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Cagliari in A con una magia di Pavoletti, Bari resta in B

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Conquistare la serie A con il Cagliari non darà le stesse emozioni dello scudetto in Premier ma per Claudio Ranieri è un nuovo traguardo che impreziosisce la sua luminosa carriera (con il sesto salto di categoria): il tecnico romano, ribaltando i pronostici pro Bari alimentati dall’esito dell’andata (il pari all’Unipol Domus), si è assicurato la promozione (dopo solo un anno nel purgatorio dei cadetti) espugnando il San Nicola, gremito con oltre 58mila spettatori, grazie ad una girata vincente nel recupero di Pavoletti (al 49’st) su percussione di Zappa (favorita dalla doppia incertezza di Maita e Zuzek).

Le lacrime del tecnico a fine match sono il segnale di quanto fosse sentita questa gara. Decisiva nella corsa play off e nelle due finali è stata la capacità di Ranieri di tenere i suoi sempre in tensione, pienamente dentro le sfide, grazie ad una gestione tattica accorta e a innesti nella ripresa che esaltavano il maggiore tasso di esperienza della sua squadra.

Il risultato della gara d’andata, infatti, aveva mostrato i sardi in difficoltà sul piano fisico, mentre a Bari c’è stata una reazione di temperamento e razionalità. Si è consacrata così la rincorsa di Deiola e compagni, che con un mix di giovani talenti (Luvumbo su tutti) e calciatori esperti (Lapadula e Pavoletti), ha attraversato la categoria con personalità dopo un avvio non entusiasmante e un cambio di allenatore (Ranieri ha preso il posto dell’esonerato Liverani).

La presidenza di Tommaso Giulini riesce a materializzare il miracolo di una risalita nella massima serie in un solo anno, con un parco giocatori valorizzato e la sensazione di aver trovato in Ranieri un esperto timoniere di successo, festeggiato dai mille sostenitori cagliaritani giunti in Puglia.

Il Bari dei De Laurentiis ha visto sfumare l’accoppiata scudetto del Napoli e promozione biancorossa a tre minuti dalla fine della gara: una notte da record con il nuovo primato di presenze nell’Astronave, 58.206 spettatori, non è bastato a realizzare il sogno della spregiudicata neopromossa, giunta terza alla fine del torneo.

Grande è il rammarico per Di Cesare e compagni che grazie ad un eccellente Caprile tra i pali avevano disinnescato tutte le occasioni costruite dai sardi (nella ripresa aveva respinto una angola girata di Dossena), mentre Folorunsho al 38’st aveva sfiorato il vantaggio con un tiro a giro respinto dalla traversa. Dopo la delusione, i pugliesi dovranno ripartire facendo tesoro degli errori e patrimonializzando un seguito sportivo che rende il San Nicola uno degli stadi più frequentati d’Italia.

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Scudetto, plusvalenze, oculatezza: i ‘segreti’ dell’utile record nel bilancio del Napoli

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L’anno dello scudetto, dei quarti in Champions ed è così che il Napoli è riuscito a volare. Un fatturato pari a 359,2 milioni di euro rispetto ai 175,9 milioni di euro dell’esercizio precedente: sono i primi dati sui conti del Napoli, rivelati dal portale www.calcioefinanza.it. Il bilancio al 30 giugno 2023, secondo i documenti presi in esame da Calcio e finanza mostrano un utile record di 79,7 milioni di euro, rispetto al rosso di 51,9 milioni fatto segnare l’anno precedente. Quasi invariati anche i costri: da 241 a 242,5 milioni di euro.

Tra i ricavi una voce importante arriva dai diritti tv: 160,9 milioni di euro, grazie a scudetto e Champions, e dalle plusvalenze determinate dalle cessioni di Kalidou Koulibaly, Fabian Ruiz, Andrea Petagna, Sebastiano Luperto, Adam Ounas, altri 79, 6 milioni di euro. A questi si aggiungono i ricavi delle partite, da sponsor e commerciali, dalla gestione dei diritti dei calciatori, ed altro.

Per quel che riguarda i costi ci spiega Affariefinanza.it che non ci sono stati cambiamenti particolari: sono scesi un poco quelli relativi agli stipendi (calciatore e personale, da 130,3 milioni a 111,2 milioni) ma servizi, svalutazioni e altro sono rimasti sostanzialmente invariati.

Il risultato finale è che tutte le voci hanno un segno più davanti, rispetto al 2022 quando il Napoli chiuse con una serie di passività.

