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Calcio in faccia a un fermato, un altro caso a Livorno

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Un calcio in faccia ad un giovane durante un arresto, mentre è già a terra bloccato, riaccende la polemica sull’uso della forza da parte delle forze dell’ordine. Stavolta è successo a Livorno e il video che riprende la scena è diventato virale, condiviso rapidamente in tutta Italia. Un nuovo caso dopo quello di Milano in un cui una trans è stata manganellata durante un intervento della polizia locale mentre anche lei era già inerme. Ma questa volta l’Arma dei carabinieri ha subito reagito: il militare che ha sferrato il calcio al giovane è stato immediatamente trasferito. A Livorno le immagini mostrano un intervento di una pattuglia di due carabinieri: un militare si avvicina al giovane. già immobilizzato dal collega, e sferra un calcio al volto del 28enne tunisino fuggito da un supermercato dove aveva rubato del materiale elettronico. Il fatto risale al pomeriggio del 24 maggio. I due carabinieri ripetono al giovane più volte la parola ‘Fermo’ mentre è già a terra. Il ragazzo, mentre viene a fatica ammanettato e un militare lo tiene per il collo, urla: “Mi fa male la gamba, è vero”.

E poi: “La gente mi guarda, così mi fanno le foto”. Ora si cercherà di ricostruire i fatti al di là del minuto circa immortalato dal video che si trova sul web. Tuttavia l’Arma dei Carabinieri, interpellata, spiega che “tale condotta non è assolutamente in linea con i valori dell’Arma. Il comportamento del militare verrà giudicato immediatamente con il massimo rigore sotto ogni aspetto, a partire dal trasferimento istantaneo ad un incarico non operativo”. Il video riguarda solo la parte finale della vicenda. La pattuglia era stata fatta intervenire nella zona di viale Petrarca, per un caso di rapina impropria. Il 28enne, secondo la ricostruzione, ha tentato di superare le casse senza pagare ma un vigilantes lo ha scoperto. Il giovane ha colpito la guardia privata, è così scattato l’allarme al 112Nue e lui è fuggito. La pattuglia però lo ha individuato subito e lo ha avvicinato: corrispondeva alla descrizione ma il 28enne non si è fermato e ha continuato a scappare, ignorando l’alt.

Raggiunto comunque da uno dei due militari, ha continuato ad opporsi al tentativo di arresto, colpendo anche il primo carabiniere che gli si è avvicinato per ammanettarlo. In ausilio del militare è arrivato il collega che ha sferrato appunto il calcio colpendo inavvertitamente anche l’altro carabiniere. Alla fine il 28enne è stato immobilizzato e arrestato per rapina impropria e resistenza a pubblico ufficiale. L’arresto è stato convalidato, poi il giudice lo ha scarcerato stabilendo l’obbligo di firma in caserma. Il processo è stato fissato per 13 giugno. “La stragrande maggioranza degli operatori delle forze dell’ordine non si comporta certo in questo modo. Questi episodi ne infangano le divise anche perché sono veramente troppi. Chiedo alla maggioranza se per caso anche qui lo sferrare un calcio in faccia ad una persona ferma a terra sia in qualche modo previsto dai manuali operativi degli agenti delle forze dell’ordine e quindi legittimo”, ha polemizzato la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra, Ilaria Cucchi. Il Codacons ha annunciato un esposto alla procura della Repubblica di Livorno per chiedere di indagare il militare per percosse e lesioni personali. La procura di Livorno sta raccogliendo gli atti della polizia giudiziaria in modo da avere una visione d’insieme di tutto il contesto.

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Caso Ferragni-Balocco, per il tribunale hanno ragione i consumatori: fu pratica scorretta

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La prima sezione civile del Tribunale di Torino ha emesso una sentenza significativa riguardante il caso Balocco, il ruolo di Chiara Ferragni, che hanno attirato l’attenzione nazionale. Il tribunale ha accolto il ricorso presentato da diverse associazioni, tra cui il Codacons, Utenti dei servizi radiotelevisivi e Adusbef, contro la campagna di beneficenza condotta dall’industria dolciaria Balocco. La campagna in questione era stata realizzata attraverso la vendita di pandori griffati dall’influencer Chiara Ferragni, a favore di un ospedale torinese.

La giudice Gabriella Ratti ha emesso una dichiarazione che conferma le accuse mosse dalle associazioni ricorrenti. Secondo quanto riportato dalle associazioni stesse, la sentenza ha accertato la pratica commerciale scorretta messa in atto dall’azienda Balocco. Inoltre, ha evidenziato l’ingannevolezza dei messaggi diffusi al pubblico riguardo alla natura benefica della campagna associata alla vendita del prodotto.

Questa sentenza rappresenta un importante punto di svolta nel panorama delle pratiche commerciali e delle campagne di beneficenza condotte dalle aziende. Mette in luce la necessità di maggiore trasparenza e responsabilità da parte delle imprese nell’affrontare iniziative di questo tipo. La decisione del tribunale di Torino sottolinea l’importanza di verificare attentamente le pratiche di marketing e di beneficenza per garantire che siano etiche e rispettose dei consumatori.

Il caso Balocco ha suscitato un dibattito su scala nazionale riguardo alla relazione tra marketing, beneficenza e trasparenza aziendale. È probabile che questa sentenza abbia un impatto significativo sul modo in cui le aziende progettano e promuovono le loro campagne di responsabilità sociale d’impresa, mettendo in evidenza la necessità di una maggiore chiarezza e autenticità nelle loro iniziative benefiche

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Condannato anche in appello il tesoriere della Lega

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Quattro anni, 6 mesi e 20 giorni di reclusione, con una lieve riduzione della pena rispetto ai 5 anni del primo grado. Si è chiuso così oggi in appello per il tesoriere della Lega Alberto Di Rubba il processo milanese con al centro le accuse di peculato e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente sul caso della compravendita, tra il 2017 e il 2018, del capannone di Cormano, nel Milanese, acquistato dalla Lombardia film commission e con cui sarebbero stati drenati 800mila euro di fondi pubblici. La Corte d’Appello di Milano ha anche condannato a 3 anni Andrea Manzoni, anche lui ex contabile per il Carroccio in Parlamento, a cui in primo grado erano stati inflitti 4 anni e 4 mesi.

La seconda sezione della Corte, riformando la sentenza con rito abbreviato di primo grado con pene più basse, ha disposto per Di Rubba anche l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e la revoca dell’interdizione legale che era stata decisa. Per Manzoni i giudici hanno ritenuto prevalenti le attenuanti generiche rispetto alle aggravanti, hanno disposto l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, quella dalla professione di commercialista per 3 anni e revocato anche in questo caso l’interdizione legale. Motivazioni del verdetto tra 60 giorni. Il sostituto pg Massimo Gaballo aveva chiesto di ridurre le condanne, portandole a 4 anni per Di Rubba e a 3 anni e 4 mesi per Manzoni. Richieste in linea, in sostanza, con la decisione della Corte.

Il pg aveva chiesto ai giudici, infatti, di riconoscere ai due imputati l’attenuante dell’offerta risarcitoria a Lfc. E con revoca dell’interdizione legale. Il difensore, il professor Piermaria Corso, ritiene che le prove in atti avrebbero potuto e dovuto portare ad un diverso epilogo. Il difensore si è riservato di valutare le argomentazioni della Corte, ma ha anticipato di ritenere doveroso il ricorso in Cassazione nell’interesse della Giustizia e del suo assistito. Di Rubba, nominato un anno fa nuovo amministratore federale della Lega ed ex presidente di Lfc, è stato anche condannato in primo grado a 2 anni e 10 mesi per peculato, lo scorso luglio, in un’altra tranche di indagine, sempre coordinata dall’aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Stefano Civardi, scaturita da quella sul caso Lfc.

In primo grado nel processo principale per Di Rubba e Manzoni, accanto alla confisca di porzioni di due villette sul lago di Garda riconducibili agli imputati e fino a circa 300mila euro, era arrivata anche la condanna a versare una provvisionale, come risarcimento danni, di 150mila euro a Lfc, assistita dal legale Andrea Puccio, e di 25mila euro al Comune di Milano, con l’avvocato Marco Dal Toso. Stando alla sentenza di primo grado del gup Guido Salvini del giugno del 2021, gli allora revisori contabili della Lega in Parlamento Di Rubba e Manzoni avevano usato “la loro attività di origine politica” per “ottenere arricchimenti personali” mettendo in pratica un “modello davvero deteriore”.

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Utilizzazione aree demanio marittimo, Campania approva il Piano

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Utilizzazione aree demanio marittimo, Campania approva il Piano Disciplinata procedura per rilascio concessioni. Il Consiglio Regionale della Campania a maggioranza ha adottato il Piano di utilizzazione delle aree del demanio marittimo con finalità turistico ricreative.

Il provvedimento disciplina la procedura per il rilascio delle Concessioni Demaniali Marittime da parte dei Comuni i quali adottano, entro il 31 marzo di ciascun anno, sentite anche le associazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale, l’ordinanza balneare riferita all’anno in corso per quanto riguarda gli aspetti dell’attività turistico-ricreativa di rispettiva competenza come la regolamentazione delle attività ludiche e di intrattenimento.

Si prevede, inoltre, che, ai fini dello sviluppo del turismo e dell’economia regionale, i Comuni possono prevedere la destagionalizzazione dell’utilizzo del demanio marittimo per finalità turistico-ricreative, fatto salvo il parere della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio, che dovrà prevedere il mantenimento della struttura oltre la stagione balneare.

È prevista, inoltre, la classificazione degli stabilimenti balneari in quattro fasce contrassegnate da stelle marine secondo una gradazione da uno a quattro che esprime il livello quali-quantitativo dei servizi offerti, e che l’attribuzione delle stelle marine è operata dai Comuni, ai quali compete anche l’applicazione dei provvedimenti repressivi e sanzionatori ai sensi del Codice della Navigazione nei casi di accertamento di comportamenti illegittimi e abusivi nell’utilizzo delle aree demaniali marittime.

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