Collegati con noi

Cronache

Brutale aggressione nel carcere di Santa Maria Capua Vetere: poliziotto penitenziario colpito da tre detenuti con una bombola d’ossigeno

Pubblicato

del

Violenza nel reparto “Tamigi” dell’Alta Sicurezza

È avvenuto nella serata di sabato uno degli episodi più gravi dell’anno nel sistema carcerario italiano. All’interno del reparto Alta Sicurezza “Tamigi” della Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere, tre detenuti hanno aggredito con ferocia un agente della Polizia Penitenziaria, colpendolo ripetutamente con una bombola d’ossigeno al volto e continuando a infierire con pugni e calci.

Il poliziotto, ferito in modo serio, è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Pineta Grande di Castel Volturno, dove è stato sottoposto a esami clinici e una TAC per valutarne le condizioni.

Il grido d’allarme del Sappe

A denunciare l’accaduto è stato il Sappe, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. Vincenzo Berrini, segretario regionale, ha parlato di “brutale aggressione” e di una “situazione ormai fuori controllo”. Berrini ha sottolineato come “i detenuti stanno prendendo il sopravvento” e ha invocato provvedimenti immediati, come il trasferimento fuori regione degli aggressori per dare un segnale forte.

Donato Capece, segretario generale del sindacato, ha ribadito la gravità della situazione: “Servono tutele, strumenti come bodycam e Taser, nuovi protocolli e garanzie legali per chi lavora in condizioni di costante rischio. I poliziotti penitenziari stanno pagando un prezzo altissimo in termini di stress e sicurezza”.

La politica: “Segnali forti contro l’impunità”

Sull’aggressione è intervenuto anche il deputato Gimmi Cangiano (Fratelli d’Italia), che ha espresso “solidarietà e vicinanza all’agente colpito e alla sua famiglia”. Cangiano ha ricordato come “l’intera comunità venga colpita quando viene aggredito un rappresentante dello Stato” e ha citato la recente circolare del DAP (27 febbraio 2025) che dispone il ritorno alla custodia chiusa per i detenuti in Alta Sicurezza, come primo passo per ristabilire l’ordine.

Anche il deputato di AVS, Francesco Emilio Borrelli, ha condannato l’episodio definendolo “un’aggressione vigliacca e violenta”, sostenendo la proposta del Sappe di trasferire immediatamente i detenuti coinvolti in strutture fuori regione.

Sistema penitenziario al collasso

L’episodio riaccende i riflettori sulle criticità delle carceri italiane, sempre più teatro di episodi di violenza, spaccio e traffico illecito di telefoni cellulari. Secondo Capece, “centinaia di agenti sono stati aggrediti dall’inizio dell’anno. A questo senso di impunità deve corrispondere una risposta chiara e decisa dello Stato”.

Sulle cause, il Sappe punta il dito contro il sovraffollamento e l’insufficienza degli strumenti a disposizione degli operatori. Si torna a discutere della riapertura di istituti penitenziari dismessi come l’Asinara o Pianosa per isolare i detenuti più pericolosi.

Un’aggressione che scuote e interroga

L’aggressione avvenuta a Santa Maria Capua Vetere, già nota per i fatti del 2020, segna un nuovo punto critico per un sistema penitenziario che continua a mostrare fragilità strutturali e organizzative. Per l’agente ferito, la solidarietà è unanime, ma il personale penitenziario chiede ora fatti, non solo parole.

 

Advertisement

Cronache

Gianfranco Marcello è il nuovo direttore del carcere di Secondigliano

Gianfranco Marcello, già direttore degli istituti di Benevento e Ariano Irpino, è il nuovo direttore del carcere di Napoli Secondigliano. L’USPP gli augura buon lavoro e chiede collaborazione per affrontare le criticità del personale di polizia penitenziaria.

Pubblicato

del

Gianfranco Marcello, già al vertice delle case circondariali di Benevento e Ariano Irpino, è stato nominato nuovo direttore del carcere di Napoli Secondigliano. Figura di lunga esperienza nell’amministrazione penitenziaria, Marcello si è distinto nel corso della carriera per competenze operative e attenzione costante ai temi della sicurezza.

Gli auguri e le richieste dell’USPP

L’USPP ha accolto la nomina con un messaggio di benvenuto, augurando al nuovo direttore «i più sinceri auguri» e auspicando una collaborazione proficua con la polizia penitenziaria e le organizzazioni sindacali.
Il sindacato ha sottolineato l’importanza di affrontare «con la massima trasparenza» le problematiche che riguardano il personale, convinto che solo «un confronto sereno e costruttivo» possa garantire condizioni di lavoro adeguate e la tutela della dignità professionale degli agenti.

Le priorità in uno degli istituti più complessi d’Italia

Con la direzione di Secondigliano, Marcello assume la guida di uno degli istituti penitenziari più grandi e complessi del Paese, un carcere dove le sfide legate alla sicurezza, alla gestione interna e alle condizioni del personale richiedono equilibrio, fermezza e capacità di coordinamento.
Le aspettative sono alte, ma l’esperienza maturata negli anni rappresenta una solida premessa per affrontare questo nuovo incarico.

