L’ennesima rimonta, l’ennesimo secondo tempo vissuto con l’asia e l’urgenza di recuperare uno svantaggio: il Milan vince 2-1 sul Como a San Siro e conquista il secondo successo consecutivo dopo quello di Lecce. Un primo tempo deludente, poi una ripresa giocata con spirito diverso. Il Como ha il merito di aver messo in difficoltà i rossoneri per un tempo intero, comandando la partita a San Siro, senza timori e con grande qualità. Alla fine il Milan si impone, il Como esce con più di un rammarico soprattutto per un raddoppio annullato per millimetri.
Il primo tempo vede il Como comandare il gioco, costruire più occasioni da gol senza soffrire particolarmente in difesa. L’approccio alla partita è stato anche positivo per il Milan con una clamorosa occasione mancata da Musah che a porta libera manda a lato. Ma dopo quella chance, non ci sono interventi di Butez da segnalare. Il Como ci mette poco a reagire e impone il suo gioco. Nico Paz è una spina nel fianco e fa sudare la difesa rossonera. Al 33′ dopo un salvataggio di Maignan sul solito Nico Paz, arriva il gol che sblocca la partita: Diao per Paz che a sua volta di prima serve da Cunha che trova la rete con un tiro preciso nell’angolino.
Per l’undicesima volta da quando Conceiçao ha preso la guida della squadra rossonera, il Milan è costretto a recuperare uno svantaggio E allo scadere del primo tempo Kempf sfiora il raddoppio. Piovono i fischi del pubblico deluso. La Curva Sud continua a contestare la proprietà americana. Insomma i soliti cori dagli spalti, le solite difficoltà dal rettangolo di gioco. Ad inizio secondo tempo Conceiçao cambia, richiama un deludente Theo Hernandez per Jimenez e Bondo (ammonito) per Fofana. C’è spazio anche per Joao Felix al posto di Musah. Fabregas schiera Dossena per Kempf ma sarà un cambio sfortunato perchè la partita di Dossena dura poco più di un quarto d’ora poi è costretto a lasciare il campo per un infortunio muscolare. 5′ dopo l’inizio della ripresa, a portarsi avanti sembra essere ancora il Como ma da doppietta di da Cunha viene annullata per fuorigioco millimetrico dal Var.
La rete non convalidata, scuote però il Milan: contropiede rossonero con Reijnders che serve Pulisic, bravissimo a battere Butez con un diagonale letale. Recuperato il gol di svantaggio e, di fatti, una nuova partita inizia. Il Como è sempre pericoloso ma perde un po’ di lucidità. Il Milan ritrova coraggio ed entusiasmo e al 24′ Conceiçao dalla panchina si mette le mani nei capelli dopo che Reijnders dalla distanza scheggia la traversa. Ma il gol è nell’aria e arriva proprio dai piedi dell’olandese che alla mezz’ora trova il 2-1 concretizzando una splendida verticalizzazione di Abraham. La rimonta è completata. A sorpresa a dieci minuti dalla fine Fabregas decide di far esordire Dale Alli che non giocava da più di due anni. Purtroppo però il rientro dell’inglese avviene nel peggiore dei modi.
Un’entrataccia su Loftus-Cheek viene sanzionata con un’ammonizione dall’arbitro ma il Var richiama Marchetti. Il fallo è brutto, l’impatto è forte e sopra la caviglia. L’arbitro non ha dubbi e tramuta il giallo in rosso con il rossonero Walker, connazionale ed ex compagno di squadra di Dele Alli, che prova a chiedere all’arbitro di non espellere il rivale. Il Milan in superiorità numerica per il recupero resta in controllo. Finisce così 2-1 per i rossoneri, seconda vittoria consecutiva e settimana di pausa che Conceiçao può finalmente vivere con un po’ di serenità.
«Un rinato, decisamente». Juan Manuel “Lobito” Fernández, 34 anni, playmaker argentino della Reyer Venezia, non ha dubbi quando si guarda oggi allo specchio. Il basket, la famiglia, la voglia di vivere: tutto è tornato al suo posto. Ma non è stato sempre così. Nel gennaio 2022, in piena carriera e con una vita apparentemente perfetta, il buio della depressione ha preso il sopravvento. E l’unica scelta possibile è stata fermarsi.
Oggi, dopo due anni lontano dai campi e da sé stesso, Lobito è tornato a giocare. Ma soprattutto è tornato a vivere, e gira l’Italia per raccontare la sua storia, nella speranza di offrire una spinta a chi oggi, come lui allora, si sente perso.
