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Esteri

Brasile in lutto, ipotesi ghiaccio per il disastro aereo

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Saranno le scatole nere rinvenute a Vinhedo, nello Stato di San Paolo a rivelare cosa sia realmente accaduto nello schianto dell’aereo della compagnia Voepass che ha provocato venerdì la morte di 62 persone (58 passeggeri e 4 membri dell’equipaggio) in Brasile. Ma nel frattempo il sospetto, sostengono gli esperti, è che ancora una volta il ghiaccio possa essere la causa del fatale stallo in volo dell’Atr-72 a pochi chilometri dall’aeroporto di Guarulhos. Si tratta dell’incidente aereo più grave nel Paese dal 2007 – quando un volo della compagnia aerea Tam si schiantò nell’aeroporto Congonhas San Paolo provocando 199 morti – per il quale il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha decretato tre giorni di lutto nazionale.

Il modello nato 30 anni fa dalla partnership tra Airbus e Leonardo ha alcuni tragici precedenti in questo senso e, nella regione compresa tra gli Stati brasiliani di San Paolo e Paraná in cui l’aereo Voepass si è schiantato, era attiva un’allerta meteo delle autorità aeronautiche per “l’alto rischio di congelamento”. In una conferenza stampa, la compagnia aerea ha ammesso su questo punto che l’Atr-72 è un modello “sensibile” alla formazione di ghiaccio ma ha garantito che il sistema antigelo fosse perfettamente funzionante al momento del decollo. “Non sappiamo se si possa essere verificato un guasto durante il volo ma quando è decollato il sistema antigelo funzionava al 100%”, ha detto l’amministratore delegato di Voepass.

Una versione, quest’ultima, avallata anche dal direttore delle operazioni della compagnia secondo il quale il velivolo è stato controllato come di routine la notte di giovedì e “non è emerso nessun problema da impedire il volo”. Secondo le informazioni di Flightradar24 – servizio svedese che monitora i voli in tempo reale – due minuti prima dell’impatto al suolo l’aereo stava volando a un’altitudine di 17.000 piedi e il rischio “grave” di formazione di ghiaccio si estendeva dai 12.000 a 21.000 piedi. E le immagini della caduta, affermano gli esperti, mostrano che l’aereo precipita verticalmente in una situazione di “stallo”, una circostanza compatibile con la perdita di portanza provocata dalla formazione di ghiaccio sulle ali. “Nelle immagini vediamo che l’aereo è in stallo, cioè ha perso la portanza ed è fuori controllo non riuscendo più a sostenersi in volo”, ha affermato Geraldo Portela, specialista in gestione del rischio e della sicurezza citato dal portale G1.

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Esteri

Hezbollah attacca in Galilea, Sinwar ringrazia Nasrallah

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Il centro del conflitto mediorientale, mentre a Gaza continua un’emergenza umanitaria senza precedenti, si sposta verso nord, con Israele che allarga sempre più il fronte verso Cisgiordania, Libano e Siria, e gli Hezbollah libanesi sono sempre più coinvolti nello scontro. L’aeronautica militare israeliana ha colpito oggi in modo massiccio vari obiettivi attribuiti agli Hezbollah in Libano (con almeno un morto e 7 feriti, tra cui 4 bambini secondo Beirut) e altri nel sud della Siria dove, secondo il New York Times, domenica scorsa Israele avrebbe usato anche forze speciali per distruggere un impianto per la produzione di missili di Hezbollah vicino al confine libanese, facendo vittime.

Venerdì mattina, in risposta all’attacco israeliano di ieri su Kfar Joz, nel sud del Libano e nel quale sono stati uccisi due combattenti di Hezbollah e un bambino, il movimento filoiraniano ha attaccato una base israeliana in Galilea. In una nota ha affermato di aver lanciato uno “sciame di droni” sulla base Filon a sud-est di Safed, che a loro dire ospita “il quartier generale della 210/a divisione” dell’esercito israeliano. Sostenendo peraltro di aver “causato vittime”, circostanza negata da Israele. Il capo di Hamas, Yahya Sinwar, ricercato numero uno di Israele, avrebbe inviato nei giorni scorsi al leader degli Hezbollah, Hassan Nasrallah, una lettera di ringraziamento e di apprezzamento per il sostegno dato dall’organizzazione filoiraniana libanese dall’inizio della guerra contro Israele.