Continua a leggere

Cronache

Camorra 2.0 nel Nolano: l’ingegnere del clan imponeva consulenze e controllava le compravendite

L’indagine nel Nolano rivela un nuovo sistema di estorsioni “2.0”: un ingegnere del clan imponeva consulenze e progetti nelle compravendite immobiliari. Emersa anche una rete criminale sul gioco online.

Pubblicato

del

L’indagine nel Nolano rivela un nuovo sistema di estorsioni “2.0”: un ingegnere del clan imponeva consulenze e progetti nelle compravendite immobiliari. Emersa anche una rete criminale sul gioco online.

Suggerimento immagine (corpo 3)

Foto dell’ingresso del Tribunale di Napoli o immagine generica delle forze dell’ordine durante un’operazione, senza volti riconoscibili.


Camorra 2.0 nel Nolano, l’ingegnere del clan imponeva consulenze obbligate

Dal ‘porta a porta’ al metodo professionale

Niente più estorsioni tradizionali, ma un sistema “sofisticato”, che si infiltra nell’economia attraverso professionisti. È quanto emerso dall’indagine sulla camorra nel Nolano: un giovane ingegnere, rampollo del clan, utilizzava il proprio studio tecnico per imporre consulenze e progetti nelle compravendite e nelle pratiche edilizie.
«Un metodo aggiornato di estorsione», ha spiegato il procuratore di Napoli Nicola Gratteri. Non richieste esplicite di denaro, ma l’obbligo di ingaggiare lo studio del clan per qualsiasi operazione immobiliare.

Pressioni anche sulla Curia di Nola

Il sistema era così radicato da coinvolgere anche la Curia di Nola. Quando l’ente ecclesiastico decise di vendere un terreno, fu costretto a subire la pressione dell’ingegnere legato al clan Russo.
Un controllo capillare, silenzioso e costante, che permetteva all’organizzazione di orientare affari e transazioni sul territorio.

L’alleanza criminale tra Russo e Licciardi

Il procuratore aggiunto Sergio Ferrigno ha sottolineato come l’indagine abbia rivelato una collaborazione strategica tra i Russo del Nolano e i Licciardi, parte dell’Alleanza di Secondigliano.
L’asse criminale si concretizzava soprattutto nel settore del gioco d’azzardo. I due clan gestivano piattaforme online, reti di agenti e centri scommesse clandestini. Chi non pagava la quota dovuta veniva minacciato.

Scommesse online e struttura capillare

Secondo gli investigatori, il sistema era ormai industriale: siti dedicati, raccolta delle giocate fuori dai circuiti legali, gestione dei profitti e redistribuzione interna. Un giro d’affari enorme, controllato dai vertici clanici e protetto da una rete di intermediari.

Indagini su Caf e pratiche dei migranti

L’inchiesta non è chiusa. Restano accesi i fari su un Centro di Assistenza Fiscale e sulle pratiche relative ai migranti, che potrebbero nascondere ulteriori infiltrazioni criminali.

Un territorio che non denuncia

«L’agro Nolano è solo apparentemente tranquillo», ha detto il maggiore Andrea Coratza, comandante del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna.
«La realtà è che nessuno denuncia».
Un silenzio che permette alla camorra di radicarsi, evolversi e controllare interi settori dell’economia locale.

Continua a leggere

Cronache

Camorra a Nola, minacce al dirigente comunale: l’inchiesta svela il controllo del clan Russo

Nell’indagine che ha portato a 44 arresti nel Nolano emerge la minaccia a un dirigente comunale: il clan Russo controllava pratiche edilizie, affari immobiliari e gioco d’azzardo.

Pubblicato

del

Nell’indagine che ha portato a 44 misure cautelari nel Nolano compare anche una frase minacciosa rivolta da un ex consigliere comunale al direttore tecnico del Comune di Nola: «Stai attenta a quello che fai». L’uomo, oggi ai domiciliari, secondo gli investigatori parlava «per conto del clan Russo» e chiedeva alla dirigente di chiudere un occhio su alcune pratiche edilizie di interesse del gruppo criminale.
La donna, un ingegnere, è stata l’unica a sporgere denuncia durante le attività investigative, come precisato dai carabinieri.

Il quadro ricostruito dagli investigatori

Per il generale Biagio Storniolo, comandante provinciale dei Carabinieri di Napoli, l’indagine mostra «la chiara lettura di una camorra che opera controllando tutte le attività sul territorio». Un sistema criminale che non si limita all’intimidazione, ma che «si evolve e cresce, infiltrandosi nell’imprenditoria, nel tessuto economico e nel settore immobiliare, dalle compravendite al gioco d’azzardo».

Un’organizzazione che agisce con metodi raffinati

Il tenente colonnello Paolo Leoncini, comandante dei Carabinieri di Castello di Cisterna, ha evidenziato come il clan operasse «con metodi raffinati», dimostrando «grandi capacità organizzative», e come anche le indagini si siano avvalse di avanzate tecnologie informatiche per ricostruire il sistema di potere e le pressioni sugli uffici pubblici.

Un territorio sotto pressione

L’inchiesta conferma l’obiettivo del clan Russo: condizionare pratiche, affari e attività economiche, insinuandosi nella macchina amministrativa e utilizzando intimidazioni mirate per garantirsi controllo e profitti.

Ovviamente siamo nel campo delle accuse e gli indagati hanno diritto ad essere considerati, in questo stato del procedimento, non presunti colpevoli ma ancora innocenti fino a sentenza definitiva.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto