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Calcio: Atalanta travolgente, con Spezia 5-2 in rimonta

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L’Atalanta torna a vincere in casa e lo fa con un perentorio 5-2 con il quale supera lo Spezia. Un risultato che rilancia i bergamaschi. Si illude lo Spezia che pure era andato in vantaggio con Zola (a segno poi anche nel finale). Brilla Pasalic, autore di una doppietta, che con Zapata prende per mano l’Atalanta guarita dal mal di casa (6 punti su 22 alla vigilia a Bergamo, unico precedente in campionato col Sassuolo alla quinta) in soli 45′, tanto per poter pensare al rendez-vous di Champions martedi’ con lo Young Boys certa di aver ripreso un buon passo entro i confini. Lo Spezia non ha saputo tenere il vantaggio, restando sulle ginocchia dopo il rigore inizialmente sbagliato da Zapata e fatto ripetere con intervento-bis della Var. I continui cambi di posizione di Verde disorientano inizialmente i padroni di casa, perche’ Motta blinda le corsie oscillandi tra le due punte e il 4-1-4-1 con Sala davanti alla difesa. E’ appunto fantasista napoletano che propizia l’1-0 con botta dai venti metri, supportata da Amian: Musso, fuori dalla porta, la alza sulla traversa senza controllare il rimbalzo beffardo al servizio del controllo con insaccata di sinistro del centravanti. I bergamaschi ci mettono 7 minuti (18′) di forcing a pareggiare, quando Zappacosta sprinta su Bastoni e il velo di tacco di Zapata favorisce il rimorchio vincente del croato davanti all’area piccola. Al 26′ la sortita del rompighiaccio ospite s’infrange sul muro locale e sul ribaltamento a due Zappacosta spreca in Curva Nord la ripartenza di Koopmeiners, ma non manca molto all’episodio della svolta: il colombiano apre per Maehle e Sala in caduta allarga la mano destra, e’ penalty e Provedel ci mette una pezza, ma ci sono troppi spezzini in area (Erlic spazza subito) e sulla ripetizione il numero 91 atalantino stavolta sceglie prudentemente l’angolo alto. Se il jolly vatreno trova il tris di squadra mettendo a sedere il portiere altrui per sfruttare al meglio la fuga a destra di uno Zapata straripante, la ripresa si apre col tentativo bloccato di Kovalenko dal fondo. Al 17′ il goleador locale apre per Zappacosta, che tira addosso al guardiano nero-bianco, mentre entro il poker cronometrico la chance di riaprirla e’ sprecata da Nzola, lanciato lungo nello spazio da Maggiore, addosso ai piedi del nazionale argentino. Il tecnico italobrasiliano chiude inserendo Colley alto a sinistra con Manaj dentro da tempo per Verde e Bastoni in mezzo, Zapata ci riprova da 25 metri saggiando i riflessi di Provedel (33′), il capitano in arancione a 8′ dal 90′ allarga a giro sullo scarico di Nzola dopo la percussione di Bastoni e infine ecco il timbro di Muriel che gira sul primo palo di sinistro il pallone del migliore in campo. Due minuti e il colpo di reni di Muso nega a Colley il gol dell’ex. Prima dell’extra time invece ci pensa Malinovskyi ad arrotondarla piegando le mani al ragazzo tra i legni sul la del Ronaldito, e al 46′ Nzola stoppa per il gol della bandiera sull’ultimo corner.

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Masters 1000 di Madrid, Cobolli e Paolini eliminati al 3/o turno

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Dopo un sabato sugli scudi nel Masters 1000 di Madrid, la domenica del tennis azzurro è amara con le sconfitte di Flavio Cobolli e Jasmine Paolini. Il tennista romano cede in due set allo statunitense Brandon Nakashima che si impone col punteggio di 7-5 6-3. Sconfitta al terzo turno anche per la Paolini, superata in due set da una ritrovata Maria Sakkari, con la greca che vince con il punteggio di 6-2 6-1, in un’ora e 19 minuti di partita. Sfuma il sogno di Cobolli di qualificarsi per gli ottavi di finale del Masters 1000 di Madrid. Contro Nakashima sono stati fatali i 38 gratuiti del tennista romano, che dopo essere partito fortissimo, si è spento nel corso del match, pagando anche la scarsa percentuale di punti vinti con la seconda di servizio. Ottava sconfitta stagionale per Jasmine Paolini: prestazione maiuscola quella offerta da Maria Sakkari che negli ottavi troverà o la kazaka Elena Rybakina o l’ucraina Elina Svitolina.

