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Ambiente

Camera, domani convegno Mare Nostrum, indagine su ecosistema Mare

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Si terrà domani alla Camera il Convegno ‘Mare nostrum, Un mare di pace. Aspetti socio-ambientali del Mediterraneo’. L’evento si svolgerà tra le 15 e le 18,30 a Palazzo Theodoli in Sala Matteotti.

Verrà presentata l’indagine sulla situazione dell’ecosistema mare. Ci saranno approfondimenti sull’invasione di forme di vita provenienti da mari più caldi del pianeta, sui nuovi rischi meteoclimatici con la comparsa di particolari uragani mediterranei (medicane), sull’erosione delle coste, sulla plastica che danneggia flora e fauna marina, sui danni alla pesca d’altura e miticoltura nostrana. Durante la giornata ai presenti sarà consegnata la pubblicazione ‘Mare Nostrum’. Prima della chiusura si svolgerà la presentazione del Premio internazionale Nethuns e si procederà alla lettura dei vincitori del Premio Nethuns, edizione 2024.

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Ambiente

A fine gennaio la legge quadro sul nucleare

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Il governo approverà entro la fine di gennaio il disegno di legge quadro sul nucleare. La notizia, anticipata nei mesi scorsi dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto, è stata confermata da fonti del governo durante la missione ad Abu Dhabi della premier Giorgia Meloni, conclusa oggi. La legge delega, nelle intenzioni dell’esecutivo, dovrà dare il quadro giuridico per autorizzare, costruire, gestire e controllare le centrali nucleari in Italia. Pichetto ha più volte sostenuto che, senza l’atomo, non è possibile decarbonizzare la produzione elettrica e garantire la sicurezza energetica al paese. Quanto ai due referendum del 1987 e del 2011, nei quali gli italiani si sono espressi contro il nucleare, il governo ritiene che siano ormai superati. Le tecnologie che sarebbero applicate in Italia sarebbero diverse da quelle bocciate dagli italiani.

Al posto delle grandi centrali di terza generazione (quelle chiuse nel 1987), l’esecutivo punta sui piccoli reattori modulari di terza generazione avanzata (motori di sommergibili dentro cilindri) e sui reattori di quarta generazione, raffreddati a piombo liquido e alimentati dalle scorie delle vecchie centrali. Il disegno di legge delega è stato preparato da una commissione nominata dal ministro Gilberto Pichetto e presieduta dal giurista Giovanni Guzzetta. Il testo definitivo è quasi pronto, e arriverà al ministero nel fine settimana. Entro la fine del mese sarà portato in Cdm. Se sarà approvato in parlamento, toccherà poi al governo emanare i decreti attuativi. Per questi ultimi, si stima che serviranno altri due anni.

I primi reattori potrebbero cominciare a funzionare all’inizio degli anni Trenta. La legge quadro indicherà le procedure per l’autorizzazione delle nuove centrali. La norma prevede un’agenzia di controllo sul nucleare, per vigilare sulla gestione degli impianti e sullo smaltimento delle scorie. Il ddl riprende le best practice degli altri paesi europei con più tradizione sul nucleare, e punta a valorizzare le aziende e le competenze italiane nel settore. Sono previste misure per incentivare la ricerca e la formazione e una campagna informativa per la popolazione. Per il deputato di Forza Italia Luca Squeri, “abbiamo dato il via libera al ritorno di questa tecnologia” e “questo passaggio costituisce un ulteriore, necessario step”. Ma per le deputate Cinquestelle Ilaria Fontana ed Emma Pavanelli, il nucleare ha “costi enormi. Già oggi cittadini e imprese pagano cara l’energia perché la facciamo col gas, figuriamoci un domani col nucleare!”.

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Assalto Vespa orientalis, 40mila alveari distrutti

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I cambiamenti climatici hanno modificato il comportamento del calabrone orientale, insetto autoctono che fino a pochi anni fa viveva in perfetto equilibrio ambientale con le api, diventato oggi una vera e propria specie aliena. La Vespa orientalis è infatti diventata aggressiva, invasiva e famelica, tanto da aver distrutto fino a 40mila alveari in Lazio, Molise e Campania. Ma la sua espansione non si ferma a queste tre regioni del Centro Sud, da tempo viene avvistato in Friuli Venezia Giulia, Marche, Liguria, Toscana e Sardegna, predilige per ora la costa tirrenica a quella adriatica e le città. A Roma la scorsa estate le incursioni dell’insetto mangia-api hanno distrutto gli alveari realizzati sulla terrazza del ministero dell’Agricoltura. Alveari che sono stati poi ripristinati. Complici le temperature più calde dei centri urbani, ma anche la facilità di trovare fonti di cibo, come i mercati alimentari o i rifiuti che si trovano all’aperto.

