioni questa danza, e la musica struggente che la accompagna, uno degli elementi più conosciuti al mondo della cultura argentina. Infine un pensiero ai tanti giovani che sono rimasti uccisi nell’incendio della discoteca nella Macedonia del Nord. Papa Francesco ha inviato un messaggio, attraverso un telegramma a firma del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, esprimendo il suo “profondo cordoglio ai familiari delle vittime” e “la sua vicinanza spirituale ai feriti”.

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