La toscana ha sbagliato tantissimo e il punteggio finale la dice lunga. Paolini tornerà in campo agli Internazionali di Roma. Avanza al secondo turno del Mutua Open di Madrid il doppio italiano formato da Flavio Cobolli e Lorenzo Musetti. I due si sono imposti al super tie-break contro i francesi Doumbia e Reboul col punteggio di 6-3 5-7 11-9 e affronteranno ora le testa di serie n.6 del seeding, Mektic e Venus. Buona l’intesa e alta l’intensità messa in campo dai due azzurri con Cobolli ripresosi dopo l’eliminazione patita nella mattinata contro Nakashima.

La terra rossa si conferma superficie che ben si lega al tennis così diverso eppure così efficace dei due giovani italiani. Ed è un’intesa, la loro, sulla quale continuare a insistere vista la potenziale sintesi cui potrebbe dare origine. Tra gli altri risultati di giornata, il n. 2 mondiale Alexander Zverev ha avuto bisogno di tre set e due tie-break per strappare il posto agli ottavi di finale, battendo lo spagnolo Alejandro Davidovich-Fokina in quasi tre ore di gioco. Esce invece di scena il detentore del titolo Andrey Rublev che ha perso 6-4, 0-6, 6-4 al terzo turno contro il kazako Alexander Bublik.

Nel torneo femminile avanza anche la n.1 Aryna Sabalenka che ha battuto in rimonta la belga Elise Mertens mentre, saluta il torneo spagnolo la statunitense Jessica Pegula che si è fatta sorprendere dalla giapponese Moyuka Uchijima. A una settimana dalla scadenza della sospensione dalle gare di Jannik Sinner, concordata con la Wada per la vicenda Clostebol (il 4 maggio, domenica prossima), il torneo madrileno entra nel vivo. Aspettando Roma.

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La Roma vince a San Siro, Inter terzo ko ed è crisi

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L’Inter non c’è più, mentre la Roma continua a volare. A San Siro la rete decisiva di Soulé lancia i giallorossi sempre più vicina alla zona Champions League, mentre i nerazzurri trovano la terza sconfitta consecutiva, come non accadeva dall’aprile 2017. Un’Inter svuotata di testa e di gambe, da encefalogramma piatto, incapace di una reazione anche in casa, davanti a 70mila propri tifosi, in una partita potenzialmente decisiva nella corsa scudetto, a tre giorni dalla semifinale Champions in casa di un inarrestabile Barcellona. La giustificazione della stanchezza fisica tiene fino a un certo punto, perché così come nel derby contro il Milan l’Inter soprattutto sembra non crederci più: altrimenti una reazione, anche piccola, si sarebbe vista. Tant’è che alla Roma non è servita la migliore prestazione stagionale, anzi, considerando l’avversario è bastato poco più del minimo sindacale, sprecando tra l’altro molto soprattutto nel primo tempo quando avrebbe potuto chiudere subito la gara.

Ma restano tre punti fondamentali per la squadra di Ranieri, che continua la sua striscia di imbattibilità, sfata il tabù Meazza (prima vittoria dopo 17 anni) e si conferma in piena lotta per il quarto posto e la conseguente qualificazione in Champions League. L’Inter prova a partire forte, Frattesi dopo 5′ andrebbe già in gol su assist di Arnautovic, ma l’arbitro annulla per un fuorigioco in partenza dell’austriaco. L’Inter cerca di fare la partita, mentre la Roma si chiude per ripartire. Inzaghi perde Pavard, costretto al cambio dopo un quarto d’ora per un problema alla caviglia sinistra. La Roma si fa vedere con un destro dal limite di Kone, alto di poco. È un’avvisaglia, perché poco dopo su una azione identica come sviluppo i giallorossi sbloccano il risultato: destro dal limite di Pellegrini, rimpallo che favorisce Soulé che con una conclusione ravvicinata porta avanti la squadra di Ranieri.

