Oggi scambiamo due parole con il Presidente della Fondazione Antonino Caponnetto Salvatore Calleri su un tema attuale anche se particolare per chi si occupa di legalità, l’Europa e l’Unione Europea.
Presidente Calleri la Fondazione Antonino Caponnetto si occupa quindi pure di Europa?
Si. L’Europa è al centro di tutta una serie di questioni internazionali e non è possibile non occuparsene. La Fondazione Caponnetto insieme alla Fondazione Mediterraneo di Napoli ha fatto nascere il “Progetto Tulipani Rossi per gli Stati Uniti d’Europa” per arrivare ad una Europa federale e forte ed un sito internet www.statiunitieuropa.com.
Come è oggi la Unione Europea?
La Unione Europea purtroppo nasce con il modello sbagliato, ossia non con quello federale sognato dai padri fondatori, dal gruppo di Ventotene o da Churchill, ma quello confederale che causa numerosi problemi pratici. La Unione Europea non è un unico Stato ma una insieme di Stati. Quindi non funziona.
Perché un modello confederale non funziona?
A parte il fatto che al momento non esistono altri modelli confederali nello scenario internazionale proprio perché non funzionali, si basti pensare a due stati, gli Usa e la Svizzera che a metà ottocento hanno cambiato modello passando da confederale a federale attraverso delle guerre civili, con quella americana assai sanguinosa in particolare e che dopo il cambiamento son diventati degli esempi nel mondo. Il modello confederale è un modello poco decisionale che lo rende pachidermico nelle decisioni la forma statale. L’attuale crisi internazionale ci mostra una Ue divisa in tanti settori, dal gas, alla immigrazione, alla guerra, al debito non condiviso ecc. Ecc. In molti casi serve l’unanimità dei 27 paesi. Questo ha portato alla debolezza geopolitica di una Unione Europea schiacciata tra le super potenze ed in balia dei singoli nazionalismi che traggono linfa dal confederalismo e si scontrano tra di loro.
L’attuale crisi Italia Francia relativa agli sbarchi come la legge?
In primis spero che la crisi finisca e che i dissapori cessino in quanto Francia ed Italia sono due stati fratelli e l’Italia è nata grazie all’aiuto francese nella seconda guerra d’indipendenza. Il francese era la lingua che Camillo Cavour usava senza dimenticare poi il sostegno di Giuseppe Garibaldi alla Francia nel 1870 come generale contro la Prussia. Siamo due Paesi legati in modo indissolubile. La crisi nasce comunque anche grazie al modello confederale della Ue, che non prevede un confine unico. Ogni Stato Ue ha il suo confine e questo causa i problemi. Tutto ciò unito ai sovranismi contrapposti fa sì che si arrivi al paradosso che un governo di destra come quello italiano riesce a mandare una nave con dei rifugiati a Tolone dove si trova la destra francese a protestare perché non le vuole. Il kaos. Al contrario uno stato federale unitario affronterebbe la questione partendo dal concetto del confine unico e dell’eventuale distribuzione dei profughi nell’intero territorio.
Una Europa federale quindi che vantaggi avrebbe?
Innanzitutto uno Stato unico con tante Nazioni unite da un Sovranismo europeo. Un esercito unico, in un’ottica Nato ma in posizione molto autorevole. Uno welfare unico. Una banca centrale pubblica vera e non condizionata dalle banche nazionali come è oggi. Ci sono alcuni studi che parlano addirittura di circa 2000 miliardi di euro risparmiati se si scegliesse il federalismo. Insomma i vantaggi sarebbero tantissimi.
Gli Stati Uniti d’Europa però non sono solo una utopia irraggiungibile?
Gli Stati europei sono di fronte ad un bivio. O continuano in questo confronto tra sovranisti nazionali e difensori europei dello status quo confederale e quindi non vanno da nessuna parte oppure scelgono l’utopia necessaria degli Stati Uniti d’Europa. Necessaria per avere uno Stato libero e forte. La Ue in questo momento è a pezzi e non appare in grado di pesare geopoliticamente nell’attuale scenario internazionale. Inoltre siamo di fronte a numerosi contrasti come quello esistente avvenuto al parlamento europeo tra la Presidente della Commissione ed il Presidente del Consiglio Europeo.
La nostra classe politica è consapevole di questa situazione?
Purtroppo no. Ho addirittura dei dubbi che sappiano distinguere tra modello federale e confederale. È un momento in cui regna un certo genericismo. Occorre cambiare l’attuale classe dirigente socio-politica europea che a mio modesto parere non appare all’altezza.