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Calciomercato: Il City vuole Cambiaso, il Napoli insiste per Garnacho, per Milan ora c’è Walker

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Il Manchester City accelera su CAMBIASO. Si susseguono i contatti con la dirigenza della Juventus, anche se c’è ancora distanza fra offerta degli inglesi e richiesta dei bianconeri. Ma la necessità di rinforzi da parte dei campioni d’Inghilterra, e la possibilità che fra i provvedimenti che saranno presi a carico del City per la vicenda delle infrazioni al fair play finanziario possa esserci il blocco del mercato della prossima estate, fanno sì che il club campione d’Inghilterra voglia stringere i tempi. La Juve lavora anche in entrata, perché serve un difensore centrale e il nome più caldo è ora quello di DANSO del Lens, che nella scorsa ‘finestra’ di mercato era stato preso dalla Roma ma poi non aveva superato le visite. L’alternativa è ARAUJO ma ora l’agente di questo giocatore sta trattando il rinnovo col Barcellona. Se andrà in porto, non è però da escludere che poi la società blaugrana possa cedere il suo calciatore in prestito alla Juve.

Intanto, il club bianconero non può ancora ufficializzare KOLO MUANI, perchè il Psg ha raggiunto il tetto previsto di prestiti, sei. Non è a rischio l’operazione ma l’attaccante potrebbe non essere tesserato in tempo per sfidare il Milan domani. E a proposito di rossoneri, vista la difficoltà per arrivare a RASHFORD, attaccante del Manchester United che ora sembra vicino al Borussia Dortmund, il Milan ha deciso di rinforzare un altro settore e punta deciso su WALKER, in uscita dal City anche se ha un contratto in scadenza a giugno del 2026.

Il Milan gliene avrebbe proposto uno che arriva fino al 2027. A Londra si parla anche di un interessamento milanista per JOAO FELIX, che però non sembra intenzionato a lasciare il Chelsea. E a proposito dei Blues londinesi: si sono fatti avanti con lo United per GARNACHO, obiettivo primario del Napoli che per l’argentino è arrivato a offrire 45 milioni, proposta ritenuta non adeguata visto che la dirigenza dei ‘Red Devils’ ne ha chiesti 80. Il Chelsea potrebbe arrivarci. La stampa inglese dà RENSCH, terzino dell’Ajax, in avvicinamento ai Friedkin, ma non per la Roma. Infatti l’olandese viene accostato all’Everton, che avrebbe rifiutato un’offerta del Como (dove potrebbe arrivare ANSU FATI dal Barcellona, intanto ha ceduto BARBA al Sion) per BETO, l’attaccante ex Udinese che piace anche alla stessa Roma e al Torino.

Proprio i granata stanno definendo la trattativa con il Chelsea per riportare in Italia CASADEI, che invece è stato mollato dalla Lazio, che preferisce puntare su FAZZINI dell’Empoli e BELAHYANE del Verona. Olympiacos Pireo e Aston Villa hanno chiesto ISAKSEN, del quale a Formello non viene esclusa la cessione. Se il danese dovesse partire, la Lazio potrebbe sostituirlo con NGONGE del Napoli, per il quale c’è anche la possibilità di tornare al Verona. Sempre a Roma, ma sponda giallorossa, c’è da registrare che il secondo portiere RYAN, desideroso di giocare e che ha offerte da Olanda e Arabia Saudita, ha chiesto di essere ceduto.

E’ probabile che venga accontentato, e per questo a Trigoria stanno stringendo i tempi per GOLLINI, ora al Genoa. In casa del ‘grifone’ ligure si torna a parlare di un addio di BALOTELLI, vecchio ‘amore’ di Galliani che lo riprenderebbe al Monza, specie nel caso che DJURIC venga ceduto al Parma, che insiste per averlo (così come l’Atalanta ha di nuovo chiesto MALDINI). Ma in Brianza non vogliono rinforzare una concorrente diretta per la salvezza come la squadra di Pecchia. Intanto, è ufficiale l’arrivo in biancorosso del giovane difensore serbo LEKOVIC, in prestito fino a giugno dalla Stella Rossa.