Cristante ha subito dopo la palla anche per il raddoppio, ma servito da Pellegrini calcia male da dentro l’area. E poi serve una scivolata miracolosa di Carlos Augusto, che respinge la conclusione a botta sicura di Shomurodov. L’Inter prova a reagire, su sviluppi di corner Arnautovic viene disturbato da Cristante al momento dal tiro in area e calcia alto. I nerazzurri cercano di alzare la pressione, senza però riuscire a creare pericoli per la porta di Svilar. Nella ripresa ci si attenderebbe una reazione dell’Inter, che però non arriva: il lento possesso palla nerazzurro non porta sbocchi, con la Roma che si limita a difendersi ordinatamente. Provando a ripartire anche, seppur le conclusioni di Soulé e del subentrato Baldanzi non creino particolari problemi a Sommer. Inzaghi si gioca la carta dell’ex Zalewski e di Dumfries, al ritorno dall’infortunio.

Ci prova Calhanoglu dalla distanza, palla però a lato. La migliore occasione capita subito a Dumfries, che colpisce a botta sicura di testa trovando Svilar sulla sua strada. L’Inter alza i giri, Lautaro imbuca per Barella che quasi dentro l’area piccola calcia malissimo divorandosi la palla per il pareggio. La Roma però in ripartenza si rende pericolosissima, con Pisilli prima e Dovbyk per due volte poi che sprecano malamente l’occasione per il raddoppio da soli davanti a Sommer. Inzaghi prova il tutto per tutto con il tridente inserendo Correa e con il ritorno in campo anche di Zielinski. L’assalto finale porta solo proteste interiste per una trattenuta di Ndicka su Bisseck: ma i tre punti vanno alla Roma.

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Corsa al Coni, domani altro incontro tra i n.1 federali

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Un ‘conclave’, seppur sportivo, la cui fumata bianca sembra ancora lontana. Appuntamento a domani pomeriggio, a Palazzo H, per il secondo incontro tra i presidenti federali e il n.1 del Coni, Giovanni Malagò, dopo quello andato in scena già prima di Pasqua.

Sul tavolo ci sono le elezioni presidenziali del comitato olimpico nazionale italiano con l’obiettivo di convergere all’unanimità, o quasi, verso un nome che possa rappresentare gli organismi sportivi per il prossimo quadriennio. Le elezioni sono fissate per il 26 giugno al CPO Giulio Onesti, le candidature potranno esser presentate fino al 5 di giugno e oggi sono tre i nomi: quello di Luciano Buonfiglio (presidente Federcanoa), Luca Pancalli (n.1 Cip in uscita) ed Ettore Thermes (velista e unico ad aver già oggi depositato la candidatura). E mentre Sport e Salute sembra stare alla finestra perché l’obbiettivo naturale è quello di una collaborazione con il Coni del futuro, nella riunione di domani i presidenti entreranno più nel vivo del dibattito.

Una parte di loro appoggia la candidatura di Buonfiglio anche se nessuno si sbilancia ancora sul n.1 FICK, nemmeno Malagò, che continua a tessere la tela e comunque per il suo ruolo Cio farà parte della prossima Giunta, a prescindere dall’eventualita’ che in caso di successo del suo candidato gli venga riconosciuto un ruolo onorifico, come fu per Nostini. Insomma, si attende domani; non si può escludere che esca anche un altro nome, ancora riservato, ma sempre interno al mondo federale verso il quale confluire i voti. Di contro c’è Pancalli, la cui candidatura, in questo momento, resta, seppur silenziosa, dopo il suo annuncio di voler concorrere alla poltrona Coni.

Dai primi exit poll se le elezioni fossero oggi e i candidati quelli citati, Buonfiglio sarebbe in vantaggio sul n.1 Cip, ma in due mesi possono succedere ancora tante cose e a fare da sfondo c’è sempre l’augurio di Gianni Petrucci, presidente FIP, a prescindere da chi sarà il prossimo presidente Coni. “Mi auguro che il successore di Malagò porti a una rappacificazione in Consiglio Nazionale perché abbiamo bisogno anche di Barelli e Binaghi”, aveva detto in occasione dell’ultima riunione, per un aspetto che potrebbe avere anche un peso nella scelta di quale candidato appoggiare il prossimo 26 giugno.

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