 

 

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Il Bologna sente profumo d’Europa,agganciata la Roma 5/a

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Il Bologna spicca il volo con Fabbian e Zirkzee. I rossoblù riscattano il ko di Firenze e proseguono il momento magico e la scalata alla classifica, battendo il Torino grazie alle scelte di Thiago Motta: il tecnico rossoblù opta per 4-3-3 e per il centrocampista autore del gol, mentre Juric predilige tra i pali, a Milinkovic Savic, Gemello, non impeccabile nell’azione del vantaggio rossoblù che decide e cambia la partita. Il Bologna cerca i tre punti per l’aggancio al quinto posto della Roma, il Torino quelli per l’ottavo posto, a un punto da Fiorentina e Atalanta: al Dall’Ara nel posticipo della tredicesima giornata, va in scena lo scontro diretto per l’Europa e i padroni di casa se lo prendono soffrendo e portando l’inerzia del match dalla propria parte nella ripresa. Il Bologna è in emergenza, con Motta che deve rinunciare El Azzouzi, Bonifazi e Soumahoro ma soprattutto a Karlsson e Orsolini, e di fronte alla fisicità del Torino Motta rinuncia al 4-2-3-1 e a Freuler in mediana puntando sulla fisicità di Ferguson e Fabbian nel 4-3-3, mentre Juric sceglie Gemello tra i pali e punta su Tameze nel terzetto difensivo e sulla coppia Sanabria-Zapata nel 3-5-2.

Parte forte il Bologna, che al secondo minuto trova la prima conclusione con Fabbian, dopo palla lavorata da Ferguson: esterno della rete. Ma è il Torino a fare la partita nella prima mezzora incartando i meccanismi dei padroni di casa e al 18′ sblocca la gara con una conclusione dal limite di Vlasic, dopo una ripartenza firmata Lazaro e Zapata: peccato che sulla conclusione del croato ci sia Sanabria, che si abbassa: fuorigioco ravvisato dal Var e gol annullato. La squadra di Juric prende fiducia e sfiora il vantaggio al 24′, con Ilic che trova Zapata: ma sulla conclusione dal limite è attendo Skorupski, che devia in angolo, sui cui sviluppi Sanabria mastica la conclusione da buona posizione. Occasionissima granata anche al minuto 32′ quando su punizione di Ilic Buongiorno manda alto di testa da dentro l’area, in tuffo. Il gol pare nell’aria, ma il Bologna è abile a ritrovare il filo del discorso e del gioco, anche se non arrivano conclusioni pericolose: solo un tentativo di Ndoye, alto dal limite, dopo azione avviata da Posch e rifinita da Zirkzee e un cross di Saelemaekers.

Riparte forte il Torino a inizio ripresa, ma Ilic e Sanabria peccano nella mira. Thiago Motta non rischia oltre e all’11 inserisce Lucumi in difesa, spostando Calafiori sulla fascia sinistra, e Freuler in mediana al posto di Aebischer. E’ la mossa che svolta il match, perché un minuto dopo il Bologna passa: Calafiori avvia l’azione, Beukema trova l’imbucata centrale per Fabbian, Gemello sbaglia l’uscita e il centrocampista a porta vuota non sbaglia, dopo aver vinto un contrasto. E’ la giocata che cambia il match, di cui il Bologna diventa padrone. Posch sfiora il raddoppio di testa su corner di Saelemaekers al minuto 63 e dodici minuti dopo Buongiorno si immola su Zirkzee, deviando in angolo una conclusione diretta in porta. Juric prova a cambiare, mettendo dentro Pellegri, Gineitis, Vojvoda e Karamoh, ma di occasioni restano solo quelle fallite nel primo tempo e a inizio ripresa, mentre il Bologna chiude i giochi in pieno recupero con il gioiello di Zirkzee, che lanciato da Lykogiannis mette a sedere Vojvoda e sigla il 2-0 .

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L’arbitro concede penalty a CR7, ma lui dice no, “non è rigore”

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Cristiano Ronaldo è noto per le sue prodezze, ma questa sera l’attaccante dell’Al-Nassr ha convinto l’arbitro a non assegnargli un rigore. Il 38enne è finito a terra al secondo minuto dopo una sfida nella partita di Champions League asiatica pareggiata 0-0 con gli iraniani del Persepolis. Ma quando l’arbitro cinese Ma Ning ha assegnato il rigore, Ronaldo ha chiesto di ribaltare la decisione sottolineando che non era fallo. Ning è stato inviato al monitor a bordo campo e alla fine ha cambiato la sua decisione. E così una combinazione tra l’assistente arbitrale e l’onestà di Cristiano Ronaldo ha salvato il Persepolis. La partita si è conclusa 0-0, con l’espulsione di Ali Lajami dell’Al Nassr al 17′. L’Al Nassr si era già qualificato per le fasi a eliminazione diretta prima della partita a Riyadh. La squadra della Saudi Pro League è in testa al Gruppo E con 13 punti dopo cinque partite e cinque punti di vantaggio sul Persepolis, secondo.

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