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Politica

Calenda, Az-Iv si scioglieranno. Nuova lite con Renzi

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Terzo Polo, ultima puntata? Più volte data per acquisita, poi smentita o rinviata, la fine del tormentato matrimonio tra Calenda e Renzi si ritaglia un suo spazio anche nelle più rade cronache politiche d’agosto. Non c’è neanche bisogno di un casus belli o di una polemica di ritorno. Basta una telecamera o il taccuino di un giornalista per riaccendere gli animi tra i due. A tornarci su ci pensa il leader di Azione – scottato forse dalla mancata presenza di Iv al tavolo governo-opposizioni sul salario minimo, fortemente voluto da Calenda – che vede imminente lo scioglimento dei due gruppi: “Lo ha detto Renzi: ormai siamo due partiti separati. Non ho più voglia di mettermi a discutere con Italia Viva, faranno la loro strada alle europee e noi faremo la nostra”, si sfoga ad Agorà su Rai3.

Ma la separazione dei gruppi, chiarisce Calenda, “dipende da loro: siccome quei gruppi sono stati eletti con un logo con un simbolo con il mio nome, io non posso andarmene via. Lo possono fare loro. Lo facessero quando gli pare”, li esorta. Non tarda ad arrivare la risposta – con piccata smentita – dal partito di Renzi che, con fonti vicine all’ex premier, puntualizza che non è così: “A differenza di quanto affermato da Carlo Calenda, il gruppo non ha il suo nome. Il gruppo di cui Calenda fa parte assieme ad altri nove senatori, si chiama Azione-Italia Viva-Renew Europe”. Insomma: “caro Carlo – sembrano dire i renziani – se vuoi andartene sei liberissimo di farlo…”. Tolto l’ostacolo del simbolo, tutto sembrerebbe portare i due separati in casa dritti al divorzio.

Per dirla con Roberto Giachetti, deputato di Italia Viva che tra i primi scoperchiò il vaso di Pandora del Terzo Polo, “continuare così non ha senso, è devastante oltre che deprimente”. Una frase, pronunciata all’inizio di agosto su Radio Leopolda durante la sua rassegna stampa dal titolo evocativo “La sveglia di Bobo”. Nelle puntate precedenti di questo matrimonio finito male, oltre ai punti di disaccordo come il salario minimo, l’elezione diretta del premier, la commissione d’inchiesta sul Covid, e il Twiga della discordia, ci sono stati anche i veleni e i rumors sulla presunta richiesta del partito di Matteo Renzi, di fare un gruppo da solo al Senato. A palazzo Madama, infatti, Italia Viva, in caso di scioglimento, avrebbe i numeri per poter esistere da sola, a differenza di Azione, destinata a confluire nel Gruppo Misto. Ma queste voci, circolate con insistenza, non hanno poi trovato conferme con Italia Viva che, anzi, ha voluto bollarle come “fake news”: tutte le scelte che saranno prese – avvertirono infatti i renziani – saranno “comunicate con congruo anticipo, da noi e non da altri”.

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Politica

Il ministro Urso denuncia di nuovo Report e chiede anche l’intervento del Copasir

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“Il ministro Adolfo Urso ha dato mandato ai suoi legali di denunciare in ogni sede il conduttore di Report Sigfrido Ranucci e gli autori del servizio in onda domenica 10 su Rai3”, nonostante il ministro avesse già eccepito “l’assoluta falsità” delle notizie riportate sulla asserita adesione a logge massoniche e l’intento “gravemente diffamatorio”. Lo comunica una nota del Mimit che aggiunge che sia “compito del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica occuparsi di materia che riguarda senza alcun dubbio la sicurezza dello Stato e la tenuta della nostra democrazia”, anche per l’uso strumentale del servizio pubblico.

Secondo il ministero delle Imprese e del made in Italy, report “prosegue in una campagna persecutoria, attivata subito dopo l’insediamento del governo, tesa evidentemente a inibire l’attività del Ministro, facendo palesare chissà quali reconditi interessi e condizionamenti occulti che non hanno alcun fondamento nella realtà”. Sarebbe piuttosto il servizio pubblico oggetto di “manovre occulte”. “Già in precedenti servizi – sottolinea la nota – erano emerse, infatti, interviste manipolate e false, ricostruzioni arbitrarie e notizie del tutto infondate che i fatti hanno poi ampiamente smentito. Servizi che hanno costretto il Ministro Urso ad adire già le vie legali, così come altre persone chiamate in causa anch’esse quali parti lese”.

Il ministro ha inoltre dato mandato di denunciare i signori Kitty Montemaggi e Gioele Magaldi per quanto affermato nel corso delle interviste riportate da Report e Luigi Bisignani per quanto scritto nel quotidiano Il Tempo nell’articolo uscito in contemporanea con il servizio di Report, domenica 10 dicembre, evidentemente frutto della medesima strategia.

“È gravissimo – secondo il ministero – che una trasmissione del servizio pubblico avvalori le farneticazioni di personaggi che nel tempo hanno accusato di appartenenza a logge segrete presidenti della Repubblica, presidenti del Consiglio, governatori di Bce e Banca d’Italia e persino sommi Pontefici”.

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Sgarbi denuncia: nuovo attacco sul Fatto Quotidiano, è fuorilegge

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“Sarà il ventunesimo articolo del Fatto Quotidiano contro di me. Usano documenti che sono secretati, perché fino alla fine delle indagini preliminari non li puoi pubblicare. Tutto quello che raccontano è rubato e quindi l’unica cosa che posso dire è che faremo una causa civile come ha fatto Renzi perché non si può immaginare un killeraggio e uno stolkeraggio così insistente, per di più su materiali che non sono usabili perché derivano da delle fuoriuscite di informazioni che vengono da carabinieri, procure, non so chi. Tutto quello che si legge è fuorilegge”.

Lo ha detto il sottosegretario Vittorio Sgarbi a margine della lectio magistralis su ‘Michelangelo. Rumore e paura’ (La Nave di Teseo) che ha tenuto stamattina alla fiera della piccola e media editoria ‘Più Libri più Liberi’ dove ha parlato del suo libro che chiude la trilogia del Rinascimento. Il riferimento è all’articolo pubblicato oggi dal quotidiano secondo cui Sgarbi rischierebbe di finire a giudizio per esportazione illecita di opere d’arte grazie a nuovi elementi scoperti dal Fatto e acquisiti dalla Procura di Imperia. In particolare, il sottosegretario sarebbe chiamato a rispondere della tentata vendita del dipinto ‘Concerto con bevitore’ di Valentine de Boulogne. Valore presunto, 5 milioni.

“Sto aspettando la decisione dell’Antitrust (che ha avviato un’istruttoria a suo carico per possibili condotte illecite in violazione di quanto previsto dalla legge in materia di attività incompatibili con la titolarità di una carica di governo, ndr) che sarà a febbraio e quella secondo me è difficile che sia contraria a me perché è tutto trasparente. Sono i diritti d’autore, come questa presentazione di oggi. Teoricamente non avrei dovuto farla. Questa cosa che è il racconto dell’arte che è perfettamente compatibile con l’esercizio delle funzioni ministeriali sarebbe incompatibile. Se uno parte dall’idea che io non posso fare questa conferenza, allora dovrei avere torto per l’Antitrust, ma non credo che lo avrò. Il ministro Sangiuliano non lo vedo perché lui si occupa di fare il ministro, io invece mi occupo di raccontare l’arte” ha spiegato Sgarbi. “‘Michelangelo. Rumore e paura’ non è una monografia e non è una biografia. Ho sentito la necessità di raccontare quello che gli artisti di questa trilogia Leonardo, Raffaello e Michelangelo dicono a me, non io a loro” ha sottolineato.

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Mattarella: combattere corruzione è dovere Istituzioni

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“La corruzione altera la vita delle persone e attacca i diritti di ciascuno, corrode le fondamenta della società, mina lo Stato di diritto, altera i mercati”. Nella giornata internazionale contro la corruzione è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a ricordare come la lotta a quella che il Capo dello Stato bolla come una “piaga” sia “un dovere delle Istituzioni e, al tempo stesso, un impegno etico e civile delle forze sociali, delle comunità, dei cittadini”.

Mattarella sottolinea come la ricorrenza cada nel “ventesimo anniversario della Convenzione ONU contro la corruzione, che ha dato carattere universale a questa battaglia di civiltà e progresso, fornendo strumenti giuridici nuovi ai Paesi, rafforzando la collaborazione tra magistrature e forze di polizia, sostenendo misure comuni di prevenzione”.

“È un’occasione importante – ribadisce il presidente della Repubblica – per rilanciare il valore del contrasto al crimine e dell’affermazione della legalità”. Parole a cui fa eco il presidente della Camera Lorenzo Fontana “desidero richiamare l’importanza di promuovere in ogni sede i valori e la cultura della legalità”. Per il presidente di Montecitorio “La corruzione rappresenta una minaccia per la democrazia, logora la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, la coesione sociale e lo sviluppo economico. Contrastare questo fenomeno è una priorità assoluta”.

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