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Calciomercato: ora il Milan punta Gimenez, per la Juve c’è Veiga

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Sistemata la difesa con l’arrivo di WALKER dal Manchester City, il Milan pensa ora a rinforzare l’attacco. L’obiettivo è GIMENEZ del Feyenoord, club con il quale il messicano ha un contrato con clausola di rescissione a 50 milioni. La società olandese si accontenterebbe anche di 40, ma non vuole cedere il calciatore a gennaio, e la trattativa quindi non è affatto facile. JOVIC per ora ha respinto le proposte del Monza, intanto la Juve insiste per avere TOMORI, che però non vorrebbe partire. Ma nel caso il giocatore inglese accettasse il trasferimento la dirigenza rossonera punterebbe su DISASI, che il Chelsea è disposto a cedere. Altrimenti il Milan potrebbe cedere PAVLOVIC, che ha rifiutato il Fenerbahce e per il quale c’è ora la richiesta dello Stoccarda. Cerca un difensore in Inghilterra anche la Juventus e, sfumato KELLY del Newcastle, è in arrivo il portoghese VEIGA dal Chelsea. Manchester City e Chelsea si sono fatti avanti per avere DOUGLAS LUIZ in prestito, ma la Juve ha risposto che è cederà il brasiliano soltanto a titolo definitivo. Continua l’interesse molto forte del Manchester City per CAMBIASO.

La Roma ha ufficializzato l’arrivo di RENSCH dall’Ajax e ora proverà a prendere FRATTESI, ma la trattativa è difficile per via delle pretese economiche dell’Inter, che non recede dalla richiesta di 40 milioni. Nel discorso potrebbe essere inserito CRISTANTE come parziale contropartita tecnica. In casa Lazio, invece, si sta tentando di arrivare a CASADEI, tentato più dalla soluzione biancoceleste che da quella del Torino. Ma anche qui il problema è la cifra chiesta dal Chelsea, e anche le modalità di pagamento, che il presidente laziale Lotito vorrebbe ‘spalmare’. Dopo gli arrivi di Djuric e di Ondrejka, il Parma vuole piazzare un altro colpo in difesa,e punta a ERLIC del Bologna. L’alternativa è OKOLI del Leicester.

Il Venezia, che ha preso KIKE PEREZ dal Valladolid, sembrerebbe orientato a cedere POHJANPALO al Palermo, ma teme la reazione dei tifosi, per i quali il finlandese è un autentico idolo. Così per calmare la piazza si sta facendo un tentativo per far arrivare in laguna l’ex milanista ANDRE’ SILVA, in uscita dal Lipsia. Possibile l’arrivo anche di SHOMURODOV dalla Roma. ALTARE dovrebbe andare alla Sampdoria. Il Deportivo La Coruna ha detto no all’Atalanta per YEREMAY, attaccante classe 2002, il Napoli, invece, è sempre alla ricerca del sostituto di Kvaratskhelia, ma visto che il Manchester United non cala le pretese per GARNACHO, sembra aver virato su ADEYEMI del Borussia Dortmund.

Ma dall’Inghilterra arriva la voce di un ritorno di fiamma per CHIESA, che il Liverpool è disposto a cedere in prestito. Per l’attaccante esterno ex Juve si è mosso anche il Bsiktas. E proprio in questa squadra c’è quel N’DOUR, ex grande promessa delle nazionali giovanili, sul quale ci sono Genoa, Bologna e Fiorentina. La società viola lavora su altri tre fronti, per provare a prendere NGONGE dal Napoli, PABLO MARI’ dal Monza (in Brianza andrebbe VALENTINI, appena arrivato dal Boca Juniors) e MAN dal Parma. In uscita, PONGRACIC potrebbe andare al Napoli.

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Napoli senza identità: Conte cambia sempre formazione e ora cerca un undici stabile

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C’erano una volta i titolarissimi, un blocco riconoscibile che i tifosi recitavano quasi a memoria. Oggi non più. Antonio Conte, al Napoli, non è ancora riuscito a schierare due volte di fila la stessa formazione. E quando avrebbe potuto farlo, ha scelto il turnover. Infortuni, rotazioni, scelte forzate: tutto ha contribuito a una squadra che ancora non ha una reale identità.

