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Calcio: per la Juve caduta amara, ora la vetta è lontana

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Quella del ‘Maradona’ contro il Napoli è una dura sconfitta destinata a rimanere nella storia della Juventus. Era da quasi trent’anni, infatti, che i bianconeri non prendevano cinque gol in un’unica partita di serie A: per uno scherzo del destino, anche il 30 maggio 1993 uno dei protagonisti fu Massimiliano Allegri. A Napoli ha assistito inerme dalla panchina alla resa dei suoi ragazzi, all’epoca realizzò una delle cinque reti del Pescara. Anche in quel caso finì 5-1, mentre un’altra pagina nera della storia del club è legata nuovamente al Napoli: stesso stadio (anche se all’epoca si chiamava ancora San Paolo) e stesso risultato, ma competizioni diverse con la Supercoppa Italiana del 1990 che venne alzata da Diego Armando Maradona.

Tornando all’attualità, la Juve è costretta ancora una volta a ripartire e a rivivere sensazioni che non provava da diversi mesi. Dal 15 ottobre in poi era stata quasi perfetta, con otto vittorie consecutive e zero gol al passivo, ma ora piovono nuovamente critiche. E nel mirino dei tifosi c’è ancora l’allenatore, con l’hashtag ‘AllegriOut” tornato ad impazzare sui social. In più, ci sono gli sfottò per la prestazione di Bremer, bersaglio preferito dei tifosi del Toro dopo l’addio di quest’estate e protagonista di una notte terribile in quel di Napoli. Alla Continassa, intanto, si prova a fare quadrato e a mettere da parte la serataccia del ‘Maradona’. “Siamo stati al di sotto delle attese, ma se perdi 5-1 non devi cercare tante giustificazioni” la sintesi del pensiero di Allegri dopo la ‘manita’. Archiviare, ma non dimenticare, perché “la delusione e l’arrabbiatura che avremo nei prossimi due giorni vanno trasformate in rabbia in campo per i match con il Monza in Coppa Italia e poi con l’Atalanta in casa”.

A Napoli la Juve ha dovuto fare i conti con una realtà che dice che la strada per lo scudetto è ancora troppo lunga, ma i prossimi due appuntamenti non si possono fallire: il primo perché bisognare tenersi aperta la possibilità di riportare a casa un trofeo dopo il digiuno dell’anno scorso, il secondo per non rischiare di rimanere invischiati nella lotta al quarto posto. Allegri, però, ha un paio di motivi per essere più ottimista in vista delle prossime settimane, con Di Maria che sta ritrovando la miglior brillantezza e Chiesa che dopo un anno è tornato a giocare dal primo minuto. Dall’infermeria si aspettano sempre segnali da Vlahovic e Pogba, il primo a dover rientrare in gruppo dovrebbe essere Cuadrado. Anche a dieci punti dalla vetta e con le ambizioni da scudetto clamorosamente ridimensionate, da qualche parte bisognerà pur ripartire.

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Marisa Laurito nuda, fasciata in una bandiera se il Napoli vince lo scudetto

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Lei è una grandissima tifosa del Napoli: cosa è disposta a fare per la vittoria dello scudetto? “Non mi posso spogliare perché è passata l’epoca, forse 20 anni fa avrei potuto ancora farlo. E non mi posso neanche tingere i capelli di blu perché li ho già così. Forse potrei andare in giro per un mese avvolta nella bandiera del Napoli”. E’ disposta a farlo? “Si, farò così, mi avvolgerò nella bandiera e sotto sarò nuda – ha assicurato a Un Giorno da Pecora – questo lo posso promettere”. Marisa Laurito a ruota a libera a Un Giorno da Pecora. Ospite oggi della trasmissione di Rai Radio1 condotta da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari, la popolare attrice partenopea si è raccontata in una lunga intervista, partita dal ricordo di un appartamento dove viveva da giovanissima. “Ai tempi io e Marina Gonfalone, grandissima attrice, avevamo una specie di ‘comune’. Era una piccola casa, che non riuscivamo neanche a pagare, e che veniva anche subaffitata come bisca. Ogni tanto dovevamo sloggiare, serviva ad altri per giocare a poker…” In quella casa passarono tanti personaggi famosi.

