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Cronache

Cadavere sezionato chiuso in due sacchi dei rifiuti: forse è una donna scomparsa

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In posizione fetale, chiuso in due sacchi neri legati tra loro, di quelli grandi utilizzati per i rifiuti. Cosi’ e’ stato trovato questa sera il cadavere di una donna in una piccola area boschiva del parco dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni di Trieste. Non e’ un luogo qualunque: il piccolo parco si trova nello stesso rione in cui abita Liliana Resinovich, la donna di 63 anni scomparsa il 14 dicembre e, dopo i primi rilievi ed accertamenti, gli inquirenti sono quasi sicuri che si tratti proprio di lei: e’ “molto probabile”, dicono, anche se per la certezza assoluta sara’ necessaria l’autopsia, dalla quale si attendono risposte anche per una serie di interrogativi ancora irrisolti. Le ricerche in quest’area – da parte di vigili del fuoco, polizia, carabinieri, guardia di finanza e corpo forestale – erano cominciate nel pomeriggio verso le 14. Dopo un paio d’ore sono stati notati i sacchi, forse il lembo colorato di un indumento, un giubbotto di colore grigio che fuoriusciva. I soccorritori si sono avvicinati e hanno visto che nei sacchi – praticamente nei pressi della strada, a una cinquantina di metri di distanza – c’era un cadavere. Dopo la scoperta, si e’ messa in moto con un gran dispiegamento di uomini, la macchina degli investigatori e degli inquirenti: sul posto sono giunti gli agenti della Squadra mobile della Questura, il pubblico ministero titolare della indagini, Maddalena Chergia, e intorno alle 18 anche il medico legale, Fulvio Costantinides, per i rilievi sul corpo. In serata l’identita’ della vittima non era stata ancora resa nota, ma – come detto – per gli inquirenti ci sono pochi dubbi che il corpo sia quello di Liliana Resinovich. Una conferma arriva anche dai primi esami compiuti sul cadavere sul posto, dai quali e’ emerso che la morte risalirebbe a circa venti giorni fa: e la donna e’ scomparsa il 14 dicembre.

Il marito di Liliana, Sebastiano Visintin, appreso del ritrovamento del corpo, e’ arrivato sul posto, in auto, accompagnato da un’altra persona. “Nessuno mi ha contatto per un eventuale riconoscimento”, ha precisato parlando con i cronisti che subito gli si sono stretti intorno, “sono venuto di mia iniziativa”. “Spero che non sia il corpo di Lilly”, ha detto. “Se e’ lei restera’ una traccia indelebile nel mio cuore. Non ho neanche piu’ voglia di vivere”, ha concluso, in lacrime. Il cadavere e’ stato trovato nel pomeriggio di un’altra giornata febbrile. Le ricerche sono partite in ritardo dopo la denuncia presentata da Visintin, ma poi sul caso e’ cresciuta sia l’attenzione dei media che quella degli investigatori. Nel rimpallo di notizie piu’ o meno vere e di sospetti che qualcuno ha addensato attorno alla figura di Visintin, di testimoni e di amici della presunta vittima, oggi lo stesso marito ha sostenuto che “Liliana il 14 dicembre, dopo essere stata vista dalla fruttivendola, era stata inquadrata dalle telecamere dell’autobus. Pare che lei quel giorno abbia preso il bus”. Notizie che vanno provate, anche se l’uomo ha fornito qualche dettaglio: “Penso sia stata inquadrata proprio verso le 8.30”, un orario compatibile con l’ultimo avvistamento. Lo stesso Visintin questo pomeriggio affermava che “si sta per chiudere il cerchio”. Infine, l’uomo ha fatto un riferimento all’uomo di 82 anni, Claudio Sterpin, che ha affermato di avere un’amicizia affettuosa con Liliana e che il fine settimana successivo alla scomparsa sarebbero dovuti partire assieme. “E’ un’offesa verso mia moglie e verso di me – replica – non credero’ mai che Liliana era pronta a partire per un week end”.

