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Cronache

Caivano, ancora 3 arresti per droga nelle piazze di spaccio dal Parco Verde

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Tre persone, una sola piazza di spaccio. Allestita in un condominio in via Cairoli. Ancora Caivano ma questa volta lontano dai palazzoni popolari verde sbiadito. Lontano dal parco Verde, sintomo che la pressione dei Carabinieri sta costringendo la criminalità a cambiare strategie.
I militari della compagnia locale, insieme a quelli del 10 reggimento campania hanno bloccato i tre in quella che può essere considerata una piazza di spaccio “verticale”.
La droga era stoccata in mono-porzioni, in una grondaia installata su un terrazzino.
Su strada uno dei tre riceveva l’ordine e lo passava ai due complici ai piani alti.
Questi la lanciavano di sotto, in attesa della richiesta successiva.

Tutti disoccupati e già noti alle forze dell’ordine, i tre pusher sono finiti in manette. Giovani e giovanissimi, hanno tra i 20 e i 32 anni.
Sequestrati 25 grammi di cocaina, 162 di crack e quasi mezzo chilo di hashish. E ancora due bilancini, materiale per il confezionamento e oltre 2mila euro in banconote di piccolo taglio.
Gli arrestati sono stati portati in carcere, in attesa di giudizio. Dovranno rispondere di detenzione di droga a fini di spaccio.

SBORDONE ENRICO NATO A GIUGLIANO IN CAMPANIA (NA) IL 31.07.2003

FALCO PIETRO NATO A S.M.C. VETERE (CE) 18.08.2001

MATTIELLO GENNARO NATO A NAPOLI (NA) IL 10.07.1991

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Boss minaccia ex moglie: pentita, è pronta la ruspa

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Una vita matrimoniale iniziata con la costrizione, proseguita con costanti aggressioni verbali, picchiata dall’ex marito e minacciata dall’ex suocero. “Mi hanno più volte detto che per me era già pronta la ruspa, volendo intendere che mi avrebbero appunto uccisa e seppellita”. A parlare con i pm della Dda di Reggio Calabria è l’ex moglie di Rosario Arena, di 44 anni, arrestato a Rosarno dai carabinieri assieme al padre Domenico, di 69, già condannato per mafia. Minacce ed estorsioni sono le accuse contestate ai due indagati ritenuti vicini alla cosca Pesce e nei confronti dei quali il gip Tommasina Cotroneo ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri e dal sostituto procuratore della Dda Sabrina Fornaro.

Le vessazioni a cui era sottoposta l’ex moglie di Arena erano note nella cittadina della Piana di Gioia Tauro. Ne aveva fatto riferimento, infatti, un collaboratore di giustizia ed erano emerse anche in alcune intercettazioni. Il riscontro lo ha fornito la stessa donna che ai magistrati ha raccontato le attività criminali della famiglia del marito e, soprattutto, cosa ha subito dal 2001 quando, a 15 anni, prima di entrare al liceo, è stata rapita da Rosario Arena e costretta a convivere con l’uomo che nel 2003, una volta maggiorenne, ha dovuto sposare. “Io e i miei genitori abbiamo capito che non ci potevamo opporre. – si legge nel verbale della vittima -. Della famiglia Arena so che non hanno mai lavorato onestamente. Già durante la mia vita matrimoniale ho subito numerose volte minacce dal mio ex suocero e dal mio ex marito, che mi hanno più volte detto che per me era già pronta la ruspa. Quando ho lasciato Rosario, 13 novembre 2018, Domenico Arena, il mio ex suocero, mi ha detto che ci avrebbe uccisi”, riferendosi ai propri familiari.

“Ricordo che mio suocero – sono sempre le parole della donna – proponeva a noi donne della famiglia di occuparci della coltivazione di sostanza stupefacente. Mio marito mi chiamava ‘pentita’” perché non partecipava alle attività illecite. Quando Rosario Arena è stato lasciato dalla moglie ha vissuto la separazione come un’onta da punire. Secondo gli inquirenti, infatti, mentre era ancora detenuto, attraverso i figli, avrebbe detto alla donna che una volta scarcerato “avrebbe sistemato tutto”. “Dovrai morire di fame” è la frase che le avrebbe rivolto, invece, l’ex suocero utilizzando un falso profilo facebook. La vita matrimoniale della vittima – si legge nell’ordinanza – “è stata improntata a pressioni psicologiche continue, in quanto il suocero ed il marito pretendevano che lei, come le altre nuore, prendesse parte attiva agli affari illeciti della famiglia, tra cui il traffico di stupefacenti, e che avesse con il suocero atteggiamenti sessuali promiscui e confidenziali”. Oltre alle minacce alla donna, padre e figlio arrestati stamani sono accusati anche di avere minacciato un medico dell’ospedale di Bari con lo scopo di ottenere un certificato che sarebbe servito a Domenico Arena, all’epoca detenuto, per eludere il carcere e usufruire dei domiciliari. La Dda ha, inoltre, scoperto un’estorsione ai danni della cooperativa agricola “Fattoria della Piana” che, secondo gli inquirenti, negli ultimi 18 anni, era diventata una vera e propria fonte di reddito illecito della famiglia Arena.

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Gratteri in visita al comando provinciale dei Carabinieri di Napoli

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Il procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri si è recato in visita stamane alla caserma Pastrengo, storica sede del Comando Provinciale Carabinieri. Ad accoglierlo il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Napoli, Generale di Brigata Enrico Scandone e i vertici investigativi dell’Arma partenopea. Durante l’incontro, Gratteri “ha rivolto un sentito ringraziamento a tutti i Carabinieri impegnati nel difficile territorio del Comando Provinciale di Napoli e ha voluto far sentire a tutti i militari la vicinanza dell’intera Procura nell’ambito di una sinergia ben consolidata”, è scritto in una nota  dell’Arma.

“Un particolare plauso è stato espresso per la professionalità e l’abnegazione quotidianamente profusi nello svolgimento del servizio, con passione ed entusiasmo, e per gli importanti risultati ottenuti nell’azione di prevenzione e repressione dell’illegalità, in ogni sua forma”. Nel corso dell’incontro il procuratore capo ed i vertici investigativi di Napoli e provincia hanno delineato anche i prossimi piani investigativi e le strategie da adottare nel contrasto alla criminalità organizzata ed a quella ‘comune’. Durante la visita Gratteri ha avuto modo di incontrare, tra gli altri, i carabinieri della centrale operativa del comando provinciale di Napoli – cuore pulsante dell’Arma territoriale – e vederli all’opera durante il “monitoraggio” dell’intera città grazie alle telecamere distribuite sul territorio.

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Droga e armi, sei arresti dei carabinieri nel Napoletano

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Sei persone, tra cui un 17enne, sono state arrestate dai carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna in una operazione contro la criminalità organizzata di Afragola, in provincia di Napoli. I militari hanno svolto perquisizioni a tappeto nell’area di parco Sant’Antonio, via Calvanese e vicolo Maiello. In una abitazione sono state sorprese quattro persone, tra cui un 17enne, mentre confezionavano droga per la vendita al dettaglio tra cocaina, hashish e marijuana per un peso complessivo di un chilo. Sequestrata la somma contante di 6mila euro. L’altra perquisizione ha permesso invece di rinvenire e sequestrare a carico di due uomini fermati in strada un Kalashnikov con relativo munizionamento che era nascosto in un’auto. Trovate poi anche due pistole con il relativo munizionamento, un centinaio di proiettili di vario calibro, nascoste nel sottotetto di una abitazione di via Calvanese.

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