Collegati con noi

Sport

Calcio: la Juve si rifà il trucco, ecco Costa e Muani

Pubblicato

del

La Juventus sta cercando la svolta, anche perché il tempo comincia a stringere. Non è ancora arrivata sul campo perché ieri sera a Bergamo, nonostante la prestazione positiva contro l’Atalanta, è arrivato il 13/o pareggio in campionato (il terzo di fila sempre subendo la rimonta), ma sul mercato, con Thiago Motta (nella foto) che si prepara ad accogliere i tanto attesi rinforzi. A metà della sessione invernale, il direttore tecnico Cristiano Giuntoli è riuscito a piazzare due colpi: ha trovato un nuovo difensore, con Alberto Costa prelevato dal Vitoria Guimaraes, e ha preso il vice-Vlahovic, con Kolo Muani che andrà ad affiancare il serbo in attesa di Arkadiusz Milik ancora fermo ai box. C’è una sostanziale differenza tra i due acquisti, visto che il portoghese arriva a titolo definitivo in un’operazione da circa 15 milioni di euro mentre il francese sarà in prestito secco dal Paris Saint Germain fino al termine della stagione, ma ciò che interessa a Thiago Motta è che entrambi saranno abili e arruolabili fin da subito.

Costa si è presentato di buon mattino alle visite mediche al J Medical dopo aver già assaporato il mondo bianconero al J Hotel nella notte tra martedì e mercoledì, Muani ha preso la strada verso il capoluogo piemontese ed è pronto a vestirsi di bianconero. Entrambi puntano ad unirsi ai nuovi compagni per l’allenamento del giovedì, quando sarà già l’antivigilia di un altro scontro diretto per la zona Champions: dopo Bergamo, Locatelli e compagni sono attesi dalla sfida contro il Milan, e i due volti nuovi sperano di poter già vivere il battesimo. Sarà il primo appuntamento casalingo del nuovo anno, i bianconeri torneranno allo Stadium a distanza di 20 giorni dall’ultima apparizione (il 2-2 contro la Fiorentina, ancora un pari e ancora in rimonta, dello scorso 29 dicembre) e cercheranno la prima vittoria del 2025, dopo la sconfitta in Supercoppa Italiana proprio contro i rossoneri di Sergio Conceicao e i pareggi nel derby contro il Toro e a Bergamo. Gli osservati speciali nel quartier generale di via Traves sono sempre Dusan Vlahovic e Francisco Conceicao, per i quali Thiago Motta spera di ricevere buone notizie circa i recuperi dai rispettivi fastidi muscolari.

E anche dal mercato l’allenatore si aspetta ancora qualcosa, visto che Alberto Costa è un terzino destro di ruolo e serve un difensore centrale per sostituire Gleison Bremer. Per Ronald Araujo del Barcelona la strada si è fatta in salita, con l’uruguaiano che adesso si è detto disponibile a trattare il rinnovo di contratto con i blaugrana, così Giuntoli è tornato alla carica per David Hancko: i discorsi con il Feyenoord sono ben impostati ma per l’estate prossima, ora il direttore tecnico cercherà di portare subito sotto la Mole il classe 1997 di nazionalità slovacca. Parallelamente alla Continassa si cerca anche una soluzione per l’ormai ex capitano Danilo, sempre corteggiato dal Napoli e voglioso di raggiungere Antonio Conte in Campania. E non si può nemmeno escludere l’uscita di Nicolò Fagioli, sempre più indietro nelle gerarchie di Thiago Motta e in attesa di un’offerta concreta da ascoltare.

Advertisement

In Evidenza

Napoli, l’amarezza di Conte per il ‘fuoco amico’ e l’arte napoletana di ‘remarsi contro’

Pubblicato

del

C’era una volta una squadra che stava in vetta alla classifica, contro ogni previsione. Una squadra che non aveva dichiarato di voler vincere il campionato, che puntava a tornare in Europa (non solo la Champions, persino la Conference league) ma che, per qualche strana legge della fisica napoletana, doveva essere colpevole di qualcosa. Colpevole di essere lì, probabilmente. Perché il Napoli, quando vince, non vince mai abbastanza bene, non convince mai del tutto, non merita mai fino in fondo. C’è sempre un asterisco, un “sì, ma…”, una sentenza anticipata, qualche solone del tubo catodico nostrano che ha da spiegare che qualcosa non va bene come sembra.