“Certo, molti attori ad esempio, da Sergio Castellitto a Roberto Benigni”. Quanto c’è di vero nelle sue presunte relazioni con Renzo Arbore e Luciano De Crescenzo? “Non avrei potuto mai avere con loro una relazione: ridevamo dalla mattina alla sera e la sessualità non va d’accordo con la risata”. Parliamo di politica: è felice che ci sia una donna alla presidenza del Consiglio? “Sono molto contenta che ci sia una donna al governo, anche se avrei sperato fosse un’altra donna”. Come vede questo periodo di governo Meloni? “Non so, non li vedo benissimo, la Meloni però è una donna capace, preparata, però abbiamo idee diverse”. Lei ha raccontato di esser figlia di operai comunisti… “Esattamente, poi però mi sono avvicinata anche al c.sinistra”. Anche al Pd? “Il Pd però è ormai una cosa molto lontana dai nostri ricordi”. Le piace Elly Schlein? “Si, pare che piaccia. Ma in questo periodo sono lontana dalla politica, l’importante è che si faccia e si faccia bene”.

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Cultura

“Maradona, il genio ribelle”, una mostra a Pompei

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Comincia il viaggio che tra immagini e memorabilia racconterà ciò che Maradona è stato per il Napoli, per Napoli ed anche per Pompei: 140 tra i più suggestivi scatti firmati dal fotogiornalista Sergio Siano e circa 100 cimeli originali del campione argentino (tra magliette, scarpe, tute e molto altro) prestati dal Museo Vignati sono la dotazione della mostra “Maradona, il genio ribelle” che sarà inaugurata sabato prossimo, primo aprile (ore 19.30) a Pompei, nel Museo Temporaneo di Palazzo De Fusco, in piazza Bartolo Longo. Da domenica 2 aprile la mostra sarà aperta al pubblico (fino al 9 giugno). Al taglio del nastro interverranno il sindaco di Pompei Carmine Lo Sapio, il fotogiornalista e autore Sergio Siano e Massimo Vignati, che cura il Museo Vignati di Napoli con i cimeli di Maradona. Saranno presenti, inoltre, i curatori della mostra Kaos48 (Fabrizio Scomparin e Stefano Nasti) e l’artista Nello Petrucci ideatore dell’esposizione.

Prevista anche la presenza di Corrado Ferlaino, presidente del Napoli degli scudetti del 1987 e del 1990, e dell’ex calciatore azzurro Gianni Improta. “Maradona, il genio ribelle” è realizzata da Art and Change con il patrocinio del Comune ed è curata da Kaos48. Le fotografie di Sergio Siano hanno immortalato le più decisive gesta atletiche di Diego per le vittorie del Napoli, ma anche i suoi momenti più “intimi” in cui El Pibe de Oro rimaneva ad allenarsi da solo al Centro Paradiso, lontano dai riflettori e dall’entusiasmo, talvolta straripante, dei tifosi napoletani. “Ma anche quegli stessi tifosi e le loro incontrollabili manifestazioni di gioia – sottolineano i promotori della mostra – in occasione dei trionfi azzurri, sono rimasti impressi nelle immagini del fotoreporter partenopeo”. Ci sono, poi, i cimeli originali del Museo Vignati che fanno della mostra una “stanza delle meraviglie”: si va dalla camicia che Diego indossava il giorno stesso in cui ha messo piede a Napoli al pallone del Mundial ’86. Un’attenzione particolare sarà infine dedicata al rapporto speciale che il campione aveva con Pompei, che raggiungeva spesso per regalare un sorriso ai bambini delle Opere di carità del Santuario mariano.

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Sport

Tennis: Miami, Sinner batte Ruusuvuori e vola in semifinale

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Jannik Sinner batte il finlandese Emil Ruusuvuori e vola in semifinale al torneo di Miami. L’altoatesino si è imposto con il punteggio di 6-3, 6-1 al termine di un incontro interrotto al secondo set a causa della pioggia. L’azzurro, alla seconda semifinale consecutiva in un 1000 dopo quella conquistata ad Indian Wells, se la vedrà ora con il vincente tra il numero uno del mondo, Carlos Alcaraz, e l’americano Taylor Fritz.

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