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Bruno Vespa riparte con “Porta a Porta”: subito Salvini e aspetto Conte

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Si parte con Matteo Salvini, ma non e’ una rottura della tradizione che vuole il premier alla prima. E’ solo – spiega Bruno Vespa in conferenza stampa – che Giuseppe Conte non ama la televisione e ha rifiutato, almeno per ora, l’invito. Quindi domani alle 23.15, al ritorno di Porta a Porta per il 24/o anno consecutivo, ci sara’ il leader della Lega, il giorno dopo il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, e giovedi’ un esponente dei 5 Stelle da definire (Luigi Di Maio e’ impegnato all’Assemblea Onu e andra’ in trasmissione probabilmente dopo il 20). Stessa scenografia, stesso studio. Anche la squadra non cambia, con l’arrivo pero’ alla regia di Sabrina Busiello. Non manca qualche novita’ di rilievo. A partire dalla presenza di Federico Palmaroli, in arte Osho, per due volte alla settimana in trasmissione con le sue vignette. Passaggio di testimone tra i sondaggisti: Antonio Noto prendera’ il posto di Nicola Piepoli e si alternera’ ogni settimana con Alessandra Ghisleri. “Proveremo poi ad aprire le interviste in modo informale, al bar di via Teulada”, fa sapere ancora Vespa. Non solo politica, ma anche cronaca, cultura e spettacolo. Il via e’ avvenuto sabato con uno speciale sul decennale dalla morte di Mike Bongiorno, ma per tutta l’estate, nonostante la crisi di governo, la trasmissione e’ rimasta ai box. “C’e’ ovviamente rammarico per non aver seguito la crisi – ammette il conduttore -. La gente per strada mi guardava in modo strano, come a dire: tu che ci fai qui? Come mai non sei in onda?”. Per il momento non ci sono altri speciali in programma, perche’ – spiega Vespa – “noi ci comportiamo come la mattina al mercato, vediamo la verdura che c’e’ e decidiamo”. Cosi’, le puntate, registrate per consentire ai politici di essere presenti in trasmissione, vengono spesso modificate in corso d’opera. “La squadra e’ giudicata dagli altri la migliore – sottolinea il conduttore -, non si ferma un attimo e del resto non e’ semplice realizzare tre o quattro segmenti in un pomeriggio”. Il giornalista, rispondendo alle domande, ricorda poi che la definizione di Terza Camera nacque da una battuta di Giulio Andreotti. “Il ruolo di Porta a Porta e’ riconosciuto da tutti – afferma -. Una delle ragioni per la quale la trasmissione e’ rispettata e’ la correttezza assoluta. Abbiamo invitato Salvini e Zingaretti il 7 agosto. Non cambia niente che Salvini sia passato all’opposizione, non era certo il caso di revocargli l’invito”. Vespa sottolinea il successo del programma, nonostante l’orario scomodo dovuto ad “una prima serata ritardata come in nessuna altra parte d’Europa”, e lo scarso traino, come accaduto l’anno scorso scorso con ben 27 partite in prime time, la cui audience cala vertiginosamente all’avvio dei commenti. “Il mio errore piu’ grande? – risponde ancora Vespa -. Non l’ho mai ammesso, ma non avrei intervistato in studio i Casamonica. Non ci stavano bene in studio, onestamente”. Un futuro nella politica? “No per carita’ – replica secco -. Non sarei proprio capace con il carattere che ho. Mi ammazzerebbero nella culla”.

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A FI il seggio della Camera conteso al M5s

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Si profila un piccolo assestamento negli equilibri fra maggioranza e opposizione alla Camera, col centrodestra in procinto di salire di un seggio a scapito dell’area progressista. La Giunta per le elezioni di Montecitorio ha infatti accolto il ricorso dell’esponente di FI, Andrea Gentile, che, in seguito a un riconteggio dei voti, è stato “ripescato”. Nel caso in cui l’Aula confermi la decisione della Giunta, Gentile entrerà quindi nelle file dei deputati, prendendo il posto di Elisa Scutellà, eletta col M5s, che dovrà lasciare il Parlamento. Il ricorso di Gentile si basava sulla valutazione delle schede nulle e bianche del collegio in Calabria dove si è presentato per le elezioni politiche del 2022, senza essere eletto.

La Giunta, presieduta da Federico Fornaro (Pd), gli ha dato ragione. Il M5s ha protestato per diversi aspetti della vicenda: “Abbiamo chiesto il riconteggio anche dei voti validi – ha ricordato Scutellà – Questa è la prima volta che viene negato l’ampliamento dell’istruttoria, con l’apertura delle schede valide”. Nel Movimento i dubbi riguardano anche le dinamiche calabresi. Il presidente Cinque Stelle, Giuseppe Conte, ha parlato di “una grandissima ingiustizia per la democrazia, per il rispetto del voto dei calabresi”, una “terra difficile, dove ci sono tantissime inchieste sullo scambio politico mafioso di voto, ci sono tantissime inchieste per quanto riguarda un sistema clientelare ben collaudato”.

Gentile entrerà in Parlamento al posto di Scutellà in seguito a un’articolata catena di conseguenze: il ricorso ha riguardato il collegio uninominale di Catanzaro dove Gentile è arrivato secondo a 482 voti dall’esponente del M5s Anna Laura Orrico. Col riconteggio, a Gentile sono stati assegnate 240 schede in più rispetto a Orrico, che quindi ha “perso” il seggio. La deputata M5s era stata però eletta anche nel collegio proporzionale, che aveva “ceduto” alla collega di partito Scutellà. Ora Orrico “si riprenderà” il seggio che aveva ceduto a Scutellà, mentre Scutellà dovrà lasciare Montecitorio. “Per l’ennesima volta – ha detto Scutellà – la maggioranza, con la forza dei numeri, ha sacrificato quello che è il principio di democrazia”. L’ultima parola non è stata però ancora detta: quella spetta all’Aula della Camera. Per gli avvocati di Gentile, Oreste Morcavallo e Gisella Leto, il giudizio della Giunta per le elezioni è “un importante risultato che riafferma i valori di giustizia e di libertà del nostro Paese e in particolare del popolo calabrese”.

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Mattarella: tempi difficili, rispetto reciproco e dialogo

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In tempi difficili sono sempre più importanti i valori del “rispetto reciproco, del dialogo e del confronto, con l’ascolto delle opinioni altrui”. Questo è il messaggio che il presidente della Repubblica ha lanciato dall’università del Salento dove ha esaltato l’importanza del ruolo degli atenei per la crescita sociale del Paese e come “motore di sviluppo del territorio”. Per questo il capo dello Stato ha sottolineato la necessità di non allontanarsi da quel “meridionalismo adulto e protagonista” che rianimò il sud d’Italia dopo le rovine della seconda guerra mondiale. Sergio Mattarella è sceso nel mezzogiorno d’Italia, a Lecce, per partecipare alla cerimonia di inaugurazione del 70° anno accademico dell’Università del Salento, dove è stato accolto con estremo calore e da una serie di interventi molto diretti che hanno preceduto il suo intervento.

Appassionato e senza sfumature quello del rappresentante degli studenti, Enrico Greco, che ha interpretato la voce dei movimenti giovanili che in tutta Italia stanno protestando contro il ddl sicurezza: “mette in atto politiche repressive, con l’intento di fermare ogni voce contraria”. Così come netto è stato il giudizio su Gaza dove, ha detto dal palco, è in atto “un genocidio compiuto dallo Stato di Israele, che il mondo sta scegliendo di ignorare”. Anche il rettore ha toccato un tema caldo come quello delle migrazioni: “bisognerebbe lasciare posti vuoti per ricordare quei migranti che lasciamo morire in mare, quei migranti che sono tra i nostri migliori studenti”.

Vola alto poi Massimo Bray, direttore generale dell’enciclopedia Treccani, spiegando quanto sia importante il ruolo della formazione in tempi nei quali domina “l’individualismo sfrenato”, “uno dei maggiori pericoli che ci troviamo oggi ad affrontare – evidenzia – è quello contro la distorsione della realtà, la sottovalutazione del valore della memoria che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento, per la difficoltà di individuare fonti affidabili”. Parole, quest’ultime, che hanno trovato il consenso di Mattarella: oggi assistiamo a “mutamenti così profondi, veloci e radicali, dall’intelligenza artificiale alla grande intensità di strumenti di comunicazione” che c’è sempre più bisogno “di individuare nuovi equilibri e questi nuovi equilibri vanno trovati attraverso la cultura”.

Sempre ponendo “al centro di queste osservazioni la centralità della persona umana, i suoi diritti, la sua libertà”. Dal presidente viene un forte sostegno alla forza propulsiva delle università, le quali, oltre al sapere, devono insegnare l’equilibrio attraverso la cultura e il rispetto per le opinioni altrui. Questo è l’unico modo per tenere al centro la persona in un mondo di tumultuosi cambiamenti tecnologici. Infine un elogio del “dubbio”. Parola che sta perdendo l’accezione positiva del pensiero liberale che lo poneva al centro rispetto alle ideologie che impongono verità certe: e solo “attraverso il dubbio”, sottolinea Mattarella, si crea la capacità di ascoltare veramente “le opinioni altrui”.

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Cavo Dragone nuovo presidente del Comitato militare Nato

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L’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone ha assunto questa mattina la carica di presidente del Comitato militare della Nato, la massima carica militare nell’ambito dell’Alleanza, e succede all’ammiraglio olandese Robert Bauer, che ha guidato il Comitato nei precedenti tre anni. Il presidente dirige il Comitato militare ed è il principale consulente del segretario generale e del Consiglio Atlantico. Inoltre ha anche un importante ruolo pubblico come rappresentante del Comitato, che lo rende il portavoce militare più alto dell’Alleanza su tutte le questioni militari.

 

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