Antonio Conte, che il fuoco lo conosce bene – quello dell’inferno bianconero e delle battaglie vissute altrove – ha dovuto spiegarlo ancora a chi finge di non capire. Ha parlato di “fuoco amico”, e mai espressione fu più azzeccata. Perché Napoli ha questa strana abitudine: quella di sparare addosso alla propria squadra con la stessa intensità con cui chiede vittorie e trofei. È un gioco masochista, uno sport parallelo al calcio, nel quale il Napoli deve sempre essere vittima di un’ingiustizia, possibilmente autoinflitta.

C’è chi, dopo i pareggi contro Roma e Udinese, ha già decretato la fine della corsa scudetto. Addirittura, c’è chi ha già messo una lapide sulla partita all’Olimpico contro la Lazio, neanche fosse un destino già scritto. “Ha già perso”, dicono. “Scudetto sfumato”, decretano. I bookmakers, però, raccontano un’altra storia: il Napoli, dato a 6.00 prima dell’inizio del campionato, oggi è a 2.20. Ma chi vuoi che creda a questi numeri? La realtà alternativa del tifo napoletano, e dei suoi strilloni da tastiera, sa meglio.

E se il nemico interno non bastasse, ecco le interferenze esterne. Quelle che arrivano puntuali, precise, chirurgiche. Gli arbitraggi sospetti, le decisioni quantomeno discutibili del Var, le coincidenze che si accumulano come i sospiri di chi è abituato a vedere certi film già troppe volte. E poi i soliti noti, i padrini del calcio, quelli che il Napoli lo preferiscono umile, modesto, con la schiena curva e il cappello in mano. Il Napoli che deve stare lì, in zona Champions, ma senza alzare troppo la testa. Perché disturbare gli equilibri consolidati del potere calcistico italiano non è mai una buona idea.

E così Antonio Conte e i suoi ragazzi (la squadra) , uno che nella vita ha vinto ovunque, deve ritrovarsi a combattere una guerra su più fronti. Una guerra che non è solo contro le avversarie, ma contro l’aria stessa che si respira attorno alla squadra. Perché se il Napoli vince, è un caso; se perde, è una sentenza. E allora, forse, è proprio vero: il Napoli non ha bisogno di avversari. Gli bastano quelli che, invece di sostenerlo, remano contro. Un’arte tutta napoletana, più raffinata della pizza e più antica del Vesuvio.

Continua a leggere

Sport

Il Bologna riprende la rincorsa all’Europa, Toro beffato

Pubblicato

del

Partita pazza al Dall’Ara: il Bologna riprende la rincorsa all’Europa battendo per 3-2 in rimonta, all’ultimo respiro, il Torino, grazie a un’autorete di Biraghi, che su tiro di Castro trova la deviazione decisiva. Bologna, avanti, con Ndoye, il Toro ribalta i padroni di casa con Vlasic ed Elmas. La squadra di Italiano non molla e mette la freccia con un rigore di Ndoye, poi c’è l’autorete al 90′, quando sembrava finita con la seconda frenata dopo il pareggio di Lecce. Invece, arriva l’episodio che svolta le prospettive rossoblù e condanna il Torino al primo ko di questo 2025. Cerca la terza vittoria consecutiva, il Bologna, che ha nella vittoria l’unico risultato a disposizione per riprendere la rincorsa all’Europa dopo il pareggio di Lecce. Cerca una scossa il Torino, imbattuto nel 2025 come i rossoblù. Al Dall’Ara si affrontano due squadre in emergenza: granata senza Ricci, Ilic e Tameze, rossoblù privi di Ferguson, Odgaard e Pedrola e con Orsolini in panchina, al rientro dopo tre settimane di stop.

Il Bologna parte forte: Castro anticipa Coco in area ma spedisce fuori il tocco sotto misura. Pobega ci prova da fuori al decimo, ma Milinkovic-Savic c’è. Al 12′ Fabbri indica il dischetto per un contatto tra Linetty e Ndoye, dopo una bella azione orchestrata da Freuler e Dominguez: la revisione Var rivela però che è lo svizzero a toccare la gamba del centrocampista granata e il fischietto torna sui suoi passi. Sale il pressing rossoblù e produce i frutti sperati, perché al 20′ Freuler recupera palla su Adams, Pobega llancia Ndoye, che brucia Coco e Milinkovic in uscita: vantaggio dei padroni di casa, che con Pobega eCastro avrebbero anche i palloni del 2-0: niente da fare.

Gol sbagliato, gol subito: anche perché dietro Lucumi e Beukema ballano e concedono tre occasionissime in contropiede: Adams si vede deviato in angolo a tu per tu il tiro, poi sbaglia la rifinitura per Karamoh, con il solo Lucumi a contrastarlo. Il terzo tentativo è quello buono per il pareggio: Adams lancia Maripan, che in proiezione offensiva trova Vlasic: il croato non sbaglia. Nella ripresa il Bologna prova a ripartire, ma sono i cambi di Vanoli a far la differenza: entra Elmas, che con tunnel e tocco sotto si libera di Beukema e segna il vantaggio ospite al minuto 20. Dura poco però,perché il Bologna carica a testa bassa e cinque minuti dopo pareggia: lancio di Miranda per Pobega, Casadei con eccessiva irruenza abbatte Pobega, abile a prendere posizione, cercando l’intervento di testa.

Castro va sul dischetto cercando di rifarsi su Milinkovic, che gli parò un rigore all’andata: Italiano però interviene e chiede che a calciare sia Ndoye, che non sbaglia e segna la seconda doppietta stagionale dopo quella al Venezia. Ndoye, su lancio di Casale, ha pure la palla per la tripletta: brucia Coco, ma a tu per tu spedisce fuori. E’ un match dalle mille emozioni e ribaltamenti di fronte, che cambia e ricambia padrone e a cinque dal termine è Adams ad avere sul destro il colpo da tre punti, ma Skorupski si salva in angolo e a due minuti dal triplice fischio è Freuler a spedire fuori il colpo di testa sottomisura. Ma non è finita: sull’ultimo ribaltamento, Castro tenta un tiro-cross diretto fuori, Masina e Biraghi sono incerti e quest’ultimo spiazza Milinkovic. Il Bologna vince e riprende la rincorsa all’Europa.

Continua a leggere

Sport

Conte: “Assurdo il divieto di trasferta per i tifosi del Napoli, serve equità”

Pubblicato

del

Antonio Conte si schiera apertamente contro il divieto di trasferta imposto ai tifosi del Napoli residenti in città. Alla vigilia della sfida contro la Lazio, il tecnico azzurro ha espresso il proprio dissenso su quella che ritiene una misura sproporzionata: “Trovo assurdo un nuovo divieto alla trasferta per i residenti a Napoli. Capisco che ci sono delle regole, però vietare otto trasferte di fila solo ai tifosi del Napoli mi sembra una cosa assurda e unica in Italia”.

Conte chiede equità nelle decisioni

Un provvedimento che, secondo Conte, non garantisce equità di giudizio e applicazione delle norme: “Io chiedo sempre equità di valutazione e provvedimenti. Invece si danno schiaffi a uno, qualcun altro li merita e invece li prende sempre il primo”. Il tecnico ha poi sottolineato quanto sia penalizzante giocare lontano dal calore della propria tifoseria: “È assurdo che continuiamo ad andare in trasferta senza avere i nostri tifosi residenti a Napoli anche se i non residenti danno sempre grande affetto alla squadra, da un popolo che è dappertutto. Chiedo però equità di regole per tutti, non colpire sempre gli stessi”.

La polemica sulla compattezza del calcio italiano

Conte ha poi allargato il discorso, lamentando una mancanza di compattezza nell’ambiente calcistico: “Già in tempi non sospetti dissi che non vedevo compattezza nell’ambiente del calcio. Mi dispiace che in questi mesi non è cambiato niente, l’ambiente è questo: o mangi la minestra o ti butti dalla finestra”.

L’allenatore ha anche toccato il tema del VAR, sottolineando la disparità di reazioni tra le sue dichiarazioni e quelle di altri colleghi: “Ho già parlato anche delle critiche sul Var che ho sentito in questi giorni da diversi colleghi. Quando le dissi io molti allenatori si allontanarono e ora ho visto che si sono lamentati. Non entro in certe situazioni ora, quello che volevo dire lo dissi, e ora vedo che alcuni media si sono schierati su questo a differenza di quando l’ho detto io. Ci sono discrepanze quando qualcuno è a Napoli”.

Una presa di posizione forte da parte di Conte, che rilancia il dibattito su equità, regole e gestione del calcio italiano.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto