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Bufera su Gemmato. Meloni, libertà e salute insieme

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Esplode il caso Gemmato. Dopo le parole del sottosegretario alla Salute sui vaccini scoppia durissima la polemica e arrivano da più parti le richieste di dimissioni. “Per larga parte della pandemia l’Italia è stata prima per mortalità e terza per letalità, quindi questi grandi risultati non li vedo raggiunti” – aveva detto durante la trasmissione di Rai 2 ‘Restart, Gemmato. E all’osservazione che “senza vaccini sarebbe stato magari peggio”, il sottosegretario aveva replicato: “Questo lo dice lei, non abbiamo l’onere della prova inversa. Ma io non cado nella trappola di schierarmi a favore o contro i vaccini”. Parole che arrivano mentre la presidente del Consiglio Giorgia Meloni interveniva in Indonesia alla sessione di lavoro sulla salute del G20. “La pandemia ha mostrato la grande fragilità delle nostre società dinnanzi a crisi sanitarie inaspettate – ha detto- una situazione di pericolo che abbiamo il dovere di affrontare in modo strutturale, senza mai cedere alla facile tentazione di sacrificare la libertà dei nostri cittadini in nome della tutela della loro salute. Libertà e salute si tengono insieme – ha detto ancora – perché certamente, se non si ha la salute a nulla serve la libertà. Ma di contro, cos’è la salute senza libertà?”. Il Covid-19 è in calo in molti paesi, tra questi l’Italia – ha detto ancora Meloni – . Grazie al lavoro straordinario del personale sanitario, ai vaccini, alla prevenzione, alla responsabilizzazione dei cittadini, la vita è tornata progressivamente alla normalità”. In Italia però le polemiche sulle parole di Gemmato hanno continuato a tenere banco per tutta la giornata portando proprio il sottosegretario a respingere al mittente le accuse con una nota ufficiale: “I vaccini sono armi preziose contro il Covid, le mie parole decontestualizzate e oggetto di facili strumentalizzazioni”. “Sono stupefatto dalle strumentalizzazioni che l’opposizione sta montando in queste ultime ore in merito ad alcune mie dichiarazioni. Ho sempre sostenuto la validità dei vaccini e la capacità che hanno di proteggere soprattutto i più fragili”. E proprio dalle opposizione si alza un fuoco di fila. “Un sottosegretario alla Salute che nega i vaccini non può rimanere in carica” – ha detto il segretario del pd Enrico Letta chiedendone le dimissioni. Sulla stessa linea anche il leader del Terzo Polo, Carlo Calenda, “un sottosegretario alla Salute che non prende le distanze dai no vax è decisamente nel posto sbagliato”. Dello stesso avviso il segretario di Più Europa Benedetto Della Vedova: “governo apertamente No-vax e anti scientifico. Chiedo a Giorgia Meloni se vuole correggere anche questa posizione o se per lei va bene così”. E alle numerose reazioni del mondo politico si sono aggiunte quelle della scienza e della medicina. Da Bassetti a Lopalco fino ad arrivare al presidente dei medici italiani. “Con i vaccini si sono evitati 150mila morti – ha detto il presidente della Fnomceo Anelli – e 20 milioni nel mondo”. “Da Gemmato il record della disinformazione – ha fatto sapere dal canto suo l’epidemiologo Pierluigi Lopalco. “Gravissimo che arrivi da un sottosegretario alla Salute”. “Parole pericolose – dice la senatrice a vita e scienziata Elena Cattaneo – e dati che dicono altro”. “Sono vaccinato – e’ intervenuto ancora Gemmato – e la polemica e’ un’arma di distrazione di massa”. “Registro il fatto che purtroppo di vaccini non si possa parlare in maniera serena e distaccata”. “La polemica si è generata ex post – ha aggiunto- io volevo parlare di ciò che non ha funzionato durante la pandemia”. “Il mio partito ha presentato un piano di vaccinazione prima di tutti gli altri partiti. Sono responsabile della sanità del partito. Idee no vax non albergano nel nostro pensiero. E proprio Fratelli d’Italia si stringe attorno al sottosegretario. Il viceministro agli Esteri, Edmondo Cirielli bolla come “ridicole e faziose” le polemiche sul sottosegretario, così come il capogruppo al Senato, Lucio Malan che definisce le polemiche “consueta opera di strumentalizzazione”.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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In Spagna torna mascherina contro boom virus respiratori e Covid

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Un appello al “buon senso” e la raccomandazione “ad avere sempre a portata di mano la mascherina” da indossare negli ambienti affollati o sui trasporti pubblici è stato lanciato oggi dalla ministra spagnola di Sanità, Monica Garcia, a causa del “notevole aumento” di virus respiratori registrati negli ultimi giorni, che hanno già portato in emergenza numerosi centri di salute e servizi di pronto soccorso ospedalieri. In una dichiarazione alla tv nazionale Rtve, Garcia ha fatto riferimento all’incidenza attuale di virus respiratori “di 1.000 casi per 100.000 abitanti”, secondo il rapporto settimanale dell’Istituto Carlos III di riferimento.

“Il tasso di ricoveri, nonostante il lieve aumento, si mantiene basso, sotto i 30 casi per 100.000 abitanti”, ha aggiunto, ma “è prevedibile che continuerà a intensificarsi nei prossimi giorni”. La ministra ha convocato per lunedì il Consiglio interterritoriale del Sistema sanitario nazionale di salute, per “unificare i criteri per “affrontare i picchi di virus respiratori”, dopo che regioni come la Catalogna e la Comunità Valenziana hanno ripristinato da oggi l’obbligo di mascherina in ospedali, centri sanitari e residenze di anziani.

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