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Nave da Capri contro la banchina, sale ancora il bilancio: 44 feriti, uno in codice rosso

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Il bilancio di feriti e contusi nell’incidente che ha visto coinvolta la nave veloce Isola di Procida della Caremar, proveniente da Capri e finita contro la banchina del molo Beverello a Napoli, continua ad aggravarsi: nell’ultimo bollettino della Asl 1 di Napoli si evidenza che in 44 hanno fatto ricorso alle cure dei sanitari. Urtata probabilmente a causa del forte vento durante la manovra di attracco, la nave veloce trasportava più di 100 persone, molti appartenenti alle forze dell’ordine in servizio a Capri per il G7 dei ministri degli Esteri.  Solo una persona è stata ricoverata in codice rosso ma non. è in pericolo di vita. La Asl 1 ha allestito un PMA, posto medico avanzato pe rprestare i primi soccorsi direttemante sulla banchina dove è avvenuto l’incidente : il personale sanitario intervenuto valutava le condizioni dei feriti e li smistava negli ospedali cittadini. Nel comunicato della direzione il ringraziamento a tutti gli intervenuti per soccorrere e curare i passeggeri coinvolti

 

Napoli, nave da Capri contro la banchina: 18 feriti, donna grave

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Nuovo identikit per Giovanni Motisi diffuso dalla Polizia: è caccia al latitante dell’ala stragista di Cosa Nostra

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La Polizia di Stato ha diffuso il nuovo identikit di Giovanni Motisi, latitante dal lontano 1998 e inserito nell’elenco dei fuggitivi di “massima pericolosità” del “programma speciale di ricerca” del Ministero dell’Interno. Motisi è noto come uno degli ultimi grandi latitanti protagonisti della fase stragista di Cosa Nostra, e le indagini per la sua cattura sono in corso senza sosta.

Le autorità di Palermo stanno coordinando le indagini, con l’obiettivo di rintracciare e arrestare Giovanni Motisi. A tal fine, la Polizia di Stato ha adottato anche le più moderne tecnologie investigative, tra cui la tecnica della “Age progression”, che consente di elaborare un’immagine del volto dell’individuo invecchiato nel tempo.

La tecnica dell’Age progression si basa sull’analisi e l’attualizzazione di specifici profili antropometrici che caratterizzano la famiglia di appartenenza del ricercato. Utilizzando le competenze e le avanzate tecnologie del Servizio di Polizia Scientifica della Polizia di Stato, sono state rielaborate e aggiornate alcune immagini del latitante, risalenti agli anni ’80 e ’90.

Questo lavoro tecnico ha consentito di creare un nuovo identikit con alcune possibili variazioni dei tratti attuali del volto di Giovanni Motisi. Si tratta di un ulteriore sforzo per stringere il cerchio delle indagini e arrivare alla cattura del pericoloso latitante.

“Il nuovo identikit faciliterà il lavoro degli investigatori del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile di Palermo, ma potrà anche incoraggiare la collaborazione dei cittadini”, sottolineano le autorità della Polizia di Stato.

L’appello alle persone è quindi chiaro: ogni informazione che possa aiutare a individuare Giovanni Motisi e a portarlo di fronte alla giustizia è preziosa e fondamentale per garantire la sicurezza della comunità e per contrastare il fenomeno della criminalità organizzata.

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Napoli, incidente traghetto da Capri, bilancio aggiornato: una trentina le persone medicate

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 La nave veloce trasportava oltre 100 passeggeri tra uomini delle forze dell’ordine impegnati a Capri in questi giorni in turni per i servizi predisposti per la sicurezza del G7 dei ministri degli Esteri, e turisti. Le persone che hanno fatto ricorso alle cure dei medici o sono passate per un pronto soccorso sono una trentina, 21 i feriti in ospedale, una donna è la più grave, gli altri – questo il bollettino della Asl 1 – sono ‘policontusi’.

Lo squarcio nell’ Isola di Procida

il bollettino dell’Asl 1 di Napoli

 

Napoli, nave da Capri contro la banchina: 18 feriti, donna grave

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