Il problema dell’amalgama mai trovato

Il momento negativo del Napoli nasce anche da qui: senza continuità, senza un undici base, diventa difficile generare quei meccanismi automatici che fanno crescere una squadra. L’amalgama, che Massimino diceva ironicamente di voler “comprare sul mercato”, oggi non c’è. Conte era partito con un’idea precisa, ma ha dovuto – e a volte voluto – cambiarla continuamente.

Il valzer delle punte e le scelte obbligate

All’esordio, senza Lukaku, aveva puntato su Lucca titolare. Dopo la vittoria con il Sassuolo, la prima rotazione: fuori Olivera, dentro Spinazzola. Alla terza giornata, contro la Fiorentina, l’esordio di Hojlund con pochissimi allenamenti, subito decisivo. Una scelta sorprendente ma efficace.

Difesa in affanno tra infortuni e rotazioni

Gli infortuni hanno pesato subito: Beukema costretto a sostituire Rrahmani, Marianucci lanciato a Milano e poi accantonato. La difesa, tra Champions e campionato, ha perso certezze e continuità. Il ritorno al 4-3-3 non ha aiutato a stabilizzare il quadro.

L’unica vera gerarchia sopravvissuta è in porta: Milinkovic ormai inamovibile al posto di Meret.

Emergenza come opportunità: nasce l’undici base?

Con molti infortuni ancora lontani dal rientro, paradossalmente l’emergenza può diventare una risorsa. Conte potrebbe finalmente stabilizzare la sua squadra affidandosi al blocco “storico”:

  • Di Lorenzo – Rrahmani – Buongiorno – Spinazzola

  • Lobotka – McTominay

  • Politano – Hojlund più due posti da definire

Due “pretoriani” da individuare e Conte potrà tornare ad avere un undici base, e magari riproporlo per almeno due partite consecutive, cosa mai accaduta finora.

Il Napoli attende stabilità. Conte pure. E la stagione, per ripartire, ha bisogno esattamente di questo.

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Conte torna a Castel Volturno: silenzio, tensione e resa dei conti dopo il caos di Bologna

Conte riappare dopo una settimana di silenzio totale: colloqui, tensioni e decisioni in arrivo nello spogliatoio del Napoli. De Laurentiis valuta l’intervento sul mercato di gennaio.

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Tutti lo hanno cercato, nessuno lo ha trovato. Antonio Conte si è dissolto per una settimana, diviso tra le sue due abitazioni, evitando telefonate, messaggi, contatti. Una primula rossa. Dopo il crollo di Bologna, il tecnico del Napoli ha scelto di sparire. Ma oggi torna: allenamento fissato alle 14.30, probabile arrivo in anticipo a Castel Volturno.

Parlerà solo venerdì, alla vigilia della sfida con l’Atalanta. Prima, però, una lunga serie di colloqui interni. Da solo, perché De Laurentiis non sarà presente.

Una settimana anomala, tra riposo e tensione

Il tecnico ha avuto tre giorni di permesso: un break rarissimo, simile a quello che prese Benítez nel 2014. Un segnale della tensione interna esplosa dopo Bologna. Decine di telefonate non ricevute, anche dai fedelissimi.

Il presidente ha scelto una linea morbida: stima pubblica e zero pressioni, pur temendo che nelle parole di Conte si nascondesse la tentazione dell’addio.

Conte, intanto, ha riavvolto il nastro: errori della squadra, errori suoi, analisi del rapporto con una parte del gruppo. E ha inviato un messaggio chiaro ai giocatori rimasti a Castel Volturno: due giorni di doppio allenamento, perché “nulla si tocca”.

Il metodo Conte resta intoccabile

Da quando è arrivato, Conte ha imposto il suo stile: regole ferree, intensità, disciplina, preparazione durissima. Chi viene da Premier o Olanda sa che la comfort zone non esiste.
Molti veterani e nuovi arrivati hanno sussurrato per settimane che la preparazione fosse troppo dura. Conte non intende cambiare: «Se ti sorprende, hai sbagliato a venire».

La spaccatura, però, esiste.