A lanciare l’allarme è il segretario generale di Miele in Cooperativa, associazione nazionale alla quale aderiscono le principali associazioni di apicoltori delle tre regioni colpite, Riccardo Terriaca. Al momento mancano ancora, si sottolinea, strategie e tecniche mirate a contenere questo insetto velenoso che può arrivare a 3 centimetri di lunghezza. “È un’ennesima calamità a fronte alla quale siamo disarmati, non essendo disponibili strumenti e tecniche di contrasto alle aggressioni”, afferma Terriaca, secondo il quale è indispensabile che il mondo della ricerca impegni risorse umane e finanziare per studiare il problema con un approccio pragmatico per dare delle risposte. Nel definire la Vespa orientalis una sorta di ‘specie aliena in patria’, gli esperti ammettono che al momento c’è poco da fare.

“Contrariamente alla Vespa velutina sulla quale c’è una direttiva Europea e un progetto dedicato del Crea, non abbiamo strumenti e tecniche di contrasto specifiche – spiega Laura Bortolotti, prima ricercatrice del Crea AA, Agricoltura Ambiente – il problema è che essendo una specie autoctona fino ad ora non è stato possibile inserirla in una black list e proprio per questo siamo in contatto con l’Ispra per mettere a punto una strategia per combatterla”. Gli apicoltori possono difendersi solo con protezioni da mettere sull’entrata degli alveari, si va da delle trappole ad esca alle arpe elettriche, dispositivi costituiti da un telaio che tiene tesi dei fili elettrici scoperti, su cui passa corrente a bassa tensione che stordisce l’insetto; vengono posizionati con una distanza tale che lasciano indenni le api. “Abbiamo però scoperto – conclude la ricercatrice – che la Vespa è intelligente, dotata di una certa memoria in grado di scoprire questi trucchi e quindi di evitarli”. L’insetto ha un ciclo di vita che va dalla primavera all’autunno sempre più inoltrato proprio per le temperature miti ed è in grado di cibarsi perfino delle api in volo, oltre a fare razzia all’interno degli alveari, distruggendoli. Danni che si manifestano con elevata mortalità delle api, ma anche con un diffuso indebolimento degli alveari e dunque riduzione della produzione di miele e maggiori costi da sostenere per curare gli alveari indeboliti, con le cosiddette nutrizioni di soccorso.

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Terna: autorizzato ammodernamento elettrodotto Patria-S.Antimo

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Con decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, è stato autorizzato il progetto di Terna per l’ammodernamento dell’elettrodotto a 220 kV “Patria – Sant’Antimo” in provincia di Napoli. L’intervento, per cui la società guidata da Giuseppina Di Foggia investirà oltre 20 milioni di euro, prevede la realizzazione di una nuova linea di 8,5 km, di cui 8 km interrati. Il progetto coinvolgerà i comuni di Napoli, Marano di Napoli, Mugnano di Napoli, Melito di Napoli e Sant’Antimo. L’opera porterà significativi benefici: da un lato, l’incremento della qualità e dell’affidabilità del servizio elettrico locale; dall’altro, la drastica riduzione dell’impatto visivo e paesaggistico grazie alla sostituzione di infrastrutture aeree con cavi interrati.

Una volta completata, sarà possibile demolire oltre 6 km di linee esistenti e 18 sostegni, liberando circa 21 ettari di territorio in zone fortemente urbanizzate. Nelle prossime settimane Terna avvierà la progettazione esecutiva e le attività propedeutiche all’apertura dei cantieri, prevista per il prossimo anno. Questo intervento rientra in un più ampio piano di rinnovo, che interesserà anche l’elettrodotto a 220 kV “Sant’Antimo – Fratta”. I

n questo caso, la nuova linea interrata, lunga circa 8 km, attraverserà i comuni di Sant’Antimo, Grumo Nevano, Frattamaggiore e Frattaminore (Provincia di Napoli) e Sant’Arpino (Provincia di Caserta). Per questa opera, Terna investirà circa 18 milioni di euro, consentendo la demolizione di 5 km di linee aeree e lo smantellamento di 17 tralicci, liberando 17,5 ettari di territorio nelle vicinanze dei centri abitati. Terna conferma così il proprio impegno nel potenziamento e nella sostenibilità della rete elettrica, contribuendo alla tutela del paesaggio e al miglioramento della qualità della vita nelle comunità locali.

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