“La beata processione dei martiri – si legge nella missiva secondo i media israeliani, che citano l’emittente libanese filo-Hezbollah al-Mayadeen – crescerà in forza e in potenza nella lotta contro l’occupazione nazi-sionista”, avrebbe scritto il leader di Hamas, e s’impegna a combattere il “progetto sionista” insieme al resto del cosiddetto asse della resistenza anti-Israele “fino a quando l’occupazione non sarà sconfitta e spazzata via dalla nostra terra e il nostro Stato indipendente con piena sovranità non sarà stabilito con Gerusalemme come capitale”. Non si placano intanto gli attacchi israeliani in Cisgiordania, dove un cecchino avrebbe colpito un membro dello staff dell’Urwa, l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi da tempo nel mirino di Israele che accusa la presenza tra le sue fila di affiliati di Hamas.

La Cisgiordania – ha denunciato l’agenzia, che intanto ha completato con grande fatica la prima fase di un programma antipolio tra i bambini di Gaza – “sta vivendo livelli di violenza senza precedenti, mettendo a rischio le comunità”. A Gaza, secondo l’agenzia palestinese Wafa, oggi sono morti almeno 6 civili in raid israeliani su Rafah e Nuseirat. Mentre a Istanbul è arrivata la salma dell’attivista turca-americana uccisa durante una protesta in Cisgiordania e domani si terranno i funerali.

A Tel Aviv intanto i parenti degli ostaggi continuano a reclamare un cessate il fuoco e la restituzione dei loro cari, mentre anche la Cina, con il ministro della Difesa Dong Jun, ha affermato che “i colloqui di pace e la soluzione politica sono l’unica soluzione” in Palestina come in Ucraina. Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha invece riunito alla Moncloa i ministri del Gruppo di contatto arabo-islamico per Gaza alla quale ha partecipato anche l’Alto rappresentante per la politica estera della Ue uscente, Josep Borrell. “La comunità internazionale deve fare un passo decisivo verso una pace giusta e duratura in Medio Oriente”, ha detto Sanchez, basata sulla soluzione a due Stati. Il Cile infine si è associato all’iniziativa promossa dal Sud Africa contro Israele presso la Corte Internazionale di Giustizia per presunto genocidio.

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Esteri

Usa, uccisi quattro leader dell’Isis in Iraq

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Gli Stati Uniti hanno ucciso quattro leader dell’Isis in Iraq alla fine di agosto. Lo afferma il Centcom. “Restiamo impegnati a una sconfitta duratura dell’Isis, che continua a minacciare gli Stati Uniti, i nostri alleati e partner e la stabilità regionale”, ha detto il generale Michael Erik Kurilla, capo del Centcom.

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Cronache

Messico, 15 morti per la guerra interna del cartello di Sinaloa

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Un totale di 14 fascicoli d’inchiesta aperti e 15 morti. È questo l’ultimo bilancio della violenta guerra iniziata lunedì tra i Chapitos e i Mayos, le due fazioni in cui si è spaccato il cartello di Sinaloa e facenti capo, rispettivamente, al “Chapo” Guzmán e al “Mayo” Zambada, entrambi detenuti negli Stati Uniti. A confermarlo ai media locali è stata la Procuratrice della Repubblica, Claudia Zulema Sánchez. “Da lunedì ad oggi sono stati registrati 15 omicidi”, ha dichiarato. Lo scorso 9 settembre, il governatore di Sinaloa Rocha Moya era stato costretto a sospendere le lezioni in tutte le scuole e università della capitale Culiacán e aveva chiesto rinforzi militari a Città del Messico per garantire la sicurezza dei cittadini. Oggi sono stati recuperati due cadaveri, uno dei quali decapitato e con segni di tortura in diverse parti del corpo nei pressi del Parco 87, una nota zona verde di Culiacán dotata di attrazioni tra cui scivoli, piscine e un ‘giardino della pace’.

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