Il faccia a faccia con la squadra è imminente

Conte vuole lavare i panni sporchi davanti a tutti. Ha scelto di aumentare la tensione con la sua assenza, lasciando lo spogliatoio sospeso per giorni. Nessuna mediazione, neppure tramite Oriali.

Il tecnico non cercherà stretta di mano o pace pubblica: si presenterà con una sola arma, la sua: il lavoro.

Punta sugli infortunati in rientro (Gilmour e Spinazzola in panchina con l’Atalanta), e sul recupero di Lukaku entro due settimane per la sfida con la Roma. La convinzione è che la squadra possa risalire.

De Laurentiis prepara la risposta: il mercato di gennaio

Il presidente è pronto a confermare la sua “simbiosi totale” con Conte: sostenere il progetto e intervenire pesantemente sul mercato invernale.

Conte rientra oggi, ma il clima è cambiato. Dopo Bologna, nulla è più come prima. E lui è il primo ad averlo capito.

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Jannik Sinner domina Torino: il ragazzo d’oro del tennis batte Alcaraz e conquista le Atp Finals 2025

Sinner trionfa alle Atp Finals 2025 battendo Carlos Alcaraz in due set. Match spettacolare, pubblico in delirio e un finale di stagione da leggenda per il campione azzurro.

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Sinner trionfa alle Atp Finals 2025 battendo Carlos Alcaraz in due set. Match spettacolare, pubblico in delirio e un finale di stagione da leggenda per il campione azzurro.

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Sinner con il trofeo al centro della Inalpi Arena, braccia alzate e pubblico in festa.


Jannik Sinner re delle Atp Finals 2025

Jannik Sinner è ancora una volta il dominatore del tennis mondiale. Alla Inalpi Arena di Torino, nel match definito da molti la “partita dell’anno”, il campione azzurro ha sconfitto in due set il numero 1 del ranking Carlos Alcaraz, chiudendo 7-6(4) 7-5 dopo due ore e un quarto di spettacolo puro. Una vittoria che lo conferma re delle Finals e simbolo di una stagione straordinaria.

Una finale da brividi

Atmosfera caldissima fin dall’inizio, con l’Inno di Mameli cantato da Il Volo e il palazzetto trasformato in un catino. Sinner sceglie di rispondere e il duello parte a ritmi altissimi: scambi brevi, servizi incisivi, concentrazione assoluta.
Il primo set si decide al tiebreak, dopo un parziale equilibrato e due pause forzate: un malore sugli spalti e poi l’intervento del fisioterapista per Alcaraz. Nel momento decisivo, Sinner alza il livello e chiude 7-4 tra il boato del pubblico.

Il capolavoro del secondo set

Alcaraz prova a invertire l’inerzia con il primo break dell’incontro, ma sul 3-2 Sinner si prende la prima palla break: una risposta steccata e fortunosa, una palla corta chirurgica e si torna in parità.
Il resto è un susseguirsi di colpi di qualità, sofferenza e coraggio. Sinner infiamma il palazzetto portandosi la mano all’orecchio, Alcaraz inizia a perdere profondità nei colpi. Sul 6-5, match point: il rovescio dello spagnolo esce di pochi centimetri. La Inalpi Arena esplode.

Il trionfo e la voce dei protagonisti

Sinner corre ad abbracciare il suo team, poi la fidanzata Laila Hasanovic. Le sue parole sono piene di emozione:
«È incredibile. Venire e vincere qui a Torino, davanti al pubblico italiano, è stato fantastico. Con Carlos bisogna giocare al meglio, è stata una partita durissima. Significa tanto chiudere così la stagione».

Sportivissimo Alcaraz:
«Esco a testa alta. Sono felice per il livello che ho espresso. Jannik non perde indoor da due anni: dopo ogni sconfitta torna più forte. Complimenti».

Un duello destinato a continuare

I numeri raccontano quanto fosse sottile il confine tra vittoria e sconfitta: Sinner 78 punti, Alcaraz 72; 8 ace a 5; due break su due per l’azzurro.
A fine match, i due campioni si sono già dati appuntamento al 2026. Sarà ancora la loro rivalità a guidare il tennis mondiale.

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