«Fu mia moglie a salvami»
«Avevo tutto: una carriera stabile a Trieste, una famiglia meravigliosa, due figli piccoli, una città che mi voleva bene. Ma dentro di me c’era solo confusione e senso di colpa», racconta Fernández in un’intervista al Corriere della Sera. «Quando ho pensato che un infortunio sarebbe stata una liberazione, ho capito che dovevo fermarmi. Fu mia moglie a prendere le decisioni per me. Senza di lei, non ce l’avrei fatta».
Il trasferimento, la terapia, la lenta rinascita
Dopo l’addio alla pallacanestro, Juan si trasferisce in Florida, dalla famiglia della moglie. «Volevo tagliare col basket, iniziai a lavorare in un’agenzia viaggi. Ma capii presto che cambiare ambiente non basta se non affronti quello che hai dentro». Inizia così un percorso con psicologa e mental coach, ma anche di studio, per aiutare un giorno chi vive lo stesso dolore.
Il ritorno in campo e la voce che ispira
Un anno dopo, si riavvicina lentamente al parquet. Prima come viceallenatore, poi, riscoprendo le emozioni del gioco, come giocatore. Fino al ritorno in Serie A, con la maglia della Reyer Venezia. «La mia strategia? Non guardare troppo avanti. Ascoltarmi, cambiare quando serviva. E accettare il dolore come parte del percorso».
Quando ha deciso di raccontare la sua storia, con una video intervista al blog La Giornata Tipo, l’impatto è stato travolgente: «Non mi aspettavo tanto sostegno. Ricevo centinaia di messaggi da chi si sente meno solo. Oggi, ovunque vado, cerco di rompere il tabù della salute mentale nello sport».
Una testimonianza che scuote e ispira
Padre, marito, atleta e oggi anche testimone di resilienza, Fernández trova il tempo di parlare nei convegni e alle televisioni, per portare un messaggio chiaro: «Guarire si può. Ma non bisogna aver paura di chiedere aiuto. Né di raccontarsi».
Il lascito del buio
«Certo, nei momenti difficili torno a pensare: “Non di nuovo”. Ma oggi ho strumenti, consapevolezza. E quando sono tornato in palestra per la prima volta, ho sentito che le emozioni negative erano sparite. Lì è iniziata la vera rinascita».
E oggi, a chi lotta nel silenzio, Juan “Lobito” Fernández tende la mano: «Non siete soli. Non è debolezza, è umano. E si può tornare a sorridere».
Rosario Fiorello, noto showman e conduttore del programma ‘VivaRai2!’, è indagato per diffamazione dalla Procura di Imperia in seguito a una querela presentata dal vicepresidente della Regione Liguria Alessandro Piana in merito a una puntata del programma che faceva riferimento ai “festini con escort e cocaina” dai quali Piana è risultato estraneo. Il fascicolo è stato aperto dal procuratore capo di Imperia Alberto Lari.
Piana ha denunciato la puntata del programma di Fiorello in cui definiva “la Liguria un rave” con “il vice di Toti finito in un’inchiesta con escort e cocaina, Toti è stato arrestato e quindi adesso ne serve un altro, il vice, ma questa non è una Regione, questa è un rave, d’ora in poi chi vuole andare in Liguria dev’essere maggiorenne, non puoi andare così”, percependo tali affermazioni come lesive della sua reputazione.
L’indagine sui festini a base di escort e cocaina era iniziata nel 2021 a Genova con la scoperta di un giro di prostituzione in un appartamento; al termine dell’operazione la squadra mobile di Genova aveva arrestato due imprenditori e una escort aveva indicato Piana tra i partecipanti, ma si trattava di un errore. Il vicepresidente della Regione Liguria non è mai stato indagato nella vicenda ed è risultato estraneo ai fatti.
Brutte notizie per Antonio Conte e per i tifosi del Napoli alla vigilia del match di campionato del team partenopeo, in trasferta, contro il Monza. “Al termine dell’allenamento di oggi David Neres ha accusato un risentimento muscolare. Le sue condizioni saranno valutate prossimamente”: questo è quanto si legge nella nota pubblicata da poco sul sito ufficiale del club azzurro.
L’infortunio di Neres cambia i programmi del tecnico del Napoli, Antonio Conte, per la sfida di domani in casa del Monza. Il modulo sarà sempre il 4-3-3 e al posto dell’attaccante brasiliano con Lukaku e Politano ci sarà Raspadori.