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Napoli, il messaggio di Conte: “Serve una casa per il Napoli”

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Antonio Conte ha lanciato un segnale forte alla società. Il centro sportivo e il settore giovanile sono temi centrali per l’allenatore, che non vuole essere un semplice traghettatore ma costruire un progetto a lungo termine. Dopo le polemiche di Benitez nel 2015, anche l’attuale tecnico azzurro porta avanti la stessa battaglia: servono investimenti nelle infrastrutture per creare un club che possa competere stabilmente ai massimi livelli.

Un progetto fermo al palo

Nonostante i tanti sopralluoghi e i terreni individuati nel corso degli anni – da Lago Patria ad Afragola, fino a Sant’Antimo e Bagnoli – il Napoli non ha ancora avanzato nessuna richiesta ufficiale per costruire un proprio centro sportivo. Attualmente, resta valido solo l’accordo con Castel Volturno fino al 2026, ma senza una vera evoluzione verso una struttura di proprietà.

Conte ha ribadito la necessità di una “Casa del Napoli”, un investimento che garantirebbe stabilità e crescita al club, invece di spendere cifre folli per singoli calciatori. Un’idea opposta a quella di Gasperini, ma che riflette una visione a lungo termine per il futuro della squadra.

Il problema dello stadio e il rischio per Euro 2032

Se il centro sportivo è un tema delicato, ancora più complessa è la questione dello stadio Maradona. Napoli potrebbe addirittura perdere l’Europeo 2032 senza un progetto di restyling chiaro, ma su questo Conte non si è espresso, consapevole della burocrazia e delle difficoltà politiche che frenano l’evoluzione dell’impianto.

Un Napoli da costruire, dentro e fuori dal campo

Oggi il Napoli è in lotta per lo scudetto, ma Conte guarda oltre. La sua non è un’”exit strategy”, come lo fu per Benitez, ma una richiesta concreta affinché il club cresca anche fuori dal campo. La palla ora passa a De Laurentiis, che dovrà dimostrare di voler investire su una società solida e competitiva, con un futuro ben definito.

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Leao-Gimenez, in 8 minuti il Milan si rilancia ad Empoli

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Dopo aver raggiunto la semifinale in Coppa Italia ai danni della Roma, il Milan si rilancia in campionato e vince anche a Empoli con un grande secondo tempo: decisivi i gol di Leao e di Gimenez, il primo in serie A per il messicano appena arrivato dal Feyenoord. I rossoneri si portano in classifica a quota 38 (con una partita da recuperare) e quindi a -4 dalla coppia Fiorentina e Lazio (che però devono ancora giocare). L’Empoli resta a quota 21, quart’ultimo posto col rischio di essere sorpassato dal Parma impegnato a Cagliari. Primo tempo a ritmi blandi da parte di azzurri e rossoneri: si aspetta la fantasia offensiva del Milan ma è l’Empoli a creare due vere occasioni. La prima al 15′: Esposito è bravo a liberarsi in area di rigore e a concedere un buon assist a Grassi, la cui conclusione viene però murata da Walker.

La squadra di D’Aversa è sfortunata al 33′: Colombo riesce a impossessarsi di un pallone in area, calcia di potenza col suo sinistro ma la palla si stampa sul palo interno. Maignan non ci sarebbe potuto arrivare. Per quanto riguarda il Milan proteste in avvio (8′) per un brutto intervento di Cacace su Walker: check del Var ma alla fine nessun cartellino estratto da Pairetto, che invece ammonisce al 18′ Joao Felix per simulazione. Dopo l’intervallo, Conceiçao riesce a dar la scossa alla squadra con tre cambi: escono Jimenez, Abraham e Fofana, entrano Leao, l’atteso Gimenez e Pulisic. La connessione portoghese tra Leao e Joao Felix si vede subito al 50′: il primo cerca il secondo, che prova un colpo di tacco ma non è preciso.

Al 55′ Tomori interviene in ritardo su Colombo, riceve il secondo cartellino giallo e viene espulso. La parità numerica si ristabilisce al 65′ perché Marianucci riceve un rosso diretto dopo aver risposto a una provocazione di Gimenez (ammonito): l’arbitro Pairetto vede l’episodio al Var e decide di punire il giocatore dell’Empoli per aver scalciato il messicano. Sono i minuti decisivi. Al 68′ il Milan trova il gol del vantaggio: è perfetto il cross di Pulisic sulla destra, sul secondo palo arriva Leao ed è gol. Il raddoppio arriva al 76′ dall’uomo più atteso, Santiago Gimenez: ancora assist di Pulisic per il messicano che controlla, rientra sul sinistro e apre l’interno: per Vasquez non c’è niente da fare. Il Milan blinda la gara. Joao Felix ha anche una buona occasione per il 3-0, ma non riesce a segnare. E’ festa comunque per i rossoneri attesi adesso playoff di Champions sul campo del Feyenoord. Per l’Empoli la prossima sfida è la trasferta di Udine (16 febbraio), dove gli azzurri devono riprendere a fare punti salvezza.

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L’Italrugby piega il Galles, festa azzurra all’Olimpico

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Il Sei Nazioni si tinge d’azzurro. L’Italia, dopo aver perso contro la Scozia all’esordio, rialza la testa e conquista la prima vittoria, salendo così a 4 punti in classifica togliendo lo zero dalla casella dei successi. All’Olimpico, sotto una pioggia battente, gli uomini di Quesada riescono ad avere la meglio sul Galles, battuto per 22-15 grazie alla meta di Capuozzo e ai 17 punti al piede di Allan, dopo i 14 contro la Scozia e nonostante i due calci sbagliati, resistendo nel finale nonostante la doppia inferiorità numerica al tentativo di rientro dei gallesi, battuti a Roma dopo 18 anni e ora alla 14/a sconfitta consecutiva (8 nel Torneo), cifra che testimonia la vastità di una crisi a cui per ora non riesce a porre rimedio neppure un tecnico esperto come Warren Gatland. Quesada opta per la continuità, con un solo cambio nel XV titolare azzurro rispetto alla trasferta di Edimburgo della settimana scorsa; dentro Niccolò Cannone che rimpiazza in seconda linea Dino Lamb dal primo minuto.

E gli azzurri partono subito forte con il piede ‘caldo’ di Allan che apre le marcature con il 3-0 – a fine primo tempo saranno 11 i punti messi a segno dall’azzurro – e la meta di Capuozzo che permettono all’Italia di andare all’intervallo sul 16-3. Nella ripresa il Galles le prova tutte, ma ancora Allan porta gli azzurri sul 19-3. Wainwright cerca di riaprire il match con la meta, ancora Allan segna ancora dalla piazzola per il 22-8 prima della meta tecnica assegnata al Galles nel finale che firma il 22-15 e consente agli azzurri di tornare a battere il Galles – condannandolo alla 14/a sconfitta consecutiva – replicando così il successo di Cardiff dell’anno scorso e conquistando la vittoria numero 16 da quando partecipa al torneo di rugby più antico del mondo. “Pensavamo di soffrire di più contro il Galles. Dobbiamo lavorare ma il bilancio è più che positivo. Noi parliamo sempre di crescita, lavoriamo tanto su questo per accompagnare la squadra in questo percorso. Oggi è un giorno importante per questo gruppo, l’italia era data per favorita e oggi rappresenta un’evoluzione per noi – ammette il ct Gonzalo Quesada alla fine del match -. Abbiamo saputo gestire con consistenza e pragmatismo, abbiamo giocato un rugby che non ci piace e sono fiero di loro, peccato per gli ultimi 10 minuti ma devo dare merito al gruppo e ai giocatori”, prosegue il ct ammettendo la sofferenza degli azzurri nel finale, ma anche il grande spirito dimostrato.

La stessa fierezza che si ritrova nelle parole del capitano azzurro, Michele Lamaro, che prima sottolinea di essere “contento di come abbiamo approcciato fin dall’inizio mettendoli subito sotto pressione con il gioco al piede. Non è un gioco che preferiamo fare, ma sappiamo che tra i 50 e i 30 metri riusciamo a mettere pressione obbligando l’avversario a concederci tanti calci, che sono punti a tutti gli effetti”, poi ammette che, grazie a questo successo, l’Italia si è tolta “un bel peso dal groppone”. Poi un pensiero al futuro proiettandosi già alla prossima sfida del 23 febbraio quando, ancora a Roma, arriverà la Francia del fenomeno (e ora anche olimpionico) Antoine Dupont. “Sarà una sfida completamente diversa. Sono molto grossi, ma anche lenti nel ripiazzarsi. Speriamo in un tempo migliore, ma ci arriviamo con più serenità; nessuno si aspetta che noi facciamo niente con la Francia e questo può giovare”, dice Lamaro. E, con un’Italia così e uno stadio intero a spingere gli azzurri, nessuna impresa sembra impossibile.

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